Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 29 febbraio 2016
Torta al limone.
La torta al limone è una torta soffice dal sapore delicato di limone, ideale per una dolcissima merenda o per una festa di Compleanno. Come quasi tutte le mie ricette, la torta al limone è facilissima da realizzare con e senza Bimby.
Ingredienti:
- 3 uova intere
- 200 g. di zucchero
- 300 g. di farina “00”
- 1 limone bio grande serve il succo
- 1 bicchiere di latte
- 90 ml. di olio di semi
- 1 limone la buccia grattugiata
- 1/2 bustina di lievito per dolci
Per la glassa al limone
- 150 g. di zucchero a velo
- 2 cucchiaini di succo di limone
- 3 cucchiai di acqua calda
Procedimento: Con un frullatore sbattete le uova con lo zucchero e la buccia del limone grattugiata, unite l’olio e un po’ di farina setacciata insieme al lievito, di seguito mettete il latte e mescolate; poi aggiungete ancora la farina e il succo del limone. Ora versate il composto in uno stampo da cm 26 imburrato ed infarinato. Quindi infornate la vostra torta al limone a 180°C. per 30/35 minuti. Nel frattempo preparate la glassa unendo il succo di limone e l’acqua allo zucchero, mescolate per benino, dopodiché quando la torta sarà uscita dal forno e raffreddata, versateci sopra la glassa. Poi fatela riposare un paio di ore prima di servire.
Procedimento con il Bimby: Mettete nel boccale lo zucchero la scorza di limone pulita e asciutta e fate andare a velocità 8 per 10 secondi. Ora versate nel boccale le uova lo zucchero e l’olio e fate andare a velocità 5. Poi unite la farina il succo di limone e il lievito, impastate a velocità 5 per 40 secondi. Ora versate il composto in uno stampo da cm 26 imburrato ed infarinato. Quindi infornate la vostra torta al limone a 180°C. per 30/35 minuti. Nel frattempo preparate la glassa unendo il succo di limone e l’acqua allo zucchero e mescolate per benino, dopodiché quando la torta sarà uscita dal forno e raffreddata versateci sopra la glassa. Poi fatela riposare un paio di ore prima di servire.
Vedi anche:
Commissione Ue: Italia fonte di potenziali ricadute sull'Eurozona.
"Le debolezze strutturali continuano a frenare la capacità di crescere", si legge nel report. Il Mef replica: "Ora più forti, non siamo più un rischio"
Juncker-Renzi: "Stop all'austerity e sì alla flessiblità"
- L'Italia "è fonte di potenziali ricadute sugli altri Stati membri dell'Eurozona". E' quanto emerge dal rapporto della Commissione Ue sugli squilibri macroeconomici dello Stivale. "Le debolezze strutturali continuano a frenare la capacità dell'Italia di crescere e reagire agli shock economici", e quindi "la ripresa modesta e le debolezze strutturali del Paese influiscono negativamente sulla ripresa e sul potenziale di crescita dell'Europa".
"Spesa in costante crescita e sbilanciata" - Una spesa pubblica in "costante crescita, sempre più sbilanciata" a favore degli anziani e sulla quale pesano costi del servizio del debito "molto maggiori" rispetto al resto della zona euro, sottolinea la Commissione Ue. "Resta pressante - si legge nel documento - la sfida della sostenibilità del debito": per rispettare la regola del Patto di stabilità "sarà necessario un avanzo primario molto elevato, nell'ordine del 4%".
Tutti questi elementi "rischiano di incidere sull'anemica crescita potenziale del Paese". Da qui la necessità di "attuare pienamente le riforme delle pensioni, specie quella del 2012, e procedere a una revisione sistemica della spesa a tutti i livelli di governo" che possa accrescerne l'efficienza e renderla più orientata alla crescita.
"Fuga di cervelli può compromettere la crescita" - L'aumento di emigrazione - sottolinea ancora il rapporto - riflette le migliori opportunità e condizioni di lavoro all'estero. I sondaggi indicano che, rispetto ai loro omologhi che lavorano in Italia, i giovani laureati italiani che lavorano all'estero non solo guadagnano di più ma sono più spesso assunti con contratti a tempo indeterminato e ritengono che la loro qualifica ufficiale sia più idonea per il lavoro che svolgono.
