martedì 19 giugno 2012

Rockfeller prevede 13 mila vittime alle Olimpiadi di Londra (prima parte). - Gianni Lannes


David Rockfeller

Terrore infinito per dominare il mondo?
Ecco cosa riserva il futuro, ormai presente: massoni da quattro soldi in affari con i paperoni dello zio Sam, che tentano di conquistare il mondo assoggettando definitivamente l’umanità. E noi ad applaudirli pure. Per la cronaca di stretta attualità: si stanno annettendo definitivamente l’Italia, allungando impunemente le grinfie sul patrimonio storico, previa incetta delle riserve aurifere (2.700 tonnellate), ed a seguire Eni, Finmeccanica, acqua pubblica e quant’altro con gli ampi poteri legislativi concessi recentemente dal Parlamento al  golpista per conto terzi Monti Mario. Giocano a carte scoperte o bleffano?
Fatto sta che la Fondazione Rockefeller ha sfornato nel 2010 un documento denominato Scenarios for the Future of Technology and International Development.  Non è opera degli anarchici, vale a dire del solito capro espiatori buono  per tutte le stagioni a giustificare crimini istituzionali d’ogni genere.A pagina 11 è scritto: «In 2012, the pandemic that the world had beenanticipating for years finally hit. Unlike 2009’s H1N1, this new influenza strain – originating from wild geese – was extremely virulent and deadly. Even the most pandemic-prepared nations were quickly overwhelmed when the virus streaked around the world, infecting nearly 20 percent of the global population and killing 8 million in just seven months, the majority of them healthy young adults». Mentrealla 34 silegge: «The years 2010 to 2020 were dubbed the “doom decade” for good reason: the 2012 Olympic bombing, which killed 13,000, was followed closely by an earthquake in Indonesia killing 40,000, a tsunami that almost wiped out Nicaragua, and the onset of the West China Famine, caused by a once-in-a-millennium drought linked to climate change».
Insomma, la Rockefeller Foundation annuncia che il decennio 2010-2020, sarà denominato «Il Decennio della Distruzione», a causa dell’ondata di attacchi terroristici, di disastri naturali, di rivolte civili e di disastri finanziari. Gli anni dal 2010 al 2020 saranno definiti «Decennio della Distruzione» per diversi motivi: le bombe ai giochi olimpici del 2012 – che uccideranno 13 mila esseri umani – saranno seguite subito dopo da un terremoto in Indonesia che ne ucciderà 40 mila, con uno tsunami che spazzerà via il Nicaragua, e con lo scoppiare della carestia nella Cina occidentale a causa di una siccità di quelle che capitano una volta in mille anni, dovuta ai cambiamenti climatici. Poi, il documento predice anche che nel 2015 la gran massa della forze armate Usa sarà richiamata da Paesi come l’Afghanistan per stabilirsi nei confini americani.
Autoritarianesimo – La prima terrificante previsione inizia nel 2012 quando, «la pandemia che era stata anticipata da anni al mondo» alla fine colpirà, infettando quasi il 20 per cento dell’umanità ed uccidendo 8 milioni di persone.
