domenica 13 gennaio 2013

Le ultime sul “corvo” di Palermo. - Aaron Pettinari


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L'anonimo parla anche delle minacce al pm Viola.

Proseguono le indagini della Dia sull'anonimo che il 18 settembre scorso ha inviato per posta, a casa del sostituto procuratore Nino Di Matteo, una lettera di dodici pagine. Si cerca di capire se il contenuto della missiva sia attendibile o sia parte di un depistaggio. Gli accertamenti vanno dall’archivio di Riina, secondo il “corvo” trafugato dal covo del boss la mattina dell’arresto e conservato per lungo tempo in una caserma del centro di Palermo, al ruolo di alcuni uomini politici perfettamente al corrente della trattativa. Verranno fatti accertamenti anche nei confronti di alcuni carabinieri, i cui nomi sono menzionati nella lettera, che avrebbero avuto ruoli determinanti nell’inquinamento delle indagini antimafia di questi anni.
La precisione dei riferimenti fa ritenere che il nuovo "corvo" di Palermo sia probabilmente un uomo degli stessi apparati investigativi anche se non è escluso che la lettera possa essere stata scritta a più mani. Oltre ad avvisare i pm che indagano sulla trattativa, di essere spiati, nella nota si fa riferimento anche ad alcune indagini coordinate dal procuratore di Trapani Marcello Viola, anche lui destinatario nei mesi scorsi di una lettera anonima contenente pesanti minacce di morte. “Io la stimo - scriveva l'anonimo al pm trapanese - e voglio metterla in guardia. E' già arrivata una cosa per Lei". Anche in quel caso si elencavano i motivi per cui il pm sarebbe attenzionato, dalle indagini sull'ultimo storico latitante di mafia Matteo Messina Denaro, alla rogatoria inviata dalla Procura in Vaticano per conoscere alcuni strani movimenti di denaro compiuti da un prete, attualmente sotto inchiesta, titolare di conti allo Ior, oltre alle misure di sequestro avanzate nei confronti di mafiosi e imprenditori.
E nella lettera inviata a Di Matteo il nuovo “corvo” fornisce ulteriori dettagli sulle “attenzioni” ricevute dal procuratore di Trapani Marcello Viola, legate alla rogatoria avanzata dalla Procura allo Ior. Un fatto che apre alla possibilità che l'anonimo di Palermo e quello di Trapani in realtà potrebbero essere la stessa persona.
Anche su questo indagheranno i magistrati di Caltanissetta che si occuperà della parte che riguarda l'agenda rossa di Borsellino e la possibilità che i magistrati palermitani possano essere stati spiati. In questi mesi non sono mancati gli espisodi inquietanti. Ignoti si sarebbero introdotti nel pianerottolo dell'abitazione di Di Matteo manomettendo una cassetta elettrica e, sempre nello stesso palazzo, qualcuno si è arrampicato sulle impalcature montate per ristrutturare la facciata. Qualche tempo prima i carabinieri della scorta del pm palermitano avevano trovato, nascosta fra le aiuole di fronte l’ingresso di casa, una sbarra di ferro per aprire i tombini.
Nel novembre 2011, quando venne firmata una prima autorizzazione alle intercettazioni durante l'indagine sulla trattativa e vengono messi sotto controllo i telefoni del generale Mario Mori, del colonnello Giuseppe De Donno, dell’ex direttore del Dipartimento di amministrazione penitenziaria Adalberto Capriotti e dell’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, il sostituto procuratore Lia Sava una mattina trova la porta del suo ufficio socchiusa e pochi giorni dopo nota che il coperchio del suo modem è sollevato. I tecnici del Ros, chiamati sul posto, scoprono che un filo di alimentazione risulta tagliato e risistemato con lo scotch.
Anche il sostituto procuratore Roberto Tartaglia, nel settembre 2012 ha ricevuto diverse telefonate mute, provenienti da schede internazionali e praticamente non rintracciabili. Un altro episodio riguarda un interrogatorio in una località segreta svolto da Di Matteo e lo stesso Tartaglia. Nessuno in procura è a conoscenza del viaggio dei due ma giunti sul posto, durante la pausa per un caffé, incontrano un uomo che sembra conscere diversi particolari sulla loro presenza in quel luogo. Tutti episodi su cui dovrà far luce la Procura nissena.

ARTICOLI CORRELATI

Il generale Mori contro Pisanu: “Pazzo se avessi trattato senza appoggi politici”.


