Valter Lavitola, che ha legami in Brasile, è un mandatario di fiducia di Silvio Berlusconi oppure un ricattatore?
“Vado via da questo paese di m…”. Frase di sfogo di Silvio Berlusconi al telefono con Valter Lavitola, riferendosi naturalmente all’Italia, il paese che lui ha governato per 11 anni sugli ultimi 17. La stampa brasiliana, descrivendo Lavitola asetticamente, l’ha definito “il direttore del giornale l’Avanti”. Ma in realtà Valterino, come lo chiamano gli amici, per Berlusconi è molto più di un semplice confidente-giornalista con cui sfogarsi. Un maneggione di fiducia, un organizzatore di festini hard, un creatore di dossier falsi per colpire Gianfranco Fini (la possibile alternativa a destra di Silvio), un personaggio vicino – così si mormora – ai servizi segreti italiani “deviati” e alla Camorra, la mafia napoletana.
Lavitola, con certezza, non è più giornalista. L’Ordine professionale l’ha cancellato dal prestigioso albo basandosi sull’articolo 39 del suo statuto: “Ove sia emesso ordine o mandato di cattura gli effetti dell’iscrizione sono sospesi di diritto fino alla revoca del mandato o dell’ordine”. Appunto, dato che dal 1° settembre Valterino è ricercato dalla Giustizia italiana perché la Procura di Napoli ha emesso mandato di cattura su di lui per “presunta estorsione” ai danni del premier Silvio Berlusconi, al quale un altro “mandatario”, Gianpaolo Tarantini, forniva prostitute in cambio di centinaia di migliaia di euro. Questo è almeno il parere degli inquirenti.
Secondo la Procura di Napoli l’imbroglio è chiaro, ma il “ricattato” si rifiuta di andare a deporre
Tarantini è finito in carcere e sua moglie agli arresti domiciliari, il ricercato Lavitola è fuggito si dice a Panama, ma al suo cellulare risponde una segreteria telefonica in portoghese, mentre Berlusconi ha giustificato i finanziamenti oggetto di indagine, cioè 850mila euro in meno di un anno, come “aiuto a una famiglia bisognosa”. Questa giustificazione è stata data secondo lo stile di Berlusconi, cioè alla televisione, e non davanti ai giudici di Napoli, che invece vogliono ascoltarlo come testimone. Nel presunto ricatto, Lavitola era un intermediario, riceveva i soldi da Berlusconi e li passava a Tarantini. Il problema, secondo le indagini, è che Valterino avrebbe intascato almeno 400mila euro, spesi in America Latina.
La Digos ha nel mirino almeno cinque società che fanno capo a Lavitola, cominciando da quella molto particolare che importa pesce, con base a Rio das Ostras, a 170 km da Rio de Janeiro. Si tratta dell’Empresa Pesqueira de Barra de São João Ltda, numero di registro Banco do Brasil TA 495548. Molto particolare perché pur avendo sede nel nostro paese “non commercia in pesce brasiliano, ma europeo, crostacei, molluschi e di tutto un po’”, come ha ammesso un dipendente della sua filiale romana al Corriere della Sera. Come ha verificato Carta Capital [rivista brasiliana, N.d.T.] nel maggio 2009 la società di Lavitola ricevette 300.000 euro , approvati dal Departamento de Monitoramento do Sistema Financeiro e da Gestão de Informação Divisão de Capitais Internacionais e Câmbio del Banco do Brasil, come “importazione finanziata”. Lo stesso avvenne due mesi dopo. E se fosse il denaro di Berlusconi per “aiutare la famiglia in difficoltà” del detenuto Tarantini?
A pagina 68, sezione 1, del Diário Oficial da União [la Gazzetta Ufficiale in Brasile, N.d.T.] del 6 febbraio 2008 si legge che con un decreto del coordinatore generale dell’immigrazione è stato concesso un visto permanente in Brasile al cittadino straniero Valter Lavitola, possessore del passaporto GO90942. È anche stato confermato dalle nostre fonti, in cambio dell’anonimato, che Valterino frequenta “da anni il Brasile per correre dietro alle donne”, che oggi è diventato un uomo di Berlusconi, e che alle sue società brasiliane e panamensi arriverebbero non centinaia di euro, bensì milioni, tra i 3 e i 5 milioni ogni mese. Se confermata, l’informazione segnalerebbe l’importanza dell’America Latina per Lavitola. Le stesse fonti avvertono: “Attenzione, Valter è uno specchietto per le allodole. Dietro c’è gente molto pericolosa”.
