Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 8 giugno 2011
L’ombra di Tremonti. - di Alessandro De Angelis
«Ormai con Tremonti è una sfida aperta, e noi abbiamo le mani legate. Vuole costringerci a cedere, colpo dopo colpo. Punta tutto su uno scenario di emergenza». Lo spettro «Giulio» si materializza quando il premier legge il documento approvato dalla Commissione europea.
Rai preoccupata per minori introiti il govero studia l'aumento del canone.
Una mossa per recuperare anche i mancati introiti pubblicitari. Possibile l'inserimento nella bolletta elettrica. L'impegno preso dal ministro Romani in una telefonata di congratulazioni.
Michele Santoro
Quando ieri mattina il ministro alle Comunicazioni Paolo Romani ha chiamato il direttore generale Rai Lorenza Lei per congratularsi del benservito a Michele Santoro, per aver compiuto "con successo" la missione nella quale aveva fallito per due anni l'ex Mauro Masi, l'impegno (verbale) è stato preso. La dg le congratulazioni le ha incassate, ma ha anche esternato tutte le sue preoccupazioni per le prospettive non rosee dell'azienda di Viale Mazzini. E l'ex imprenditore televisivo milanese, vicinissimo al premier, su questo è stato in grado di sbilanciarsi, promettendo un intervento del governo.
Il dossier "canone" è sulla scrivania di Romani. E tra le ipotesi contempla anche la possibilità di agganciarne il pagamento alla bolletta elettrica. Espediente ritenuto utile per combattere l'evasione, che sulla tv è ancora dilagante. Nella stagione televisiva che sta per concludersi, il programma di Santoro ha avuto una media di 5,8 milioni di spettatori, con uno share del 20,71, stando ai dati diffusi dallo staff di Annozero. Garantendo così a Raidue il successo in prima serata il giovedì: il 12 per cento in più rispetto alla media di rete. Non è un caso, d'altronde, se ieri a Piazza Affari i titoli de La7, la TiMedia, hanno subito un balzo del 17,56 per cento, dopo le indiscrezioni sul passaggio di Santoro alla controllata Telecom. Una crescita del valore delle azioni in Borsa stimato in 29 milioni di euro.
A tutto questo, meglio, al già previsto crollo pubblicitario la Rai chiede al governo di porre rimedio. E l'unica leva sarà appunto il canone (oggi già a 110,50 euro). La pillola amara al contribuente sarà somministrata a fine anno, quando Tesoro e Comunicazioni dovranno annunciare che l'aumento di 1,50 euro del 2011 non è stato sufficiente. Ha permesso d'altronde di incassare 30 milioni di euro in più, poca cosa, appena il 10 per cento rispetto ai 300 milioni di fabbisogno che aveva stimato la dirigenza Rai.
Tutto questo, al momento, al presidente del Consiglio Berlusconi interessa poco, raccontano. Soddisfatto com'è del risultato raggiunto con la liquidazione di Santoro. Anche perché al momento della nomina della Lei, il Cavaliere non aveva fatto mistero con la dg del suo personale auspicio. Suo, ma non di Fedele Confalonieri. Sembra che già ieri il numero uno di Mediaset abbia confidato al vecchio amico di sempre tutte le sue preoccupazioni per i pezzi pregiati che la Rai sta "regalando" a La7, con tutte le ripercussioni che il terremoto dei palinsesti avrà sullo share della tv in chiaro dal prossimo autunno.
NOTAV: COMUNICATO STAMPA LISTE CIVICHE VALSUSA.
Appresa notizia di una busta contenente un proiettile intercettata presso gli uffici postali e destinata all’Onorevole Stefano Esposito
Preso atto della strumentalizzazione di tale deprecabile circostanza e delledichiarazioni dei vertici del P.D. provinciale e regionale in merito all’utilizzo della forza per il posizionamento di una recinzione in località Maddalena del Comune di Chiomonte in ambito realizzazione TAV TO-Lione;
Considerata la violenza mostrata contro una popolazione in lotta per il proprio futuro da parte di detti personaggi del P.D. e dell’Assessore Regionale Barbara BONINO.