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Diverse le critiche contro la relazione della Commissione antimafia sulla trattativa.

di AMDuemila - 12 gennaio 2012
Nello stesso giorno in cui la procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio al processo sulla trattativa il generale dei carabinieri, Mario Mori, ha avuto modo di leggere la bozza della relazione del presidente della Commissione antimafia Beppe Pisanu. Un documento che in sintesi “salva i politici lasciando la trattativa ad una mera iniziativa di carabinieri e mafiosi”.
“Ci fu almeno una trattativa tra uomini dello Stato privi di un mandato politico e uomini di Cosa Nostra divisi tra loro e quindi privi anche loro di un mandato univoco e sovrano” è scritto nella relazione. E ancora: “La trattativa Mori-Ciancimino partì molto probabilmente come un’ardita operazione investigativa che, cammin facendo, uscì dal suo alveo naturale. Ne uscì, forse, per imprudenza dei carabinieri e ancor di più per ambizione di Vito Ciancimino”. La notizia è che a non condividere le conclusioni della commissione antimafia non è solo la Procura di Palermo ma anche lo stesso generale Mori. “Le conclusioni dell’Antimafia, raggiunte peraltro senza che nemmeno mi fosse concessa la possibilità di esporre le mie ragioni, sono inattendibili e tendenziose – ha commentato al quotidiano La Stampa - Pisanu nella sua relazione tende ad assolvere i politici, da Scalfaro in giù. Lo dice lui, io non ho titoli per commentare, Ma i casi, a questo punto, sono due: o io sono innocente al cento per cento, oppure sarei un folle completo... un colonnello dei carabinieri che da solo, senza le spalle coperte, senza i politici dietro di me, che avvia una trattativa addirittura con Cosa Nostra? Sarei stato un pazzo... Uno da ricovero”. Ovviamente l'ex comandante del Ros si ritiene innocente al cento per cento. Ma nello smentire la relazione Pisanu fornisce una chiave di lettura specifica: la trattativa, per aver luogo, necessitava di un aggancio con la politica. Ed è proprio questo passaggio che è alla base dell'impianto accusatorio dell'inchiesta della procura di Palermo.

Physalis Alkekengi.

Physalis alkekengi (click per ingrandire l'immagine)

Solanacea. Physalis deriva dal termine greco fysaleos, pieno d'aria. Il termine Alkekengi deriva dal nome arabo della pianta.
Altezza tra i 20 ed i 60 cm.
Foglie triangolari arrotondate.
Fiore bianco-verdastro; il calice maturo si rigonfia a forma di lanterna rossa.
La bacca rossa è commestibile e viene coltivata a scopo ornamentale.


http://www.valdaveto.net/documento_531.html

PERCHE' BEPPE GRILLO HA OFFERTO UNA GRANDE PROVA DI DEMOCRAZIA DIRETTA. - Pasquino



La campagna elettorale di Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle è sempre stata volutamente provocatoria, ma ieri, in occasione della veglia per consegna dei simboli della lista elettorale al Viminale, i giornali e le tv hanno riportato una sua affermazione che ha suscitato e sta suscitando uno scalpore senza precedenti e allarme tra le fila dei suoi sostenitori.

Dai giornali più vicini al M5S (Il Fatto Quotidiano titola: Grillo: “Apertura a Casapound? Perché no, se hanno le nostre idee”) a quelli che lo combattono (La Repubblica, in prima pagina: http://video.repubblica.it/dossier/elezioni-politiche-2013/grillo-ai-fascisti-di-casapound-se-volete-benvenuti-nel-m5s/115884/114288 Grillo ai fascisti di Casapound: ''Se volete benvenuti nel M5S'') è tutto uno scandalizzarsi, un piovere di critiche e di facce stupefatte.

Il problema con i giornali, ma in generale con i cittadini del nostro paese, è che purtroppo in Italia manca completamente una cultura della Democrazia Diretta. L'ignoranza in questo campo è così profonda che non se ne può neanche parlare senza vedere i propri interlocutori sbarrare gli occhi o restare basiti, fraintendendone i principi e interpretandoli in un quadro concettuale completamente errato, vittime della loro scarsa conoscenza del soggetto e dell'ormai scontata necessità di riferirsi a questa o quella ideologia preconfezionata, senza minimamente considerare che queste sono posizioni che hanno valore solo all'interno del contesto della democrazia rappresentativa, ignorando che vi siano altri sistemi di riferimento concettuali dove questi non hanno più alcun significato.

Beppe Grillo non ha fatto alcuna apertura nei confronti di CasaPound come "partito" o "movimento politico", semplicemente perché un movimento di Democrazia Diretta non può fare aperture o alleanze e non ha senso farle.

