Ricordiamo quanto appena due anni fa il defunto Francesco Cossiga (ormai già vecchio e non più saldo in salute) disse, in occasione delle manifestazioni di protesta di alunni e docenti contro la riforma Gelmini (quasi beatificato dai media in occasione dei suoi funerali):
“Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni. Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì“.
Ecco quindi Cossiga che candidamente ammette di avere ordinato delle azioni che si possono benissimo definire terroristiche e suggerisce ad un ministro di fare altrettanto; d’altronde egli apparteneva a Gladio(stay behind), una struttura militare segreta coinvolta in tantissimi episodi di terrorismo di stato (strategia della tensione).
Se egli può dire queste cose in tutta tranquillità senza che nessuno indaghi, ciò vuol dire che la magistratura è al servizio dei potenti, in quanto la pubblicazione di simili dichiarazioni dovrebbe essere a ragion di legge considerata notitia criminis, dovrebbe forzare la magistratura ad aprire un’indagine quanto meno per istigazione a delinquere (se i reati del passato sono già caduti in prescrizione).
Come se non bastasse in un recente libro/intervista realizzato col giornalista Andrea Cangini, dal titolo e dal contenuto assolutamente incredibile, “Fotti il potere“, possiamo leggere queste parole (a pagina 256):
“E’ chiaro che si può essere grandi mascalzoni e al tempo stesso grandi statisti. Pietro il grande modernizzò la Russia, ma strangolò il figlio con le sue stesse mani. Per non parlare di Stalin e Hitler… La grandezza politica dell’uomo non è necessariamente legata alla sua statura morale. Anzi, una certa predisposizione al male sono convinto che aiuti… Un grande leader non può che essere un attento conoscitore della natura umana e deve pertanto avere una certa familiarità con il lato oscuro che ciascun uomo tende solitamente a lasciare avvolto nella tenebra. Conoscere il male per averlo frequentato: è questa la caratteristica dei grandi leader politici così come dei santi.”
Come scrive Fabio Chiusi ecco alcune “strabilianti” (ma non per noi) affermazioni fatta da Cossiga nel libro “Fotti il potere“:
“FOTTI IL POTERE”
di Francesco Cossiga con Andrea Cangini
Le regole non scritte, i meccanismi profondi, le dinamiche eterne del gioco: per la prima volta un protagonista indiscusso della vita pubblica italiana racconta senza pudore né ipocrisia cos’è e come funziona la politica:
- La bomba di piazza Fontana fu opera degli americani.
- La politica è una droga che non prevede disintossicazioni.
- Governare è far credere.
- Per il Vaticano contano solo i soldi.
- Politici incoerenti? Certo, embè?
- I politici sono marionette nelle mani dei banchieri.
- Non c’è leader politico che non possa essere arrestato per tangenti.
- La politica è un’arte, cultura e ragione non contano.
- La mafia ci appartiene, tanto vale accettarla.
- I politici si convincono intimamente di quel che gli conviene.
- Le grandi potenze ammazzano e torturano.
- Oltre all’Fbi, fu il mondo economico a mettere in piedi Mani Pulite.
- … è per questo che Berlusconi finirà male.
- La politica ha bisogno di silenzi e zone d’ombra.
- Esistono tradimenti doverosi e persino morali.
Insomma, dopo avere accennato al fatto che a questo mondo le banche detengono il vero potere e che mani pulite fu un’operazione attentamente studiata e diretta da poteri occulti per dei fini non certo moralizzatori, ci mancava solo che Cossiga confessasse che gli attentati dell’undici settembre 2001 sono stati realizzati dal governo statunitense, vero?
Ebbene Cossiga ha ammesso anche questo, dichiarando persino che i parlamentari ormai sono praticamente tutti a conoscenza, di questa storia, solo che per ovvi motivi non lo affermano in pubblico.
Leggiamo a tale proposito sul corriere.it un comunicato di Francesco Cossiga che recita testualmente:
«A quanto mi è stato detto domani o dopo domani la più potente catena quotidiani-periodici del nostro Paese dovrebbe dare le prove, con uno scoop eccezionale, che il video (in realtà un audio, ndr) nel quale riappare Osama Bin Laden, leader del ‘Grande e potente movimento di Rinvicita Islamica Al Qaeda’, che Allah lo benedica!, nel quale sono formulate minacce anche all’ex premier Silvio Berlusconi, sarebbe nient’altro che un videomontaggio realizzato negli studi di Mediaset a Milano e fatto giungere alla rete televisiva islamista Al Jazira che lo ha ampiamente diffuso.
