Palamara-gate. Manovre sul Parlamento dell’ex ministro per evitare la nomina a Roma di Creazzo, procuratore di Firenze che aveva arrestato i genitori di Renzi.
Tra il 15 e il 27 maggio 2019 c’è più di un incontro tra Luca Lotti e Luca Palamara. Si discute della futura nomina di Marcello Viola alla Procura di Roma. E si discute anche del concorrente di Viola, Giuseppe Creazzo, che da procuratore capo di Firenze ambisce alla guida della Procura romana. C’è però qualche dettaglio da tenere a mente. Il primo: Creazzo, appena tre mesi prima, ha chiesto – e ottenuto – gli arresti domiciliari (che saranno poi revocati) per i genitori di Matteo Renzi, Tiziano e Laura Bovoli, con l’accusa di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il secondo: su Creazzo c’è un esposto presentato alla Procura di Genova da un pm del suo stesso ufficio (per il quale non è indagato, ndr).
Parlando del Risiko delle nomine negli uffici giudiziari, delle caselle di Torino, Roma e Reggio Calabria, Lotti dice: “…per me è un pizzico legata alla difesa di ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che, ve lo dico con franchezza, è imbarazzante….”. L’ex consigliere del Csm Luigi Spina commenta: “…te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile”. Poiché Lotti, a Firenze, non era coinvolto in nessuna inchiesta, par di capire che Creazzo andava “tolto dai coglioni” per altri motivi e l’inchiesta sui genitori di Renzi potrebbe essere un riferimento logico. Anche Lotti potrebbe riferirsi alla stessa vicenda quando definisce “imbarazzante” la “situazione fiorentina”.
Il parlamentare Pd (autosospeso dal partito, ndr) preferisce non commentare, ma fonti a lui vicine spiegano che il riferimento non era all’inchiesta sui genitori di Renzi, bensì all’esposto pendente alla Procura di Genova. Come dire: per gli esponenti della corrente Unicost (un paio, ndr) che intendevano sostenere la candidatura di Creazzo alla Procura di Roma, la sua “difesa d’ufficio” rispetto all’esposto sarebbe stata complicata.
Un fatto è certo: Lotti è contrario all’approdo di Creazzo a Roma. E così una settimana dopo, quando il plenum ha già sancito la vittoria di Viola su Creazzo con 4 voti a 1, pensa che si potrebbe tornare sul suo esposto a Genova, favorire un’interrogazione parlamentare sull’argomento e affossarlo definitivamente. Non è esattamente il ruolo che un parlamentare della Repubblica dovrebbe svolgere. Ma Lotti, da quando è diventato l’artefice della nomina di David Ermini al Csm – con l’asse tra Unicost e Magistratura Indipendente, creato insieme a Luca Palamara e Cosimo Ferri – nella partita delle nomine, e di Roma in particolare, c’è entrato con tutte le scarpe. Ed ecco la conversazione del 27 maggio 2019.
“…un passaggio a Genova me lo puoi fare te personalmente (…)?” chiede Lotti, “perché io l’ho pronta l’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia…”. “Ma la fai proprio te”, risponde Palamara. “No”, risponde Lotti “ci vuole cinque stelle a Bonafede (…) per chiedere se viste le cose uscite sui giornali …”. “E come mai”, continua Palamara, che non capisce il ruolo del M5S, “perché si stanno scollando”. “Perché c’è un pezzo che si sta scollando”, conferma Lotti. “E te lo recuperi”, continua Palamara. “No, ma tanto non mi serve a nulla, me lo gioco su altre cose. Però, capito, già il fatto che ci sia un’interrogazione parlamentare sul (al, ndr) ministro della Giustizia, che chiede se (…) corrisponde al vero le notizie di giornale uscite su una donna fiorentina, però va deciso se farla o no”.
In alternativa si potrebbe realizzare un’interrogazione parlamentare sull’esposto che il pm Stefano Fava ha presentato al Csm sull’ex procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone: “Piuttosto – continua Lotti – gli faccio una roba sulla prima commissione e quindi fa uscire la roba anche su Ielo (Paolo, procuratore aggiunto di Roma, ndr) e Pignatone”. Lotti non dovrebbe interferire sulle nomine né influenzarle attraverso le interrogazioni parlamentari. Ielo peraltro è il procuratore aggiunto che ha chiesto il suo rinvio a giudizio per favoreggiamento e rivelazione del segreto nell’inchiesta Consip. Fonti vicine a Lotti spiegano che, secondo il parlamentare Pd, il M5S, che al Csm, con i suoi componenti laici, aveva già scelto Viola, avrebbe potuto trovare utile presentare un’interrogazione parlamentare (mai presentata) sul concorrente Creazzo.