Quella di Beppe Grillo è stata la semplice constatazione del fatto che l'iscrizione al Movimento 5 Stelle è aperta a tutti, QUALI CHE SIANO LE LORO IDEOLOGIE POLITICHE, perché nessuno all'iscrizione controlla il credo politico di chi vuole unirsi al Movimento 5 Stelle.

Tutti possono andare sul sito e http://www.beppegrillo.it/movimento/iscriviti.php> iscriversi liberamente.

In secondo luogo quella di Beppe Grillo è la semplice affermazione del principio della Democrazia Diretta, ovvero tutti i cittadini sono liberi di avere le loro idee e votare di conseguenza, ma Uno vale Uno. La democrazia diretta non è politica, ma è meta-politica. Significa eliminare l'oligarchia e la partitocrazia e restituire la sovranità direttamente ai cittadini. Non entra e non deve entrare mai nel merito di cosa un cittadino poi vota.

Se uno appartiene a CasaPound, e vuole votare M5S, ben venga, le sue idee saranno discusse e votate liberamente al pari di quelle di tutti gli altri, senza filtri o preconcetti, e se otterranno la maggioranza vinceranno.
Ma il solo fatto di farlo, cioè di iscriversi al M5S, implica l'accettazione di valori di Democrazia Diretta, e cioè in aperto contrasto con quelli antidemocratici del fascismo. E quindi se un cittadino che prima votava destra e faceva parte di CasaPound decide di passare al Movimento 5 Stelle, sta accettando di non imporre più le proprie idee con la forza secondo la dottrina fascista, ma di aprirsi al confronto democratico, discutendole e votandole online nel http://commentandolestelle.blogspot.it/2012/12/proposta-per-un-parlamento-elettronico.html> Parlamento Elettronico del Movimento 5 Stelle.

Inoltre questo è proprio il fine dichiarato di Grillo: riportare al dialogo democratico quei cittadini che, indignati dal livello di corruzione raggiunto dai politici, si sono rivolti alla destra estrema ed hanno interrotto il confronto democratico per sposare un'ideologia che vede non nel dialogo ma nell'imposizione dall'alto la soluzione ai problemi.

Grillo sta da tempo invitando quei cittadini a ritrovare fiducia nella forza dell'intelligenza e del dialogo democratico invece che in quella del bastone, dimostrandogli con i fatti che ogni cittadino può proporre e sostenere le proprie idee con metodi pacifici e democratici e vederle realizzate, senza doverle imporre con la forza. Che le barriere all'affermazione delle idee e dei bisogni dei cittadini possono venire superate facilmente attraverso metodi democratici, pacifici e usando il cervello, il dialogo e la rete, senza dover ricorrere all'imposizione di queste con la forza. Che la formula della destra estrema e di CasaPound in realtà costituisce una sconfitta dell'intelligenza umana e della sua capacità di convivere  con gli altri per costruire una società civile. E' un invito alla democrazia e alla discussione per far valere democraticamente le proprie idee ma anche quelle degli altri se si rivelano migliori.

Su questo tema Grillo sta mandando da tempo dei messaggi molto chiari allo "stato" e ai poteri forti che gli si oppongono, dicendogli che è sbagliato ostacolare il movimento 5 stelle in quanto, se non ci fosse tale alternativa a dare speranza ad una soluzione non violenta al problema della corruzione dello stato, si formerebbero immediatamente in Italia movimenti estremisti di destra, come il citato Alba Dorata in Grecia, con scopi che sono antidemocratici e dichiaratamente fascisti, che davvero costituirebbero un grave pericolo per la democrazia in Italia, perché una volta radicati sarebbe poi difficilissimo recuperarli e riportarli al dialogo democratico.

Ovviamente questo messaggio di Grillo non appare per nulla chiaro a chi non comprende i principi della Democrazia Diretta, a chi non ha la cultura necessaria per uscire dall'attuale contesto storico in cui, per colpa dei media ma anche della cultura non di massa, la Democrazia Rappresentativa costituisce l'unico orizzonte culturale, divenendo in tal modo uno svilimento di quei principi della democrazia vera che sono stati per la prima volta messi in pratica nell'Atene di Solone e di Pericle.

Come spiegare a chi non ha conosciuto che una politica show, un agone politico dove le posizioni che si fronteggiavano non sono le idee ma le bandiere dei partiti, una competizione dove i voti sono più vicini a tifi da stadio che a decisioni ponderate sui pro e i contro di una certa proposta di legge?

