Due palermitani ed un bancario svizzero sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori ed intestazione fittizia di beni su ordine del gip di Palermo, Roberto Conti nell’ambito di un’indagine condotta dalla Dia e coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e dai pm Antonio Ingoia, Nico Gozzo e Fernando Asaro. A finire agli arresti sono stati il bancario svizzero Nicola Bravetti, 54 anni e i costruttori palermitani Francesco ed Ignazio Zummo, padre e figlio di 75 e 49 anni. I due imprenditori erano già stati condannati in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Il bancario è invece accusato di aver dato una mano ai due palermitani. I tre sono finiti ai domiciliari per trasferimento fraudolento di valori ed intestazione fittizi di beni. Il cognome degli Zummo è legato al sacco edilizio di Palermo e al sindaco mafioso Vito Ciancimino. IN passato i due erano finiti nel mirino della magistratura ed erano stati sequestrati loro beni per circa 150 milioni di euro (provvedimento ancora in corso). Loro avevano aperto un conto bancario a Nassau. Secondo gli inquirenti farebbe parte di una manovra per salvare il patrimonio dalle grinfie delle misure di prevenzione. I soldi sono finiti sotto sequestro insieme ad uno yacht di 13 metri ormeggiato al porto di Villa Igiea, al Saint Raphael e ad una BMW 330.
Francesco Zummo, considerato uno degli artefici dell’operazione di occultamento del tesoro di Ciancimino e con suocero del costruttore Vincenzo Piazza, negli anni Novanta era stato coinvolto in inchieste sul riciclaggio del danaro di Cosa nostra. Adesso la nuova indagine è partita dalla procura di Como dove Bravetti, appassionato di auto di lusso, è indagato. E’ stata l’intercettazione di un colloquio tra il funzionario di banca, che è condirettore della Arner Bank con sede in Svizzera alle Bahamas e a Milano, a dare il via agli accertamenti e a condurre gli inquirenti al fondo denominato Pluto, intestato alla moglie di Francesco Zummo, Teresa Macaluso, indagata a piede libero nel procedimento insieme ad altre cinque persone. Secondo l’accusa l’imprenditore palermitano avrebbe usato nel corso delle conversazioni telefoniche il soprannome “Moro”. Brevetti, dal canto suo, avrebbe consigliato gli imprenditori di mettere i loro soldi al sicuro, proprio in un conto estero, precisamente alle Bahmas. I contatti tra Zummo e il bancario risalirebbero al 2003.
Il bancario, intanto, si è autosospeso da tutti gli incarichi ricoperti nella Arner Bank che, dal canto suo, pur credendo nell’innocenza di Bravetti, ha apprezzato la correttezza e la sensibilità dell’uomo nell’autosospendersi.
10 / 05 / 2008
http://www.ecodisicilia.com/palermo-tesoro-nascosto-arrestati-2-palermitani-e-un-bancario-svizzero.htm
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