Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 16 settembre 2014
Taglio alle pensioni d'oro. - Giancarlo Cancelleri
Giancarlo Cancelleri Portavoce a 5 Stelle
Stampatelo e mettetelo dappertutto!
Nei bar, nei panifici, dal parrucchiere, dal gommista, al cinema, a casa di lei, sotto il banco dello studente di fronte, nel portone del vostro comune, nel parabrezza di un'utilitaria, all'entrata di una villa qualsiasi, nei cessi della metro, accanto al manifesto dell'ypsigrock, dentro ogni bucalettere, sotto l'ombrellone, sopra il frigo, nella vostra bacheca... TUTTI DEVONO SAPERE cosa siamo riusciti a fare!
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I dischi di pietra di Bayan-Kara-Ula nel Qinghai.
Chi Pu Tei, professore di archeologia presso l'Università di Pechino, e i suoi studenti compirono una spedizione per esplorare una serie di grotte nelle montagne himalayane prive di sentieri del remoto Bayan-Kara-Ula nel Qinghai al confine con la Cina e il Tibet. Le grotte potevano essere state scolpite artificialmente per formare un sistema di tunnel sotterranei e magazzini. Le pareti sono state squadrate e vetrificate, come se fossero tagliati nella montagna con un gran calore.
Essi hanno scoperto molte file di tombe in cui erano sepolti piccoli scheletri alti circa 130 cm. Gli scheletri avevano teste anormalmente grandi, ma piccoli, sottili, fragili corpi. Un membro del gruppo suggerì che potessero essere i resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Si dice che il Professor Chi Pu Tei rispondesse: "Chi ha mai sentito parlare di scimmie che si seppelliscono l'una con l'altra?"
Non c’erano epitaffi presso le tombe, ma furono trovati centinaia di dischi di pietra ("Dropa Stones") larghi una trentina di cm, con buchi nei loro centri del diametro di circa 2 cm. Sulle pareti erano scolpite le immagini del sole che sorge, luna, stelle, la terra, le montagne, e linee punteggiate che collegavano la terra con il cielo. Insieme con i dischi, i disegni della grotta furono datati a circa 12.000 anni.
I dischi di Dropa
Si riferisce che ogni disco di pietra fosse inciso con due belle scanalature a spirale dal bordo del buco nel centro del disco, in modo forse simile al disco di Festo.
I dischi furono classificati insieme ad altri reperti di spedizione e conservati all’Università di Pechino per 20 anni, durante i quali i tentativi per decifrarli non hanno avuto successo. Quando i dischi furono attentamente esaminati dal Dottor Tsum Um Nui di Pechino verso il 1958, questi concluse che ogni scanalatura effettivamente consisteva di una serie di piccoli geroglifici, di modello e di origine sconosciuti. Le righe di geroglifici erano così piccole che una lente di ingrandimento fu necessaria per vederle chiaramente. Molti dei geroglifici erano stati portati via dall’erosione. Quando il Dr Tsum decifrò i simboli, essi raccontarono la storia della caduta a terra di un'astronave dei Dropa e l'uccisione della maggior parte dei sopravvissuti da parte di tribù locali.
Secondo Tsum Um Nui, una delle linee di geroglifici recita: "I Dropas sono venuti giù dalle nuvole nei loro aeromobili. I nostri uomini, donne e bambini si nascosero nelle grotte dieci volte prima del sorgere del sole. Quando finalmente capirono il linguaggio dei segni dei Dropas, capirono che i nuovi arrivati avevano intenzioni pacifiche.... " Un'altra sezione esprime il "rammarico" degli Ham per il fatto che l'imbarcazione degli alieni fosse precipitata in una remota e inaccessibile catena montuosa e che non vi fosse stato modo di costruirne una nuova, per consentire ai Dropas di tornare al loro pianeta.
La relazione del Dr Tsum è apparsa in una rivista scientifica nel 1962. Egli è stato successivamente messo in ridicolo, fino al punto di autoimporsi l’esilio in Giappone, dove morì. L'Accademia di Paleontologia di Pechino non ha mai permesso di pubblicare e non parla mai delle sue conclusioni.
