lunedì 4 aprile 2011

Un martedì da Caimano.


Processo breve, conflitto di attribuzione sul caso Ruby, sanzioni al ministro La Russa: martedì si deciderà il futuro giudiziario del premier. Ma anche della maggioranza: tra Responsabili che rivendicano posti di governo e le fronde nel Pdl anche la Lega critica Berlusconi sulla gestione degli immigrati

La pausa è finita. I quattro giorni di sospensione dei lavori decisi giovedì per tentare di riordinare i pezzi di una maggioranza ormai sfilacciata volgono al termine. E nel fine settimana le difficoltà, se possibile, sono aumentate. Ai Responsabili che rivendicano posti di governo e minacciano di non votare i provvedimenti cari al premier, alla fronda interna nel Pdl guidata da Claudio Scajolacontro Ignazio La Russa e uscita allo scoperto dopo il “vaffa” del ministro della Difesa aGianfranco Fini, si aggiunge anche il fronte Lega. Con il Carroccio fortemente critico rispetto alla gestione dell’emergenza migranti a Lampedusa. Perché va bene forzare la mano in cambio del federalismo, passino le leggi ad personam da far digerire alla base, ma sugli immigrati in casa del senatùr non si può e non si deve scherzare.“Se Berlusconi li vuole se li prenda a casa sua”, dicono in tandem Roberto Calderoli, Matteo Salvini e altri. Ai vertici di via Bellerio non è piaciuta l’apertura del Cavaliere sul permesso di soggiorno temporaneo e, ancora meno, l’invito ad accoglierne novemila. Uno sfilacciamento non previsto, che preoccupa il premier perché arriva alla vigilia della giornata cruciale per il futuro giudiziario del Cavaliere: il martedì del voto in aula sul processo breve e sul conflitto di attribuzione del caso Ruby. Ma domani è anche la giornata in cui dovrà annunciare i risultati raggiunti con Roberto Maroni a Tunisi, dove andrà domani in cerca di un accordo per fermare il flusso di migranti verso le coste italiane, ed è il giorno in cui l’ufficio di presidenza della Camera si esprimerà sul caso del ministro La Russa formulando un parere su eventuali sanzioni.

Il passaggio non è irrilevante. Perché, per quanto non ci siano precedenti e non esista nel regolamento una sanzione prevista, l’ipotesi possibile è quella di consentire a La Russa la partecipazione alle sedute come membro del governo, ma senza poter votare. Diritto, quest’ultimo, derivato dallo status di deputato e quindi sospendibile con una sanzione. La decisione arriverà a metà mattina. Poche ore prima dell’apertura delle operazioni di voto a Montecitorio. L’ordine dei lavori prevede il conflitto di attribuzione, il ddl comunitaria, il ddl piccoli comuni e infine il processo breve. L’aula sarà al completo. La maggioranza potrebbe chiedere l’inversione dei lavori, per arrivare subito al voto che più interesse al premier: il processo breve con la prescrizione che cancella automaticamente il procedimento Mills che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari. Ma la strada non è facilmente percorribile. Servirebbe un voto e, soprattutto, chiedere l’inversione dei lavori, così come accaduto già mercoledì scorso, risveglierebbe Giorgio Napolitano.

Berlusconi non vuole e non può innescare una prova di forza con il Quirinale. La priorità è portare a casa il processo breve. L’opposizione ha presentato 270 emendamenti e c’è la pregiudiziale di 26 ore. Così domani assisterà al voto in aula sugli altri provvedimenti e poi convocherà per mercoledì mattina un consiglio dei ministri straordinario motivandolo con comunicazioni da fare al governo a seguito della missione in Tunisia e sull’emergenza immigrati. E nella riunione la maggioranza deciderà di porre la fiducia al processo breve. Così potrà anche giustificare la sua assenza al tribunale di Milano dove proprio mercoledì è prevista la prima udienza del processoRuby in cui il Cavaliere è rinviato a giudizio per concussione e prostituzione minorile. Già stamani avrebbe dovuto presentarsi all’udienza Mediatrade. L’aveva assicurato lunedì scorso. Ma la missione in Tunisia non gli permette di mantenere l’impegno preso. L’udienza sul caso Ruby di mercoledì sarà di smistamento, utile cioè per fare un calendario, anche a seconda degli impegni del premier, per le prossime date. Anche su questo il processo breve, che sarà definitivamente licenziato dal Senato tra un mese, provocherà conseguenze.