Così la Rockefeller Foundation tiene a sottolineare che i popoli daranno il benvenuto ad un governo più autoritario e ad un più stretto controllo su tutti gli aspetti della vita, incluso un chip biometrico ID di identificazione per tutti i cittadini.Nel 2015, appunto,il governo Usa ricollocherà una larga parte della propria compagine offensiva per impegni nazionali, ritirandola dall’Afghanistan – dove gli insorti talebani recupereranno nuovamente il potere.
Curiosità attuale? Il report descrive come le nazioni perderanno il potere sui propri bilanci a causa di massicci debiti, lasciando apparentemente la propria sovranità finanziaria nelle mani dei tecnocrati.Ma i licantropi, pardon “filantropi” nordamericani non si occupano solo di queste tematiche. La Rockefeller Foundation anticipa anche la crescente sfiducia nei vaccini, affermando che a causa della corruzione – sia negli enti nazionali che in quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – vaccini adulterati porteranno a stragi di massa.
Stando al documento, un gran numero di genitori non faranno vaccinare i figli, il che farà salire la mortalità infantile a livelli mai visti dagli anni ’70.Nel contesto di un sistema sanitario indebolito, di corruzione e di disattesa degli standards - sia per cause interne alle nazioni che per colpa di istituzioni mondiali come l’Organizzazione mondiale per la sanità - nel sistema sanitario pubblico di numerose nazioni africane, entreranno vaccini avariati. Nel 2021, 600 bambini moriranno a causa di un vaccino per l’Epatite B avariato, che sembrerà nulla a confronto delle morti di massa che avverranno pochi anni dopo causate da un farmaco antimalarico avariato.
Le morti e gli scandali che ne deriveranno, mineranno la fiducia nelle vaccinazioni, i genitori – non solo in Africa ma anche altrove – inizieranno a non far vaccinare i propri figli, e non ci vorrà molto prima che i tassi di mortalità infantile e neonatale schizzino a livelli che non si vedevano più dagli anni ’70.Nel Decennio della Distruzione, la tecnologia farà sempre più parte del campo di battaglia, con il cyberterrorismo e la pirateria mafiosa organizzata che saranno sempre più diffuse.
Una terrificante e delineata predizione nel documento, riguarda la «bio-pirateria»: OGM e la biotecnologia-fai-da-te spingeranno avanti la passione dei Globalizzatori per il Trans-umanesimo. Comunque, non tutta la pirateria sarà negativa. Le sementi geneticamente modificate (OGM), e le biotecnologie-fai-da-te (DIY), diventeranno delle attività diffuse nei garages privati, producendo dei significativi progressi.
Nel 2017, un gruppo di scienziati africani ribelli rientrati nei propri Paesi dopo aver operato presso multinazionali occidentali, diffonderanno il primo di una serie di nuovi OGM che faranno espandere a dismisura la produzione agricola del continente africano.
Proprio come da secoli nei desiderata dei Globalizzatori, il mondo occidentale inizierà a precipitare all’indietro, nel feudalesimo, con la distanza fra ricchi e poveri che raggiungerà livelli che non si vedevano da centinaia di anni, mentre la classe di mezzo si estinguerà.I ricchi si rifugeranno dentro strutture simili a fortezze, mentre i poveri si ritroveranno nei ghetti. Il documento prosegue delineando che, alla volta del 2030, non sarà più rilevante – né evidenziabile – la differenza fra nazioni sviluppate e nazioni in via di sviluppo.

