Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 11 luglio 2012
Capacità produttiva dei nostri parlamentari.
Secondo una ricerca di Openpolis alla Camera si è lavorato 80 giorni l'anno, al Senato 50. I parlamentari si difendono: "gli altri giorni siamo sui territori". Ma c'è chi replica: "Solo scuse, sono tutti nominati"
Ottanta giorni di lavoro in un anno alla Camera, cinquanta al Senato. E' questo il numero striminzito di giorni lavorati secondo una ricerca condotta da Openpolis (http://www.openpolis.it/) sulla "capacità produttiva" del nostro Parlamento. E' quanto si ottiene dividendo il numero di ore lavorate dai nostri rappresentanti per otto, cioè la durata media di una giornata lavorativa di un impiegato o di un operaio.
Insomma, Palazzo Madama e Montecitorio non sono proprio abitati da moderni Stakanov. Sostanzialmente, la settimana lavorativa di un parlamentare si concentra dal martedì al giovedì, giorni in cui tradizionalmente si votano in aula i provvedimenti legislativi. Non è raro, invece, trovare l'aula semideserta il lunedì e il venerdì. Molti parlamentari, infatti, valigia in mano, sono pronti a fuggire da Roma il giovedì pomeriggio appena concluse le votazioni per non tornarci prima di lunedì sera. «E' normale che sia così – spiegano in molti - il fine settimana è dedicato alle iniziative sul territorio. Incontriamo gli elettori, partecipiamo ad iniziative, spesso senza soluzioni di continuità. E mancare quegli appuntamenti, non farebbe certo onore al nostro lavoro". Insomma, un modo diverso di espletare il proprio incarico.
Secondo Elio Lannutti, senatore indipendente eletto nelle liste dell'Italia dei Valori, si tratta solo di scuse: « Ma quali territori? Sono tutti nominati. Non hanno collegi con cui mantenere rapporti. Io da quando sono stato eletto, per seguire i lavori in quattro commissioni, neanche mangio. Neanche un panino». Accenti duri verso i propri colleghi, che non trovano riscontro nel resto della categoria, tutta compatta nel respingere l'accusa di disertare i lavori parlamentari. Lucio Malan, senatore del PdL, propone un'alternativa di cui si era discusso ad inizio legislatura « Se ci fosse una settimana al mese libera dai lavori parlamentari, concentreremmo tutte le iniziativa sul territorio in quella settima. Il lavoro di un parlamentare – spiega - non si misura solo dalle ore passate in aula; per presentare un disegno di legge, o un'interpellanza c'è bisogno di uno studio, di preparazione. Ovviamente anche tra noi, chi non vuole fare niente, come in tutte le professioni, può riuscirci».
Altri parlamentari si difendono ricordando come molto del lavoro di un deputato o di un senatore si svolga in commissione. Un lavoro più difficile da quantificare, anche perché a differenza dell'aula in commissione, nonostante le richieste anche di openPolis, ancora non c'è il voto elettronico, che permetterebbe di sapere con sicurezza quanti e quali parlamentari sono presenti in commissione. Ad oggi, siamo ancora nella fase di sperimentazione, e la registrazione delle presenze, ora valida anche ai fini del calcolo della diaria, è demandata al sistema della raccolta delle firme. Un po' come accadeva ai tempi dell'università, quando alcuni studenti firmavano e poi uscivano dall'aula, lo stesso secondo alcune voci provenienti dai palazzi romani accadrebbe in commissione. Un malcostume, almeno ufficialmente, smentito all'unisono da tutta la categoria: «I vizietti hanno nome e cognome - spiega Malan - altrimenti si spara nel mucchio. Io non ho davvero mai avuto questa contezza, però non si dice che magari uno partecipa a tutta la seduta, e si scorda di firmare e perde la diaria. Se il nostro lavoro consistesse nel rimanere seduti in aula per un certo numero di ore a settimana, dovremmo essere pagati come un impiegato di basso livello basso, se facciamo altro, allora ci meritiamo uno stipendio più alto».
