Così Bisignani mosse Papa dopo la doppia inchiesta di Napoli e Roma sulla società oggetto di indagine.
ROMA - Che tipo di informazioni riservate trafficava la rete di Luigi Bisignani? In che occasioni si attivò o venne attivato l'ex pubblico ministero e deputato del Pdl Alfonso Papa? Nell'ordinanza napoletana si rintracciano interferenze significative su inchieste giudiziarie che hanno segnato l'agenda politica dell'ultimo anno. Riferisce l'avvocato Patrizio Della Volpe, uno dei testimoni ascoltati dai pubblici ministeri Francesco Curcio e Henry John Woodcock: "Ricordo che mi venne detto che Papa era particolarmente interessato ai procedimenti penali riguardanti la P3 (Procura di Roma ndr), Guido Bertolaso, il G8 e la "Cricca" (Procure di Firenze e Perugia ndr.), il coordinatore del Pdl Denis Verdini (Procura di Firenzendr)". E' un elenco significativo, che dà la misura del valore che certe notizie avevano o potevano avere al mercato del "ricatto". Cui va aggiunta una vicenda - anche questa giudiziaria e politica - che come quelle elencate da Della Volpe ha messo a rumore per mesi Palazzo Chigi e di cui i pubblici ministeri napoletani afferrano un bandolo.
L'affaire Finmeccanica. Esattamente un anno fa, maggio 2010, due inchieste - una della Procura di Roma, l'altra della Procura di Napoli - stringono contemporaneamente sulla holding a partecipazione pubblica. A Roma, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo lavora alla vicenda "Digint" e all'ipotesi di fondi neri creati dal gruppo. A Napoli, è sotto inchiesta la "Elasac datamac" società di Finmeccanica che ha vinto l'appalto per la costruzione della "Cittadella della polizia". Il vertice del Gruppo vive giorni infernali. Pierfrancesco Guarguaglini, presidente che gode della protezione e benevolenza di Gianni Letta, sua moglie Marina Grossi, amministratore delegato di Selex, Lorenzo Borgogni, potente capo delle relazioni esterne, entrano in un vortice che si alimenta di paure, sospetti, voci, indiscrezioni.
Si muove la rete di Luigi Bisignani che, interrogato dai pm di Napoli il 9 marzo scorso, racconta: "Papa si propose e propose, per il mio tramite, di interessarsi e intercedere sulle vicende giudiziarie riguardanti il dottor Lorenzo Borgogni di Finmeccanica. Ricordo bene che Papa mi disse di essersi informato, attraverso fonti accreditate, e di aver appreso che nei confronti di Borgogni non vi erano provvedimenti restrittivi della libertà".
Il ricordo è confermato da Anselmo Galbusera, un imprenditore amico di Borgogni, che ha accesso a Luigi Bisignani e che Borgogni, in quel frangente, sollecita per avere notizie. Mette a verbale Anselmo: "Andai negli uffici di Bisignani a piazza Mignanelli e gli chiesi espressamente se c'era un mandato di cattura spiccato nei confronti del mio amico Borgogni, che era in uno stato di prostrazione e che io avrei visto la sera stessa a cena. Bisignani mi disse seccamente che aveva saputo da Papa che nei confronti di Borgogni non c'era alcun mandato di cattura. Sapevo che Bisignani disponeva di notizie giudiziarie di "prima mano" e ribadisco che in quella circostanza mi disse che la sua fonte era Papa".
Il cerchio si chiude con le parole di Borgogni. Interrogato il 12 marzo, dice: "Effettivamente, ho vissuto una condizione di angoscia, prostrazione e preoccupazione per la mia sorte processuale. Ne parlai con il mio amico Anselmo Galbusera e lui mi disse che aveva parlato dei miei problemi e di quelli del gruppo Finmeccanica con Bisignani". Il che, a quanto spiega ancora Borgogni, era accaduto anche per altri "amici" in difficoltà. "Sicuramente si è rivolto a Bisignani Marco Zanichelli, oggi presidente di Trenitalia".
La Procura di Napoli, per quel che se ne sa, non è riuscita sin qui a dare un nome alle "fonti giudiziarie di Papa" in grado di rassicurare Borgogni (e verosimilmente non solo lui) sull'inchiesta Finmeccanica. E' un fatto che, tra la fine di giugno e i primi di luglio di quel 2010, dunque poco tempo dopo il colloquio tra Galbusera e Bisignani in piazza Mignanelli, Borgogni (che ignora di essere intercettato) è al telefono con il presidente di Enav Luigi Martini impegnato a discutere su come "bloccare" comunque l'indagine del procuratore aggiunto Capaldo. Martini assicura che al magistrato arriverà "una botta". Di che genere? Era forse un'altra di quelle "informazioni giudiziarie di prima mano" raccattate dalla rete di Bisignani che dovevano o potevano essere utilizzate per grippare l'inchiesta di Roma?