La stangata sul risparmio si porta via i magri rendimenti offerti negli ultimi anni dai titoli di Stato.
MILANO - Negli ultimi dodici mesi se gli unici averi di famiglia parcheggiati sul dossier titoli fossero stati diecimila euro investiti in Bot, a casa sarebbero tornati interessi netti sufficienti per due pizze (25 euro). Nel 2012, immaginando che i rendimenti annuali dei Buoni del Tesoro restino fermi dove sono ora (1,5% netto) e che il bollo sul deposito salga a 120 euro, la pizza rischia di diventare singolare (10 euro). E infine, nel 2013, anche l'ultima Margherita potrebbe scomparire. Mangiata non da voi, ma dal superbollo a 150 euro.
PROSPETTIVA - Il condizionale è d'obbligo. Ieri, infatti, il ministro delle Finanze Giulio Tremonti, spiegando i particolari del decreto che contiene la manovra e che è stato firmato dal presidente della Repubblica, ha detto che la stangata sui dossier titoli non è un dogma. L'imposta - che oggi ammonta a 34,20 euro l'anno per tutti coloro che ricevono l'estratto conto delle loro posizioni in titoli e che nel 2013 è destinata a ultra decuplicare (380 euro) per chi ha più di 50 mila euro e a crescere di quattro volte abbondanti (150 euro) per chi resta sotto i 50 mila - potrebbe anche essere modificata. Ma solo se si troverà un modo migliore - impresa non certo facile - per portare a casa gli 8 miliardi di gettito assicurati dalla misura, che riguarda 10 milioni di conti: la metà, circa delle famiglie italiane.
I COSTI - Aspettando le eventuali novità, ecco allora qualche ragionamento, chiavi in mano, per farsi un'idea. Cominciamo dal presente. I numeri del 2011 si riferiscono al rendimento effettivo totalizzato nell'ultimo anno dai Bot (0,8%) e dalle azioni (9% circa), dividendi compresi. Il risparmiatore più povero (10.025 euro in Bot) e quello più abbiente (109.736 euro in azioni) si trovano con queste cifre dopo aver pagato il bollo da 34 euro, le tasse (12,5%) e il costo della tenuta titoli che, per chi possiede solo titoli di Stato brevi, è pari in media a 30 euro e per chi invece ha anche le azioni raddoppia a 60.
LE INCOGNITE - E nei prossimi due anni che cosa succederà? Nessuno può dire né dove andranno i tassi - oggi il mercato si aspetta un ulteriore ritocco all'insù dello 0,25% da parte della Bce - né che cosa succederà in Borsa. I conti, quindi, sono stati fatti tenendo fermi gli ultimi due dati disponibili: il rendimento dei Bot annuali che nel frattempo è raddoppiato (1,5% netto a metà giugno) e il 9% (sempre dividendi compresi) registrato in Borsa da giugno 2010 ad oggi. Ed ecco il quadro: nel 2012 il Bot people da 10.000 euro a fine corsa si trova con dieci euro in tasca. In teoria ha comprato un titolo che rende il doppio di quello precedente, ma il superbollo da 120 euro spazza via (quasi) tutto. E peggio va nel 2013 quando sul suo 1,5% netto verrà caricata l'imposta da 150 euro e si ritroverà con 9.977 euro. Chi possiede 50 mila euro di Bot, invece, riesce ad ammortizzare meglio la botta del superbollo e a vedere l'effetto dei tassi più elevati: nel 2012, al netto di bollo da 120, imposte e spese tenuta dossier, si ritrova con 637 euro che scendono a poco più di 600 nel 2013. Rispetto al 2011, quindi, gode di un interesse (calante ma sempre positivo) superiore a 200 euro.
BOLLO E AZIONI- Decisamente più impegnativo, invece, l'effetto combinato del super bollo e della riforma fiscale sulle azioni. Per i Bot infatti, fatta salva l'incidenza dell'imposta sul dossier titoli, il 12,5% resterebbe fisso. La legge delega, presentata insieme alla manovra, chiarisce che i titoli di Stato non verranno toccati dal provvedimento che dovrebbe uniformare al 20% le sorti fiscali di azioni, corporate bond, conti correnti, depositi bancari e altri strumenti. Per le azioni, quindi, ipotizzando che nel 2012 entri in vigore l'aliquota unica sui redditi da capitale, i minori guadagni rispetto al 2011 dovuti al maggior peso delle imposte vanno da 170 euro (investimento azionario da 10 mila euro nel 2012) ai 1.100 abbondanti registrati da chi possiede centomila euro di azioni nel 2013. In questo caso infatti, per chi volesse passare all'incasso del capital gain, l'aliquota non sarà più del 12,5% ma del 20%, mentre il bollo - sempre che le cose non cambino - arriverà a 380 euro. A parità di rendimento, quindi, se nel 2011 il piccolo azionista è arrivato a fine corsa incassando una plusvalenza netta di 9.736 euro, nel 2013 il suo bottino finale potrebbe scendere a 8.550.