Norme antiriciclaggio, lo Stato vaticano bocciato otto volte su sedici. - Marco Lillo

cardinali interna nuova


E' quanto emerge dal rapporto Moneyval, il comitato di esperti europei, consegnato giovedì scorso agli Stati membri dalla segreteria dell’organismo del Consiglio d’Europa.  Rispettate solo la metà delle raccomandazioni prescritte per l’inserimento nella cosiddetta 'lista bianca' dei Paesi virtuosi.

Il Vaticano è stato bocciato giovedì scorso agli esami scritti in una materia che storicamente pratica poco: l’anti-riciclaggio. E ora confida negli orali che si terranno a Strasburgo dal 2 al 6 luglio prossimo, per agguantare almeno una sufficienza risicata (il 4 luglio sarà esaminata la posizione del Vaticano). Il Fatto Quotidiano è in grado di anticipare le linee principali del rapporto Moneyval, il comitato degli esperti anti-riclaggio europei, consegnato giovedì scorso agli Stati membri dalla segreteria dell’organismo del Consiglio d’Europa. Sulle 16 raccomandazioni fondamentali in materia di anti-riciclaggio prescritte dagli organismi europei per l’inserimento all’interno della cosiddetta lista bianca degli Stati virtuosi, lo Stato Vaticano è stato bocciato otto volte su sedici.
La valutazione è stata effettuata sulla base delle 40 raccomandazioni sull’anti-riciclaggio e sulle nove raccomandazioni relative all’anti-terrorismo. Per ognuna di esse la disamina della situazione del Vaticano si conclude con un voto che può essere positivo, nel senso del rispetto della raccomandazione Gafi, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale costituito a Parigi dal G7 per lottare contro il riciclaggio e il terrorismo, con due gradazioni (compliant, cioè conforme, o addirittura largely compliant) oppure negativo con due gradazioni (non compliantpartially compliant). Il rapporto è stato consegnato anche a Giuseppe Maresca, direttore dell’ufficio V del ministero dell’Economia e Finanze, per la “prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a fini illegali”. Lo Stato della Città del Vaticano, come un qualsiasi paradiso fiscale alla ricerca di una migliore reputazione, aveva chiesto e ottenuto nell’aprile 2011 di essere sottoposto alla valutazione di Moneyval. Lo scopo della Santa Sede era quello di essere posizionato nella “lista bianca” dei paesi affidabili per le loro procedure e normative. Una valutazione positiva permette infatti maggiore fluidità nei rapporti internazionali e avrebbe quindi favorito l’attività delle istituzioni finanziarie come lo IOR.
Il rapporto è stato stilato da cinque esperti dei vari paesi più due membri del segretariato Moneyval e la parte più importante della valutazione è quella che riguarda le 16 raccomandazioni fondamentali sulle 49 complessive. La valutazione di otto delle 16 previsioni core and key, come le definisce il rapporto, è negativa cioè “non conforme” o solo “parzialmente conforme”. Ora, l’inclusione della Città del Vaticano nella lista grigia dei paesi poco affidabili durante l’assemblea plenaria di Strasburgo che si terrà dal 2 al 6 luglio, sembra sempre più probabile. A nulla sono serviti i trattamenti di riguardo agli ispettori quando sono venuti a Roma per studiare sul campo lo Ior: erano stati alloggiati nella residenza Santa Marta, all’interno della Città del Vaticano, dove i cardinali sono ospitati durante il conclave. Ma la pace delle suite color pastello dell’ex convento ristrutturato alla fine degli anni Novanta e il silenzio dei giardini vaticani non sono riusciti a mettere di buon umore gli esperti europei al punto da ribaltare il verdetto negativo. Il rapporto raffronta le procedure in vigore all’interno dello IOR, l’Istituto per le Opere Religiose che tutti chiamano banca del Vaticano, anche se in realtà si comporta come una fiduciaria che scherma i suoi clienti, con le 49 raccomandazione elaborate dal Gafi.