In particolare, tra gli italiani in possesso di un dottorato, quelli che lavorano all'estero affermano di avere migliori opportunità di lavoro e retribuzioni molto più elevate. Ciò spiega la loro bassissima propensione a voler tornare in Italia. Di conseguenza questo fenomeno non rientra nella definizione di "circolazione di cervelli", cioè quando persone si recano temporaneamente all'estero per studiare o lavorare, ma poi tornano nel Paese d'origine.
Quanto ai danni sociali, il rapporto osserva che la "fuga dei cervelli" comporta un duplice costo finanziario: in primo luogo la spesa pubblica sostenuta per l'istruzione di studenti che poi lasciano definitivamente il Paese, e, in secondo luogo, in termini di futura perdita di gettito da imposte contributi sociali che i migranti altamente qualificati avrebbero pagato lavorando in Italia.
La replica del Mef: "Italia più forte, no rischi" - Fonti del Mef, commentando il rapporto Ue sugli squilibri macroeconomici, replicano che "grazie alle politiche economiche del governo orientate alla crescita e alle riforme strutturali approvate e implementate, oggi l'Italia è un Paese più forte". "Il rischio che le sue debolezze possano ripercuotersi sulla zona euro è sicuramente più contenuto di quanto fosse prima dell'avvio del ciclo riformatore".
"Nulla di nuovo, trascurato il fisco" - "I problemi evidenziati dalla Commissione Ue nel rapporto sugli squilibri macroeconomici affliggono l'Italia da molto tempo e sono presenti da ben prima della crisi. Nulla di nuovo quindi su debito e competitività", aggiungono. Nell'elenco di misure riconosciute da Bruxelles, inoltre, l'Ue "trascura" il fisco: la cancellazione della componente lavoro dal calcolo dell'Irap e la riforma dell'amministrazione fiscale che sta favorendo un migliore livello di adempimento spontaneo.
Tutti questi elementi "rischiano di incidere sull'anemica crescita potenziale del Paese". Da qui la necessità di "attuare pienamente le riforme delle pensioni, specie quella del 2012, e procedere a una revisione sistemica della spesa a tutti i livelli di governo" che possa accrescerne l'efficienza e renderla più orientata alla crescita.
"Fuga di cervelli può compromettere la crescita" - L'aumento di emigrazione - sottolinea ancora il rapporto - riflette le migliori opportunità e condizioni di lavoro all'estero. I sondaggi indicano che, rispetto ai loro omologhi che lavorano in Italia, i giovani laureati italiani che lavorano all'estero non solo guadagnano di più ma sono più spesso assunti con contratti a tempo indeterminato e ritengono che la loro qualifica ufficiale sia più idonea per il lavoro che svolgono.
In particolare, tra gli italiani in possesso di un dottorato, quelli che lavorano all'estero affermano di avere migliori opportunità di lavoro e retribuzioni molto più elevate. Ciò spiega la loro bassissima propensione a voler tornare in Italia. Di conseguenza questo fenomeno non rientra nella definizione di "circolazione di cervelli", cioè quando persone si recano temporaneamente all'estero per studiare o lavorare, ma poi tornano nel Paese d'origine.
Quanto ai danni sociali, il rapporto osserva che la "fuga dei cervelli" comporta un duplice costo finanziario: in primo luogo la spesa pubblica sostenuta per l'istruzione di studenti che poi lasciano definitivamente il Paese, e, in secondo luogo, in termini di futura perdita di gettito da imposte contributi sociali che i migranti altamente qualificati avrebbero pagato lavorando in Italia.
La replica del Mef: "Italia più forte, no rischi" - Fonti del Mef, commentando il rapporto Ue sugli squilibri macroeconomici, replicano che "grazie alle politiche economiche del governo orientate alla crescita e alle riforme strutturali approvate e implementate, oggi l'Italia è un Paese più forte". "Il rischio che le sue debolezze possano ripercuotersi sulla zona euro è sicuramente più contenuto di quanto fosse prima dell'avvio del ciclo riformatore".
