martedì 28 gennaio 2014

GHEDDAFI HA STUPRATO CENTINAIA DI RAGAZZINI E RAGAZZINE NEL COVO SEGRETO, SOTTO EFFETTO DI ALCOL, COCA E VIAGRA.



Sono passati oltre due anni dalla cattura e dall'uccisione del dittatore libico Gheddafi. La sua brutalità viene scoperta lentamente e ora spunta fuori che tra le sue vittime ci sarebbero centinaia forse migliaia di ragazzine che nei suoi 42 anni di regno sono state picchiate, stuprate e costrette a diventare schiave di sesso.

Molte erano vergini rapite a scuola e all'università, tenute prigioniere per anni in un covo segreto nascosto nell'Università di Tripoli o in uno dei suoi tanti palazzi. Qui, dove violentava regolarmente anche quattordicenni, Gheddafi si è rintanato nei 26 mesi successivi alla sua deposizione. Il luogo viene mostrato per la prima volta nelle foto del documentario sulla BBC 4.
Qui dentro le ragazzine venivano educate alla pornografia prima di passare per le grinfie del capo e, quando riuscivano a scappare, venivano rigettate anche dai parenti "profondamente religiosi" perché era stato leso l'onore della famiglia.
Mentre per le strade si celebrava la morte di Gheddafi, il governo di transizione si sbrigava a isolare il posto, temendo che l'oscenità causasse ulteriore imbarazzo alla Libia e facesse inorridire l'Occidente.
In una stanza c'è un letto e una lampada, il decoro anni 70 e una jacuzzi sudicia, tutto rimasto così come il dittatore lo aveva lasciato. Peggiore è la stanza ginecologica, dove le giovani vittime venivano esaminate per accertasi che non avessero malattie, e dove abortivano se erano rimaste incinta.
Triste dire che queste erano le più fortunate, molte altre sono morte.
Il suo modus operandi era il seguente: Gheddafi faceva lezioni nelle università e nelle scuole, intanto identificava le ragazze più carine, poi, prima di andarsene, dava un buffetto a quelle che aveva selezionato. Più tardi le sue guardie del corpo le avrebbero rapite. Se la famiglia si fosse opposta, l'avrebbe sterminata.
Una insegnante ricorda che le ragazze erano molto piccole: «alcune avevano 14 anni. Sceglievano la ragazza che voleva lui. Non avevano pietà neanche se erano poco più che bambine».
Una madre racconta che la comunità nei pressi dell'Università di Tripoli viveva nel terrore quando veniva annunciata una visita del Colonnello: «Una non l'abbiamo più ritrovata, nonostante il padre e i fratelli la cercassero. Un'altra fu ritrovata tre mesi dopo essere stata prelevata, ferita, stuprata e lasciata in mezzo a un parco, praticamente morta».
Ancora oggi i libici hanno timore a menzionare la depravazione del vecchio leader, per via delle ripercussioni dei suoi seguaci.
Ma una ragazza, ripetutamente violentata dal despota quando aveva 15 anni e per sette anni, ha raccontato tutto. Fu scelta per portare dei fiori al colonnello quando si presentò nella sua scuola di Sirte, 350 miglia a est di Tripoli.
Lui le diede un buffetto che lei considerò un gesto paterno, ma il giorno dopo tre donne in uniformi militari, si presentarono dai suoi genitori dicendo che lei era stata scelta per fare altri omaggi floreali. Invece fu portata nel covo, dove lui ordinò alle soldatesse: «Preparatela».
La ragazza fu spogliata, le fecero le analisi del sangue, la depilarono tutta, tranne al pube. Le misero una minigonna e la truccarono, la condussero nella stanza dove Gheddafi la aspettava nudo sul letto. Quando lei provò a fuggire, le soldatesse la bloccarono e la sbatterono sul letto. Fu tenuta lì e violentata per sette anni, riuscì a fuggire quando una porta fu lasciata incidentalmente aperta.
Pieno di cocaina, alcol e viagra, Gheddafi la abusò senza pietà: «Non dimenticherò mai quella prima volta in cui violò il mio corpo e la mia anima» dice la vittima.
Ci sono voluti mesi di trattative affinché i documentaristi avessero accesso a tali informazioni.
Insieme ai dissidenti, le ragazze spesso venivano uccise e messe nei freezer, così poteva controllarli. Era anche molto paranoico e un chirurgo brasiliano ha raccontato di avergli fatto, in un bunker, di notte, un intervento di liposuzione e un altro che gli togliesse le rughe. Il Colonnello non volle l'anestesia per paura di essere avvelenato.
Creò anche un esercito di guardie del corpo, tutte donne, alcune facevano sesso con lui ed erano costrette ad assistere a barbare esecuzioni.
Una di loro ha ammesso:« Ci ha prelevato e ci ha costretto a testimoniare l'uccisione di 17 studenti. Non ci era concesso gridare. Dovevamo essere allegre. Li hanno uccisi tutti, uno ad uno».
Una volta passate per il dittatore, le ragazze erano cedute ai suoi figli e ad altri alti ufficiali, che potevano continuare ad abusarne. Qualcuna di loro si è poi suicidata.
Nel covo di Gheddafi ci finivano anche ragazzi, sempre abusati.
Nuri Al Mismari, al fianco del dittatore per 40 anni, racconta: «Era terribilmente deviato sessualmente. Andava con ragazzi giovani, chiamati "services group". Tutti ragazzi e guardie del corpo. Un harem per il suo piacere».
Baha Kikhia, la vedova dell'allora Ministro degli esteri libico, racconta che suo marito scomparve e, a regime caduto, trovò il suo corpo nel freezer:« Gli piaceva tenere le vittime in frigo. Spesso andava a fare loro una visita. Erano come dei souvenir macabri. Li toccava e si sentiva onnipotente. Alcuni sono rimasti lì dentro per 25 anni»
Storyville: Mad Dog - Gaddafi's Secret World andrà in onda sulla BBC4 il 3 febbraio alle 22.

