lunedì 7 luglio 2025

Un esercito invisibile contro il cancro: la rivoluzione dei nanobot sudcoreani! - Nastase Adrian

 

Immagina un futuro in cui il cancro non è più una sentenza, ma un nemico che possiamo sconfiggere con precisione chirurgica, senza danneggiare il resto del corpo. In un laboratorio all’avanguardia a Busan, in Corea del Sud, un team di scienziati visionari ha trasformato questo sogno in realtà, creando uno sciame di nanobot capaci di penetrare nei tumori e dissolverli dall’interno. Questi minuscoli guerrieri, più piccoli di una cellula, non sono semplici portatori di farmaci: sono la cura stessa, un’arma intelligente che potrebbe cambiare per sempre la lotta contro il cancro.

Ogni nanobot è una meraviglia dell’ingegneria: un nucleo di ossido di ferro avvolto in un guscio polimerico “intelligente” che risponde ai segnali del corpo. Iniettati nel flusso sanguigno, questi microscopici alleati vengono guidati verso il tumore da campi magnetici controllati con precisione millimetrica. Una volta raggiunto il bersaglio, i nanobot riconoscono il microambiente acido tipico delle cellule cancerose – un segno distintivo che li distingue dai tessuti sani. Qui entra in gioco la loro genialità: si uniscono in catene, perforano la membrana tumorale e rilasciano un calore mirato attraverso la risonanza magnetica. Questo calore non brucia: agisce come un bisturi molecolare, denaturando le proteine delle cellule cancerose e inducendo l’apoptosi, il processo naturale di morte cellulare programmata, lasciando intatte le cellule sane vicine. Una volta completata la missione, i nanobot si dissolvono in innocui ioni di ferro, facilmente assorbiti dal corpo senza lasciare traccia.

I risultati sono strabilianti. Nei test sui roditori, condotti nel 2024, i tumori si sono ridotti del 90% in soli cinque giorni, senza gli effetti collaterali devastanti tipici della chemioterapia, come nausea o perdita di capelli. A differenza dei trattamenti tradizionali, che si basano sulla diffusione di farmaci attraverso il corpo, questi nanobot agiscono come un esercito di precisione, colpendo solo il tumore con un’efficacia chirurgica. Ma il potenziale non si ferma qui: i ricercatori stanno già sviluppando versioni avanzate di questi nanobot, capaci di trasportare coloranti per l’imaging medico, permettendo una diagnosi in tempo reale, o molecole di RNA per spegnere i geni che alimentano la crescita del tumore. Immagina un dispositivo che non solo cura, ma individua e distrugge il cancro cellula per cellula, riducendo il rischio di recidive.

Questa scoperta non è solo una vittoria della scienza, ma una speranza per milioni di persone. È la prova che l’innovazione umana può superare anche le sfide più grandi. Ogni passo avanti in questa ricerca è un passo verso un mondo in cui il cancro non fa più paura. 

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sabato 5 luglio 2025

Resting Reef - About Us


Resting Reef è una startup specializzata in onoranze funebri che ridefinisce il modo in cui onoriamo i nostri cari attraverso un servizio funebre ecosostenibile. Fondata da Aura Murillo e Louise Skajem, laureate al Royal College of Art e all'Imperial College di Londra, l'impresa sostenibile trasforma le ceneri cremate in barriere coralline oceaniche viventi che rigenerano gli ecosistemi marini. Trasformando la perdita in vita, Resting Reef mira ad affrontare diverse problematiche contemporaneamente: ridefinire le tradizioni con un "cimitero" oceanico che ripristina la biodiversità marina, sequestra il carbonio e previene l'erosione costiera, creando un tributo duraturo a beneficio dei nostri oceani e delle generazioni future.

venerdì 4 luglio 2025

USA e Russia dialogano... ma... - Giuseppe Salamone

 

Putin e Trump hanno avuto un colloquio telefonico: al di là del tono disteso, secondo quanto comunicato dai protagonisti, la sostanza sembra immutata: Trump continua a spingere per un cessate il fuoco strumentale e altamente propagandistico, in modo da sventolare qualcosa davanti ai suoi elettori. La Russia, invece, da una posizione di forza, continua a puntare a una fine del conflitto che affronti le cause profonde, ovvero anche il ruolo della NATO.
A me, onestamente, sembra proprio che stiano discutendo su come spolpare i Paesi dell’Unione Europea, soprattutto Washington. Da una parte gli USA, che ci stanno facendo pagare il costo della loro guerra per procura, prima attraverso le sanzioni e poi, secondo quanto si apprende nelle ultime ore, anche tutto il futuro sostegno militare a Zelensky, visto che la Casa Bianca sembra intenzionata a interrompere le forniture di armi per Kiev. Dall’altra invece, la Russia, nella posizione di farci pagare il prezzo delle scelte scellerate, guerrafondaie e russofobiche dei nostri governanti.
USA e Russia dialogano e sembra stiano pian piano tentando di ricucire i rapporti. L’Unione Europea, invece, per bocca di Bomber Leyen qualche minuto fa, ci ha fatto sapere che, se gli USA dovessero interrompere l’invio di armi per Zelensky, l’UE sarebbe pronta a farsi carico di tutto. Per la felicità di Trump, visto che le armi le acquistiamo da lui.
Con un cumulo di servi e disagiati che abbiamo nelle cancellerie europee, agli USA e alla Russia non viene nemmeno troppo complicato prenderci a badilate nei denti. Ci rendiamo conto di quanto sia dannosa e pericolosa oggi l'Unione Europea, vero?

mercoledì 2 luglio 2025

Il pozzo sacro di Santa Cristina - Sardegna.