La ‘trappola’ sarebbe stata montata, secondo la sopra citata catena di stampa, per sollevare una ondata di solidarietà verso Berlusconi, nel momento nel quale si trova in difficoltà anche a causa di un altro scoop della stessa catena giornalistica sugli intrecci tra la Rai e Mediaset. Da ambienti vicini a Palazzo Chigi, centro nevralgico di direzione dell’intelligence italiana, si fa notare che la non autenticità del video è testimoniata dal fatto che Osama Bin Laden in esso ‘confessa’ che Al Qaeda sarebbe stato l’autore dell’attentato dell’11 settembre alle due torri in New York, mentre tutti gli ambienti democratici d’America e d’Europa, con in prima linea quelli del centrosinistra italiano, sanno ormai bene che il disastroso attentato è stato pianificato e realizzato dalla Cia americana e dal Mossad con l’aiuto del mondo sionista per mettere sotto accusa i Paesi arabi e per indurre le potenze occidentali ad intervenire sia in Iraq sia in Afghanistan. Per questo nessuna parola di solidarietà è giunta a Silvio Berlusconi, che sarebbe l’ideatore della geniale falsificazione, né dal Quirinale, né da Palazzo Chigi né da esponenti del centrosinistra!».
Se così stanno le cose ci vuole poco ad ipotizzare che anche rispetto ad altre questioni i nostri deputati siano costretti a tacere pur sapendo perché poteri molto più forti glielo impongono. Ciò spiegherebbe bene come mai un’operazione criminale di portata internazionale come quella del rilascio di scie chimiche venga sostanzialmente tenuta fuori dalle discussioni del parlamento (fa eccezione qualche sporadica interrogazione parlamentare, che però non lascia il segno).
I parlamentari insomma, secondo la dichiarazione di Cossiga sono poco più che delle marionette, hanno ben poca libertà di movimento, e più che combattersi tra di loro collaborano nel tenere la popolazione all’oscuro delle questioni più importanti: cosa direbbe la popolazione se fosse tutta realmente informata su quanto realmente avvenuto quel fatidico 11 settembre 2001?
Per dirla con Camilleri il parlamento sembra proprio un bel teatrino dei pupi.
Ma veniamo ad un altro vegliardo della politica italiana, Giorgio Napolitano, ufficialmente ex comunista (per quanto appartenente già ai tempi del PCI alla corrente più moderata).
Come viene riportato dalla stampa e dalle televisioni (un esempio per tutti un articolo de Il Tempo) egli ha affermato, uscendo dalla camera ardente:
“È stato un omaggio a un grande uomo di Stato, ho salutato un amico” .
Ah già, quello che apparentemente è un avversario politico di lunga data con alle spalle un passato non certo limpido che inneggia alla violenza poliziesca viene ricordato come un amico da un presidente che vorrebbe farsi credere “di sinistra“.
Forse sono parole che vanno messe in relazione con la compartecipazione di Gianfranco Fini e Massimo D’Alema alla stessa organizzazione, il CFR europeo.
Ma visto che siamo in tema di omaggi funebri al cosiddetto “presidente emerito” (oh che bel neolinguaggio orwelliano!) vediamo come anche la chiesa si è espressa per “santificare” una persona che non era certo uno stinco di santo.
Su un articolo pubblicato sul corriere.it possiamo leggere quanto segue:
Conversando con i figli del presidente, monsignor Bertone ha definito Cossiga «uno statista di spiritualità cristiana». «Ieri insieme al Papa abbiamo celebrato una messa in suffragio di Francesco. Il Papa lo ricorda come un amico caro» ha detto il cardinale Tarcisio Bertone uscendo dalla camera ardente del Policlinico Gemelli . «Era un fervente cattolico, ha raggiunto traguardi religiosi e spirituali importanti, come la beatificazione di Rosmini a cui Cossiga era particolarmente legato, quella di Newmann e la proclamazione di San Tommaso Moro proclamato patrono dei politici. Il Papa lo conosceva bene – ha aggiunto Bertone – discutevano spesso e lo ricorda come un amico caro». Bertone ha poi ripetuto la frase che Cossiga ha scritto nelle lettere lasciate alle massime autorità: «Come lui ha auspicato, “Dio protegga l’Italia”».
Insomma sono tutti amici e fratelli, dal momento che il presente papa ricorda Francesco Cossiga come un caro amico; del resto Benedetto XVI non fa mistero di essere amico anche di Henry Kissinger, mandante del colpo di stato fascista in Cile e dei sanguinari bombardamenti in Cambogia: saranno forse queste per il Papa Ratzinger delle “manifestazioni di spiritualità cristiana“?
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