Il Moneyval è il fratello minore del Gafi che si occupa di dare le pagelle agli Stati del Consiglio d’Europa o anche esterni (come Israele) che però chiedono di essere valutati da Moneyval per poi essere ammessi alle procedure semplificate al fine di snellire le operazioni bancarie dei loro istituti. Per questa ragione, nell’aprile del 2011 il Vaticano, che è un osservatore del Consiglio d’Europa anche se non ne fa parte, ha chiesto di essere valutato. L’obiettivo era quello di incassare i meriti della legge anti-riciclaggio voluta da Benedetto XVI in persona approvata nel dicembre del 2010 ed entrata in vigore proprio nell’aprile 2011. La valutazione era partita sotto i migliori auspici anche perché quella normativa istituiva un’autorità anti-riciclaggio interna al Vaticano, l’Aif, che avrebbe dialogato con l’italiana Uif e le altre omologhe autorità anti-riciclaggio degli Stati membri e che avrebbe potuto raccogliere informazioni grazie ai suoi autonomi poteri di ispezione sullo Ior. Peccato che con una legge successiva del gennaio 2012, il Vaticano ha fatto una brusca marcia indietro. Così l’Aif, presieduta dal cardinale Attilio Nicora, ha perso i suoi poteri ispettivi a beneficio della Segreteria di Stato, diretta dal cardinale Tarcisio Bertone. I poteri congelati, secondo la nuova legge del 25 gennaio scorso, sarebbero stati riattribuiti dalla Commissione Pontificia con un regolamento che però non è mai stato emanato. Inoltre, con un’interpretazione caldeggiata dall’avvocato Michele Briamonte dello studio Grande Stevens e dal presidente del Tribunale del Vaticano, Giuseppe della Torre del Tempio di Sanguinetto, è stato stabilito che lo Ior non fornirà alcuna indicazione sui movimenti dei conti dei suoi clienti antecedenti all’aprile 2011.
Una retromarcia che avrà fatto piacere agli illustri correntisti che hanno potuto così chiudere i conti prima della data fatidica dell’aprile 2011 (come ha raccontato anche Ettore Gotti Tedeschi ai magistrati) e che così hanno ottenuto per sempre il segreto sui loro affari, ma che però è costata molto cara al Vaticano. Almeno 4 delle 8 bocciature Moneyval potrebbero essere state influenzate proprio dalla nuova legislazione meno rigida. In particolare, il Vaticano è stato bocciato in cooperazione internazionale e non è un mistero che il flusso di informazioni tra le autorità finanziarie anti-riciclaggio del Vaticano e italiane (Aif e Uif) si è fermato; anche la bocciatura sulla supervisione dell’Aif sullo Ior è stata influenzata dalla cancellazione dei poteri ispettivi autonomi che ha di fatto impedito all’Aif di rispondere in modo esaustivo sui movimenti dei conti che interessavano alla Procura di Roma. E pure la bocciatura in “adeguata verifica” cioè le informazioni che devono essere richieste dagli intermediari finanziari per identificare i propri clienti e l’origine dei loro fondi potrebbe essere figlia delle modifiche normative, come anche la bocciatura sulla segnalazione delle operazioni sospette. Ora il Vaticano spera nella riunione plenaria di Strasburgo per convincere gli ispettori a modificare almeno qualcuna delle 8 bocciature.
SCHEDA – MONEYVAL: l’organismo che valuta le misure degli Stati
Il “Select Committee of experts on the evaluation of anti-money laundering measures” detto Moneyval, è stato costituito nel settembre del 1997 dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure anti-riciclaggio adottate dai paesi aderenti allo stesso Consiglio (in tutto 49), ma non membri del Gafi, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale formato a Parigi dal G7 per lottare contro il riciclaggio e il terrorismo. Si tratta, in particolare, di paesi dell’Est europeo e dell’ex Unione Sovietica, nonché di MaltaAndorraCiproLiechtenstein, San Marino e, da ultimo, Monaco e Montenegro.
Moneyval nel 2011 è stato elevato al rango di organismo indipendente che opera sotto il coordinamento del Comitato dei ministri dell’Economia all’interno del Consiglio d’Europa e che è composto da un board in carica fino al 2014, che vede un russo alla presidenza (Vladimir Nechaev) e quattro membri: Anton Bartolo, vicepresidente (Malta), Alexandru Codescu (Romania), Elzbieta Francow-Jaskiewicz (Polonia), Nicola Muccioli (San Marino). Il Comitato si riunisce a Strasburgo in assemblee plenarie due volte l’anno. Dal 2 al 6 luglio, nell’assemblea di Strasburgo alla quale parteciperà la delegazione dello Stato Vaticano, si deciderà la sorte della Santa Sede.