"Nulla di nuovo, trascurato il fisco" - "I problemi evidenziati dalla Commissione Ue nel rapporto sugli squilibri macroeconomici affliggono l'Italia da molto tempo e sono presenti da ben prima della crisi. Nulla di nuovo quindi su debito e competitività", aggiungono. Nell'elenco di misure riconosciute da Bruxelles, inoltre, l'Ue "trascura" il fisco: la cancellazione della componente lavoro dal calcolo dell'Irap e la riforma dell'amministrazione fiscale che sta favorendo un migliore livello di adempimento spontaneo.
TISANA FAI DA TE ALLO ZENZERO: PER DIMAGRIRE E TENERE LONTANO IL RAFFREDDORE!
Una tisana fai da te ricchissima di sapore: zenzero e limone bruciano i grassi e si alleano per darvi la carica giusta per non prendersi i malanni di stagione!
La tisana fai da te allo zenzero è tra tutte la più saporita: piccante al punto giusto, darà una mano alla vostra dieta nella lotta contro i chili di troppo! Lo zenzero attiva infatti il metabolismo ma è anche un prezioso aiuto per tenere lontano i malanni che arrivano con i primi sbalzi di temperatura.
Portate a ebollizione l’acqua necessaria per la vostra tisana e immergeteci tre fettine di zenzero fresco, uno cornetto di peperoncino, il succo e la buccia di mezzo limone. Lasciate in infusione per almeno 10 minuti: versate nella tazza, addolcitela con due cucchiaini di miele e bevetela ancora caldissima!
Immagini: iStockphoto
Banca Popolare di Vicenza finisce sotto inchiesta. - Claudio Torre
Un'altra banca fa tremare i risparmiatori. In questo caso si tratta della Banca Popolare di Vicenza. Di fatto, secondo quanto racconta Repubblica, la Banca popolare di Vicenza sarebbe nel mirino della procura con tre inchieste.
Di fatto, secondo quanto racconta Repubblica, la Banca popolare di Vicenza sarebbe nel mirino della procura con tre inchieste. Tra le varie accuse ci sarebbe quella di truffa per estorsione ai danni di diversi risparmiatori che avrebbero subito pressioni per acquistare azioni dell'istituto di credito sotto la minaccia della revoca dei fidi o dei mutui. Di fatto i clienti che avevano esigenza di liquidità, ovvero di denaro, sarebbero stati spinti a comprare circa un miliardo di euro di azioni da Banca Popolare di Vicenza.
Un'operazione che secondo la procura sarebbe vietata e che sarebbe stata condotta "in assoluto spregio della buona amministrazione". I risparmiatori colpiti sarebbero friulani e pratesi. Fra loro ci sono artigiani, pensionati ma anche piccoli imprenditori. "Non vorremmo che queste indagini si fermassero all'esecutore materiale (ovvero i dipendenti delle filiali che hanno materialmente processato le sottoscrizioni, ndr) che così diventerebbe il capro espiatorio, lasciando impuniti coloro che realmente hanno implicazioni su scala nazionale", ha spiegato Barbara Puschiassis della Federconsumatori del Friuli.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/banca-popolare-vicenza-finisce-sotto-inchiesta-1229965.html
Per quanti anni ancora dovremo subire il deficit economico imposto da chi gestisce il potere e ha come unico scopo smerciare la spazzatura immessa in circolo dagli USA per recuperare le perdite delle sue incaute banche?
domenica 28 febbraio 2016
L'UE DALLE ORIGINI AL TTIP. LE OPERAZIONI SEGRETE USA PER DAR VITA A UNO STATO FEDERALE EUROPEO. - MARIA GRAZIA BRUZZONE
L’Unione Europea non è nata soltanto dal ‘sogno’ di Altiero Spinelli e di Jean Monnet (al quale lo Spinelli pare non stesse neppure simpatico) di Schuman e di Spaak, come ci viene sempre raccontato da politici e media che acriticamente esortano a sostenere il progetto salvifico di un superstato unitario come inevitabile e desiderabile sviluppo.