Anche Flavia Perina, di Futuro e Libertà, mette l'accento sul problema della qualità del lavoro parlamentare: «Ricordo un'immagine di Calderoli che con un lanciafiamme brucia dei faldoni, a seguito dell'approvazione del decreto semplificazione. Agli italiani risulta che qualcosa oggi sia più semplice? Assolutamente no. Su quel provvedimento di legge abbiamo lavorato moltissime ore e gli esiti sono stati irrilevanti, come nel caso dei decreti attuativi del federalismo. Un lavoro immenso che ha tenuto impegnate le camere per ore e ore. Ma la qualità del lavoro era bassissima, a dispetto della mole del lavoro». L'ex direttore del Secolo si sofferma anche su alcune indubbie migliorie nella trasparenza del lavoro del parlamentare: «Non dimentichiamoci che con l'introduzione delle impronte digitali per votare abbiamo stroncato il malcostume del fenomeno del pianista, il vero problema del Parlamento è che tra il bipolarismo muscolare e la crisi che stiamo vivendo, alla camera si lavora praticamente solo per convertire i decreti del governo. In questo, c'è oggi il vero limite dell'attività parlamentare».
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Tutti a casuccia loro!
Berlusconi si ricandiderà a premier L'ipotesi di un ticket con Alfano.
Decisivi i sondaggi: con lui Pdl al 30%. Cambierà nome al partito, che richiamerà le origini di Forza Italia.
Ha passato le ultime settimane a studiare i sondaggi, ad analizzare gli scenari per il voto nel 2013, ad ascoltare dirigenti del Pdl, imprenditori ed esponenti internazionali. Ma alla fine la decisione è presa: Berlusconi si ricandiderà come premier.
Il ruolo di padre nobile non scalda i suoi elettori che gli chiedono un impegno più diretto, quell'impegno che aveva escluso nel momento dell'investitura di Angelino Alfano a segretario del Pdl. Gli ultimi sondaggi, arrivati sul suo tavolo, hanno mostrato alcuni dati di cui, secondo il Cavaliere, non si può non tenere conto. Tre gli scenari sottoposti agli intervistati: un Pdl senza Berlusconi non arriverebbe al 10% dei voti mentre la candidatura di Alfano alla premiership, con il Cavaliere in campo come presidente del partito, porterebbe un risultato intorno al 18%. Se invece Berlusconi fosse ancora in corsa per la presidenza del Consiglio, in un ticket con Alfano e una squadra di giovani dirigenti, dalle urne arriverebbe, secondo i sondaggi, anche un 30%. Un risultato che potrebbe non bastare a conquistare la guida del Paese ma darebbe al Cavaliere e al suo partito un ruolo determinante nella prossima legislatura, soprattutto se si arrivasse a una grande coalizione chiamata a continuare il percorso di risanamento dei conti e di uscita dalla crisi economica.
Berlusconi e Monti (Imagoeconomica)
I due mesi estivi serviranno a preparare la nuova discesa in campo («una scelta che non avrei voluto fare ma a cui mi stanno spingendo i sondaggi, centinaia di lettere e di messaggi del popolo dei moderati»). Berlusconi rinuncerà alle vacanze a Villa Certosa in Sardegna e resterà a Arcore proprio per arrivare a settembre con tutte la carte pronte: un nuovo nome al partito (che richiamerà le origini di Forza Italia), una squadra di quarantenni che promuoverà la nuova avventura politica, le consultazioni di leader internazionali con cui ha mantenuto rapporti, l'individuazione di candidati capaci di conquistare voti sul territorio.
Il Cavaliere è preoccupato per un Pdl in preda a «personalismi», dove sta crescendo una nomenclatura troppo interessata alla difesa della propria fetta di potere. Vede sempre più elettori moderati delusi che si rifugiano nell'astensione o addirittura gonfiano le fila del grillismo.
Berlusconi e Alfano (Ansa)
Certamente non sarà un'impresa facile. C'è prima di tutto da salvaguardare il rapporto con Alfano che il Cavaliere giudica «bravissimo» e per cui vuole mantenere un ruolo di primo piano. C'è da smontare la macchina delle primarie che non avrebbero senso se il fondatore del partito si ricandida. Pesano poi i processi ancora aperti, soprattutto quello sul caso Ruby, anche se il Cavaliere è convinto, dopo le ultime udienze, che le «cose andranno bene».