Al momento i procedimenti penali pendenti a Milano a carico di Berlusconi sono quattro. Da quello Ruby, che deve ancora cominciare, all’altro sul caso Mediatrade ancora in fase di udienza preliminare, fino ai dibattimenti Mills e Mediaset già aperti e in fase più o meno avanzata di esame dei testimoni. Con il voto della prescrizione breve Mills viene cancellato e buona parte delle imputazioni dei procedimenti Mediatrade e Mediaset decadono. I giudici potrebbero dunque concentrarsi sul caso Ruby. Il 9 maggio, ad esempio, data in cui si torna in aula sul caso Mills, potrebbe essere sostituito dal processo per concussione. E così le altre date utili. Ma i legali del premier si sono già portati avanti: Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno chiesto che le udienze siano distanti l’una dall’altra per avere il tempo di poter studiare i nuovi incartamenti depositati. Così, dopo il 6 aprile, si tornerà in tribunale il 31 maggio e, probabilmente, a fine giugno. Anche perché, a prescindere dal voto sul conflitto di attribuzione alla Camera, il processo andrà avanti in attesa della Consulta impedendo, per lo meno, il pronunciamento di una sentenza.

Una accelerazione del processo Ruby porterebbe a sfilare in tribunale tutti i personaggi coinvolti. Dalle “bambole” di via Olgettina alle prostitute per professione a quelle per necessità. E le loro testimonianze finirebbero sui giornali e in tv proprio nei giorni in cui, a fine giugno, gli italiani saranno chiamati al referendum sul legittimo impedimento. Che potrebbe così trasformarsi in una sorta di elezioni anticipate per Silvio Berlusconi. Il premier può correre il rischio di allungare i tempi del processo breve? No, neanche di un mese, che diventano almeno due se si considera il necessario passaggio anche in Senato. Il processo Mills si concluderà il 18 luglio. E un eventuale ricorso in Appello potrebbe concludersi in tre settimane. Certo, c’è poi la Cassazione. Che può esprimersi in tempi record: la Cassazione ha l’obbligo di esprimersi in precedenza sui procedimenti prossimi alla prescrizione. Quindi l’unico modo per far sì che la corte non si pronunci è approvare entro fine maggio, alla Camera e al Senato, il processo breve. Non c’è spazio per gli errori. La pausa è finita.




Il "nostro" pensiero.


http://www.libero-news.it/news/703403/Ruby__Camera_vita_il___aprile__La_Bindi___Dittatura_.html

***

Che dire?
Non ci voglio più stare!
La poltrona è più importante della gestione del paese, tutti si piegano al "costrittore" che neanche Beppe Grillo vuole che si nomini.

Mi dissocio dalla politica. Spero di potermi costruire un "varco" in un altro paese che sceglierò come "consono" al mio modo di vedere ed interpretare la vita, e mi dileguerò.
Qui non c'è più posto per me e per la mia famiglia.
Chi vuole dettare leggi, qui in Italia, la mia patria di origine, è già possidente di suo.
Io no.

Buona notte.

*

Cettina!!!!!!

*

Buona notte Cettina.
A.

*

"Ovunque mi si dara' un poco del loro pane o del loro amore, li' sara' mia patria tanto come il luogo dove sono nato."

E sai cosa? A dispetto di tutti i berlusconi, berluschini e la berlusconeide in corso, qui' siamo ancora considerati gli "elefanti bianchi" di sempre.

Un'abbraccio.

Valter Conti

*

Cettina, fammi sapere che vengo anch'io. Mi sono rotto le palle della Sicilia e di questo misero paese popolato in buona parte da miserabili!
Un forte abbraccio. Sono con te.

Anacleto M.

*

io sto impazzendo!
Mi sto perdendo in meandri assurdi!
Sto cercando di far capire a chi non sa, che cosa sta succedendo.
Spiego loro che cosa è successo, di che cosa siamo succubi, ma nessuno sembra capire!
Chi può, e qui da me ce ne sono tanti, sta bene, vive bene.
Non gliene fotte di niente e di nessuno!
Ognuno coltiva il suo orticello.

