Al mattino laurea "honoris causa" a Torino. Nel pomeriggio la revoca del ministro Fabio Mussi - FRANCESCO ALLEGRA
Dottoressa per sei ore soltanto. Perché la laurea, appena conseguita, le viene subito revocata dal ministro dell’Università, irritato per la facilità con cui spesso in Italia vengono distributi i diplomi «ad honorem». È la disavventura capitata ieri nientemeno che a Jonella Ligresti, 40 anni, figlia primogenita di «don» Salvatore, uno degli uomini più ricchi e potenti d’Italia, capofila di un impero miliardario (in euro) che spazia dalle assicurazioni alle banche, dalle costruzioni a interessi immobiliari diffusi per tutta la Penisola.
La disavventura, dunque. Jonella Ligresti, presidente di Fondiaria-Sai, il gruppo assicurativo di famiglia, nella tarda mattinata di ieri all’Università di Torino riceve, con il padre Salvatore seduto in prima fila in un’aula magna gremita, la laurea honoris causa in economia aziendale. Motivazione: «La maturità operativa e finanziaria dimostrata ai vertici di uno dei maggiori gruppi assicurativi italiani ed europei», recita la presentazione firmata dal professor Sergio Bortolami, preside della facoltà di economia dell’ateneo torinese. Passano poche ore e nel tardo pomeriggio arriva la sorpresa. Una nota del Ministero dell’Università e della Ricerca, guidato da Fabio Mussi, l’ex-Ds oggi leader di Sinistra Democratica, informa che «il ministro non ha approvato il conferimento di tale laurea quadriennale», in quanto «non ha riscontrato la presenza dei requisiti previsti dalla legge». In sostanza, ci vogliono requisiti «di eccezionalità», dicono da Roma. Non basta, evidentemente, presiedere il terzo gruppo assicurativo italiano o essere l’unica donna nominata consigliere di amministrazione di Mediobanca nella storia di piazzetta Cuccia.
La laurea appena ricevuta, dunque, finisce nel cestino. Dall’entourage dei Ligresti preferiscono non commentare l’incidente. Dall’Università di Torino si giustificano dicendo che il senato accademico, circa un anno fa, aveva approvato la proposta presentata dal consiglio della facoltà di economia e l’aveva inviata al Ministero dell’Università. I vertici dell’ateneo però ammettono che dal ministero in questi mesi non è arrivata alcuna risposta, nè tantomeno un via libera, alla laurea honoris causa per Jonella Ligresti. Sta di fatto che l’Università ha deciso di procedere anche senza l’ok di Roma. Peccato di leggerezza? Può essere, tanto più che, riportano indiscrezioni attendibili, già a suo tempo il consiglio di facoltà sul “caso Jonella” si sarebbe spaccato: più di un consigliere avrebbe infatti espresso il proprio scetticismo in merito all’opportunità di assegnare il riconoscimento alla manager quarantenne. La quale porta un cognome che in Italia pesa molto e a Torino, dove il gruppo Sai è nato negli anni 20 e rappresenta uno dei maggiori sponsor culturali della città, forse anche di più. L’Università sabauda però stavolta non ha fatto i conti con il ministro Mussi, il quale da tempo va chiedendo agli atenei di adottare più rigore nell’assegnazione delle lauree honoris causa, con l’obiettivo di salvaguardare il prestigio del titolo (che ha valore legale pari a quello dei diplomi ottenuti dopo il normale ciclo di studi). Questo tipo di riconoscimenti in Italia negli ultimi tempi è diventato un po’ inflazionato. Nel 2000 ne sono stati conferiti una cinquantina, l’anno scorso quasi 200. Il caso più clamoroso? Quello di Valentino Rossi (“The Doctor”, appunto), il motociclista pluricampione che nel 2005 si è “laureato” in Comunicazione all’Università di Urbino.
La disavventura, dunque. Jonella Ligresti, presidente di Fondiaria-Sai, il gruppo assicurativo di famiglia, nella tarda mattinata di ieri all’Università di Torino riceve, con il padre Salvatore seduto in prima fila in un’aula magna gremita, la laurea honoris causa in economia aziendale. Motivazione: «La maturità operativa e finanziaria dimostrata ai vertici di uno dei maggiori gruppi assicurativi italiani ed europei», recita la presentazione firmata dal professor Sergio Bortolami, preside della facoltà di economia dell’ateneo torinese. Passano poche ore e nel tardo pomeriggio arriva la sorpresa. Una nota del Ministero dell’Università e della Ricerca, guidato da Fabio Mussi, l’ex-Ds oggi leader di Sinistra Democratica, informa che «il ministro non ha approvato il conferimento di tale laurea quadriennale», in quanto «non ha riscontrato la presenza dei requisiti previsti dalla legge». In sostanza, ci vogliono requisiti «di eccezionalità», dicono da Roma. Non basta, evidentemente, presiedere il terzo gruppo assicurativo italiano o essere l’unica donna nominata consigliere di amministrazione di Mediobanca nella storia di piazzetta Cuccia.
La laurea appena ricevuta, dunque, finisce nel cestino. Dall’entourage dei Ligresti preferiscono non commentare l’incidente. Dall’Università di Torino si giustificano dicendo che il senato accademico, circa un anno fa, aveva approvato la proposta presentata dal consiglio della facoltà di economia e l’aveva inviata al Ministero dell’Università. I vertici dell’ateneo però ammettono che dal ministero in questi mesi non è arrivata alcuna risposta, nè tantomeno un via libera, alla laurea honoris causa per Jonella Ligresti. Sta di fatto che l’Università ha deciso di procedere anche senza l’ok di Roma. Peccato di leggerezza? Può essere, tanto più che, riportano indiscrezioni attendibili, già a suo tempo il consiglio di facoltà sul “caso Jonella” si sarebbe spaccato: più di un consigliere avrebbe infatti espresso il proprio scetticismo in merito all’opportunità di assegnare il riconoscimento alla manager quarantenne. La quale porta un cognome che in Italia pesa molto e a Torino, dove il gruppo Sai è nato negli anni 20 e rappresenta uno dei maggiori sponsor culturali della città, forse anche di più. L’Università sabauda però stavolta non ha fatto i conti con il ministro Mussi, il quale da tempo va chiedendo agli atenei di adottare più rigore nell’assegnazione delle lauree honoris causa, con l’obiettivo di salvaguardare il prestigio del titolo (che ha valore legale pari a quello dei diplomi ottenuti dopo il normale ciclo di studi). Questo tipo di riconoscimenti in Italia negli ultimi tempi è diventato un po’ inflazionato. Nel 2000 ne sono stati conferiti una cinquantina, l’anno scorso quasi 200. Il caso più clamoroso? Quello di Valentino Rossi (“The Doctor”, appunto), il motociclista pluricampione che nel 2005 si è “laureato” in Comunicazione all’Università di Urbino.
C'E' GIUSTIZIA A QUESTO MONDO FINALMENTE!
RispondiEliminaQualche volta, si. ;-)
RispondiEliminaBuona notte.