mercoledì 18 novembre 2020

Le migliori energie. - Marco Travaglio

 

Come se non bastassero le figuracce del governo sui commissari alla sanità in Calabria, alcune menti eccelse della maggioranza lavorano alacremente per sputtanarlo vieppiù con l’innesto di Forza Italia. Finora non s’è capito bene a che serva l’operazione, visto che la maggioranza, sia pur risicata al Senato, non è mai andata sotto e visto che c’è solo una coalizione più spaccata dei giallorosa: il centrodestra. A chi serve, invece, è chiarissimo: a B., che nelle urne ormai sfugge ai radar, ma nei palazzi continua a contare come ai (suoi) bei tempi grazie alla potenza di fuoco dei suoi media, dei suoi soldi e delle sue varie affiliazioni. Infatti ha appena incassato una scandalosa norma per salvare l’“italianità di Mediaset”, come se i francesi di Vivendi potessero essere peggio di un tizio che fa contemporaneamente il leader politico e l’editore di tv, giornali e libri. Perciò il grande Franco Cordero lo paragonava al caimano: perché, nei momenti critici, si inabissa sotto il pelo dell’acqua per fingersi morto o apparire mansueto e inoffensivo, pronto al momento giusto a spalancare le fauci e fare un sol boccone di chiunque si avvicini. Il cimitero della politica è lastricato delle lapidi dei presunti leader di centrosinistra che avevano avuto la brillante idea di dialogare con lui e di centrodestra che si erano illusi di succedergli. Vittorio Cecchi Gori, che ebbe la malaugurata idea di fare società con lui e ancora ne paga le conseguenze, ripete spesso che “Berlusconi, se gli dai un dito, ti si prende il culo”.

I nuovi pretendenti sono Zingaretti e soprattutto il suo ideologo Bettini, convinto che, imbarcando FI nella maggioranza (o nel governo, non s’è ben capito), arriveranno “le energie migliori”, ovviamente “consapevoli e democratiche”. È un peccato che non faccia nomi. Delle “energie migliori” – a parte il noto pregiudicato plurimputato pluriprescritto piduista finanziatore della mafia corruttore frodatore fiscale autore di 60 leggi ad personam e responsabile delle più scandalose epurazioni mai viste – c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma forse Gasparri, Brunetta, Letta, Casellati, Gelmini, Minetti, Tremonti, Schifani, Ghedini, Longo, Lunardi, Scajola, Alfano, Miccichè, Bertolaso e Giggino ’a Purpetta, per citare solo la prima fila, possono bastare. Senza contare Dell’Utri, Previti, Verdini, Cosentino, Cuffaro, Galan e Romani, purtroppo impediti a partecipare in quanto pregiudicati o addirittura detenuti, e Matacena, tristemente esule a Dubai. E senza profanare il Pantheon dei padri nobili: Mangano, Bontate, Gelli, Carboni, Craxi, Squillante e Metta. Poi naturalmente ci sono anche le “energie peggiori”. Ma quelle preferiamo non immaginarle neppure. Paura.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/18/le-migliori-energie/6007396/

Moncler a Fontana: ridateci i 10 milioni donati per la Fiera. - Andrea Sparaciari

 

Il flop dell’Astronave.

Moncler Spa ha richiesto indietro i 10 milioni di euro che ad aprile scorso aveva donato per costruire l’Astronave di Guido Bertolaso alla Fiera di Milano. Soldi che aveva versato sul conto corrente intestato a Regione Lombardia. Ed è stato proprio a Regione Lombardia che la società guidata da Remo Ruffini ha inviato il 22 ottobre scorso la richiesta di restituzione. Non certo una cartolina di ringraziamento per l’opera svolta. Con la missiva, infatti, la società rigettava la richiesta ufficiale avanzata da Regione Lombardia di trasformare quella “donazione modale” (cioè vincolata a uno scopo specifico, cioè l’Astronave), permettendo così al Pirellone di poter utilizzare i soldi “per altre iniziative di carattere emergenziale”. Secondo la Regione, infatti, per edificare l’Ospedale erano bastati i 21 milioni raccolti dalla Fondazione Fiera e quindi quei soldi avrebbero potuto prendere un’altra strada. È a questo punto che la società dei piumini ha risposto un gigantesco “no”. E anzi ha preteso la restituzione dell’intera somma. Una storia messa nero su bianco dallo stessa giunta regionale nella delibera n. 3.820 del 9 novembre 2020 con la quale ha sancito la riconsegna dell’assegno: “Regione Lombardia ha chiesto una liberatoria ai donatori che avevano indicato nella causale della donazione l’Ospedale Fiera al fine di poter utilizzare le risorse per altre iniziative di carattere emergenziale”, liberatoria “che Moncler non ha sottoscritto”.