 



Situato a Santa Cristina, in Sardegna, il pozzo sacro di Santa Cristina fu costruito dalla civiltà nuragica intorno al 1100 a.C.; questo sito archeologico si trova nel cuore dell'isola, incastonato tra ulivi e muri in pietra a secco, ed è rinomato per la sua avanzata ingegneria e allineamento astronomico.
Il pozzo consiste in una scala perfettamente tagliata che scende in una camera sotterranea costruita con blocchi di basalto, formando un imbuto quasi geometrico. durante gli equinozi, la luce solare si allinea precisamente alla scala, illuminando il fondo del pozzo in modo da suggerire una profonda comprensione dei cicli solari e della meccanica celeste. la maestria della pietra rimane sorprendentemente precisa anche dopo più di 3.000 anni.
Stare qui significa sentire che il tempo si piega su se stesso. è come se questo posto fosse progettato non solo per trattenere l'acqua, ma per incanalare luce, spirito e simmetria. cosa vedeva il popolo nuragico riflesso nell'acqua alla base di questo spazio sacro - e quali verità si increspano ancora nel suo silenzio?


Le prime “graffette chirurgiche” della storia.

 

Le prime “graffette chirurgiche” della storia non erano di metallo, ma teste di formiche ancora attaccate alla pelle!

Per quanto possa sembrare sorprendente, oltre 2.000 anni fa, diverse civiltà dell’India, dell’Africa e del Sud America utilizzavano formiche vive come un’ingegnosa alternativa medica per chiudere le ferite.

Guaritori e guerrieri impiegavano specie come le formiche soldato, lasciando che le loro potenti mandibole serrassero i lembi della ferita; una volta che si aggrappavano saldamente alla pelle, veniva strappato il corpo della formica, lasciando la testa incastrata, funzionando come una graffetta naturale.

Questa tecnica, documentata in testi medici antichi come il Sushruta Samhita, veniva usata in contesti d’emergenza, come sul campo di battaglia. Sebbene non fosse priva di rischi — come infezioni o dolore — rappresentava una soluzione efficace e adattata alle condizioni dell’epoca.

Ancora oggi, questa pratica ancestrale continua ad affascinare la medicina e la scienza, come chiaro esempio di come il sapere tradizionale e l’osservazione della natura abbiano dato origine a soluzioni pratiche e ingegnose. 

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Rei con Fessi - editoriale, Marco Travaglio

 

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martedì 1 luglio 2025

~ I russi russano ~

 

Siccome siamo il popolo più ostile al riarmo, la propaganda guerrafondaia è in piena azione per convincerci che non c’è alternativa.
I russi avanzano in Ucraina salvo brevi parentesi da 40 mesi, ma ogni attacco è il più terribile di sempre (strano: due mesi fa i russi, tutti homeless ubriachi, avanzavano a dorso di muli e motorini).
Anche la frase più banale in russo, tipo il “non ci sconfiggerete” di Lavrov, diventa una “minaccia all’Europa”.
Invece non solo Kiev, che almeno è in guerra, ma pure Polonia, Finlandia e i tre Stati baltici che riabilitano le mine antiuomo per spargerle ai confini con Russia e Bielorussia, inviano segnali di pace.
Ogni guasto o black-out, incidente o ritardo è colpa degli hacker e cyber-sabotatori russi.
Che vantano più avvistamenti della Madonna di Civitavecchia: spingitori di migranti dall’Africa, mandanti di Al Bano e Iva Zanicchi, truccatori di ogni elezione vinta da chi deve perdere, istigatori di proteste pro Pal, autori di fake news sul cancro di Kate e del video di Macron menato dalla moglie, seminatori di merda nella Senna per le Olimpiadi di Parigi, spie che usano “telecamere antistupro” e “di sicurezza”, “antenne sui tetti delle ambasciate”, “droni russi su Cernobbio per spiare il Centro di ricerca Ue o uno stabilimento Leonardo” (si scoprì poi che non erano né droni né russi, ma interferenze nostrane ai sensori antincendio guasti), computer privati (Libero: “Accendi il pc, Putin ti spia”) e persino “Hvaldimir, la balena beluga sospettata di essere una spia russa e trovata morta in Norvegia” (Rep e Libero).
Ieri le cronache sul blocco radar che ha mandato in tilt i voli al Nord e sull’ennesima giornata di paralisi dei treni al Centro-Sud erano affiancate da un rapporto degli 007 britannici su “attacchi cyber da Mosca” e da titoli ammiccanti sul “caos trasporti”: come se a spiegarlo non bastasse Salvini.
Non vi dico l’effetto straniante di leggere queste minchiate sul volo Roma-Trieste, atterrato con la consueta ora e mezza di ritardo per “ritardato arrivo dell’aeromobile” (scusa che vale per l’intera giornata, tanto nessuno domanderà mai il perché della ritardata partenza del primo volo che si trascina dietro tutti gli altri), più un ulteriore quarto d’ora perso sulla pista perché non si riusciva a collegare la presa elettrica del velivolo a quella dell’aeroporto.
Appena sceso, ho cercato i sabotatori russi armati di tronchesi, ma devono essermi sfuggiti. Strano che nessuno abbia ancora smascherato gli agenti putiniani che han segato i tubi per far crollare l’insegna di Generali sul grattacielo-banana di Milano.
Forse perché ormai hanno capito l’antifona: appena giunti in Italia, scoprono che i servizi pubblici e privati riescono a non funzionare benissimo anche senza di loro.
E si riposano.