Comunichiamo quanto segue :
- Per capire la provenienza del proiettile è sufficiente chiedersi chi ne trae vantaggio. Non certo il movimento NO-TAV e tanto meno la Valle di Susa. Le uniche forze che possono utilizzare la pallottola spuntata inviata all’onorevole Esposito sono proprio quelle che il TAV lo vogliono fare a tutti i costi.
Altra possibilità è che sia il gesto di qualche sconsiderato per finalità che stanno tutte nella testa di una persona che può avere mille motivi o non averne nessuno in particolare.La Magistratura vaglierà e ci auguriamo verrà a capo del miserabile mistero. L’unica certezza è che il gesto non è ascrivibile al Movimento NO-TAV che può avere molti limiti ma di certo non quello dell’autolesionismo.
- Nel rispetto delle reciproche posizioni in merito alle diverse e articolate vicende che ineriscono l’utilizzo di denaro pubblico, riteniamo inaccettabile che un qualsiasi partito chieda di risolvere problemi di conflittualità e opposizione con l’uso della violenza per di più giustificata con pratiche di mistificazione della realtà. La maggioranza della popolazione Valsusina e il movimento NO-TAV, dopo vent’anni di profondo studio del problema, continuano a ritenere che l’opera sia inutile, dannosa e affamatrice di denaro pubblico e di servizi. Ci può essere un’altra opinione ed è legittimo che ci sia. Chiedere però di militarizzare un territorio e di usare violenza a molti dei suoi abitanti al fine di dirimere una questione complessa e delicata per l’intera nazione, riteniamo sia atto violento, prevaricatore, inaccettabile e inquietante per l’intero impianto democratico che trova profonde e nobili radici nelle idealità dei Padri costituenti.
- La popolazione NO-TAV della Valle di Susa che in questo momento è accusata di violenza, in vent’anni la violenza l’ha sempre subita. Le cronache sono oggettiva testimonianza di questa verità. Crediamo che a fronte di tale prevaricazione poche altre realtà hanno saputo dimostrare un così elevato livello di pazienza e determinazione ad utilizzare metodologie di lotta completamente incentrate sul concetto di non violenza. Non riteniamo debba essere considerata forma di violenza il porre pacificamente la propria persona inerme di fronte agli eventi contro cui ci si batte.
- Chiediamo alle Donne e agli Uomini che si riconoscono nelle proposte politiche del P.D. di ragionare sulle stupidaggini urlate dai propri vertici. Personaggi come l’Onorevole Esposito che hanno fatto della politica il loro mestiere e che siamo convinti non sarebbero mai stati eletti in Parlamento se non fossero stati designati, non possono rappresentare i valori fondanti di un Partito come il P.D.
Il ruolo della politica deve essere quello di elemento mediatore tra interessi economici e interessi dei cittadini. I vertici regionali e provinciali del P.D. questo ruolo l’hanno dimenticato da tempo appiattendosi sugli interessi del potere economico. Un aspetto così importante per il futuro della libertà collettiva, al di là di come la si pensi sul TAV, l’hanno percepito moltissimi militanti, amministratori ed elettori P.D. della Valle di Susa. Persone che hanno continuato a praticare il partito rendendosi però autonomi dalle scelte imposte dall’alto e ragionando sulla specificità dei vari argomenti seguendo le linee valoriali che li hanno portati alla scelta di stare in quel partito.