E infine c'è da mettere a punto un programma economico che «restituisca ottimismo a un Paese in preda a una crisi di sfiducia». Una partita difficile, dentro e fuori il partito, al limite dell'impossibile quasi vent'anni dopo la prima discesa in campo.
Cetta commenta:
Riusciranno gli italiani onesti a non dimenticare che quest'uomo ha portato l'Italia sull'orlo del fallimento economico e che ha cancellato onorabilità, onestà e legalità?
E che si è candidato a premier per sfuggire alla giustizia?
E che ha creato il suo impero economico con i soldi prestatigli, quando aveva appena 25 anni, da una banca i cui correntisti erano personaggi di "spicco" come Provenzano, Riina, Calò e Mangano, il suo eroe?
E che il suo partito è nato dietro l'input di un certo personaggio borderline come Dell'Utri?
E che si è candidato a premier per sfuggire alla giustizia?
E che ha creato il suo impero economico con i soldi prestatigli, quando aveva appena 25 anni, da una banca i cui correntisti erano personaggi di "spicco" come Provenzano, Riina, Calò e Mangano, il suo eroe?
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Slash ha la sua stella sulla Walk of Fame.
LOS ANGELES - Slash, l'ex chitarrista solista della band americana Guns N' Roses, ha ricevuto la sua stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Il leggendario musicista angloamericano ha fatto notare come il luogo fosse particolarmente azzeccato: da giovane frequentava un liceo non lontano da lì e nei primi anni della sua carriera sognava di diventare un "guitar hero" proprio passeggiando su Hollywood Boulevard, la strada dove si trova la maggior parte del camminamento della Walk of Fame. "E' un riconoscimento davvero speciale: la cosa più bella che si possa desiderare", ha detto Slash, 46 anni, davanti a centinaia di fan riunitisi per la cerimonia all'Hard Rock Cafè.
http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/spettacolo/2012/07/11/Slash-ha-sua-stella-Walk-Fame-_7171121.html
Caserta, 300 falsi incidenti per truffare le assicurazioni: 36 arresti, 200 indagati.
In carcere medici e avvocati. Semplice la strategia del raggiro: con il beneplacito di alcuni legali ed in accordo con il personale sanitario, appoggiandosi ad un noto centro radiologico di Casagiove, i truffatori confezionavano i sinistri per poi richiedere il risarcimento alle compagnie.
Incidenti stradali mai avvenuti, messi in scena appositamente per truffare le compagnie assicurative. Oppure realmente avvenuti, ma con dinamiche e danni ben diversi dalla realtà E’ quanto hanno scoperto i carabinieri delle compagnie di Santa Maria Capua Vetere e Caserta che, in collaborazione con i colleghi del Reparto Operativo della città della reggia, dall’alba di questa mattina stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 42 persone, di cui 36 agli arresti. Si tratta in particolare di medici e avvocati, sui quali pende un’ipotesi accusatoria gravissima: associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla corruzione, alla falsità in atto pubblico e ad altri reati contro la pubblica amministrazione.
Le indagini hanno permesso di accertare l’esistenza di un’organizzazione dedita alla truffe alle compagnie assicurative attraverso falsi incidenti stradali mai avvenuti o avvenuti in maniera del tutto diversa da quanto prospettato. Sono in tutto 200 le persone indagate tra cui 21 medici, di cui 13 colpiti da provvedimento cautelare, 9 avvocati e due cancellieri dell’ufficio di un Giudice di Pace; trecento invece i sinistri oggetto dell’inchiesta. Lo schema ricorrente prevedeva che i procacciatori, con il beneplacito di alcuni legali ed in accordo con il personale sanitario, appoggiandosi ad un noto centro radiologico di Casagiove, confezionassero i sinistri per poi richiedere il risarcimento alle compagnie. A queste ultime, hanno accertato gli investigatori, non restava altro che risarcire il danno, giungere ad un accordo con i legali oppure rivolgersi ai Giudici di Pace.
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