L’Unione Europea non sarebbe mai diventata tale se non fosse stata il progetto, pensato, finanziato e guidato segretamente dagli Stati Uniti, di uno Stato Federale europeo politicamente a loro legato, per non dire vassallo degli Usa, come è emerso da alcuni documenti venuti alla luce nel 1997, altri de-secretati nel 2000 grazie a un ricercatore della Georgetown University di Washington, Joshua Paul.
Un piano volutamente portato avanti sotto traccia e gradualmente dal dopoguerra a oggi, fino all’accordo economico transatlantico siglato nel 2007, mai ricordato (vedi qui in italiano, da Infowars) concretizzatosi nel poco discusso e non ancora ratificato TTIP.
A rilanciare questo narrazione – già oggetto nel 2000 di un breve articolo del Telegraph di un giovane Ambrose Evans-Pritchard (qui e qui vocidallestero +qui eunews, recenti) ma soprattutto di un libro inglese divenuto un best seller (Christopher Brooker, Richard North, The Great Deception. A Secret History of the European Union, Continuum 2003, qui e cenni qui) è oggi un post di un sito british in cui ci siamo imbattuti da poco, truepublica.org.uk. Un blog indipendente e serio, per niente complottista ma critico, la cui missionè “smascherare la cattiva informazione, disinformazione e propaganda”, sul quale scrivono firme già incontrate altrove.
Ci sembra interessante proporlo in questo momento in cui l’UE è direttamente e indirettamente al centro dell’attualità: dall’economia ai migranti, dalle banche al TTIP, all’UE in sé, sempre più divisa e messa in questione da movimenti di opinione che troppo spesso vengono liquidati come “populismi”. Al Brexit, appunto.
Il post sottintende un punto di vista britannico e anche per questo è interessante: per l’approccio libero dalla mitologia europeista a senso unico di cui sono intrise le narrazioni italiane; e perché fa capire le ragioni delle diffidenze e delle resistenze di tanti cittadini inglesi, orgogliosi della loro indipendenza e diffidenti nei confronti dell’UE, alla quale aderirono solo nel 1973, ma anche verso i ‘cugini’ americani ai quali troppo spesso tendiamo ad assimilarli.
Salvo, come diremo alla fine, scoprire il ruolo cruciale e non meno sotterraneo alle origini proprio dei britannici ovvero di alcuni di essi, l'élite conservatrice e filo-élite-Usa oggi preoccupatissima di un eventuale Brexit.
Premessa. (di truepublica)
“Per chi ha ancora dei dubbi, l’Unione Europea non è stata motivata dai desideri gemelli di por fine alle guerre sul continente Europeo e di promuovere la crescita economica rendendo più facile ai paesi europei commerciare gli uni con gli altri. Questa è la storia che vi raccontano. In realtà l’ UE è stata una creazione dell’America. Leggete.
“Dopo la seconda Guerra Mondiale, l’America vede l’opportunità di trasformare un continente lacerato dalla guerra. Vuole che l’Europa sia complementare alla politica americana, vede il federalismo americano un ideale modello politico. Desidera integrare l’Europa e avvia varie operazioni coperte per minare la resistenza convinta alle idee federaliste, specie da parte del governo laburista Britannico.
“L’opportunità che si presentava era quella di un superstato guidato da burattini e riempito con impiegati compiacenti utile per i commerci e la manipolazione di mercati globali strategici e, non meno importante, una zona cuscinetto contro il nuovo nemico, i Rossi dalla Russia alla Cina.
“Storici della diplomazia hanno scovato già nel 1997 prove delle operazioni coperte degli Stati Uniti destinate a minare le influenze comuniste in Europa. Funzionari Usa lavorarono nel 1950 a un piano che portasse agli Stati Uniti dl’Europa. E’ qui che vediamo emergere il Gruppo Bilderberg e l’Action Committee for a United States of Europe. Winston Churchill fu uno dei cinque presidenti del Consiglio d’Europa, un’ organizzazione eterogenea che premeva per una rapida unificazione europea.