"Tsum Um Nui" non è un vero e proprio nome cinese, e i critici suggeriscono che il Dottor Tsum può non essere effettivamente esistito. Tuttavia Tsum Um Nui è un nome giapponese adattato alle lingua cinese. Non vi è alcuna prova di lui al di là della storia dei Dropa.
Ulteriori ricerche
Nel 1965, il professor Chi Pu Tei e quattro dei suoi colleghi hanno finalmente avuto il permesso di rivelare la loro teoria e l’hanno pubblicata con il titolo "Le scritte a scanalature riguardanti le navi spaziali che, come registrato sui Dischi, sbarcarono sulla Terra 12.000 anni fa".
La documentazione di circa 716 dischi con scanalature, scoperti in seguito nelle stesse grotte, racconta una sorprendente storia di una sonda spaziale inviata dagli abitanti di un altro pianeta. Dopo l'atterraggio nella catena montuosa di Bayan-Kara-Ula (così narrerebbero quelle iscrizioni) le intenzioni pacifiche degli stranieri confusero i membri della tribù Ham, abitanti delle vicine grotte, che diedero la caccia agli extraterrestri e li uccisero.
Le foto che pretendono di mostrare i dischi Dropa sono in realtà dei dischi Bi, trovati a migliaia in tutta la Cina, soprattutto nelle Province del Sud. I dischi Bi hanno una gamma di dimensioni da pochi centimetri a diverse decine di centimetri (alcuni piedi), e sono il più delle volte fatti o di giada o nefrite, con un piccolo foro centrale rotondo o quadrato.
La maggior parte dei dischi Bi data al periodo Neolitico (circa 3000 a.C.), ma se ne trovano fino al periodo della dinastia Shang. I dischi Bi più recenti del periodo Shang sono di solito più riccamente scolpiti, con draghi, serpenti e, talvolta, pesci, e utilizzati in cerimonie rituali.
La maggior parte dei dischi Bi neolitici è stata trovata in siti tombali. Essi erano sepolti sotto la testa o i piedi del defunto. E' stato teorizzato che ciò fosse per assistere lo spirito del defunto. Nessun disco Bi è stato trovato contenente iscrizioni o scanalature a spirale, come narra la storia dei Dropa riferita da autori come Hartwig Hausdorf.
Si dice che i dischi Dropa siano di soli 12 pollici (30 cm) di diametro. Tuttavia, una foto in bianco e nero proposta da Hausdorf e altri per visualizzare un disco Dropa mostra chiaramente il disco appoggiato su un sedile, ed è chiaramente più largo in diametro (diversi piedi) e non presenta segni di sorta.
Le Ricerche degli scienziati Russi
Scienziati russi hanno chiesto di vedere i dischi e molti sono stati inviati a Mosca per l'esame. I dischi sono stati grattati per pulirli da particelle di roccia che si erano incrostate e poi sono stati sottoposti ad analisi chimica. Per la sorpresa degli scienziati, i dischi contenevano grandi quantità di cobalto e altre sostanze metalliche. Inoltre, se messi su un piatto speciale, secondo il Dr Vyatcheslav Saizev, che descrisse gli esperimenti nella rivista sovietica Sputnik, essi vibrano o "ronzano" in un insolito ritmo, come se una carica elettrica passasse attraverso di loro. O come ha suggerito uno scienziato "come se essi formassero una parte di un circuito elettrico". Ad un certo tempo, essi devono essere stati chiaramente esposti ad una tensione straordinariamente alta. "Essi sembrano come antichi dischi rigidi, e ruotano come i dischi rigidi che abbiamo oggi. Forse se riuscissimo a leggere questi antichi dischi rigidi, ci sarebbe possibile trovare risposte".
Le Foto di Wegerer
Nel 1974, Ernst Wegerer, un ingegnere austriaco, fotografò due dischi che corrispondevano alle descrizioni dei Dropa Stones. Egli partecipava ad una visita guidata del Museo Banpo a Xian, quando vide i dischi di pietra in mostra. Egli sostiene di aver visto un buco al centro d’ogni disco e geroglifici in parte incisi a spirale come scanalature.