Così, in pochi mesi, l’ad Ruffini è passato dal: “Ho manifestato all’assessore Giulio Gallera la volontà di supportare questo grande progetto (l’Ospedale in Fiera, ndr) sin dal momento in cui è stato ipotizzato e ora che ci sono ragionevoli certezze sulla fattibilità, siamo pronti a sostenerlo. Sono certo che il team della Regione Lombardia, supportato anche dall’esperienza di Guido Bertolaso, possa far diventare al più presto questa grande iniziativa realtà”, pronunciato in aprile: a un “ridatemi tutto” detto pochi giorni fa. Tuttavia, Pirellone e Moncler hanno trovato un accordo per investire insieme in un altro progetto. Questa volta si tratta di un programma di medicina di prossimità e assistenza domiciliare – evidentemente ritenuto da Moncler più utile dell’Astronave per combattere il Covid – dal valore complessivo di 1.999.824 euro. Un vero cambio di paradigma, dalla cattedrale di Bertolaso alla medicina domiciliare. Con quei 2 milioni, comunque, Moncler attrezzerà 13 automezzi di supporto per la diagnostica domiciliare e due camper con postazione radiologica. Il personale, invece, sarà messo a disposizione dalla Ats Milano. In pratica, la società pagherà le dotazioni per 15 Usca, che però a Milano fino a oggi non si sono viste. E infatti molti si chiedono se Ats sarà in grado di fornire i sanitari da mettere su quei 15 mezzi nuovi di zecca, entro i 30 giorni previsti dall’accordo.

Quanti sono i fondi conferiti alla Regione da parte di altri donatori? Anche a loro Regione Lombardia ha chiesto il permesso di indirizzare i soldi avanzati verso altre finalità? Quanti hanno già risposto? Informazioni che a oggi non è dato sapere, perché di quel fondo si conosce pochissimo. Si sa però che le donazioni raccolte ammontano a circa 59 milioni e che 39 milioni sono già confluiti nella “gestione separata” del Pirellone, cioè sono stati incamerati e usati per altri scopi sanitari. Ne avanzano 20, tolti i 10 di Moncler, ne restano altrettanti, ufficialmente congelati. Che fine faranno? Lo si potrà sapere solo tra molti mesi, visto che con la delibera dell’8 maggio 2020 dal titolo “Determinazioni in ordine all’utilizzo delle donazioni pervenute a Regione Lombardia per sostenere l’emergenza epidemiologica”, Fontana ha deciso che la loro rendicontazione dovrà arrivare solo “al termine dello stato di emergenza nazionale deliberato dal Cdm”. Insomma, c’è tempo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/18/moncler-a-fontana-ridateci-i-10-milioni-donati-per-la-fiera/6007401/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=oggi-in-edicola&utm_term=2020-11-18

martedì 17 novembre 2020

La pandemia e la riscoperta della rinuncia. - Tommaso Merlo

 

