Il leader di Italia viva, intervistato dal Messaggero, ha garantito che secondo lui non ci saranno contraccolpi sull'esecutivo. E annuncia che anche sulla prescrizione si esprimeranno contro la maggioranza. Sull'incontro Di Maio-Zingaretti: "Spero che il leader 5 stelle trovi il tempo di seguire i dossier di politica estera". E sul dem: "In questi giorni di festa ho ripreso a sentirmi anche con Zingaretti dopo le polemiche post scissione."
Garantisce che “la maggioranza regge tranquillamente” e che sia “più saggio per tutti arrivare a scadenza naturale della legislatura”. Ma annuncia che Italia viva voterà contro il governo, e insieme al centrodestra, sulla revoca delle concessioni di Autostrade e, “se il ministro Alfonso Bonafede non trova una soluzione”, anche sulla prescrizione. L’ex premier Matteo Renzi, intervistato da il Messaggero, ha parlato della tenuta dell’esecutivo e di come i suoi si comporteranno in Aula sui punti cruciali dell’agenda 2020. Il senatore non esiterà ad allinearsi quindi al centrodestra su due dei provvedimenti che rappresenteranno i primi banchi di prova della maggioranza nell’anno nuovo. Sulla richiesta di autorizzazione a procedere per Matteo Salvini in merito al caso della nave Gregoretti invece, Iv ha già deciso che darà il via libera: “Replicheremo il voto dato sulla Diciotti”. Solo ieri 4 gennaio, a sorpresa, i due leader Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio si sono incontrati per avviare i contatti per la riscrittura del contratto: un appuntamento a cui non sono stati invitati gli altri esponenti della maggioranza, organizzato per rafforzare l’intesa Pd-M5s.
Se il senatore non prevede terremoti, al tempo stesso ha annunciato che i suoi non si uniranno alla maggioranza sul tema Autostrade. La stessa ministra Pd dei Trasporti Paola De Micheli nei giorni scorsi ha parlato di “troppe evidenze” sulla “scarsa manutenzione del Ponte Morandi” e non ha escluso la revoca. Ma Renzi ha ribadito che non si unirà a Pd e 5 stelle sull’argomento: “Abbiamo già votato contro in consiglio dei ministri”, ha detto. Il riferimento è al decreto Milleproroghe e all’abolizione delle penali per la revoca delle concessioni contro cui si è espressa Italia viva a fine dicembre. “Voteremo contro in Parlamento. Perché punire chi ha sbagliato sul Morandi o altrove è sacrosanto. Fare leggi improvvisate che privano il Paese di credibilità internazionale e fanno fuggire gli investitori internazionali invece è un assurdo. Se giuridicamente ci sono le condizioni per la revoca lo devono dire i tecnici, non i demagoghi”.
A Renzi hanno risposto Stefano Fassina e Manlio Di Stefano. “Chi si oppone alle revoche, come ancora una volta oggi Matteo Renzi, dovrebbe leggersi la documentatissima Deliberazione della Corte dei Conti del 18 dicembre scorso”, dice Fassina, deputato di LeU e promotore del movimento Patria e Costituzione, in un intervento su Huffington Post. “La norma inserita nel Decreto Milleproroghe è soltanto un primo passo, insufficiente: è la gestione privata che va eliminata a meno di non voler continuare a nutrire interessi fortissimi a scapito dell’interesse pubblico, con il paravento di presunti diritti acquisiti che in realtà sono immorali privilegi, ossia truffe legalizzate a danno dei cittadini”, aggiunge Fassina.
Di Stefano, invece, attacca: “Pensate quindi davvero che ci fermeremo nella revoca delle concessioni autostradali ai Benetton solo per Matteo Renzi e Matteo Salvini (i gemelli della politica) si oppongono? Questa è e sarà la nostra priorità perché non è accettabile che la nostra sicurezza sia lasciata nelle mani di chi ci ha già traditi provocando 43 morti a Genova”. “I Matteo – aggiunge – se ne facciano una ragione e trovino altri finanziatori, con noi al governo non l’avranno mai vinta”.
Ma non è il solo punto su cui l’ex premier si allinea con il centrodestra. Naturalmente rimane la prescrizione. Martedì 7 gennaio ci sarà un vertice tra le forze di maggioranza per discutere delle modifiche da introdurre per accompagnare l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione. Un punto su cui i renziani e parte del Pd intendono non mollare: “O Bonafede trova una soluzione”, ha detto Renzi, “o noi votiamo la legge Costa che riporta la prescrizione come era prima. Una giustizia senza fine è la fine della giustizia e consegna i cittadini alla discrezionalità degli inquirenti e ai loro tempi. Fatico a trovare qualcosa di più barbaro e di più incostituzionale. Penso che i 5 stelle faranno una mediazione. Se non la faranno noi voteremo la legge Costa, che peraltro era ministro del mio governo, il Pd deciderà che fare”.
Per quanto riguarda però, la tenuta complessiva, Renzi dice di non avere dubbi che il governo giallorosso andrà avanti senza particolari problemi. “La maggioranza regge tranquillamente, il M5s non so“, ha commentato Renzi in riferimento alle ultime diserzioni dei parlamentari 5 stelle che hanno deciso di lasciare il gruppo o che sono stati espulsi. “Io non credo che sarà un anno facilissimo per i grillini, tutt’altro. Però i segnali di chi sta lasciando il Movimento vanno tutti nella direzione della prosecuzione della legislatura”. Secondo il leader di Iv “l’esodo dalla Piattaforma Rousseau è appena iniziato. Ma continuo a pensare che sia più saggio per tutti arrivare a scadenza naturale della legislatura. E se i grillini ci arriveranno meno forti è un problema tutto loro“.
Nessun contraccolpo effettivo quindi, almeno secondo l’ex premier, sull’esecutivo che comunque continuerà ad avere i voti necessari per sopravvivere. Anzi, Renzi ha deciso di non aprire polemiche per non essere stato chiamato al tavolo con Zingaretti e Di Maio: “Ogni incontro tra segretari per me è positivo. Spero però che in queste ore Di Maio trovi il tempo di seguire soprattutto i dossier di politica estera” e “se fossi il ministro degli Esteri mi preoccuperei delle vere guerriglie, non di quelle farlocche interne a M5s. E anche se non farlocche, comunque insignificanti davanti ai problemi del Mediterraneo e del ruolo strategico dell’Italia in questa zona”. Renzi ha anche rivelato che, “in questi giorni di festa”, ha ripreso “a sentirmi anche con Zingaretti dopo le polemiche post scissione. E mi sembra un fatto positivo. Lavoriamo tutti insieme con le nostre diverse sensibilità”.
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