Il deputato del Carroccio è accusato di millantato credito: avrebbe ricevuto 15mila euro da un avvocato per un concorso da notaio e si sarebbe interessato al buon esito dell'esame, rivolgendosi anche a Clemente Mastella prima e Alfonso Papa poi.
L’onorevole Gianluca Pini della lega Nord, autore dell’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati, è stato indagato dalla Procura di Forlì per il reato art 346 c. p perché “millantando credito presso gli onorevoli Gino Capotosti e Alfonso Papa, riceveva da una persona identificata (Gfm) candidato partecipante al concorso nazionale di abilitazione alla professione di Notaio la somma di euro 15mila con il pretesto di dover remunerare o comunque comperare il favore di taluno dei membri della commissione di abilitazione notarile indetti dal 2006 a tutt’oggi. Somma versata in Forlì tra il 24 dicembre 2007 e il gennaio 2008. Fatto denunciato il 24 gennaio 2012″.
Secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano l’inchiesta prende avvio da una persona che – prove alla mano – racconta al Procuratore Capo, Sergio Sottani (arrivato sei mesi fa dalla Procura di Perugia dove si è occupato dell’inchiesta sui Grandi Eventi della Protezione Civile e gli appalti della cricca legata ad Anemone) di aver appreso dall’avvocato forlinese Gfm, di aver consegnato all’onorevole Pini 15, 000 euro per superare il concorso notarile. A cavallo tra Natale 2006 e Capodanno 2007, l’onorevole Gianluca Pini, eletto nel 2006, sempre secondo quanto svelato da Gfm al test dell’accusa, assicura al giovane avvocato il suo interessamento in cambio di soldi precisando che servono ad ungere la macchina. Pini si reca nello studio dell’avvocato Gfm e, come prova del suo interessamento, gli consegna una lettera ricevuta dall’allora deputato umbro dell’Udeur, Gino Capotosti, in cui gli assicura tutto il suo impegno. E per essere più credibile chiama Capot 2 osti e glielo passa al telefono. Lettera che, qualora fosse stata trovata durante la perquisizione dello studio professionale, costituirebbe un sicuro riscontro oggettivo. Il deputato leghista si incontra con Gfm a cena al ristorante “Don Abbondio” di Forlì e scrive sulla tovaglietta di carta la cifra che deve pagare: 30.000 euro di cui 15.000 subito e 15.000 a concorso superato. L’avvocato Gfm si reca all’Unicredit e alla Cassa di Risparmio di Forlì, preleva 15.000 euro dai suoi due conti personali e li consegna all’onorevole Pini. Ma il concorso non lo supera. Pini si giustifica: “Non so cosa sia accaduto, vado da Mastella (Ministro della Giustizia) e ti dico”.
Dopo qualche giorno Gfm lo richiama e Pini gli dà appuntamento al “Don Abbondio”, appuntamento che poco dopo annulla con un sms. Sono amici, si conoscono fin da ragazzi, GFM non si rassegna e tenta altre volte di parlargli. Ma Pini sfugge. Fino a che, siamo nell’estate 2008, lo incontra al Festival di Castrocaro e stanco dei suoi rimandi gli richiede i soldi. Pini lo rassicura: “Aspetta, farò il possibile, la prossima volta lo supererai”. GFM gli dice: “Ma come fai, il Governo Prodi è caduto né Capotosti né Mastella contano più niente”. “Che importa c’è Alfonso Papa” e Gfm sorpreso replica: “Ma come Papa? Non era Mastella?” E Pini: “Allora non hai capito niente, Capotosti è il trait d’union con Alfonso Papa e se non basta mi rivolgerò direttamente ad Angelino Alfano” Ministro della Giustizia che bandisce il concorso notarile. Ma la volta successiva Gfm esce senza neppure consegnare la prova e torna disperatamente alla carica per riavere i suoi soldi ma Pini continua a sfuggirgli fino a che, sempre secondo il racconto di Gfm: “L’ho acchiappato e gli ho detto: se quei soldi sono serviti a te, non ti preoccupare quando li avrai me li restituirai ma smettila di ingannarmi”. Parole che fanno inalberare l’onorevole leghi-sta: “Ma cosa dici? I tuoi soldi sono al sicuro, gli assegni rilasciatemi da Papa a garanzia sono nella mia cassaforte”.
Estate scorsa. Gfm torna all’attacco e Pini questa volta cerca di tenerlo buono così: “Guarda, gli assegni ce l’ho ma come faccio ad incassarli ora che Papa è in galera?”. Quando Papa torna libero, l’avvocato GFM commenta: “Adesso sta al buon cuore di Gianluca restituirmeli”. Ecco su cosa si fonderebbe l’inchiesta che vede l’onorevole della Lega Nord, Gianluca Pini indagato per millantato credito, reato che prevede una pena da 2 a 6 anni, in quanto avrebbe indotto l’avvocato Gfm a pagare 15.000 euro prospettando la possibilità di intercedere in senso a lui favorevole su più persone che oltre ad essere parlamentari potevano in astratto influire sulla commissione del concorso. Le indagini, che sono ancora all’inizio, lasciano credere che vi saranno altri indagati. Pini, l’onorevole dei “barbari sognanti”, nome coniato da Roberto Maroni, in attesa di essere interrogato settimana prossima, al telefono ci spiega: “Debbo fare mente locale ma sono sereno, l’addebito contraddice l’essenza stessa della mia azione politica improntata alla tutela della legalità e della trasparenza”. Mentre all’Ansa, con riferimento agli articoli del Fatto, dichiara: “Di certo, dopo tante illazioni giornalistiche, mi aspettavo qualcosa di simile”.
Secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano l’inchiesta prende avvio da una persona che – prove alla mano – racconta al Procuratore Capo, Sergio Sottani (arrivato sei mesi fa dalla Procura di Perugia dove si è occupato dell’inchiesta sui Grandi Eventi della Protezione Civile e gli appalti della cricca legata ad Anemone) di aver appreso dall’avvocato forlinese Gfm, di aver consegnato all’onorevole Pini 15, 000 euro per superare il concorso notarile. A cavallo tra Natale 2006 e Capodanno 2007, l’onorevole Gianluca Pini, eletto nel 2006, sempre secondo quanto svelato da Gfm al test dell’accusa, assicura al giovane avvocato il suo interessamento in cambio di soldi precisando che servono ad ungere la macchina. Pini si reca nello studio dell’avvocato Gfm e, come prova del suo interessamento, gli consegna una lettera ricevuta dall’allora deputato umbro dell’Udeur, Gino Capotosti, in cui gli assicura tutto il suo impegno. E per essere più credibile chiama Capot 2 osti e glielo passa al telefono. Lettera che, qualora fosse stata trovata durante la perquisizione dello studio professionale, costituirebbe un sicuro riscontro oggettivo. Il deputato leghista si incontra con Gfm a cena al ristorante “Don Abbondio” di Forlì e scrive sulla tovaglietta di carta la cifra che deve pagare: 30.000 euro di cui 15.000 subito e 15.000 a concorso superato. L’avvocato Gfm si reca all’Unicredit e alla Cassa di Risparmio di Forlì, preleva 15.000 euro dai suoi due conti personali e li consegna all’onorevole Pini. Ma il concorso non lo supera. Pini si giustifica: “Non so cosa sia accaduto, vado da Mastella (Ministro della Giustizia) e ti dico”.
Dopo qualche giorno Gfm lo richiama e Pini gli dà appuntamento al “Don Abbondio”, appuntamento che poco dopo annulla con un sms. Sono amici, si conoscono fin da ragazzi, GFM non si rassegna e tenta altre volte di parlargli. Ma Pini sfugge. Fino a che, siamo nell’estate 2008, lo incontra al Festival di Castrocaro e stanco dei suoi rimandi gli richiede i soldi. Pini lo rassicura: “Aspetta, farò il possibile, la prossima volta lo supererai”. GFM gli dice: “Ma come fai, il Governo Prodi è caduto né Capotosti né Mastella contano più niente”. “Che importa c’è Alfonso Papa” e Gfm sorpreso replica: “Ma come Papa? Non era Mastella?” E Pini: “Allora non hai capito niente, Capotosti è il trait d’union con Alfonso Papa e se non basta mi rivolgerò direttamente ad Angelino Alfano” Ministro della Giustizia che bandisce il concorso notarile. Ma la volta successiva Gfm esce senza neppure consegnare la prova e torna disperatamente alla carica per riavere i suoi soldi ma Pini continua a sfuggirgli fino a che, sempre secondo il racconto di Gfm: “L’ho acchiappato e gli ho detto: se quei soldi sono serviti a te, non ti preoccupare quando li avrai me li restituirai ma smettila di ingannarmi”. Parole che fanno inalberare l’onorevole leghi-sta: “Ma cosa dici? I tuoi soldi sono al sicuro, gli assegni rilasciatemi da Papa a garanzia sono nella mia cassaforte”.
Estate scorsa. Gfm torna all’attacco e Pini questa volta cerca di tenerlo buono così: “Guarda, gli assegni ce l’ho ma come faccio ad incassarli ora che Papa è in galera?”. Quando Papa torna libero, l’avvocato GFM commenta: “Adesso sta al buon cuore di Gianluca restituirmeli”. Ecco su cosa si fonderebbe l’inchiesta che vede l’onorevole della Lega Nord, Gianluca Pini indagato per millantato credito, reato che prevede una pena da 2 a 6 anni, in quanto avrebbe indotto l’avvocato Gfm a pagare 15.000 euro prospettando la possibilità di intercedere in senso a lui favorevole su più persone che oltre ad essere parlamentari potevano in astratto influire sulla commissione del concorso. Le indagini, che sono ancora all’inizio, lasciano credere che vi saranno altri indagati. Pini, l’onorevole dei “barbari sognanti”, nome coniato da Roberto Maroni, in attesa di essere interrogato settimana prossima, al telefono ci spiega: “Debbo fare mente locale ma sono sereno, l’addebito contraddice l’essenza stessa della mia azione politica improntata alla tutela della legalità e della trasparenza”. Mentre all’Ansa, con riferimento agli articoli del Fatto, dichiara: “Di certo, dopo tante illazioni giornalistiche, mi aspettavo qualcosa di simile”.
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