Perché tanto denaro? Si parla di investimenti nell’edilizia civile. Certa è la consulenza di Valter alla Finmeccanica, la holding che produce elicotteri, piccoli aerei, armi, e che negozia in Brasile commesse per 5 miliardi di euro. Insomma, il business andrebbe oltre quello del pesce. e mentre Berlusconi, in teoria la vittima del ricatto, evita la convocazione dei giudici, a conferma della presenza di Lavitola in Brasile, c’è una telefonata del 24 agosto registrata dagli investigatori di Napoli. Una telefonata tra il premier e il suo ‘mandatario di fiducia” che quel giorno si trovava a Sofia, Bulgaria.
Lavitola ha saputo recentemente che un mandato d’arresto stava per essere emesso contro di lui grazie a una “soffiata” del settimanale berlusconiano Panorama destinata ad avvisare Valterino in anticipo, pregiudicando l’inchiesta dei magistrati di Napoli. “Che cosa devo fare? Torno e chiarisco tutto?” chiede a Berlusconi. Il premier risponde “No!”, con calma serafica. Secondo il settimanale L’Espresso, da quel momento l’ex direttore dell’Avanti organizza la fuga, cercando la meta più spiacevole per la Giustizia italiana dopo il caso Battisti, cioè il Brasile.
Intervistato dall’ANSA Enzo Roncolato, 64 anni, residente da tempo in Brasile, nega che Lavitola si nasconda. “Si trova qui – dice – per motivi di lavoro. Qualche giorno fa era con me a Rio de Janeiro e quando viene da queste parti lo ospito sempre a casa mia”. L’amico di Valterino ammette che è stato in Brasile, ma solo fino a martedì 29 agosto “perché poi è andato a Panama”. L’uomo difende con forza Lavitola dalle accuse di estorsione contro il premier Berlusconi: “È una barzelletta, è tutta una montatura per colpire il primo ministro.” Secondo lui Lavitola avrebbe venduto la società di importazione di pesce due anni fa, “perché era in perdita”.
Anche Roncolato è un personaggio particolare. A ottobre dell’anno scorso, il Tribunale Regionale Federale della 5a Região (TRF-5) ha condannato Roncolato e la sua compagna Ana Cláudia Inácio de Oliveira rispettivamente a 5 anni e 6 anni e 6 mesi di detenzione per aver comprato nel 2001 un bambino di 2 anni per la cifra di 600 Reais [circa 250 euro al cambio attuale, N.d.T.]
nel quartiere di Maria Auxiliadora, alla periferia della città di Petrolina. Secondo informazioni fatte arrivare dal TRF-5 a Marina Diana, del portale iG, Roncolato, che ricorda di aver giocato con Berlusconi 40 anni fa, “deve rispondere ancora alla Giustizia per pedofilia, falso ideologico, attentato al pudore e corruzione di minore”.
Ma c’è dell’altro su Valter e il Brasile. I magistrati di Napoli di fatto stanno investigando anche sull’uso di fondi pubblici sull’editoria concessi all’Avanti quando era diretto da Lavitola, 23,5 milioni di euro l’anno, che in parte sarebbero stati dirottati sulla società di Rio das Ostras. Si tratta di informazioni diffuse da Il Fatto Quotidiano, e anche se sono passati dieci anni dai fatti suddetti, secondo i magistrati i metodi sono gli stessi usati per l’estorsione ai danni di Berlusconi. Il giornale ha intervistato uno dei soci della cooperativa editoriale dell’Avanti, Raffaele Panico. Dice: “Lavitola sviava in Brasile parte del denaro destinato al giornale”.
La società di Rio das Ostras avrebbe anche aperto una filiale a Roma. Al telefono, nella capitale italiana, risponde un gentile centralinista: “Il signor Lavitola non so dov’è, mi dispiace molto, non so nulla neanche della sua socia Neire Cassia Gomes, e tuttavia sono sicuro, abita a Roma”. Clic, telefonata interrotta. Neire, 29 anni il 9 settembre, dopo aver frequentato la Escola Superior Batista do Amazonas (Esbam), a Manaus, dove è nata e dove ancora vive la sua famiglia di umili origini, arriva 5 anni fa a Roma e rapidamente diventa socia di Lavitola, con un appartamento a sua disposizione. Attualmente la ragazza studia Biotecnologia all’Università di Tor Vergata con risultati molto modesti, e passa molto tempo partecipando a un forum sulla ricostruzione delle unghie.
In ogni modo le prodezze di Valterino in Brasile non finiscono qui. Il 29 giugno del 2010 c’è stata un’allegra nottata in occasione delle 48 ore della sua visita ufficiale in Brasile, quando Berlusconi ha chiesto la compagnia di un gruppo di vistose ragazze e ha assistito a uno show piccante nell’appartamento dell’hotel dov’era ospitato a San Paolo. Alexandra Valença, pioniera della pole dance in Brasile, ancora si ricorda del “giornalista” Valter, organizzatore della nottata.
[Articolo originale "Negócios ou negociata?" di Paolo Manzo]
http://italiadallestero.info/archives/12381