Come spiegare che in Democrazia Diretta improvvisamente i partiti e le bandiere politiche e ideologiche della democrazia rappresentativa perdono di significato, e che finalmente si vota per le idee e solo per le idee, invece che per le persone. Che la discussione politica diviene finalizzata a trovare il compromesso tra le proposte concrete e le soluzioni ai problemi, e non tra i partiti o gli schieramenti. Che il fine non è più battere l'avversario, ma collaborare con l'altro per trovare idee migliori, per riuscire con l'intelligenza ed il dialogo a soddisfare gli interessi di entrambi e quindi della maggioranza dei cittadini con cui dobbiamo convivere civilmente.

Il dialogo sulle idee, e non la denigrazione e l'insulto alle persone o alle bandiere, sono quindi i principi della Democrazia Diretta che Beppe Grillo ha sposato e difende, e quindi in quest'ottica le sue parole divengono quasi scontate: è ovvio che la porta è aperta anche a CasaPound, perché è aperta a tutti. In Democrazia Diretta non si ragiona più su un piano schismogenetico, calcistico, competitivo, in cui o si è con noi o contro di noi, in cui una squadra se si allea con un altra squadra allora diventa nostra nemica.

Perché non ci sono più squadre, non ci sono più partiti e non ci sono più ideologie. In Democrazia Diretta non si guarda a CHI propone un idea, ma all'IDEA. Se un idea è buona, la si vota, se non è buona si propone un'idea alternativa.

Ecco perché quando Beppe Grillo ha ascoltato le idee del rappresentante di CasaPound lo ha invitato a portarle nel M5S, dicendogli "Avete idee condivisibili, alcune più, alcune meno. Ma non vedo problemi a farvi entrare". In questa frase c'è tutta la grandezza della Democrazia Diretta, perché significa: Io non condivido alcune vostre idee, ma combatterò sempre per avere un sistema politico in cui tutti i cittadini, incluso te, possano esprimerle direttamente in modo che se considerate valide la maggioranza possa approvarle. 

Non si combatte l'ideologia fascista ghettizzandola, perché così la si rende solo più radicata nelle sue convinzioni antidemocratiche. La si combatte mostrando che c'è un'altra via più intelligente, la Democrazia Diretta, per difendere le proprie idee e le proprie posizioni all'interno della collettività.

I membri del M5S che hanno capito i principi della Democrazia Diretta sono molti (anche se molta strada bisogna fare ancora per diffonderla e spiegarla), e a loro non stupisce minimamente che Beppe Grillo dica queste cose ai membri di CasaPound, e contemporaneamente sostenga la candidaturaa presidente della Regione Lazio un giovane proveniente dalle file di Rifondazione Comunista come http://commentandolestelle.blogspot.it/2013/01/intervista-davide-barillari-un-pioniere.html> Davide Barillari, o faccia aprire le feste a 5 stelle all'Arcigay.
Non si stupiscono perché gli orientamenti politici di questo o quel partito non lo interessano, perché il problema che il M5S si propone di risolvere è a monte: quello di riformare il sistema dello stato ed introdurre la Democrazia Diretta, eliminando la corruzione che inevitabilmente si produce nella Democrazia Rappresentativa, accentratrice del potere nelle mani di pochi e quindi oligarchica per la sua stessa natura.

Accusare Grillo di essere "di estrema destra" non ha senso in quanto Grillo è oggi il portabandiera della Democrazia Diretta, cioé una concezione della politica agnostica nei confronti di qualsiasi orientamento politico in quanto è una ideologia meta-politica, cioè è una idea politica su come si debba poi fare politica, e quindi per definizione non può discriminare in base al credo politico dell'individuo ma solo in base al rispetto delle regole della discussione politica e del ruolo degli eletti come servizio di intermediazione trasparente e fedele tra il cittadino e lo stato.

La riprova di questo è proprio nel fatto che Grillo non ha mai mandato o manderà mai via qualcuno dal movimento per le sue idee politiche, per quanto bizzarre o radicali, ma ha mandato via e manderà sempre via chi invece viola le suddette regole funzionali alla politica previste dalla Democrazia Diretta.

Favia o la Salsi non sono stati mandati via perché dissentivano sulle idee del programma e su proposte o idee, ma per il fatto di aver violato le regole fondamentali del Movimento, perché i due eletti in questione della funzione di portavoce trasparente e temporaneo che gli era stata affidata, per massimo due mandati, volevano farne nuovamente il ruolo di "politico", di qualcuno cioè che pretende di decidere per conto e AL POSTO dei cittadini, erigendosi a duce e guida, e producendosi in protagonismi e personalismi incompatibili con i principi della Democrazia Diretta e del M5S.