Una cosa che più mi stupisce è che, mentre io mi preoccupo se voglio coprire il terrazzo per coibentare casa mia, pensando alla spesa economica del materiale e della manovalanza oltre a quella catastale, c'è chi costruisce non solo un tetto, ma un appartamento, e nessuno dice niente!

Io non me la sento, mi tengo la muffa che si forma sulle pareti delle mie camere da letto, me le dipingo ogni anno, ma non vado contro legge.
Sono stupida?
Forse si, ma mi sento bene così!
Buona notte.




domenica 3 aprile 2011

Elucubrazioni estemporanee.


Io credo.
Purtroppo, credo.
Mi è stato inculcato da quando ero bambina.
Ma "cogito", e non penso che se un "Essere Supremo" esiste, possa accettare che tutto ciò che sta avvenendo avvenga.
Anche perchè, chi soffre e muore, non è il "cattivo", ma solo il povero derelitto, il povero "angelo", quello che non può niente.
Ma sta vincendo il "cattivo", quello che si è appropriato della vita degli altri, quello che impera ovunque: il POTERE Economico.
Io, non chiedo niente per me, chiedo pietà e aiuto per chi sta soffrendo in ogni parte del mondo, perchè è ciò che un ESSERE BUONO dovrebbe fare.
Ma non ho risposte.
Chi soffre continua a soffrire, chi gode continua a godere.
La verità è che siamo succubi di noi stessi.
Siamo noi Dio e il Diavolo.
Dobbiamo solo imparare a governarci.
Semmai, dobbiamo pretendere che chi se ne assume la responsabilità, lo faccia con dovizia, abnegazione e lealtà, tenendo bene a mente "i diritti e i doveri" di ognuno di noi; chi detta le leggi, LE RISPETTI, diritti e doveri per tutti!
La legge divina è quella della ragione!


Sangue e Cemento, la verità sull'Abruzzo 1-4.


Berlusconi non convince (più) i lettori de Il Giornale.




La telefonata di Silvio Berlusconi ai Responsabili ha conquistato l’apertura de Il Giornale, ma non i suoi lettori. Le ultime dichiarazioni del premier, pubblicate sul sito con il titolo “vicini a 330 deputati, finire la legislatura”, sono state accolte con una salva di fischi e prese in giro. A leggere i commenti non sembra di essere sul sito del quotidiano del fratello del Cavaliere. “Comprare i deputati, indegno per una democrazia”, scrive un lettore.Sul sito del quotidiano del fratello del premier, i commenti alle parole del Cavaliere sono ironici e critici contro il presidente del Consiglio

Le parole del premier risalgono a stamani. Quando, durante una telefonata a un convegno dei Responsabili di Domenico Scilipoti, Berlusconi ha detto di essere sereno, la maggioranza è solida e alla Camera ha detto di avere quasi 330 deputati. “Questo ci consentirà di portare avanti la realizzazione del programma sottoscritto con i cittadini dopo il voto degli elettori”, ha aggiunto. Nell’articolo sono omessi tutti i passaggi su Lampedusa. La villa prima acquistata e poi invece no, il permesso di soggiorno temporaneo che intende accordare. Eppure, nonostante l’intervento del premier sia stato ripulito, i commenti non sono di certo di sostegno al governo. Anzi. Gerico scrive: “Hai dimenticato la riduzione delle province (Monza+1), la riduzione dei parlamentari (manco per niente), il piano casa (boh….), il bollo auto (che roba è?). Forse dimentico qualcosa?”. Mentre un altro lettore si chiede “chissà perché ha così paura delle elezioni”. Chi, ribatte ilturco, “Bufalo silv?”. Ma no, aggiunge un utente. “Votate votate per salvare il mio fondoschiena flaccido! Solo così potrò continuare a raccontare barzellette per vostro sommo gaudio”.