Caso Mastrapasqua, Elsa Fornero: "Quando ero ministro cercai di sostituirlo ma ci furono troppe resistenze".

mastrapasqua fornero

Racconta di averci provato ma di essersi scontrata contro resistenze troppo forti. Una proposta di riorganizzazione della governance dell'Inps, avanzata ai tempi in cui era ministro del Lavoro, che si era arenata perché non piaceva a molti.
Elsa Fornero interviene così sul caso del presidente dell'ente previdenziale italiano Antonio Mastrapasqua, indagato dalla procura di Roma per abuso di ufficio e falso ideologico.
"L'obiettivo - spiega l'ex ministro a La Stampa - era una gestione più trasparente dell'Ente e a tal fine venne istituita una commissione ad hoc per rivedere la struttura. Purtroppo però, nonostante i vari impulsi ricevuti, la politica impedì il rinnovamento".
Il nuovo piano organizzativo dell'Inps voluto dal governo Monti prevedeva "una gestione più decentrata del potere, perché non si può avere troppo potere concentrato in una singola persona", spiega Fornero. "Fu proprio questa l'indicazione della commissione composta da personalità con competenze trasversali e specifiche. C'erano un giudice della Corte dei Conti, un membro del Consiglio di Stato e un professore della Bocconi. Il loro giudizio fu unanime: quello di Antonio Mastrapasqua era un ruolo 'monocratico'.

lunedì 27 gennaio 2014

Occhi azzurri, carnagione scura: com'eravamo nel Mesolitico


Occhi azzurri, carnagione scura: com'eravamo nel MesoliticoRicostruzione dell'aspetto di La Brana 1: sono evidenti i tratti somatici misti, con carnagione scura e occhi azzurri (Cortesia Vidal Encina)


Le analisi del genoma di un uomo vissuto in Europa 7000 anni fa, in un periodo che precede l'arrivo dell'agricoltura e delle tecniche di allevamento dal vicino Medio Oriente, mostrano un misto di caratteri somatici africani e scandinavi e un'intolleranza al lattosio, lo zucchero contenuto naturalmente nel latte. 
Occhi azzurri e pelle scura: erano probabilmente questi alcuni dei tratti somatici di La Braña 1, un uomo il cui scheletro fossile risalente al Mesolitico è stato scoperto nel sito archeologico di La Braña-Arintero, nei pressi di León, in Spagna. Lo ha stabilito una ricerca pubblicata su “Nature” da Carles Lalueza-Fox del Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo (CSIC) e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale, sulla base dell'analisi del genoma di quest'uomo del passato, il primo genoma che è stato possibile ricavare dai resti di un cacciatore-raccoglitore europeo, cioè di un individuo vissuto in Europa prima dell'avvento dell'agricoltura.


La Braña 1 è rimasto sepolto per 7000 anni in una zona montuosa a 1500 metri di quota: proprio la bassa temperatura ha contribuito a determinare l'eccezionale stato di conservazione dei resti, da cui è stato possibile estrarre una quantità di DNA sufficiente per estese analisi genetiche. In una caverna gemella, La Braña 2, è stato trovato un secondo scheletro, conservato un po' peggio del primo, da cui gli autori dello studio contano comunque di ricavare nuovo materiale genetico in una prossima ricerca.