E' proprio questo meccanismo della Democrazia Diretta che si offre come antidoto ad ogni fascismo, in quanto in antitesi alla figura di duce autoritario l'eletto per regolamento è solo un funzionario senza potere decisionale che ha il compito di svolgere con responsabilità il suo compito di portavoce dei cittadini per il suo breve mandato e poi va via. Non mette radici, non resta li per meriti politici che non può e non deve avere, ma esegue un compito con onestà, il compito di riportare fedelmente la voce dei cittadini, garantendo ai cittadini che la volontà popolare non sarà più ignorata o ingannata, bensì rispettata, registrata ed espressa fedelmente nel processo decisionale democratico senza che nessun cittadino abbia un peso maggiore dell'altro.

La Democrazia Diretta ha avuto molti critici nel corso della storia, il primo dei quali fu Platone. Il filosofo criticava il fatto che lasciare il potere decisionale ai cittadini significava creare un governo degli ignoranti, facilmente manipolabili dai demagoghi e dai populisti, e proponeva invece un governo sorretto da un "re filosofo" o da una casta di filosofi come lui, gli unici a suo parere in grado di guidare il popolo, incapace di governarsi da se. Se questo poteva essere vero duemila anni fa, in un epoca dove l'educazione era un lusso riservato solo ai ricchi ed il 99% della popolazione era analfabeta, e dove la cultura era così costosa e faticosa che solo pochi asceti amanti della conoscenza avevano il tempo e la pazienza di studiare, oggi invece non è più vero.
Oggi con la scuola, le università e internet, la cultura è accessibile a tutti e ogni libro mai scritto ed ogni informazione mai registrata è a portata di click. Con una scuola funzionante (non è il caso italiano, ma questa è un'altra storia) ogni cittadino sarebbe sufficientemente educato da poter distinguere tra la demagogia dei mezzi di propaganda e i dati verificabili, e sarebbe quindi in grado di svolgere il ruolo di cittadino attivo e partecipe delle decisioni collettive dello stato. Solone e gli Ateniesi avevano visto lungo, erano solo stati troppo in anticipo sui tempi. Invece la formula dei "re filosofi" di Platone si è rivelata una utopia, in quanto la storia ha dimostrato che anche gli uomini di maggiore cultura e gli idealisti più puri una volta arrivati al potere si sono tutti lasciati corrompere dall'ebbrezza del comando.

Certamente dal punto di vista della comunicazione politica i titoli dei giornali di oggi potranno far perdere a Grillo il sostegno dei molti che non riusciranno a capire tutto questo. Ma gli farà sicuramente guadagnare la fiducia di quelli che sanno riconoscere l'importanza di difendere il più grande progresso culturale, tecnologico e politico che l'umanità ha mai avuto occasione di raggiungere: la Democrazia Diretta.

Fonte: http://commentandolestelle.blogspot.it
Link: http://commentandolestelle.blogspot.it/2013/01/perche-beppe-grillo-ha-offerto-una.html
11.01.2013


http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11330

Pese che vai, usanze che trovi.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=378585532238187&set=a.146802842083125.30944.146538175442925&type=1&theater

Salasso Imu, la nuova tassa sulla casa costa fino al 160% più dell'Ici.



Roma - (Adnkronos) - I dati emergono dalle elaborazioni dell'Adnkronos, che ha messo a confronto le entrate dell'imposta comunale sugli immobili, fornite dall'Istat. In 10 anni il tributo è aumentato del 3,7%. Non pesa solo il ritorno dell'imposta sulla prima casa perché, confrontando i dati con l'ultimo anno di versamenti Ici sulle abitazioni principali, risulta che l'imposta lievita comunque del 90-100%. Rapporto Ue: Imu sia più equa, l'Italia rischia di cadere in "trappola della povertà".