Wegerer chiese ai manager di Museo Banpo maggiori informazioni sui pezzi in vetrina. La guida culturale non sapeva nulla della storia delle pietre, anche se era in grado di raccontare una storia completa su tutti gli altri artefatti di creta. Lei sapeva solo che i dischi di pietra erano "oggetti di culto" di poco conto.
A Wegerer fu consentito di prendere in mano uno dei dischi. Egli stimò il loro peso in 1 kg (2 libbre) e il diametro a 30 cm (un piede). I geroglifici non possono essere visti nella sua foto, perché si sono in parte sbriciolati, e il flash della fotocamera ha fatto sparire i dettagli fini, come le scanalature a spirale.
Pochi giorni dopo la sua visita, la direttrice è stata rimossa dal suo posto di lavoro senza rivelarne la ragione. Lei e i due dischi di pietra sono scomparsi, secondo il professor Wang Zhijun, il direttore del Museo Banpo, nel marzo del 1994.
Alcune conferme
Negli anni trascorsi dal momento della scoperta del primo disco, archeologi e antropologi hanno appreso di più sulla zona isolata di Bayan-Kara-Ula. La maggior parte delle informazioni è stata interpretata come sostegno alla storia registrata sui dischi.
Leggende presumibilmente ancora conservate nella zona parlano di piccoli, esili uomini dalla faccia gialla, "venuti dalle nuvole, molto, molto tempo fa". Quegli uomini avevano enormi teste sporgenti e corpi sottili ed erano così brutti e repellenti che erano evitati da tutti. "Uomini con i cavalli rapidi" diedero la caccia ai brutti nani. Stranamente, la descrizione degli "invasori" si dice corrispondente a quella degli scheletri originariamente scoperti nelle grotte dal professor Chi Pu Tei.
Alcune critiche
I critici hanno ampiamente respinto la pretese di cui sopra, sostenendo che sono una combinazione di truffa e leggenda urbana. Ad esempio, lo scrittore David Richie prende atto che i racconti sui Dropa abbiano incuriosito Gordon Chreighton, un Fellow della Royal Antropological Society e della Royal Geographical Society. Dopo le sue indagini, Chreighton giudicò le sensazionalistiche narrazioni relative ai Dropa-Extraterrestri come "prive di fondamento", e dettagliò le proprie conclusioni in un articolo per Flying Saucer Review (La Rivista del Disco Volante).
Non esistono prove rintracciabili o credibili per questa teoria, né si può dimostrare che ne siano esistite in passato. I fautori della storia delle Dropa-stones sostengono che ciò sia il risultato di perturbazioni sociali causate dalla Rivoluzione Culturale cinese e da una cospirazione di coverup da parte delle autorità cinesi. Tuttavia questa storia va ben oltre la Cina. Gli oppositori sostengono che è ampiamente dimostrato che si tratti di un falso imbastitoda Erich von Däniken.
Di seguito è riportato un dettagliato resoconto della maggior parte delle pretese sensazionalistiche sulla storia dei Dropa/ Extraterrestri:
1. La scoperta.
Non ci sono menzioni di 'Tsum Um Nui' in nessun luogo, poiché si suppone che egli sia fuggito dalla Cina e sia morto in Giappone negli anni 1960, ciò non può dipendere dalla teoria di una coverup comunista attuata dalla Rivoluzione Culturale. Inoltre, non vi è alcuna traccia del 1938 di una spedizione archeologica alla catena di Banyan Kara Ulla. Nessuna "Peking Academy of Pre-History" è mai esistita.
2. Prime Fonti.
La prima menzione della storia è nel libro pieno di frottole di Erich von Daniken del 1968, “Carri degli Dei”. Il libro è stato ampiamente criticato in quanto inaffidabile. Di fatto, la stragrande maggioranza dei nomi e delle fonti del libro non può essere confermata, e non si può dimostrare l’esistenza dei seguenti studiosi sovietici o cinesi, al di fuori di questa storia: Cho Pu Tei, Tsum Um Nui, Ernst Wagener, Vyatcheslav Saizev, e Sergei Lolladoff. Per dirne di più, Däniken dice che la sua principale fonte per la parte sovietica della storia fu lo scrittore di fantascienza Alexander Kazantsev; lo stesso Kazantsev tuttavia non è d'accordo col racconto di Däniken e dice che è stato Däniken a raccontare a lui la storia, non il contrario.