- Esprimiamo seria e fondata preoccupazione per l’evolversi della situazione e invitiamo le organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani ad essere presenti in Valle di Susa così come auspichiamo l’invio di osservatori neutrali da parte della Comunità Europea. Condanniamo, con tutta la forza derivataci dal mandato elettorale ricevuto da migliaia di cittadini, gli inviti all’uso della violenza esternati dai vertici regionali e provinciali del P.D. e da rappresentanti istituzionali regionali del P.D.L. Riteniamo pacifica, non violenta e legittima la protesta dei cittadini della Valle di Susa contro un’opera dannosa, inutile e inaccettabile dal punto di vista dei costi economici e sociali.
- Proponiamo ricorso preventivo alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo verso i comportamenti istituzionali tenuti dai Sigg.i BONINO Barbara, ESPOSITO Stefano, MERLO Giorgio, MORGANDO Gianfranco, SAITTA Antonio. Riteniamo infatti che le reiterate esternazioni e richieste di utilizzo della forza della violenza si configurino come una istigazione alla violazione delle norme previste all’articolo 2 comma 1 e all’articolo 14 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Rimettiamo ai nostri legali mandato di adire querela nei confronti dei suddetti rappresentanti istituzionali per gravissime lesioni all’immagine del movimento NO-TAV. Lesioni rafforzate in riferimento a persone specifiche che si riconoscono e vengono riconosciute quali rappresentanti pubblici di tale movimento.
Chiediamo agli stessi rappresentanti istituzionali l’immediato ritiro delle richieste di uso della violenza contro il movimento NO-TAV e i cittadini della Valle di Susa e l’altrettanto immediata correzione di giudizi in merito all’attribuzione di eventi non ascrivibili al movimento stesso.
Siamo certi che solo il ripristino delle normali condizioni di rapporto dialettico proprio della politica possa scongiurare pericolose involuzioni anti democratiche che creerebbero precedente inquietante nel quadro dei rapporti tra cittadini e stato.
In assenza di risposte alle presenti considerazioni riteniamo i rappresentanti istituzionali sopra richiamati, direttamente e personalmente responsabili di qualsiasi atto di violenza che potrà avvenire in Valle di Susa in merito all’apertura del cantiere della Maddalena.Ci riserviamo in tal senso di adire tutte le vie legali per la salvaguardia dei cittadini da noi rappresentati e per eventuali imputazioni di responsabilità sugli eventi occorrendi.
Chiomonte Lì 06.Giugno.2011
Per il Coordinamento Liste Civiche Valsusa
Il coordinatore
(CASEL Luigi)
http://www.violapiemonte.org/2011/06/08/notav-comunicato-stampa-liste-civiche-valsusa/
Trent'anni fa la tragedia di Alfredino, 60 ore di agonia sotto gli occhi degli italiani.
Roma - (Adnkronos) - Sono passati quasi trent'anni dalla tragedia di Vermicino, che si consumò passo passo sotto gli occhi di milioni di italiani, attraverso le immagini trasmesse dai telegiornali. Il bimbo di sei anni rimase imprigionato in un pozzo artesiano profondo 30 metri. Anche Sandro Pertini andò sul posto per rincuorare il bambino. Ma qualsiasi tentativo di salvarlo si rivelò inutile.
Trapani, la diocesi locale di monsignor Miccichè sotto inchiesta dal Vaticano
Due fondazioni della Curia sono finite nel mirino della Guardia di Finanza per un buco nel bilancio. C'è di pi§ l'autista dello stesso monsignore che sarebbe imparentato con una famiglia mafiosa locale
Il ruolo di Mogavero sarebbe assimilabile quasi a quello di un commissario, nonostante al momento Miccichè rimarrà al vertice della Curia trapanese. Gli ambienti vaticani hanno mantenuto il massimo riserbo su quali “fatti poco chiari” abbiano portato Ratzinger a inviare Mogavero come “visitatore”, e quindi commissario, nella curia trapanese. Quel che è certo è che al decreto d’ispezione chiesto dal cardinale canadese Marc Oullet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, il Vaticano è arrivato soltanto dopo un accurato lavoro di indagine istruttoria condotto da Monsignor Giuseppe Bertello, delegato del Nunzio Apostolico per i rapporti tra la Santa Sede e le diocesi. Le informazioni raccolte da Bertello in pratica non hanno lasciato scelta: a Trapani bisognava per forza mandare un ispettore.