Roma, 13 gen. - (Adnkronos) - La nuova imposta sugli immobili costerà agli italiani tra il 150% e il 160% in più rispetto all'ultimo versamento dell'Ici. La 'colpa' non è da attribuire interamente al ritorno del tributo sulla prima casa perché, confrontando i dati con l'ultimo anno in cui è stata pagata l'Ici sulle abitazioni principali, risulta che l'imposta lievita comunque a livelli considerevoli (l'incremento sarà tra il 90% e il 100%).
I dati emergono dalle elaborazioni dell'Adnkronos, che ha messo a confronto le entrate dell'imposta comunale sugli immobili, fornite dall'Istat (pari a 9,07 miliardi nel 2011 e 11,98 mld nel 2007), e le stime sul gettito 2012 confermate dagli enti locali, di circa 23-24 miliardi per l'anno appena terminato. Dall'acconto dell'Imu, versato a giugno, sono arrivati 9,937 miliardi, a cui si è aggiunta una cifra analoga con il saldo versato a dicembre, per una somma complessiva di 19,9 mld. Inoltre il 25% dei comuni (secondo i dati Ifel) ha deciso di incrementare l'aliquota sull'abitazione principale, mentre un comune su due ha elevato l'aliquota sugli altri immobili. Il governo, a giugno, per fare luce sui ''falsi miti'', ha ricordato che l'Imu erariale ammonta a circa 8,9 miliardi di euro annui, mentre l'Imu comunale è di circa 12,2 miliardi di euro (di cui 3,4 miliardi di euro relativi all'abitazione principale e pertinenze). Il gettito complessivo, quindi, è di circa 21,1 miliardi di euro annui. La quota base degli enti locali, grazie agli incrementi deliberati dai comuni, e' inoltre destinata ad aumentare, portando il gettito complessivo a crescere di una volta e mezzo rispetto all'ex tassa sugli immobili.
Analizzando le serie storiche dell'Istat emerge che in 10 anni il tributo è aumentato del 3,7%, passando da 8,7 mld del 2001 a 9,1 mld del 2011. L'incremento contenuto è dovuto soprattutto alla soppressione dell'imposta sulla prima casa, che ha portato l'imposta da 11,98 miliardi del 2007 a 9,1 mld l'anno successivo (-24%). E negli anni successivi il gettito è rimasto sostanzialmente stabile (8,895 mld nel 2009; si sale a 9,078 mld nel 2010 e resta sostanzialmente invariato nel 2001 a 9,070 mld). Il governo, citando i dati Ocse sulla vecchia tassa sugli immobili, afferma che l'Italia è il Paese con la più bassa tassazione della proprieta' immobiliare pari allo 0,6%, contro il 3,1% di Stati Uniti, il 2,1% del Giappone, il 2,4% della Francia, il 3,5% del Regno Unito, il 3,1% del Canada e l'1,1% della media Ocse. Considerando pero' il forte incremento dell'imposta, la posizione dell'Italia potrebbe scalare velocemente a superare la media dell'Organizzazione nazionale per lo sviluppo economico. Dal punto di vista redistributivo, il governo spiega che, su un totale di 19,2 milioni di immobili, 14,6 milioni verseranno l'Imu e circa 4,6 milioni saranno esenti da tassazione per l'operare delle detrazioni. La media del prelievo per immobile è circa 235 euro. Su circa 24,3 milioni di proprietari di immobili, 17,5 milioni verseranno l'Imu e circa 6,8 milioni saranno esenti dall'imposizione. La media pro-capite per i soggetti che verseranno l'Imu e' di circa 194 euro (che va calcolata considerando anche diverse quote di proprietà sullo stesso immobile).
Secondo i dati dell'Agenzia del Territorio l'importo medio Imu per l'abitazione principale è pari a 206 euro, per un gettito complessivo che supera i 3,3 miliardi; mentre l'imposta media sugli altri immobili ammonta a 761,5 euro. L'analisi per tipo di immobili evidenzia che il prelievo sulle abitazioni principali ammonta al 18,4% del totale mentre il restante 81,6% riguarda gli altri immobili. Le proiezioni dimostrano inoltre che il 68% dei contribuenti ha effettuato il versamento sull'abitazione principale e il 62% su altri immobili. La distribuzione territoriale dimostra che oltre la meta' dei versamenti complessivi dell'imposta municipale propria affluisce dal nord (54,8%), un altro 27,1% al centro e il restante 8,1% al sud. L'importo medio dell'imposta, però, è più elevato al centro (746,3 euro), mentre al nord raggiunge 682,2 euro e al Sud 441,1 euro. Dalle elaborazioni dell'Agenzia del territorio emerge, inoltre, che la maggior parte dei contribuenti persone fisiche (46,3%) si colloca nella fascia di reddito tra 10.000 e 26.000 euro e versa il 33,7% dell'imposta.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Salasso-Imu-la-nuova-tassa-sulla-casa-costa-fino-al-160-piu-dellIci_314078370306.html


Che l'Imu sia una tassa iniqua è un fatto scontato, specie per chi paga ancora il mutuo, che corrisponde ad una canone di locazione maggiorato.
Lo è ancora più incisivamente per chi il mutuo non lo paga più, perchè impossibilitato, ma risulta ancora proprietario di un immobile in comproprietà con la banca.
E allora, perchè insistere su una discussione inutile e che non ha sbocchi visto che il governo ha già deciso e legiferato, anche contro la volontà popolare?
Dove si vuole arrivare? 
Perchè non insistere, invece, sul fatto che il governo ha imposto il pagamento dell'Imu per acquistare con i proventi che ne derivano armamenti militari, mentre taglia i finanziamenti alla pubblica istruzione e alla sanità?