“Cosa interessante, questi documenti non sono stati trovati negli archivi americani o britannici, ma a Bruxelles, la capitale di fatto dell’UE.
“Oltre a ciò Washington temeva l’emergere di mercati e di qualsiasi cosa somigliasse anche lontanamente a una alleanza orientale, come Russia e Cina, che da allora ha preso forma nel gruppo economico delle nazioni BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e nella creazione della Shangai Cooperation Organisation (SCO) . Alla fine dell’anno scorso il FMI ha aggiunto lo yuan al suo paniere delle monete di riserva, un riconoscimento internazionale dei progressi della Cina in un sistema economico globale dominato per anni da Usa, Europa e Giappone.
“Il termine BRICS venne originariamente coniato da Goldman Sachs, secondo la quale nel 2050 quelle economie domineranno il mondo. Negli ultimi anni l’America ha visto la prova dell’avanzamento delle nazioni emergenti nel declino della produzione e dell’export dei propri beni e servizi. Il commercio internazionale è diminuito del 30% in tre decenni e si è dimezzato dalla seconda guerra mondiale. L’America sapeva già nei tardi anni ’40 che il suo dominio economico sarebbe stato minacciato e aveva bisogno che degli Stati Uniti d’Europa fungessero da ammortizzatore in tale eventualità.
“Nel 2000 documenti declassificati dal governo americano mostrano che il servizio americano di intelligence cominciò a condurre una campagna su larga scala negli anni ’50 e ’60 per dare impulso a un’Europa unita. Ha anche fondato e pienamente diretto il Movimento Federalista Europeo, qualcosa a cui molti stati membri europei resistevano ma infine capitolavano – “siete con noi o contro di noi”.
“Le pressioni venivano aggressivamente esercitate anche sul Regno Unito.
I documenti mostrano che l’American Committee for a United Europe (ACUE) creato già nel 1948 finanziò le operazioni del Movimento Europeo, la più importante organizzazione federalista negli anni del dopoguerra. Nel 1958 fornirono più della metà dei fondi (il 53,5%).
Il Telegraph citato aggiunge altri dettagli. Un memorandum, datato 26 luglio 1950 fornisce istruzioni per una campagna finalizzata a promuovere un parlamento Europeo a pieno titolo. E’ firmato dal generale William Donovan, capo del servizio segreto americano in epoca bellica, l’Office of Strategic Studies (OSS), precursore della CIA.
Vicepresidente dell’ACUE era Allen Dulles, direttore della CIA negli anni ‘50. Il comitato comprendeva Walter Bedell Simith, il primo direttore della CIA e un elenco di figure ex-OSS che entravano e uscivano dalla CIA.
L’European Youth Campaign, un braccio del Movimento Federalista Europeo, è stata interamente finanziata e controllata da Washington – racconta ilTelegraph. “Il direttore belga, il barone Boel, riceveva pagamenti mensili in un conto speciale. Quando il direttore del Movimento Europeo Joseph Retinger, di origini polacche, si risentì di questo livello di controllo americano e cercò di raccogliere fondi in Europa venne subito rimproverato”.
Truepublica parla di operazioni gestite dalla CIA ma aggiunge che i documenti mostrano come gli ordini arrivassero dal Dipartimento di Stato.
Le operazioni comprendevano finanziamenti a gruppi politici alleati seguaci dei valori e/o della politica dell'America, sabotare i sindacati e influenzare le tendenze culturali e intellettuali in Europa. Si andò ancora oltre, con operazioni volte a provocare deliberatamente disaccordi in stati non compiacenti e la creazione di reti ‘stay behind’ o GLADIO disegnate per addestrare forze speciali, reti di spie e squadre di boicottaggio per contenere ogni potenziale incursione Sovietica e finanche ogni business in Europa.
“I leader del Movimento Europeo – Joseph Retinger, Robert Schuman e l’ex primo ministro belga Paul-Henri Spaak – venivano tutti trattati come dipendenti dai loro sponsor americani. Il ruolo degli Stati Uniti veniva gestito come un’operazione segreta. Il finanziamento dell’ACUE arrivava dalle Fondazioni Ford e Rockefeller, nonché da gruppi d’affari con stretti legami con il governo degli Stati Uniti e con la CIA.