3. Fonti più tarde.
Il libro “Dei Solari in Esilio”, “edito” da David Agamon, apparve nel 1978 per dare sostegno alla storia dei Dropa, ma Agamon ammise nella rivista “Fortean Times” nel 1988 che il libro era una finzione e che il suo presunto autore, un ricercatore britannico chiamato dottor Karyl Robin-Evans, era immaginario. Alcuni siti web pretendono di mostrare una foto del dottor Robin-Evans con il Dalai Lama: un fragile vecchio, a fianco del Dalai Lama attuale. La fotografia è abbastanza recente e non può essere il dottor Robin-Evans, il quale sarebbe morto nel 1978, secondo Hartwig Hausdorf.
4. Traduzione.
Non vi è assolutamente alcun precedente di una lingua sconosciuta decifrata con successo. Tutte le lingue perdute dell’antichità sono state riscoperte solo perché erano sopravvissute in forme familiari per gli scienziati. Anche in tali casi, la decifrazione e la comprensione di queste antiche forme linguistiche e delle loro scritture di solito ha richiesto decenni a più squadre di linguisti altamente competenti, e le loro conclusioni sono costantemente oggetto di dibattito e di aggiornamento. Molti scritti antichi (in particolare il Lineare A dell'isola di Creta e il Rongorongo dell’Isola di Pasqua), hanno sfidato la decifrazione proprio perché non possono essere collegate a nessuna lingua conosciuta. Alla luce di questi fatti, ci sarebbe anche una maggiore difficoltà nel tradurre una vera e propria lingua extraterrestre. E' quindi altamente improbabile che un singolo studioso cinese privo di un’adeguata preparazione linguistica possa da solo decifrare una scrittura o lingua aliena nel suo tempo libero.
5. I Dischi.
Tutto ciò che esiste dei presunti dischi alieni sono diverse fotografie riprese col grandangolare. I dischi fotografati, in primo luogo, non corrispondono alla descrizione di "dischi da 12 pollici ": i dischi fotografati sono molto grandi. In secondo luogo, le foto non mostrano nessuno delle presunte profonde scanalature. Infine, assolutamente nessuna foto, descrizione, analisi o nessun’altra prova dell’effettiva “scrittura aliena” appare in nessun luogo.
6. Si è supposto che i dischi siano stati immagazzinati in diversi musei in Cina. Nessuno di questi musei possiede o ricorda alcuna traccia di questi dischi, né può esserne trovata alcuna di quelli apparentemente inviati in URSS per l'analisi.
7. La tribù Dropa.
Mentre si racconta che si tratti d’una tribù di deboli nani, in realtà i Dropas sono pastori nomadi che abitano la maggior parte dell’altopiano settentrionale tibetano. Anche gli Ham sono abitanti del Tibet, e tradizionalmente hanno fornito i guerrieri del Tibet: molte delle guardie del corpo del 13° Dalai Lama, durante la sua fuga dall’invasione cinese, erano Ham tibetani. La parola "Dropa", secondo Chrieghton, descrive i nomadi residenti sugli altipiani tibetani, e può essere approssimativamente tradotta come "solitudine" o "isolato". Inoltre, Chreighton non ha descritto i Dropa come somiglianti a "trogloditi", o come nani, ma al contrario essi tendono ad essere piuttosto grandi e robusti, il che corrisponde alla loro occupazione di pastori. (Richie, 95-96)
http://www.climatrix.org/2009/12/i-misteriosi-dischi-di-pietra-dei-dropa.html
lunedì 15 settembre 2014
Divano con sacco a pelo.
Cosa ne pensi di questo Divano con sacco a pelo di Stephanie Hornig?