Grillo, Casa Pound e l’informazione. - Andrea Scanzi


Con scadenza regolare, Beppe Grillo crea polemiche. Non sempre volontariamente. Quella su Casa Pound è una delle più sgradevoli, insieme alle frasi su mafia e Ius Soli.
Certezze. Di fronte all’esponente di Casa Pound, alla domanda se fosse antifascista, Beppe Grillo ha risposto: “Non mi compete”. Uhm, mumble, bah. Essere antifascisti è una delle poche certezze che qualsiasi democratico avrebbe avere. Qua le chiacchiere e i distinguo stanno a zero. Tra le rare cose di cui l’Italia del Novecento può vantarsi, c’è proprio l’antifascismo. GobettiGramsciPertini. La lotta partigiana. I libri di Fenoglio. L’antifascismo, oltre che valore ribadito dalla Costituzione, è sacro. Chi straparla di “ideologie superate”, o magari cita Destra-sinistra di Gaber a casaccio, ha le idee piuttosto nebulose.
Beppe Fascista. Scrivere che Grillo è “fascista”, o che “apre a Casa Pound”, è l’ennesimo atto in malafede dell’informazione italiana. Chiunque ha visto mezzo spettacolo di Grillo sa bene come non solo non sia mai stato fascista, ma abbia spesso combattuto battaglie riconducibili alla sinistra. Molto più di quanto non abbia fatto la sinistra. Il filmato peraltro era tagliato ad hoc, per farlo apparire come una sorta di emulo di Mengele. Grillo non ha mai aperto a Casa Pound (oltretutto il M5S non fa alleanze: se dicesse no a Ingroia per apparentarsi a Casa Pound, oltre che irricevibile sarebbe pure demente). Grillo ha detto altro.
Cosa ha detto? Ecco: cosa ha detto? Il dialogo con il tizio di Casa Pound avviene giovedì sera, mentre Grillo sta facendo da ore la fila al Viminale per la consegna del simbolo (e già questo è surreale, come lo sono le liste civetta. Davvero ci meritiamo tutto questo?). Appare rilassato (pure troppo per i suoi canoni). Non prevarica l’interlocutore (fatto rarissimo). Mastica qualcosa. Il filmato, per chi è (o è stato) di sinistra, suona quantomeno infelice. Ma non contiene nulla di nuovo. Chi mi legge sa come avessi più volte sottolineato che la vicinanza (o anche solo la tolleranza) dimostrata nei confronti di Casa Pound fosse un aspetto ben più grave degli gne gne dei Favia qualsiasi (che guarda caso si è subito accasato da Ingroia, come qui ampiamente previsto: non era difficile arrivarci, su). Incroci pericolosi tra M5S e Casa Pound c’erano già stati a Bolzano e Bologna. Bleah.
Perché ciò accade? Grillo ha un’idea – sua e del M5S – di superamento dei vecchi steccati. Quel “non mi compete” non significa “non sono antifascista” (non diciamo belinate, dai). Bensì: “Non me ne frega una beata mazza se sei di destra o di sinistra”. Le regole del M5S sono semplici e chiare (“ecumeniche”, direbbe Grillo): incensurati, niente tessere, due mandati, programma. Stop. Se poi alcune battaglie sono condivise da fascisti, comunisti, talebani, mengoniani o venusiani, il M5S le vota. Se Casa Pound è contraria agli inceneritori, il M5S vota con Casa Pound.  Non dico che sia bello, brutto, giusto o sbagliato: dico che lì funziona così.
RisposteTale posizione è stata chiarita da Grillo nel post del 12 gennaio. Significativi questi passaggi: “Il tempo delle ideologie è finito. Il MoVimento 5 Stelle non è fascista, non è di destra, né di sinistra. E’ sopra e oltre ogni tentativo di ghettizzare, di contrapporre, di mistificare ogni sua parola catalogandola a proprio uso e consumo. Il M5S non ha pregiudiziali nei confronti delle persone. Se sono incensurate, non iscritte a un altro partito o movimento politico, se si riconoscono nel programma, per loro le porte sono e saranno sempre aperte. (..)l M5S ha votato finora le proposte considerate attinenti al suo programma, chiunque le avesse fatte. E questo è ciò che farà in Parlamento. (..) Le porte per i partiti, anche per quelli riverginati, sono invece chiuse, serrate per sempre. Alle foglie di fico chiedo di non fare correnti d’aria”. Chiaro. E non nuovo. Chi segue il M5S, queste cose, le sapeva già. Chi si stupisce, temo lo faccia per ignoranza o interesse di bottega (partito).