La pandemia ci sta costringendo a delle rinunce. Davvero non facile in un’era che ci spinge all’avere e al fare sempre di più. Più successo, più divertimenti, più potere, più visibilità, più soldi, più cose. Oggi “di più” è diventato sinonimo di “meglio”. Poi però siamo circondati da persone infelici o frustrate che inquinano il mondo d’odio o che devono attaccarsi a qualche dipendenza per tirare avanti. Qualcosa non torna. E questa pandemia potrebbe aiutarci a fare luce. Oggi tutti vogliono sempre di più ma una volta che hanno raggiunto i loro traguardi nel giro di poco ricominciano a guardarsi attorno per trovare il traguardo successivo. Come se in realtà più che di traguardi si trattasse di miraggi incapaci di soddisfare le loro vere esigenze e placare quel malessere che li affligge. Ma invece di rendersene conto, insistono nell’errore mirando al miraggio successivo per tutta la vita. Un iPhone, un viaggio, una posizione professionale, una vetrina. Tutta roba che non riescono nemmeno a godersi appieno perché perennemente proiettati al miraggio successivo. Prigionieri di un utopico domani passano il tempo a lagnarsi del come dovrebbe essere invece di godersi il com’è. Il brusco stop imposto dalla pandemia è un’occasione per riscoprire il bistrattato presente. Per fare il punto e capire quali sono i nostri reali bisogni e quali invece sono superflue futilità con cui ci intossichiamo la vita. In modo da smetterla di correre come criceti su una ruota. Illusi di arrivare da qualche parte mentre in realtà siamo rinchiusi dentro ad una gabbia di luoghi comuni. Inseguendo miraggi inculcati dai fatidici “altri”, dalle tendenze, da chi ha interesse a venderci qualcosa oppure che ci siamo messi in testa da soli rinnegando la nostra unicità. Per paura, per viltà, per pigro conformismo. Il brusco stop imposto dalla pandemia è un’occasione per riscoprire il piacere della rinuncia. Non solo a cose ma anche ad assurde pretese. Come quella di controllare tutto, compreso la propria vita. Programmando e prevedendo mentre in realtà brancoliamo nel buio. Come la pretesa di sapere tutto e di aver capito tutto mentre in realtà brancoliamo nel buio. Rinuncia a cose, a pretese ma anche a comportamenti. Rinuncia a scappare di continuo anche da se stessi, rinuncia al prevaricare gli altri ed avere sempre ragione, rinuncia a cercare un tornaconto in ogni situazione. Ma non una rinuncia imposta dalle autorità o dalla paura o da qualche interesse, ma una rinuncia volontaria, frutto di una scelta personale. Rinuncia anche di piccole cose, a portata di mano, per cominciare. In modo pian piano da disinserire il pilota automatico del proprio ego e riafferrare la cloche della propria esistenza. Riscoprendo come la rinuncia in realtà non tolga nulla ma al contrario dia moltissimo. Tutta roba che non si compra in qualche negozio. Tutta roba che non si ottiene su qualche palco e non si strappa nemmeno agli altri. Ma roba che si trova dentro di noi. E che migliora enormemente la nostra vita e la società in cui viviamo.

Tommaso Merlo

https://repubblicaeuropea.wordpress.com/2020/11/17/la-pandemia-e-la-riscoperta-della-rinuncia/

Virus e governo, arrivano i mistici della “visione”. - Antonio Padellaro

 

Nei dibattiti televisivi c’è sempre un momento in cui il più bravo sfodera l’argomento definitivo, l’arma letale, il poker d’assi servito: la Visione. Purtroppo, si obietta con aria grave e un po’ dolente, il governo Conte fa quello che può, improvvisa, si barcamena ma è privo di una Visione. A quel punto ammutolisco come quando il docente di Filosofia m’interrogava sulla critica della ragion pura. E mi coglieva in castagna sulla metafisica come scienza. Adesso come allora, digiuno della materia, mi arrabatto per cercare una definizione della miracolosa parola, e dopo avere escluso che si tratti della percezione degli stimoli luminosi, oppure del fenomeno mistico che percepisce fisicamente realtà soprannaturali celesti o diaboliche, trovo finalmente l’agognata spiegazione. Che traduco così: il governo Conte manca di una “idea” su come combattere la pandemia, di un “quadro complessivo”, di una “direzione di marcia”. Lo spiega bene Alessandra Ghisleri nel sondaggio pubblicato ieri su La Stampa: “La politica – oggi – agli italiani appare impreparata e senza visione (la Visione!, ndr) perché una delle caratteristiche angoscianti della crisi attuale è sicuramente l’incertezza su ciò che potrà accadere”. “Peraltro ogni decisione non appare mai limpida, chiara e trasparente e tutto ha sempre un velo di mistero, ad esempio la suddivisione per colore nelle tre zone rosse, arancio e giallo”. Può non sorprendere che per il 47,9 degli interpellati nella scelta cromatica “si è ceduto a ragioni politiche piuttosto che a un metodo scientifico basato su chiare analisi di dati aggiornati”.