Il direttore della Fondazione Ford, l’ex ufficiale dell’OSS Paul Hoffman ottenne un doppio incarico come capo dell’ACUE alla fine degli anni ’50.
E’ stato un processo ‘passo dopo passo’ e tuttavia molto pianificato.
Truepublica ne elenca le varie tappe:
Trattato di Bruxelles del 1948 ;
Trattato di Parigi, 1952;
Trattato di Bruxelles Modificato, 1955;
Trattato di Roma, 1958.
Il tutto portò nel 1967 alla fusione di trattati che fu chiamata Mercato Comune, ma finì per essere la Comunità Economica Europea (EEC).
“Molti cittadini britannici e Primi Ministri erano incerti e profondamente sospettosi sulle intenzioni del nuovo club. I conservatori spinsero per l’adesione nel 1973 senza tener conto dell’elettorato. I Laburisti, contrari, in occasione delle elezioni del 1975 tirarono fuori un manifesto che chiedeva di rinegoziare le condizioni del Regno Unito e un referendum, che tuttavia vide prevalere i favorevoli, 65%.
“Seguono altri trattati: Maastricht 1992, che pone le fondamenta reali dell’Unione Europea, rafforzate dal Trattato di Amsterdam, 1997, quindi dal Trattato di Nizza e infine da quello di Lisbona firmato il 13 dicembre 2007, entrato in vigore il 1° dicembre 2009. E tuttavia, viene osservato, l’UE non ha una sua costituzione. Qualcuno dice che non ne ha bisogno in quanto l’insieme dei trattati ne disegnerebbero una.
In ogni caso l’UE non è ancora uno stato federale.
“Originariamente caratterizzata da solidarietà e fiducia reciproca fra cittadini Europei, l’UE ha visto le sue pietre fondanti erose drammaticamente.
“Ironicamente è l’America che sta causando tanti danni a un’unione che vuole serva meramente ai suoi scopi geopolitici e monetari. Il coinvolgimento in guerre impopolari, lo psicotico sistema bancario americano, hedge funds parassitari che depredano paesi sensibili come Grecia Spagna e Portogallo, il sovvertimento di relazioni internazionali, in particolare con la Russia e alcune delle sue nazioni; e ancora, l’attività spionistica, la sorveglianza di massa, le svalutazioni monetarie e molto altro spingono tanti europei a disprezzare l’UE in sé e il coinvolgimento degli USA.
“L’UE e gli USA sono le maggiori potenze economiche e militari nel mondo, a dispetto della mancanza di una politica europea di difesa comune . Dominando il commercio globale, giocano ruoli guida nelle relazioni politiche internazionali, e quel che uno di loro dice ha un peso rilevante per molta parte del resto del mondo.
Hanno popolazioni simili, una composizione religiosa quasi identica, ed entrambe hanno economie da $18 trilioni - eppure l’America vuole dominare.
“ Un memo del Dipartimento di Stato datato giugno 1965 consigliava il vicepresidente della Comunità Economica Europea, Robert Marjolin, di perseguire l’unione monetaria in segreto.
Raccomandava di ‘ sopprimere il dibattito fino al punto in cui ‘l’adozione di tali proposte sarebbero state virtualmente ineludibili’.
“La concezione del dominio economico americano la si vede bene oggi con l’accordo commerciale segreto che verrà presto approvato noto come TTIP.