I risultati ottenuti dall'analisi genetica del primo scheletro contribuiscono a fare una luce sulle popolazioni che abitavano l'Europa in una fase cruciale della storia umana. Il periodo Mesolitico, situabile tra 10.000 e 5000 anni fa, che è terminato con l'avvento dell'agricoltura e dell'allevamento del bestiame dal vicino Medio Oriente. Questa trasformazione dell'economia e dei mezzi di sostentamento ha esposto le popolazioni post-mesolitiche a nuovi patogeni, per la vicinanza con gli animali, e ha determinato l'inserimento nella dieta di carboidrati e del latte e dei suoi derivati. 


Occhi azzurri, carnagione scura: com'eravamo nel Mesolitico
Il cranio di La Braña 1 si presenta in ottimo stato di conservazione (Cortesia Vidal Encina)
L'adattamento a queste nuove condizioni ha richiesto un conseguente adeguamento del sistema immunitario e anche degli enzimi necessari alla digestione, reso possibile da una serie di mutazioni genetiche. L'analisi del DNA di La Braña 1 mostra infatti che questo individuo era intollerante al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte, coerentemente con l'ipotesi che la capacità di digerire il latte animale sia stata acquisita successivamente all'avvento delle pratiche di allevamento.

Ma a chi somigliava somaticamente La Braña 1? La sorpresa più grande è stata scoprire che La Braña 1 aveva versioni africane dei geni che determinano la pigmentazione cutanea, il che indica che aveva la pelle scura, sebbene non sia nota la gradazione esatta”, commenta Lalueza-Fox. “Ancora più sorprendente è il fatto che questo individuo avesse variazioni genetiche che portano a occhi azzurri negli europei attuali, producendo un fenotipo unico in un genoma che altrimenti sarebbe chiaramente individuabile come nord-europeo”.


Occhi azzurri, carnagione scura: com'eravamo nel Mesolitico
Lo scheletro di La Braña 1al momento della scoperta (Cortesia Vidal Encina)
Lo studio del genoma fa ipotizzare che le popolazioni attuali più vicine a quella di La Braña 1 siano quelle del Nord Europa, in particolare Svezia e Finlandia. La Braña 1 ha però un antenato comune anche con la popolazione che colonizzò nel Paleolitico superiore il sito di Mal'ta, in Siberia: lo rivela il confronto con l'analisi genetica condotta nel 2013, e illustrata su "Nature", sui resti di un giovane individuo scoperti proprio a Mal'ta e conservati all'Hermitage di San Pietroburgo.

“Complessivamente, i risultati documentano una continuità genetica nelle popolazione dell'Eurasia centrale e occidentale”, conclude Lalueza-Fox. "In effetti, questi dati sono coerenti con quelli ricavati dai resti di altri siti archeologici in Europa e Russia”.


http://www.lescienze.it/news/2014/01/27/news/occhi_azzurri_carnagione_scura_europei_mesolitico-1980654/

Leggi anche:

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/preistorici-con-pelle-scura-e-occhi-blu-190b1c71-9597-4365-ac52-917a14ad3c1b.html

sabato 25 gennaio 2014

UCRAINA



Preti ortodossi si frappongono tra i manifestanti e la polizia a Kiev, in Ucraina. (Sergei Grits, Ap/Lapresse)

http://www.internazionale.it/immagini/ucraina/2014/01/24/foto-320486/

Ho dimenticato qualche cosa?



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=792305037461936&set=a.494412250584551.130856.494399593919150&type=1&theater

Anno giudiziario: Canzio, per toghe infamante gogna.



'Sempre 'risposte con imparzialità'. Pandolfi: 'giudici non molleranno impegno'

 "Agli attacchi personali, al dileggio strumentale, talora alla infamante gogna mediatica e alle minacce cui sono stati sottoposti", i giudici "hanno saputo rispondere" usando "le armi" della "imparzialità". Lo si legge nella relazione del presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Nella relazione che verrà letta a breve, Canzio ha voluto dedicare alcuni passaggi ai giudici milanesi che sono "stati oggetto di sommarie e ingiuste accuse di parzialità e di mancata serenità di giudizio, solo perché funzionalmente investiti della definizione di taluni procedimenti a forte sovraesposizione mediatica, per lo spiccato rilievo politico e sociale che li caratterizzava".
A questi giudici il presidente ha rivolto parole "di apprezzamento e di gratitudine per il profondo senso del dovere e di appartenenza all'istituzione dimostrato" e perché "alle immotivate censure, agli attacchi personali, al dileggio strumentale, talora la infamante gogna mediatica e alle minacce cui sono stati sottoposti (...) hanno saputo rispondere con sobrietà, umiltà e riservatezza, adoperando le armi della giurisdizione e continuando a giudicare con imparzialità al solo servizio della giustizia e dello Stato". L'anno scorso a Milano tra i vari processi che sono stati celebrati si ricordano quello sul caso Ruby e quello per la vicenda Mediaset. 