La diocesi più occidentale della Sicilia in effetti negli ultimi tempi ha destato più di un interrogativo. Dallo scorso febbraio infatti la locale sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza indaga sulla gestione finanziaria di due fondazioni della Curia: la Auxilium e la Antonio Campanile. Dopo alcuni articoli del quindicinale L’Isola sotto la lente d’ingrandimento delle fiamme gialle sono finite le pratiche di fusione delle due fondazioni nel 2007: nei bilanci della Curia infatti si sarebbe creato un “buco” di oltre un milione di euro. Miccichè dichiarò di essere all’oscuro dell’indagine in corso declinando qualsiasi tipo di accusa. E’ lui che però, in qualità di presule della città delle saline, ricopre di diritto l’incarico di presidente delle due fondazioni.
L’Auxilium, in particolare, è una delle più importanti realtà socio assistenziali della Sicilia dato che, disponendo di un gande istituto psico-pedagogico e di un grosso centro fisioterapico in cui lavorano oltre 300 persone, può contare su una convenzione con l’Asp di Trapani del valore di oltre 5 milioni di euro di rimborso all’anno. Dal 2009 tra l’altro il vescovo di Trapani ha nominato procuratore dell’Auxilium l’ex dipendente regionale Teodoro Canepa che è anche suo cognato, avendone sposato la sorella Domenica. Su questo il Nunzio Apostolico Bertello deve aver lavorato prima d’inviare la sua relazione alla Congregazione per i Vescovi. Ma non solo. Nel fascicolo che ha convinto il cardinale Oullet e sua santità Benedetto XVI a mandare qualcuno a Trapani per capire cosa stesse succedendo, ci saranno forse anche alcune lettere spedite in passato da alcuni ignoti fedeli addirittura al Cardinale Tarcisio Bertone. Missive anonime in cui si accusa Monsignor Miccichè d’intrattenere pericolose relazioni con tale Orazio Occhipinti. Sulla carta si tratterebbe soltanto del suo autista. Ma secondo gli autori degli scritti anonimi il potere di Occhipinti proprio in seno alla fondazione Auxilium sarebbe notevole, anche in virtù del suo pedigree di provata fede mafiosa. Occhipinti infatti è erede della famiglia mafiosa di Dattilo, un piccolo comune del trapanese, sterminata negli anni ’80 dopo che suo padre Vito e suo zio Antonino furono trucidati durante la guerra tra le varie fazioni affiliate a Cosa Nostra. Una segnalazione – quella fatta dai fedeli anonimi – che se provata potrebbe aver infastidito molto le alte gerarchie ecclesiastiche.
L’interesse della Santa Sede nei confronti della Curia di Trapani si è accesso anche in relazione alla gestione pastorale della diocesi da parte di Miccichè. L’attenzione sarebbe infatti puntata anche sulla recente promozione da parte di Miccichè di un sacerdote, accusato nei primi anni ’90 di aver celebrato clandestinamente il funerale di un mafioso, ucciso in uno scontro a fuoco mentre era latitante. Una situazione quindi molto complessa quella che si presenta nella diocesi trapanese. Situazione sulla quale dovrà da oggi indagare monsignor Mogavero, che oltre ad essere presidente del Consiglio per gli Affari Giuridici della Cei, ha anche un’esperienza triennale alla guida della vicina Curia di Mazara del Vallo. Una conoscenza pregressa della difficile realtà trapanese che sicuramente gioverà all’incarico del neo ispettore. L’incarico di visitatore apostolico tra l’altro non ha alcuna scadenza. Mogavero potrà in pratica disporre tutti gli accertamenti che riterrà opportuni, riferendo l’esito alla Santa Sede, senza alcun limite di tempo. Toccherà poi al Vaticano decidere se e quali operazioni compiere nella Curia di Monsignor Francesco Miccichè.