“Questo accordo rappresenta un attacco massiccio alla sovranità di governi eletti democraticamente e mostra chiaramente quali fossero le intenzioni americane fin dall’inizio, negli anni ’50. (Come detto sopra, dell'accordo del 2007 che ne gettava le premesse non non si è saputo quasi nulla, vedi qui il blogcomedonchisciotte.it)
“Gli USA vogliono armonizzare gli standard fra EU e USA, visti dagli oppositori come un grave colpo alle sudate protezioni su cibo e sicurezza chimica (per es cosmetici , insetticidi e pesticidi), l’ambiente e i diritti dei lavoratori. Il settore agricolo americano sta premendo fortemente l’Europa perché importi prodotti OGM attualmente illegali (ma di cui l’UE ha autorizzato l’ importazione nell’aprile 2015) e carne non conforme agli standard europei, vale a dire bestiame cresciuto con ormoni della crescita (questo divieto continua ma con un accordo per comprare ulteriori 48.000 tonnellate annue di carne americana senza ormoni della crescita).
“Il fracking e la privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale sono nel programma delle corporations Americane, obiettivi aggressivamente promossi da un governo Conservatore neocon di estrema destra la cui ideologia volta al mero profitto renderà la Gran Bretagna un avamposto stato vassallo degli Usa, se gli si dà modo di continuare.
“La ragione per cui i negoziati del TTIP sono così segreti è che gli americani hanno raccomandato, come abbiamo detto più sopra, di ‘ sopprimere il dibattito fino al punto che l’adozione è diventata ineludibile’.
“Motivo per cui gli americani hanno dato vita al non meno segreto Gruppo Bilderberg, definito come un gruppo di lobbisti di élite, vertici di multinazionali Usa, funzionari UE, capitani di industria, capi di agenzie di intelligence e reali Europei : come dire che tutti i principali lobbisti degli affari e della finanza a favore del TTIP sono sotto lo stesso tetto. Non è difficile capire quale sia la vera agenda.
“Quello a cui siete testimoni è un ‘ colpo di stato corporate’ dell’Europa da parte dell’America delle multinazionali.
Così conclude il post – senza alcun dubbio apparente sulle origini ‘americane’ dell’Unione Europea. Un ‘colpo di stato al rallentatore’ come scrissero gli autori di The Great Deception.
UNA STORIA UN POCO DIVERSA.
Eppure, ad ideare l’unione europea e a premere inizialmente sull’America perché appoggiasse il progetto sarebbero stati paradossalmente proprio gli inglesi. Alcuni inglesi, quanto meno, le élites britanniche da sempre conservatrici e legate alle élites Usa.
(Del resto Jean Monnet, uno dei 'sognatori' del superstato europeo era stato convinto da un funzionario british suo amico e nel ’40 venne inviato negli Usa come rappresentante del governo inglese, divenendo poi un ascoltato consigliere del presidente Roosevelt, vedi libro di cui sopra).
Il ruolo inglese si capisce anche dalla storia di Joseph Retinger che di quel progetto fu uno degli ideatori e soprattutto uno dei promotori più attivi, così come fu poi inventore e promotore del Gruppo Bilderberg.
E’ stato proprio il sito ufficiale del Bilderberg a ricordarlo, in occasione della sessione 2013 dell’annuale conferenza svoltasi nel Regno Unito, ospite David Cameron, riproponendo la figura di quel personaggio misterioso e sfuggente pressoché ignorato dai media, forse perché - polacco di nascita e cosmopolita nella vita, vicino ai Gesuiti e al Vaticano come alla socialista Fabian Society, amico di papi e primi ministri, reali e grandi banchieri mitteleuropei - fu anche un agente segreto britannico (degno di un romanzo di Le Carré ha scritto Underblog, citando il post originale del Bilderberg ).
Almeno, ne era convinto l’esperto in guerra psicologica nonché consigliere del presidente americano Eisenhower, C.D Jackson. “Sapeva come lavorare tra le ombre e stare tra le ombre e una di queste ombre era l’ala oscura dell’intelligence britannica”, scrisse Pietro Quaroni, ambasciatore italiano a Parigi, Londra e Bonn, in un lungo ricordo di Retinger - col quale aveva collaborato per anni. Quaroni fu con Alcide De Gasperi, al quale era molto vicino, il primo membro italiano del Bilderberg alla sua nascita, nel 1954.
Sorta di “monaco soldato”, “incarnando il motto dei Templari ‘non nobis’ partecipò ai maggiori intrighi politici internazionali del XX secolo per idealismo e per ammirazione verso gli uomini a cui decise di volta in volta di legarsi” .