Ma Grillo è di sinistra? Non lo è mai stato (certe sue posizioni paraleghiste sono note). Grillo è divenuto, sin dagli Ottanta, il paladino di una parte di sinistra per la nota battuta su Craxi. Perché ha fatto controinformazione per vent’anni. Perché sa far ridere (in senso buono, e a volte in senso meno buono). Perché ha spesso avuto le palle che la sinistra italiana non ha avuto. Si dirà: com’è che uno non di sinistra ha catalizzato tanti delusi di (ex) sinistra? Per lo stesso motivo per cui tanti altri esponenti di destra o liberali, come Marco Travaglio e Antonio Di Pietro, sono divenuti cari a parte della sinistra: perché hanno fatto – non volendo – le veci della sinistra realista (ma non reale). Informando, denunciando, combattendo. Rispettando la Costituzione. Mettendo al centro di tutto la questione morale. Il contrario dei D’Alema.
Ma a te questa cosa di Casa Pound piace? No, per niente. Mi faceva vagamente schifo anche mesi fa, e lo scrivevo, mentre talkshow e quotidiani erigevano la Cattedrale dei Finti Martiri Frignanti emiliani. Io posso accettare l’idea (rischiosa, ma non peregrina) di un superamento di destra e sinistra. Soprattutto se la sinistra italiana sono le Bindi e i Violante. Esistono però dei paletti che devono rimanere. Il primo di questi è l’antifascismo: con un berlusconiano ci parlo, con un fascista compiaciuto neanche se mi pagano.
Con questa uscita, Grillo perderà consenso. Bah, mica son tanto convinto. I sondaggisti danno il M5S tra l’11% (Piepoli: uno che non la becca mai) e  il 16% (Swg Weber: uno che ci becca spesso). Un calo c’era già stato. La querelle Casa Pound ha avuto un forte impatto su chi già non votava M5S: il Pd, Sel, Ingroia. Concretamente sposta poco. Dubito che abbia stravolto chi già pensava convintamente di votarlo. La sinistra, anzitutto quella più colta, tende a credere che il M5S sia un movimento atipico di sinistra. Non lo è. Fatevene una ragione: non lo è. I ventenni-trentenni che lo votano, e si informano in Rete, sono cresciuti in un mondo post-comunista e non gli interessa nulla – nulla – di sinistra e destra, fascismo e comunismo. Sono “oltre” (o sopra, o sotto, o meglio, o peggio: comunque da un’altra parte). La vicenda Casa Pound indigna chi è di sinistra, ma non l’elettoregrillista. Che si divide in due tipologie: quello che vota M5S perché informato (e quindi sa già tutto) e quello che vota perché desidera un elemento “distruttivo” in grado a prescindere di scardinare la Casta (o quantomeno infastidirla in Parlamento).
E allora? Allora M5S può calare, eccome, ma non per Casa Pound, che ha regalato alcuni voti a Ingroia – di Rivoluzione Civile parlerò in uno dei prossimi post – ma finisce lì. Il M5S è destinato a calare se (sicuro) Berlusconi riguadagnerà consensi. Consensi che proverranno da astenuti, Monti e M5S. Grillo aveva già perso quella fetta di elettorato di sinistra dubbiosa (pensate al NormotipoSantoriano o Floresdarcaisiano), prima con le “epurazioni” e poi con Ingroia. Il risultato sono le cifre attuali, tra l’11% e il 16%. Lo Tsunami Tour servirà a Grillo per calamitare attenzioni – costringendo la tivù a parlare di lui – e provare a convincere i delusi di destra nuovamente infinocchiati da B.
Chiedo troppo se. Del M5S si dovrebbe parlare anche per le battaglie. Per i soldi restituiti in Sicilia. Per avere anticipato temi di ordine ambientale, etico, morale. Per le facce nuove, giovani e spesso (non sempre: il fenomeno che ha consegnato il simbolo farlocco M5S è un ex grillino) pulite. Non solo per le provocazioni di Grillo. Chiedo troppo? Sì.
Sì, ma chi dobbiamo votare? Mica dovete chiederlo a me. L’ipotesi meno indigesta è un governo di centrosinistra (il meno peggio) con un 20% di altrapolitica (Grillo e Ingroia). E’ poco? No, è l’Italia. Un paese in cui l’ottimismo politico, più che un azzardo utopico, è una forma bislacca di demenza.
Buona catastrofe.