Hanno tutto il diritto di pensarlo quei cittadini ignari che si sentono sballottati da un Dpcm all’altro (e di cui la Ghisleri ci fornisce la fotografia). Bisognerebbe spiegare loro che esistono i 21 parametri introdotti con decreto del ministro della Salute, Roberto Speranza. Non hanno l’aria di essere il frutto di un “metodo scientifico”, e non sarà proprio l’“analisi dei dati aggiornati” a renderli così mutevoli? E allora non sarà forse che l’incertezza e la confusione di cui si lamentano giustamente gli italiani sia anche il frutto di un’informazione ipercritica, volubile, superficiale, che non sa (o non vuole) prendere posizione? Per cui un giorno i 21 criteri di valutazione sono troppi, e il giorno dopo si denuncia “il velo di mistero” e si dà la colpa a un metodo di valutazione misterioso, opaco, insufficiente? Il paragone che spesso si fa tra il Covid e la guerra non funziona. Le guerre sono sempre opera dell’uomo, esse possono sfuggire al suo controllo solo nell’ipotesi di un conflitto nucleare che, infatti, le superpotenze cercano di sterilizzare. Più calzante appare l’analogia tra virus e terremoti. Mentre ci si rialza da una tremenda prima scossa ecco che ne arriva una seconda più devastante ancora. E chi ci governa improvvisa, si barcamena, fa quello che può, naviga a vista tremando al pensiero di una terza scossa che potrebbe nuovamente distruggere quel poco che resta in piedi. Ecco perché quando sento parlare di Visione penso a un fenomeno mistico.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/17/virus-e-governo-arrivano-i-mistici-della-visione/6006169/

Covid: 232 ispezioni del Nas nelle Rsa, irregolarità in 37.

 

Deferite all'autorità giudiziaria 11 persone.

Nell'ultima settimana, d'intesa con il Ministero della Salute, i carabinieri del Nas hanno realizzato 232 ispezioni presso strutture sanitarie e socio-assistenziali, quali Residenze Sanitarie Assistite e di lungodegenza, case di riposo, comunità alloggio, con la finalità di accertare la regolare attuazione delle misure di contenimento e prevenzione alla diffusione epidemica e individuare eventuali situazioni di insufficiente erogazione di servizi assistenziali e di mancato possesso dei titoli abilitativi professionali da parte degli operatori, propedeutici a episodi di omessa custodia e maltrattamento. In 37 strutture sono state riscontrate irregolarità, contestando, complessivamente, 59 violazioni, di cui 9 penali e 43 amministrative; sono state deferite all'autorità giudiziaria 11 persone e segnalate ulteriori 42. 


Finalmente ispezionano i lager per anziani.
Lo sapevano tutti, ma non si faceva nulla, bastava che qualcuno elargisse qualche "mancetta" e le irregolarità scomparivano come per magia.
Questo governo, che finalmente fa il suo lavoro, dà fastidio a molti, ed è per questo che i vecchi volponi, che sulle mancette ci hanno marciato a lungo, vogliono farlo cadere.
cetta.

In Lombardia basta che paghi 450 euro per “curarti a casa”. - Andrea Sparaciari

 

“Un tampone rapido a domicilio 75 euro; tre tamponi fatti nello stesso domicilio, solo 55”. È una delle offerte che da giorni i privati propongono ai sospetti Covid-positivi lombardi. Un odioso mercato della salute, raccontato già dal Fatto, e alimentato dall’inefficienza pubblica e dalla volontà di fare cassa dei gruppi privati. E così, al lombardo sfibrato da settimane di attesa di una chiamata dell’Ats per un tampone che non arriva mai, non resta che andare in Rete, scorrere i tariffari e fissare un appuntamento. Preparando i soldi. Per un molecolare naso-faringeo si va dai 125 euro di Multimedica, ai 120 del Centro Diagnostico Italiano, passando per i 90 di Auxologico e Gruppo San Donato, fino alla più “economica” Humanitas, 57 euro. E, siccome la sanità lombarda (“la ex migliore d’Italia”) oggi non riesce ad assicurare nemmeno uno straccio di visita domiciliare, ecco che ci pensa il privato, come raccontato ieri da Tpi.it. Il Gruppo San Donato propone un pacchetto su misura: con 90 euro assicura al paziente Covid un primo consulto medico da remoto – video o telefonico –, 15 minuti di visita. Con l’aggiunta di ulteriori 450 euro, fornisce una visita “specialistica” nella propria abitazione con tanto di esame del sangue, radiografia toracica, saturazione e referto finale. Eventualmente c’è la presa in carico, ma quella non rientra nel pacchetto, il cui pagamento comunque deve essere effettuato in anticipo.

