Orfani di mare e di cielo, di origini e di storia, siamo rimasti orfani delle storie degli anziani, di una ribelle traiettoria. Legati al cordone ombelicale di una madre che è andata via, orfani di tempo e silenzio, del racconto di un buon maestro. Arresi al compromesso, ostaggi di cibi sani e di valide discussioni, orfani di uno slancio vero che ci porti verso l'alto, di ogni giornata che non ci viene restituita. Abbandonate le voci nei cortili, le lavagne nere sporche di gesso, i panni stesi sui balconi, la misura e la sobrietà, ci siamo derubate tutte le valide occasioni, orfani delle ali che hanno le buone idee, orfani di una terra su cui ormai calpestiamo con passo distratto. Orfani nel chiedersi perchè, ostaggi del rancore, tesi nell'andare avanti ma con le spalle girate indietro, di spartiti senza musicisti.
Siamo rimasti orfani delle occasioni degli altri, che possono valere più delle nostre ma è duro riconoscerselo, orfani degli amori mai sciolti, dei sentimenti dietro l'amicizia, orfani perfino delle bugie, quelle vere infinitamente innocenti e fragili, degli agi del torto, degli occhi di una sconosciuta alla fermata del tram. Indipendenti gli uni dagli altri, senza chiedersi mai il perchè.
Forse basterebbe chiudere gli occhi ascoltare il respiro di chi ci sta accanto e crederci... perchè alla fine come per la nascita anche per la morte l'unica cosa che ci è concesso fare ed esserne testimoni e così come si accoglie... accompagnare, perchè quando resteremo orfani della morte non avremo più alcun motivo per vivere.
E come dice un bravo cantautore Italiano.... " mi basterebbe essere padre di una buona idea".
Nessun commento:
Posta un commento