Giacomo sceglie la forma diretta: “Caro Cavaliere, sono stato tradito nel voto e ho deciso della tessera elettorale ne farò ben altro uso. Ora anche la Lega è d’accordo a determinare l’Italia in una vera e propria terra di nessuno! Vedrete che sventola alle prossime elezioni . Celebrate le date importanti di questa terra di nessuno dai migranti, se ci tenete tanto. Vergogna!!!”. Sandro Marti invece si rivolge ai Responsabili. “Su… Scilipoti e compagnia, ancora un piccolo sforzo ed il vitalizio è vostro! Per le poltrone non preoccupatevi, Silvio si sta inventando delle sottosegreterie nuove nuove: quella alla regolamentazione dei talk show, quella al giardinaggio, una alla tutela di veline ed attricette. Non preoccupatevi se aveva detto che avrebbe diminuito le poltrone, sapete come è lui… scherza sempre… e poi… paghiamo noi italiani, mica lui, questa è una garanzia”. Tra battute e qualche offesa i commenti sfilano via così. E c’è chi suggerisce al premier di guardare il sito: “Berlusconi fiducioso? Si vede che non legge i commenti sul giornale”.



Mara, Stefania e le altre ragazze. - di Pierfranco Pellizzetti


A me – personalmente – Mara Carfagna fa pure un po’ di pena. Questa ragazzotta dalla bellezza plastificata, assurta al rango ministeriale esclusivamente per meriti estetici, con gli occhi perennemente spalancati e l’espressione di chi non riesce minimamente a capacitarsi di dove sia andata a capitare.

Direte voi: altro che pena, a questa tipa senz’arte né parte sono piovuti dal cielo i benefici, stralussuosi annessi e connessi all’entrata nell’empireo della politica, tra macchine blu con autista ed emolumenti stratosferici; quando i suoi coetanei e coetanee lottano quotidianamente tra disoccupazione e precariato. Ma – se ci pensate bene – la sua è una posizione altrettanto precaria, strettamente dipendente dalla benevolenza e/o dai capricci del benefattore/protettore. Precariato di lusso, ma con quanto stress per tenerselo ben stretto…

In effetti lei ce l’ha messa tutta per sembrare un vero ministro, ha strizzato le forme in austeri completini grigi, ha tentato di legiferare (con qualche cortocircuito di coerenza biografica nel caso della legge anti-prostituzione: reprimere il commercio del proprio corpo esclude i calendari per camionisti? Quasi letterario: la donna perduta, una volta redenta, che diventa bigotta e sessuofoba). Ma resta sempre un fenomeno da baraccone, da circo Barnum: “la ministro più bella del mondo” come “la donna barbuta” o “la sirena con la coda da pesce”.

Quando poi ha preteso di esercitare un ruolo effettivo, è stata ricacciata con gravi perdite: vedi lo scontro con i cacicchi del Pdl in Campania, la sua regione. Chiacchierate frequentazioni con un reprobo finiano – il furetto Bocchino – sono diventate la clava per metterla in riga. Tanto che il suo matrimonio borghese, socialmente accreditante, con un costruttore romano è ora a rischio; mentre in lei cresce l’ansia per le lancette dell’orologio biologico che continuano a correre, mettendo a repentaglio il sogno di maternità come status irrinunciabile per una donna del sud più tradizionale: l’effimero della bellezza stabilizzato nell’eternità familistica.

In effetti la povera Carfagna è l’esemplificazione più palese della funzione puramente decorativa cui il machismo italiano, nella versione parossistica del berlusconismo, destina il genere femminile. Guai a manifestare un qualsivoglia pensiero indipendente: la presuntuosa che non sta al suo posto di soprammobile sarà immediatamente bacchettata. Come quell’altra belloccia, la Ministra–tappezzeria Stefania Prestigiacomo che aveva dato un timido segno di indipendenza, protestando per la destinazione all’inutilità del proprio ministero: dopo qualche ora se ne tornava piangendo all’ovile.

Magari ci si diverte a scagliarle contro un’altra fanciulla. Nel caso della Carfagna l’ennesima miracolata: Alessandra Mussolini (rilevante solo per il cognome che porta e per i labbroni enfiati dall’abituale concitazione). La loro rissa è terminata tra l’ilarità del pubblico maschile con lo scambio dell’epiteto “vaiassa”. Non so cosa significhi ma capisco trattarsi di un insulto da suburra partenopea (molto rivelatore del rispettivo mileux in cui sono cresciute).