Il San Raffaele offre cioè a pagamento ciò che ogni Usca assicura gratis a ciascun cittadino nelle regioni dove sono state attivate. Ma, siccome le Usca l’assessore Giulio Gallera non le ha attivate, in Lombardia ci si arrangia. Cioè si paga. Chi può. Chi non può pagare, attende. Una degenerazione estrema che ha fatto insorgere associazioni –Medicina Democratica che è tornata a chiedere il commissariamento della sanità lombarda – e le opposizioni. Il capogruppo M5S Massimo De Rosa presenterà oggi una mozione per chiedere un calmiere ai prezzi delle prestazioni dei privati, a partire dai tamponi. Pietro Bussolati del Pd aveva chiesto dieci giorni fa che test e tamponi fatti privatamente fossero rimborsati dalla Regione. Inascoltato.

E, intanto, il privato incassa. Non solo, il Pirellone ha anche deciso di riversare sulle loro strutture una serie di prestazioni non legate al Covid, sottraendole alle quelle pubbliche. Un esempio, la cardiochirurgia: con la delibera del 21 ottobre scorso (confermata il 2 novembre) è stata dirottata quasi in toto su San Raffaele, Policlinico San Donato e Monzino. Solo la cardiochirurgia dell’ospedale pubblico di Legnano resta aperta. Idem per l’oncologia, indirizzata in massima parte allo Ieo.

Ma perché questa operazione che lascia al pubblico i pazienti Covid e ai privati il resto (e una quota minoritaria di positivi)? Perché i conti dei privati non vanno bene: in parte perché il “turismo sanitario” da altre regioni si è praticamente azzerato; in parte perché per loro i pazienti Covid rappresentano una diminuzione degli incassi, visto che assicurano rimborsi più bassi. Molto meglio fare tamponi e vaccini a pagamento e continuare ad effettuare più operazioni possibile, compatibilmente col livello quattro di emergenza che ha quasi azzerato la chirurgia elettiva.

Un fenomeno che gli attuali vertici della sanità lombarda sembra non abbiano alcuna intenzione di arginare. Del resto, non è un mistero che per la campagna elettorale del 2018 Gallera ricevette erogazioni liberali proprio dalla galassia della sanità privata, come rivelato dal Fatto. Secondo la “Dichiarazione e rendiconto candidato Gallera Giulio”, tra i suoi sostenitori spicca la “Fondazione sanità futura”, la quale staccò un assegno da 10 mila euro. Il board di quella fondazione raccoglie i big della sanità privata, concorrenti sul mercato, ma uniti nella lobby: il presidente è il prof. Gabriele Pelissero, presidente del San Raffaele e vice presidente dell’Università Vita-Salute San Raffaele, nonché presidente Nazionale di Aiop, l’Associazione italiana di ospedalità privata. Vicepresidente è invece Dario Beretta, dg dell’Istituto Clinico San Siro (Gruppo San Donato) e attuale presidente di Aiop.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/17/in-lombardia-basta-che-paghi-450-euro-per-curarti-a-casa/6006139/

lunedì 16 novembre 2020

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Processo alle invenzioni. “Travaglio cambia idea su Berlusconi: ‘Non è un mafioso, è un padre della Patria’” (Frank Cimini, Riformista, 13.11). Questo non sta per niente bene.

La prevalenza del cretino. “Nella sua follia da camicia di forza, Travaglio dà dei cretini ai critici del Gov. Esempio raro nelle democrazie occidentali, più che diffuso nei regimi. Siamo al Suslov style, o meglio banana style. Dal leccaculismo a Conte, ad apostrofare o criminalizzare il dissenso: triste fine” (Augusto Minzolini, Twitter, 13.11). Mi sa che questo si candida al titolo mondiale.

Scassese. “Proroga dell’emergenza o proroga dell’impotenza? O peggio ancora proroga dell’incapacità? Emergenza non c’è… In questa situazione, dichiarare uno stato di emergenza è eccessivo, non serve per fronteggiare questa situazione, serve soltanto perché all’interno della macchina statale c’è un’impotenza nell’affrontare i problemi ordinari. In Italia abbiamo sempre bisogno di dichiarare un’emergenza per fare cose ordinarie” (Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, Omnibus, 5.10). “’In vista del Natale, le raccomandazioni non bastano, servono norme chiare e buon senso’: il suggerimento di Sabino Cassese al governo” (Messaggero, 14.1). Ma questo ancora parla?