martedì 7 giugno 2011
Sesto Potere: Internet siamo noi. - di Layla Pavone
Il libro sostiene una tesi che, a suo tempo, non venne condivisa da tutti e cioè che le idee migliori arrivino non dai grandi geni ovvero da personalità eccezionalmente straordinarie per il loro pensiero o le loro azioni, bensì dalla “saggezza dei popoli”.
Attraverso vari casi esemplificativi relativi ad eventi e fenomeni, Surowiecky dimostra come siano quattro le condizioni fondamentali che possono portare un’idea, un progetto, un’iniziativa al pieno compimento ed al successo: l’indipendenza, la diversità delle opinioni, la decentralizzazione e il modo con cui si aggregano e si organizzano i risultati.
E’ evidente come, oggi più che mai, lo sviluppo delle nuove tecnologie, del cosiddetto Web 2.0, dei social network, renda molto più chiara e difficilmente confutabile la tesi dell’autore del libro. Internet è l’elemento chiave che dà forza alle idee e alle persone. Stiamo tutti contribuendo alla rinascita di una coscienza civica, alla ricerca di una “verità condivisa e collettiva”, totalmente in antitesi con i concetti filosofici dell’individualismo e del relativismo che sembravano ormai permeare totalmente la nostra società. Internet siamo Noi, il Sesto Potere.
Io credo sinceramente che tutti gli ambienti di relazione sociale e di condivisione delle informazioni online, rappresentino concretamente e confermino come i quattro elementi: indipendenza, diversità, decentralizzazione ed aggregazione, siano alla base di questa presa di coscienza e di questa straordinaria volontà collettiva di cambiare lo “status quo” e di recuperare, attraverso l’impegno, la fiducia, la collaborazione, la partecipazione e la ricerca di nuove soluzioni, la speranza per un futuro migliore.
Di questo si sta discutendo anche a New York in questi giorni, in occasione del Personal Democracy Forum.
E’ grazie a Internet che è partita la rivolta egiziana. Così anche negli altri Paesi del Nord Africa la Rete è stata un “collante” fenomenale per aggregare fisicamente giovani e meno giovani e renderli consapevoli della forza delle loro idee (qui trovate l’intervista esclusiva fatta a Wael Ghonim, il ragazzo che ha “innescato” la miccia della rivoluzione egiziana attraverso Facebook).
Ora, pur essendo il nostro un Paese anziano dal punto di vista anagrafico, oltretutto “TVcentrico”, mediaticamente parlando, e quindi passivo; pur scontando ancora il cosiddetto “digital divide” (sono online circa 25 milioni di utenti ma manca all’appello ancora una buona metà di italiani che ancora non utilizzano la Rete), Internet sta finalmente dimostrando come la possibilità di esprimere le proprie idee liberamente, da qualunque parte provengano, facendole convergere in luoghi di aggregazione, senza filtri e condizionamenti di sorta, possa contribuire a cambiare le sorti anche della nostra bella Italia.
Proprio nel periodo in cui festeggiamo i 150 anni di Unità Nazionale, cominciamo a riassaporare il valore dell’indipendenza, della libertà di espressione che, unite alla partecipazione e alla volontà di collaborazione, possono realmente e concretamente fare la differenza ed il bene della nostra Nazione. Lo abbiamo potuto toccare con mano durante le recenti elezioni amministrative per le quali Internet ha fatto la differenza e speriamo possa accadere anche per i prossimi referendum, e la farà sempre di più, anche pensando alla Rai che ieri ha deciso di eliminare una trasmissione come Annozero dal palinsesto, nonostante i grandi numeri in termini di audience e gli importanti ricavi pubblicitari che generava.