La chiesa si evolve....



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Giorgio Clelio Stracquadanio. - Nonciclopedia


Può sembrare assurdo che uno con questa faccia possa avere una laurea qualsiasi. E infatti non ce l'ha.

Giorgio Clelio Stracquadanio (2006 – vivente, ancora per poco) è un animatore di programmi televisivi italiani. Si è distinto per affermazioni pregne di logica come«È assolutamente legittimo che per fare carriera ognuno di noi utilizzi quel che ha, l'intelligenza o la bellezza che siano.» oppure «L'Aquila era un città che stava morendo indipendentemente dal terremoto», o ancora «Non trovo strano mangiarmi le unghie dei piedi». Attualmente, il suo compito nel governo è quello dell'interruttore, ossia quello che nei dibattiti televisivi interrompe gli interventi degli altri al solo scopo di creare un'allegra caciara e rendere il programma inguardabile. Ultimamente ha maturato competenze nella distruzione delle telecamere[1].

Stracquadanio è il risultato di un esperimento segreto che aveva lo scopo di creare in provetta un individuo con la faccia da saputello di Tremonti, l'antipatia diBrunetta, l'isteria rompicoglioni di Vittorio Sgarbi e la corerenza etica di Wanna Marchi. Viene alla luce a Milano nel 2006, dato che prima non si hanno notizie della sua esistenza.
scuola si distingue per le puttanate che dice con la sua aria da saputello costipato, come «Le invasioni barbariche sono state mandate dalla sinistra» oppure «Nerone era un immigrato comunista» o ancora «La rivoluzione russa è stata fatta da una manica di froci fricchettoni che si ammazzavano di canne».
Nel 2007 ottiene il diploma di giornalista con i punti della Q8 e comincia a scrivere per testate indipendenti come Il Tempo e Libero. I suoi articoli trattano per lo più di supercazzole notturne. Nel frattempo si impegna a pubblicare libri come Storia della sinistra italiana: da Nosferatu alle BR.
Nel 2008 riesce a entrare in Parlamento con il ruolo di Galoppino di Corte. Entra nell'Ordine dei Tappetini di Uolter Lavitola ed è più volte insignito con il premio Linguetta Umida. Tra i suoi compiti c'è quello di difendere a spada tratta Silvio Berlusconi con argomentazioni improbabili e giochi di prestigio, di modo che l'attenzione pubblica si concentri su di lui anziché sul Cavaliere.
Le principali controversie associate all'"onorevole" Squacquaragno sono legate alle stronzate ad alcune anomale dichiarazioni che ha rilasciato nei talk show televisivi:
  • Ha detto che a Fini andrebbe riservato il trattamento Boffo[2]. Successivamente ha dichiarato di essere stato vittima di un misunderstanding: lui avrebbe chiesto di riservare a Fini il trattamento Buffo, ossia vorrebbe far vestire da clown tutti gli esponenti di FLI per fare una gradita sorpresa al Presidente della Camera il giorno del suo compleanno.
  • Ha dichiarato in Senato che L'Aquila «era una città che stava morendo, indipendentemente dal terremoto e il terremoto ne ha certificato la morte civile»[3]. Ha poi rettificato l'affermazione sostenendo che si riferiva al grave problema dell'estinzione delle aquile in Abruzzo.
  • Malato di protagonismo, pur di farsi notare ha dichiarato che è normale per una donna prostituirsi per fare carriera in politica[4]. Ha poi smentito con queste parole di distensione: ma è chiaro che stavo scherzando, basta guardare Rosy Bindi...!.
  • Ha sostenuto che i referendum e le amministrative del 2011 sarebbero state perse dal centrodestra grazie alla propaganda fatta sulla rete dagli impiegati dell'amministrazione pubblica, notoriamente tutti di sinistra, che alle 2 del pomeriggio staccano dal lavoro e hanno tutto il tempo di stare a casa sul web a parlar male del governo[5]. Subito dopo si è recato di corsa in Parlamento per un importante impegno di lavoro a video poker con il suo i-Pad[6].
  • Ha dichiarato che i dinosauri si sono estinti per colpa delle foibe.


Clemente Gasparri.


Maurizio Gasparri con il padre, il generale Domenico Gasparri, ed il Fratello, Gen. Clemente Gasparri


Figlio del generale dei carabinieri Domenico Gasparri e della moglie Iole Sianida, nonché fratello del senatore Maurizio Gasparri, Clemente Gasparri nacque a Cava de' Tirreni il 31 luglio 1949, intraprendendo la carriera militare a partire dal 1967 con la frequentazione dell'Accademia Militare di Modena prima e della Scuola Ufficiali di Roma poi.


Dal 13 marzo 2012 ricopre l'incarico di vicecomandante generale dell'Arma dei Carabinieri.