Lo Statista. “Quei pm spero siano in malafede” (Matteo Renzi, leader e senatore Iv, Il Dubbio, 10.11). Ci vuole proprio tutti come lui.

San Totò Martire. “I miei anni di dolore in carcere. Ora lavoro a una Dc nuova. Oggi vorrei costruire ponti materiali e simbolici” (Totò Cuffaro, condannato definitivo a 7 anni per favoreggiamento alla mafia, Riformista, 14.11). Grazie, come se avessimo accettato.

Ritmi. “Le Regioni di destra vengono punite e quelle di sinistra no. Bloccano la Lombardia e non la Campania. Il pistolero De Luca dov’è finito? Dice che la Campania è in emergenza e poi è zona gialla. Non so ‘sti logaritmi dove li prendono” (Flavio Briatore, La Zanzara, Radio 24, 5.11). Per lui gli algoritmi sono ritmi delle alghe.

Specie animali. “Ho dato disposizione di convocare i rappresentanti dei 2.450 veterinari in Veneto per fare i tamponi. L’uomo è un mammifero, tutti i mammiferi hanno sette vertebre cervicali, allattano il nascituro, che siano dei volatili, o dei pesci: il delfino è un mammifero, il pipistrello è un mammifero, ad esempio…” (Luca Zaia, Lega, presidente Regione Veneto, 3.11). Persino il governatore è un mammifero.

Forchettoni. “Stavolta non buttiamo via i soldi dell’Europa” (Roberto Formigoni, condannato definitivo a 5 anni e 10 mesi per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito per 6.6 milioni di euro di tangenti, Libero, 9.11). Giusto: diamoli a lui.

Estrazioni del Lotto. “Inarrestabile crollo di Conte. Cosa rivela questo sondaggio. Il premier viene bocciato: la gestione dell’emergenza Coronavirus gli ha fatto perdere consenso. E gli italiani non vogliono il governo giallorosso” (il Giornale, 31.10). “Giuseppe Conte, il sondaggio di Cartabianca: dpcm, crollo del gradimento in sette giorni” (Libero, 4.11). “Il premier perde ancora consensi. Gli italiani si stanno infuriando… Quando la gente si sente tradita ti viene a prendere sotto casa” (Alessandra Ghisleri, sondaggista, intervista a Libero, 9.11). “Sondaggi politici Ipsos: Conte, il gradimento risale al 60% (+1%), poi Speranza al 38% e Meloni al 35%” (Messaggero, 13.11). Alessa’, magna tranquilla.

Dal produttore al consumatore. “Blair: ‘Sconfitto Trump, ora la nuova sfida è al populismo di sinistra’” (Repubblica, 13.11). Quello che ha creato lui.

Le pazze risate. “Trump ha perso, ma il trumpismo ha vinto. Donald dovreste farlo Papa. Ora l’Italia voti e cacci questi intrallazzatori” (Edward Luttwak, politologo, La Verità, 9.11). Mo’ me lo segno.

Il titolo della settimana/1. “Ne ammazza più l’auto che il coronavirus” (Libero, 15.11). Come nel film Johnny Stecchino: “Il problema è il traffico”.

Il titolo della settimana/2. “30mila intellettuali contro il governo” (Libero, 13.11). Solo 30mila intellettuali? Ma non saranno un po’ pochini?

Il titolo della settimana/3. “Il processo a Mimmo Lucano rivela solo l’attacco politico. Delle accuse all’ex sindaco di Riace avversato da Lega e Cinque stelle resta zero” (Domani, 12.11). Le famigerate toghe gialloverdi.

Il titolo della settimana/4. “Dai pm giustizia a orologeria per il destino di Autostrade. Arresti usati illegalmente per condizionare la trattativa del governo con Aspi” (Piero Sansonetti, il Giornale, 13.11). Uahahahahahahah.

I titoli della settimana/5. “Non svuotare le carceri è folle: Rita Bernardini digiuna” (Riformista, 13.11). “Emergenza Covid. Scarcerare 20 mila persone subito è l’unica soluzione” (Sansonetti, ibidem, 14.11). Geniale: noi per non contagiarci stiamo dentro, loro per non contagiarsi vanno fuori.

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