Un divano moderno con un sacco a pelo integrato nel rivestimento.
https://www.facebook.com/greenrenaissance/photos/a.210721328945659.58322.120085081342618/892103604140758/?type=1&theater
Bollo auto, aumento 12%, abolito superbollo. - Francesco Forni
Bollo auto, aumento 12%, abolito il superbollo. Questi due tra i punti principali della bozza di disegno di legge del governo Renzi, che prevede anche l’addio al certificato di proprietà e all’Ipt (imposta provinciale di trascrizione). La burocrazia dell’auto dovrebbe cambiare in profondità con l’arrivo anche della Carta unica del veicolo e dell’Imposta regionale di immatricolazione.
Andiamo al sodo, bollo e superbollo. La buona notizia è che il superbollo, infelice (e controproducente soprattutto) fardello ideato e lanciato nel 2011 dai governi Berlusconi e Monti per le auto con più di 185 kW (250 cavalli) sarà abolito. L’addio, finalmente, a questa addizionale erariale è una mossa logica, controbilanciata purtroppo da un aumento. Il bollo, la tassa automobilistica(un tempo “di circolazione”) sarà soggetto, dal 2015, ad aumenti fino al 12%che saranno ad libitum da parte delle Regioni.
La burocrazia invece dovrebbe subire uno snellimento, con la nascitadell’archivio unico presso il ministero delle Infrastrutture (ancora incerto il futuro del PRA, il pubblico registro automobilistico) mentre viene abolito il certificato di proprietà, al suo posto la Carta unica del veicoli. Saluta anche l’Ipt che sarà sostituita dall’imposta regionale di immatricolazione, che sarà definita dal caratteristiche più specifiche del mezzo, sulla falsariga del bollo: tipo, categoria, emissioni e potenza. Anche qui però le regioni avranno un’ampia (esagerata a nostro avviso) discrezionalità: quella di aumentare fino al 30% la quota base stabilita.
Per ora si tratta di una bozza di disegno di legge e i tempi, con l’estate alle porte, potrebbero dilatarsi. Senza contare le opposizioni che il cammino di questi provvedimenti potrebbe incontrare. L’obiettivo è comunque il 2015.
http://www.auto.it/2014/06/13/bollo-auto-aumento/22544/
Calcola bollo auto attraverso la targa:
http://www1.agenziaentrate.gov.it/servizi/bollo/calcolo/RichiestaPagamentoSemplice.htm
Klaira: la pillola anticoncezionale biologica. - Simona Falasca
Anche la contraccezione diventa "bio". E' da oggi disponibile nelle farmacie italiane Klaira, la prima pillola anticoncezionale naturale "disegnata intorno alla donna". Ma naturale in che senso? Dopo 50 anni di ricerche si è finalmente riusciti a sostituire al derivato sintetico di estradiolo finora utilizzato, lo stesso estrogeno prodotto dal corpo femminile.
Klaira agisce con un mix di dosaggio flessibile di estradiolo valerato e dienogest, una sostanza già ampiamente utilizzata per la cura dei disturbi all'endometrio e così ogni confezione non sarà più composta da 21 pilloline come nei contraccettivi tradizionali, ma da 28 compresse: 26 a base dei due suddetti ormoni più le restanti placebo, ossia senza alcuna sostanza, ma in grado di assicurare un'assunzione continuativa e ridurre le dimenticanze. Ed è proprio grazie alla combinazione con il dienogest e alla variabilità del dosaggio che si è riusciti dove tutti i precedenti tentativi avevano fallito: fino ad oggi usare l'estradiolo naturale era sempre risultato impossibile poiché non assicurava un sufficiente controllo del ciclo.
Con questa pillola invece, la protezione da gravidanze indesiderate è garantita e pari a quella degli altri anticoncezionali orali oggi in commercio e in più presenta molti altri vantaggi come la migliore stabilità ormonale data dal minore intervallo senza ormoni (solo 2 giorni invece dei 7 delle pillole "convenzionali"), un ridotto numero di giorni di sanguinamento, flussi più brevi e più leggeri, ma soprattutto un minor impatto metabolico, proprio perché l'estrogeno utilizzato è quello che il corpo femminile conosce da millenni.