(wikipedia)

Il ministro, la bella Viki e il Partenone della corruzione. - Davide Frattini


Le spese pazze di un dinosauro socialista e della sua giovane moglie prima di essere arrestati per una mega tangente.

ATENE - Il Partenone della corruzione - come lo chiamano gli ateniesi - sta su via Dionysiou Areopagitou, la più cara della città, ville neoclassiche e il profumo dei gelsomini in fiore, opulenza sotto le rocce dell'Acropoli e sopra le vite degli altri. Il palazzotto intonacato giallo limone è protetto dal portone in ferro battuto, il nome del proprietario è stato tolto dal campanello come la bandiera greca che sventolava dall'asta sul balcone.
La casa di Akis Tsochatzopoulos è un vessillo, non dell'orgoglio nazionale. L'ex ministro della Difesa è in carcere da un paio di mesi, accusato di aver preso mazzette per almeno 20 milioni di euro. Nelle 203 pagine dell'incriminazione i magistrati parlano di «pagamenti illegali» ricevuti tra il 1998 e il 2001. Il politico avrebbe organizzato un sistema di società off-shore e conti in Svizzera per riciclare il denaro e acquistare proprietà immobiliari in Grecia.
Tsochatzopoulos, 73 anni, è tra i fondatori del Pasok ed era legatissimo ad Andreas Papandreou: stava per prenderne il posto di premier alla morte nel 1996. L'arresto di un esponente socialista così titolato, poco prima del voto di maggio, è stato letto come un segnale ai greci esasperati dalla corruzione che ha coinvolto il Pasok, massacrato comunque alle urne, e i conservatori di Nuova democrazia. L'ex ministro non ha mai nascosto i lussi fin dal matrimonio nel 2004 con Viki Stamati, la seconda moglie di trentacinque anni più giovane. La coppia ha lasciato il ricevimento all'Hotel George V di Parigi su una Jaguar blu, lei esibiva un anello con diamante.
Anche Viki (ex impiegata alla Dei, la compagnia elettrica) è finita in cella ed è entrata per qualche giorno in sciopero della fame perché voleva ottenere gli arresti domiciliari e stare con il figlio di 5 anni e mezzo. Le sue carte di credito raccontano di spese esagerate: il conto da 72 mila euro in una boutique di alta moda, 200 paia di scarpe acquistate in un anno, 6 mila euro sborsati in una volta sola per la biancheria intima.
Lo scandalo per di più è legato agli acquisti di armamenti, che la maggior parte del Paese e i partiti come Syriza considerano insensati mentre le casse dello Stato sono vuote. Tsochatzopoulos avrebbe intascato 8 milioni di euro dalla tedesca Ferrostaal in cambio del via libera per l'acquisto di quattro sottomarini di Classe U-214. L'accordo è stato concluso dodici anni fa e fino a oggi Atene ha ricevuto uno solo dei sommergibili per problemi tecnici.
La Germania e la Francia, almeno quand'era presidente Nicolas Sarkozy, hanno spinto i governi greci ad acquistare dalla loro industria bellica. Berlino esporta qui il 15 per cento del totale, è il suo mercato più grande in Europa. Parigi è attorno al 10 per cento. Tra il 2002 e il 2006, la Grecia era il quarto importatore mondiale di armi convenzionali, adesso è al decimo posto. Venerdì scorso, a due giorni dal voto, ha definito l'acquisto dall'Olanda di munizioni per i carri armati: 13,5 milioni di euro per armare i Leopard. Di fabbricazione tedesca.

Il grande furto del 5 per mille. - Mauro Munafò




Decine di milioni di euro della quota del gettito Irpef che i cittadini destinano alla ricerca e alle Onlus non sono state ripartite tra le associazioni. Che adesso protestano per i loro fondi, senza ricevere risposte dal Ministero dell'Economia.


