Nel 1988 Puccio Bulgarella, editore della tv dove lavorava Mauro, avrebbe riferito ai collaboratori dell’emittente di ”stare attenti” perchè ”c’è qualcuno che si sta incazzando”. Lo ha rivelato per la prima volta il cronista Ninni Ravazza che ha deposto come teste stamattina al processo per l'omicidio di Rostagno il 26 settembre del 1988, che vede imputati Vincenzo Virga e Vito Mazzara. Un altro giornalista di Rtc, Salvatore Vassallo, era stato avvicinato da un impiegato di banca vicino agli ambienti mafiosi della provincia, che gli disse: "Rostagno deve stare attento, sarà spento entro un mese"
Il giornalista trapanese Salvatore Vassallo avrebbe ricevuto una telefonata di minacce tra aprile e giugno del 1988. "Quello vestito di bianco parla troppo" avrebbe riferito una voce ignota al giornalista, riferendosi a Mauro Rostagno, ucciso il 26 settembre dello stesso anno e all'epoca collega a Rtc di Vassallo. Il giornalista trapanese ha testimoniato stamattina al processo per l'assassinio di Rostagno, che vede imputati davanti la corte d'assise di Trapani il boss di Cosa Nostra Vincenzo Virga, come mandante, e il killer Vito Mazzara, come esecutore.
Rispondendo alle domande dell'accusa, rappresentata in aula dai pmFrancesco Del Bene e Gaetano Paci, Vassallo ha anche aggiunto che sempre nel 1988 l'impiegato di bancaIgnazio Piacenza gli avrebbe riferito che "Rostagno ave stare attento, parla troppo, sarà spento entro un mese". Piacenza, secondo le parole del teste, era sposato con la figlia di una persona vicina agli ambienti mafiosi del piccolo comune du Buseto Palizzolo, a pochi chilometri da Trapani.
Pochi mesi prima dell’agguato a Mauro Rostagno, Puccio Bulgarella, l’editore di Rtc, disse ai collaboratori dell’emittente di ”stare attenti” perchè ”c’è qualcuno che si sta incazzando”. La circostanza è stata riferita oggi - per la prima volta - dal giornalista Ninni Ravazza (all’epoca collaboratore dell’emittente televisiva trapanese) deponendo come teste dinanzi la Corte di Assise di Trapani. L’editore, secondo Ravazza, avrebbe anche rassicurato la redazione sostenendo che si trattasse soltanto di ”un’incazzatura” e che ”non ci sono pericoli”. Ravazza non ha mai riferito questo particolare agli investigatori, nè gli venne in mente di riparlarne con Bulgarella all’indomani del delitto: ”l’avevo dimenticato”, ha risposto al pm Francesco Del Bene che gli ha posto la domanda.
A riferire a Bulgarella dell’incazzatura sarebbe stato Angelo Siino: il collaboratore, infatti, lo ha raccontato ai magistrati della Dda di Palermo, sostenendo di averlo appreso nel corso di un summit a casa del boss Filippo Guttadauro.
Siino e Bulgarella erano in buoni rapporti: dopo il delitto Rostagno, i due, assieme a Giovanni Brusca (all’epoca latitante) si sarebbero pure incontrati a Roma.