Certo – potreste commentare – se la sono voluta loro. È vero. Ci sono donne di ben altro livello, che si fanno valere senza rinunciare a un briciolo della propria dignità. Ma queste politicanti da intrattenimento sono il sintomo di una mentalità che torna a imporsi quale criterio di posizionamento gerarchico dei sessi. Una mentalità da barzelletta. Quelle barzellette da bar che piacciono tanto al nostro premier, in cui le donne non sono altro che “portatrici di organi sessuali” (tranne la propria madre, onorata come riproduttrice di figli, possibilmente maschi). Per questopiacciono le bambolone indifese, come quelle che popolano l’harem di Arcore o palazzo Grazioli (anche se poi, tanto indifese non si sono rivelate, vista la capacità di passare all’incasso): leRuby Rubacuori, le Nicole Minetti. Ragazze di periferia molto sullo sguaiato; il tipo femminile che rivela il criterio estetico (pecoreccio andante) degli estimatori, ma anche la loro innegabile vulnerabilità. La garanzia per gli “utilizzatori finali” che si può impressionarle, poi manipolarle, a poco prezzo.

Negli anni Sessanta, tra i vitelloni di allora era di moda fare la caccia alle commesse dei grandi magazzini; da conquistare con regaletti tipo il campioncino di profumo o l’anellino da bancarella. Silvio Berlusconi – nonostante il mezzo secolo trascorso – è rimasto quello di allora. Difatti pensava di premiare “la disponibilità” con bigiotteria da quattro soldi e la promessa di una comparsata televisiva. Per talune persino la carriera in politica a spese dei contribuenti. Soltanto che questo sistema non funziona più, le ragazze si sono fatte furbe e hanno cominciato a spillare parcelle milionarie all’infoiato nonnetto, vitellone fuori tempo massimo.

Ma tanto le ministre come le arcorine restano povere creature da compiangere, a fronte dello squallore dei maschi con cui si interfacciano loro malgrado.



sabato 2 aprile 2011

Giustizia, Alfano: "Ci batteremo anche nelle piazze per far passare la riforma".



Riva del Garda (Tn) - (Adnkronos/Ign) - Il ministro della Giustizia: "La legge deve essere uguale per tutti, l'opposizione non condivide la nostra proposta pur di far male a Berlusconi". Processo breve, tutto rinviato a martedì. Duro Bossi: "I ministri devono stare zitti".

Riva del Garda (Tn), 2 apr. - (Adnkronos/Ign) - "Ci batteremo per far passare la riforma della giustizia anche nelle piazze". Ad annunciarlo e' il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, intervenuto oggi a Riva del Garda (Tn) alla convention di Rete Italia. "Per questo -ha proseguito Alfano- chiedero' a rete Italia il suo sostegno culturale e pratico e materiale della militanza perche' dobbiamo batterci per far passare quella che negli altri paesi e' una ovvieta' ma che e' purtroppo un limite del nostro paese".

"Dobbiamo batterci contro il pregiudizio dei soloni del diritto -ha aggiunto Alfano- che ritengono che noi non siamo idonei culturalmente a proporre una riforma della giustizia. Dobbiamo batterci contro il pregiudizio di chi ritiene di rappresentare la virtu' anche dal punto di vista delle interpretazioni costituzionali. Dobbiamo batterci contro il pregiudizio doloso di chi sposa le ragioni dei magistrati a prescindere dai loro meriti e dai loro demeriti. Dobbiamo batterci -ha aggiunto - contro tutto questo e lo dobbiamo fare in una congiuntura difficile perche' siamo protagonisti di un passaggio epocale della storia, caratterizzato dal flusso di migliaia e migliaia di immigrati".

"L'opposizione non condivide la nostra proposta di riforma della giustizia pur di far male a Berlusconi" attacca il Guardasigilli. Secondo Alfano l'opposizione "si rifugia nel benaltronismo per uccidere il riformismo. Sono i titolari della virtu' -ha proseguito Alfano- e la nostra riforma non la accettano perche' siamo brutti e cattivi".

"Vogliamo affermare che la legge e' uguale per tutti e quindi e' uguale anche per chi la legge la deve applicare cioe' per i magistrati" sottolinea il ministro, ospite del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Alfano torna a sottolineare l'importanza della riforma della giustizia proposta dal governo ed in particolare su quel passaggio che prevede "un pilastro importante, cioe' che chi sbaglia deve pagare. Perche' -si e' chiesto Alfano-se sbagliano i giornalisti possono essere denunciati, se sbaglia un medico puo' essere denunciato, ma se sbaglia un magistrato no?".