Quest'anno il tuo cinque per mille lo hai destinato allo Stato italiano: che ti piaccia oppure no. La quota dell'Irpef che i cittadini possono donare ad associazioni senza scopo di lucro, alla ricerca o ai Comuni ha infatti subito una misteriosa decurtazione di circa 80 milioni di euro, poco meno di un quinto della torta complessiva. Di più, questa riduzione e le sue motivazioni non sono mai state comunicate in via ufficiale, ma l'ammanco si scopre solo spulciando gli elenchi dei beneficiari del 5 per mille del 2010, l'ultimo anno di cui sono state da poco ripartite le quote. 

La scoperta della riduzione, portata alla luce da un articolo del Sole 24 Ore, ha mandato su tutte le furie le associazioni del Terzo settore, che in pochi giorni hanno organizzato una petizione ed una raccolta firme per chiedere spiegazioni al Governo. Spiegazioni che, nonostante il calibro dei nomi coinvolti e ad alcune settimane dall'inizio della protesta, non sono ancora arrivate. 

"Ad oggi abbiamo ripetutamente contattato il Ministero delle Economia che ha affermato di avere sott'occhio la situazione ma di non avere invece risposte. La ragioneria dello Stato si è trincerata dietro un no comment", spiega Stefano Arduni, caporedattore del settimanale Vita che ha lanciato la petizione. "Sono fondi che il contribuente destina direttamente alle associazioni e lo Stato dovrebbe fare solo da tramite: è una beffa per tutti i cittadini". 

Controllando i documenti ufficiali, diffusi dall'Agenzia delle Entrate, si scopre che i conti proprio non tornano. Nel 2010 i fondi distribuiti sono passati a circa 375 milioni di euro complessivi, un calo netto dai 412 milioni del 2009 e dai 397 milioni del 2008. Colpa della crisi che ha fatto crollare le entrate? Niente affatto. Il gettito Irpef del 2010 è stato di poco superiore a quello del 2009 e quindi il calo di circa 50 milioni non trova giustificazioni fiscali e si scontra anzi con un aumento costante delle firme nel 5 per mille, passate dalle 14,6 milioni del 2008 alle 15,8 milioni del 2010. 



Si arriva così al paradosso che se una onlus ha conquistato più firme rispetto all'anno passato ottiene comunque meno fondi. L'Associazione per la ricerca contro il cancro ad esempio ha ottenuto nel 2009 quasi 38 milioni di euro grazie a circa 874mila firme. Nel 2010, nonostante 926mila firme, i fondi incassati sono scesi a poco più di 33 milioni di euro. Discorso simile per il Wwf, che nel 2009 ha raccolto oltre un milione e centomila euro grazie a 34mila firme e nel 2010 ha portato le firme a 36mila e si è vista ridurre le donazioni a poco più di un milione di euro. 

"Se queste riduzioni pesano per le associazioni e le istituzioni più grandi, minano ancora più seriamente il lavoro di quelle piccole e locali", continua Arduini, "Pensate a una onlus che si occupa del trasporto dei disabili in una città di provincia: una riduzione del 20% dei fondi significa dover lasciare a terra un quinto degli assistiti". 

La raccolte firme promossa da Vita, e a cui hanno aderito Emergency, Save the Children, il Wwf, Medici senza Frontiere e oltre 2.500 tra cittadini ed associazioni, ha scaturito anche due iniziative parlamentari. Il deputato del Pd Andrea Sarubbi ha presentato un'interrogazione alla Commissione affari sociali alla Camera, mentre la collega del gruppo Misto Chiara Moroni ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'Economia. Entrambe le richieste non hanno ad oggi ottenuto alcuna risposta. 

Il 2012 si conferma così un anno nero per i rapporti tra Terzo settore e Stato italiano. Oltre al giallo del 5 per mille infatti, le decisioni del Governo Berlusconi e di quello Monti avevano già azzerato i fondi dell'otto per mille statale da destinare a progetti delle onlus. I centocinquanta milioni raccolti dallo Stato con l'otto per mille e che, per legge, dovrebbero finanziare interventi umanitari e culturali, sono finiti in edilizia carceraria e aerei della protezione civile. Magra consolazione, ma almeno quelli si sa dove sono finiti.



http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-grande-furto-del-5-per-mille/2184473