Antonio Mastrapasqua: il presidente Inps indagato per rimborsi e cartelle.

ANTONIO MASTRAPASQUA INDAGATO OSPEDALE ISRAELITICO
Antonio Mastrapasqua è indagato dalla procura di Roma per una storia di cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all’ospedale Israelita, di cui è direttore generale. Si parla, scrive Repubblica di oggi in un articolo a firma di Fabio Tonacci e Francesco Viviano, di 85 milioni di euro “sotto inchiesta”, di cui 14 sarebbero non dovuti. Spiega il quotidiano sul caso che coinvolge il presidente dell’Inps:
"L’indagine è delicatissima. Si basa sulla denuncia del Nas di Roma, datata 16 settembre 2013 e consegnata in procura, nella quale si ricostruisce la maxi truffa ai danni dello Stato. E dunque, migliaia di semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell’Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in «operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia». In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate. Ad esempio le estrazioni dei denti sono state classificate in qualche caso come costosissime plastiche gengivali con innesto di osso. In che modo? «Raggirando il sistema di controllo informatico — scrivono gli investigatori — inserendo codici diversi da quelli riportati nelle cartelle cliniche». C’è un “movente”, naturalmente. La clinica non risulta accreditata col Servizio sanitario per odontoiatria, quindi non può esigere il rimborso delle prestazioni ambulatoriali erogate in quel reparto. Lo può fare invece per ortopedia. Con questo trucco, ha chiesto alla Regione Lazio 13,8 milioni di euro."
CHI E’ ANTONIO MASTRAPASQUA, PRESIDENTE DELL’INPS INDAGATO – Antonio Mastrapasqua, 56 anni, ricopre una ventina di incarichi. Oltre a essere presidente dell’Inps e vicepresidente di Equitalia, è presidente del fondo immobiliare Idea Fimit Sgr, ha ruoli nei collegi sindacali di Autostrade per l’Italia, Aeroporti di Roma, Eur Congressi Roma srl, Coni Servizi e altri enti, è direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma e direttore della Casa di Riposo ebraica. In un vecchio articolo del Fatto si elencavano tutti i suoi molteplici incarichi:
Mastrapasqua, per arrivare dove è arrivato, secondo il Fatto ha sfruttato la sua amicizia con Gianni Letta.
E’ il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio che proietta lo sconosciuto commercialista nel consiglio d’amministrazione dell’Inps, nel 2004. Ed è ancora lui a imporlo come vicepresidente di Equitalia al momento della nascita della società, di cui Inps è azionista al 49 per cento: in quel posto doveva andare naturalmente l’allora presidente dell’Inps, Gian Paolo Sassi, che ricevette il diktat da Palazzo Chigi: fai strada a Mastrapasqua. Poco dopo, infatti il povero Sassi, messo all’Inps dall’allora ministro del Lavoro Roberto Maroni, in un momento in cui il governo non sapeva bene chi metterci, fu fatto fuori.
E scoccò l’ora di Mastrapasqua, nominato nel 2008 dal governo Letta- Berlusconi appena tornato al potere: prima commissario (ma mai si capì per quale ragione l’Inps fu commissariato), poi presidente di se stesso.
Da quel giorno l’ascesa del commercialista è stata inarrestabile. Dicono che si sia fatto molti amici anche a sinistra, grazie alla sapiente distribuzione di poltrone, che dal vertice dell’Inps può fare ad ampio spettro. OTTIME all’uopo le presidenze delle Equitalia regionali, che spartisce con il numero uno di Equitalia, Attilio Befera, altro suo amico per la pelle. Ma anche la presidenza di Idea Fimit è utile, visto che è la più grande società immobiliare italiana, quella che ha venduto all’onorevole Pdl Riccardo Conti per 26 milioni il palazzo che l’astuto ha rivenduto poche ore dopo alla cassa previdenziale degli psicologi per 44 milioni.