Berlusconi si è vantato e si vanta della difesa a oltranza della compagnia italiana. Risultato: siamo arrivati a 4 miliardi di euro di debiti e l'unica via di uscita pare sia quella della cessione ai francesi. Un'altra grande opera a cui il Cavaliere intendeva affidare la sua fama di statista e di benefattore era il ponte sullo stretto di Messina. Una follia tecnica ed economica, il più lungo ponte del mondo nella zona a maggior rischio sismico, di collegamento fra due regioni economicamente arretrate. E' intervenuta per fortuna l'Europa a negare i finanziamenti. Le opere del regime berlusconiano si segnalano per la loro inattuabilità o per il rischio estremo.
Quando il nostro ha annunciato in Parlamento la prossima conclusione dei lavori sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria una fragorosa risata dei parlamentari ha seppellito la ridicola vanteria.
Il governo in carica non è in grado neppure di portare a compimento la Tav della Val Susa, dove è in corso una guerriglia fra la maestranza dei cantieri e la popolazione locale, secondo alcuni infiltrata dagli anarchici black bloc, questi misteriosi terroristi che vagano per l'Europa per sabotare ogni iniziativa ragionevole dei governi legittimi.
L'economia mondiale è da due anni in una crisi profonda che gli esperti non riescono né a capire né a fronteggiare. Siamo arrivati all'impensabile: che gli Stati Uniti, il più ricco Paese del mondo, sono a rischio di default, di fallimento, perché i conservatori del partito repubblicano sabotano il finanziamento pubblico, e cinque o sei Stati europei sono vicini al disastro finanziario.
Nei Paesi latini dalla moralità discutibile l'informazione e la giustizia vengono accusate dei peggiori traffici nelle intercettazioni telefoniche e nella corruzione generale. E un giorno si scopre che nella civilissima Inghilterra il magnate della stampa popolare Murdoch ha violato tutte le regole della correttezza, frodando e danneggiando persino il primo ministro di Sua Maestà.
Non passa giorno senza che uno stimato uomo politico o un funzionario pubblico non venga colto con le mani nel sacco, ma tutti pronti a giustificarsi con il "così fan tutti", tutti si giovano delle truffe dei faccendieri, dei finanziamenti dei palazzinari e delle società truffaldine con i mafiosi. Non c'è uomo politico che non si faccia pagare l'acquisto della casa o l'affitto dello studio e poi cada dalle nuvole: io non lo sapevo, qualcuno pagava per me ma io non ne ero al corrente. Anche persone di cui si celebrava e ammirava la ferrea onestà vengono colte con le mani nel sacco e non sanno come difendersi, salvo le generiche dichiarazioni sempre smentite di onestà.
I partiti se potessero manderebbero tutti assolti a continuare il malgoverno. E i maggiori responsabili del disastro non mollano le loro poltrone e accusano i magistrati, e persino il presidente della Repubblica, di essere dei comunisti invidiosi e diffamatori. Se non fosse stato proprio l'esito di Tangentopoli a gettarci nel baratro del berlusconismo, ci verrebbe di chiedere ad Antonio Di Pietro di tornare a fare il pubblico ministero.