Una nuova opzione anticoncezionale, dunque, in grado di rispondere alle esigenze di chi, e in Italia sono oltre l'80% delle donne, proprio non ce la fa a imbottire il proprio corpo di sostanze sintetiche ed è molto restio all'utilizzo della pillola. Una soluzione a chi (una donna su due tra i venti e i ventinove anni e due su tre oltre i trenta) chiede un prodotto naturale, più rispondente alle proprie esigenze.
Klaira è stata presentata e ampiamente commentata ieri nell'ambito del Congresso della Società Europea di Ginecologia che si sta svolgendo a Roma: "un'innovazione che tutti noi aspettavamo" ha affermato la prof.ssa Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica dell'ospedale San Raffaele Resnati di Milano. Le fa eco Rossella Nappi, ginecologa dell'Università di Pavia: "Si tratta di una pillola che apre nuovi orizzonti per tutte le donne in età fertile. Il buon controllo del ciclo mestruale, abbinato ad un'elevata sicurezza contraccettiva, ad un'alta tollerabilità e al ridottissimo impatto metabolico, la rendono infatti una valida scelta a tutte le età".
Già da questo settembre Klaira sarà disponibile in circa 20 paesi europei, "una conquista che testimonia il costante impegno di noi professionisti nella messa a punto di molecole e combinazioni sempre più affinate e rispettose del corpo femminile, dal menarca fino alla menopausa" ha concluso Andrea Genazzani, professore al Dipartimento di Medicina della Procreazione dell'Università di Pisa e presidente del Congresso.
Leggere anche:
TASI.
https://www.facebook.com/71253357381/photos/a.86463527381.97072.71253357381/10152249949877382/?type=1&theater
Riscaldamenti addio! A Pisa la prima casa passiva in canapa e calce d'Italia. - Marta Albè
Dire addio a condizionatori e riscaldamento grazie all'isolamento termico della canapa.
In provincia di Pisa sta nascendo la prima casa passiva in canapa e calce. Il cantiere è aperto e si trova a Cascina, in località San Prospero. La casa passiva in canapa garantirà il massimo risparmio energetico, tanto che non servirà nemmeno installare un impianto di riscaldamento. Inizia così un maggior distacco dalle fonti non rinnovabili?
La sua costruzione avverrà grazie ad un biocomposto in canapa e calce. Con l'aiuto della canapa si ha la garanzia di creare abitazioni ben isolate dal punto di vista termico e acustico. Tutto ciò grazie a materie prime il più possibile naturali e traspiranti. La speranza è che queste nuove applicazioni della canapa portino ad una riscoperta della sua coltivazione. Per decenni abbiamo accantonato la canapa e tutte le sue potenzialità.
Ora proprio la sua coltivazione potrebbe portare ad una rivoluzione dell'edilizia green. E magari gettare luce sugli altri possibili impieghi, con particolare riferimento al settore tessile, alimentare e ad una produzione di carta più sostenibile.
La coltivazione della canapa purtroppo nei decenni passati ha attraversato un periodo di
proibizionismo. Gli interessi economici si sono rivolti altrove. L'Italia era un Paese florido per quanto riguarda la produzione di canapa e ora sta riscoprendo questa risorsa.
La canapa ha il vantaggio di inglobare anidride carbonica nel corso del proprio ciclo di vita, in quantità superiore alla quantità immessa in atmosfera per la produzione del biocomposto di calce e canapa prescelto per la costruzione della casa passiva di Pisa.
Nei prossimi mesi vedremo sorgere una villetta a due piani con struttura portante in legno FSC e muri di tamponamento realizzati con il composto di canapa e calce, che verrà utilizzato anche per isolare la copertura, garantendo la massima traspirabilità dell'involucro.
Ciò che rende speciale questa casa passiva in calce e canapa è il fatto che non sarà necessario installare né un impianto di riscaldamento né un impianto di raffrescamento. Questo per via dell'elevato isolamento termico garantito dai materiali da costruzione. Verrà invece inserito un impianto di ventilazione con efficacia di recupero del calore pari al 98%. Per gli elevati standard di sostenibilità, la casa passiva di calce e canapa potrebbe ottenere la certificazione Casa Clima Gold. Vi piacerebbe abitare in una casa alternativa di questo tipo?
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