Bruno Colantonio avrebbe chiesto una mazzetta di duemila euro a un imprenditore. Dalla sua denuncia è partita l'indagine coordinata dal pm della Procura di Roma Paolo Ielo. Domani il processo per direttissima.
E’ finito in manette per aver preteso una tangente da duemila euro da un imprenditore che in questo modo avrebbe potuto evitare di pagare una multa da 20mila.
Bruno Colantonio, funzionario del ministero dello Sviluppo Economico, è stato arrestato oggi nel suo ufficio perché al momento della consegna dei soldi si sono presentati i finanzieri del nucleo di polizia tributaria.
Colantonio, accusato di concussione, si è difeso sostenendo che stava ricevendo un regalo. A preparare la trappola è stato il pm della Procura di Roma Paolo Ielo al quale l’imprenditore vessato si è rivolto denunciando l’accaduto.
A.L., di Bologna, che importa capi di abbigliamento dal Pakistan, un paio di mesi fa aveva avuto qualche problema alla dogana dove un carico di merca era stato bloccato per presunte violazioni delle regole sui marchi. L’imprenditore, a fronte di una multa da 20mila che avrebbe dovuto pagare, si è così rivolto al ministero dello Sviluppo per accertare la natura della irregolarità: in quella occasione, avrebbe ricevuto da Colantonio l’invito a versargli il dieci per cento della sanzione per chiudere il contenzioso.
Quando la vicenda è stata denunciata alla magistratura, gli investigatori hanno collocato una videocamera nell’ufficio di Colantonio e provveduto a segnare le banconote. Domani la convalida dell’arresto ed, evento molto raro per casi di concussione, il processo per direttissima. Le indagini puntano a verificare se Colantonio, il quale rischia da quattro a 12 anni di reclusione, si sia reso protagonista di analoghi episodi.
Bruno Colantonio, funzionario del ministero dello Sviluppo Economico, è stato arrestato oggi nel suo ufficio perché al momento della consegna dei soldi si sono presentati i finanzieri del nucleo di polizia tributaria.
Colantonio, accusato di concussione, si è difeso sostenendo che stava ricevendo un regalo. A preparare la trappola è stato il pm della Procura di Roma Paolo Ielo al quale l’imprenditore vessato si è rivolto denunciando l’accaduto.
A.L., di Bologna, che importa capi di abbigliamento dal Pakistan, un paio di mesi fa aveva avuto qualche problema alla dogana dove un carico di merca era stato bloccato per presunte violazioni delle regole sui marchi. L’imprenditore, a fronte di una multa da 20mila che avrebbe dovuto pagare, si è così rivolto al ministero dello Sviluppo per accertare la natura della irregolarità: in quella occasione, avrebbe ricevuto da Colantonio l’invito a versargli il dieci per cento della sanzione per chiudere il contenzioso.
Quando la vicenda è stata denunciata alla magistratura, gli investigatori hanno collocato una videocamera nell’ufficio di Colantonio e provveduto a segnare le banconote. Domani la convalida dell’arresto ed, evento molto raro per casi di concussione, il processo per direttissima. Le indagini puntano a verificare se Colantonio, il quale rischia da quattro a 12 anni di reclusione, si sia reso protagonista di analoghi episodi.