Per dire, il Congresso dell’Aja, la megaconferenza che nel maggio del 1948“ fu il punto di partenza del processo politico che portò al Trattato di Roma del 1957”, venne organizzato da Retinger e da lui promosso insieme a Duncan Sandys, genero di Churchill. Vi parteciparono 800 figure chiave dell’Europa e del Nord America. Retinger “conosceva tutti e aveva accesso ovunque, in quegli anni era uno degli uomini meglio informati”, ricorda Spaak.
Due anni prima Mr. R - o Dr. R o semplicemente R, come lo chiamavo i suoi nemici - aveva tenuto al Royal Institute of International Affairs di Londra un discorso sul futuro dell’Europa che fu uno dei primi appelli all’unificazione del “vecchio Continente”. E dopo la conferenza dell’Aja fu tra i motori dietro la creazione del Movimento Europeo, del Congresso d’Europa, del College of Europe di Liegi e dell’European Center of Culture di Ginevra, tutti volti a promuovere l’idea di un’Europa unita.
“Ponte fra i popoli europei, R fu anche un ponte fra l’Europa e gli Stati Uniti ”. “ Fu uno dei soli tre europei (con W. Churchill e R. Coudenhove-Calergi) a far parte dell’American Committee on United Europe (ACUE), definita come struttura di facciata creata nel 1948 dalla CIA, dal Dipartimento di Stato e dal Council of Foreign Relations per coordinare gli aiuti all’unificazione Europea, progetto che all’inizio della guerra fredda era una priorità politica assoluta per gli Usa. R era responsabile della distribuzione dei milioni di dollari senza i quali l’unificazione europea non sarebbe stata possibile.”
Peccato che il link originale del post Bilderberg non funzioni più, come accadde sempre più spesso.
Maria Grazia Bruzone
Fonte: www.lastampa.it
Link: http://www.lastampa.it/2016/02/26/blogs/underblog/lue-dalle-origini-al-ttip-le-operazioni-segrete-usa-per-dar-vita-a-uno-stato-federale-UuLA9xu3uMVXvToxHf4joM/pagina.html
26.02.2016
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16280
Ci sembra interessante proporlo in questo momento in cui l’UE è direttamente e indirettamente al centro dell’attualità: dall’economia ai migranti, dalle banche al TTIP, all’UE in sé, sempre più divisa e messa in questione da movimenti di opinione che troppo spesso vengono liquidati come “populismi”. Al Brexit, appunto.
Il post sottintende un punto di vista britannico e anche per questo è interessante: per l’approccio libero dalla mitologia europeista a senso unico di cui sono intrise le narrazioni italiane; e perché fa capire le ragioni delle diffidenze e delle resistenze di tanti cittadini inglesi, orgogliosi della loro indipendenza e diffidenti nei confronti dell’UE, alla quale aderirono solo nel 1973, ma anche verso i ‘cugini’ americani ai quali troppo spesso tendiamo ad assimilarli.
Salvo, come diremo alla fine, scoprire il ruolo cruciale e non meno sotterraneo alle origini proprio dei britannici ovvero di alcuni di essi, l'élite conservatrice e filo-élite-Usa oggi preoccupatissima di un eventuale Brexit.
Premessa. (di truepublica)
“Per chi ha ancora dei dubbi, l’Unione Europea non è stata motivata dai desideri gemelli di por fine alle guerre sul continente Europeo e di promuovere la crescita economica rendendo più facile ai paesi europei commerciare gli uni con gli altri. Questa è la storia che vi raccontano. In realtà l’ UE è stata una creazione dell’America. Leggete.
“Dopo la seconda Guerra Mondiale, l’America vede l’opportunità di trasformare un continente lacerato dalla guerra. Vuole che l’Europa sia complementare alla politica americana, vede il federalismo americano un ideale modello politico. Desidera integrare l’Europa e avvia varie operazioni coperte per minare la resistenza convinta alle idee federaliste, specie da parte del governo laburista Britannico.
“L’opportunità che si presentava era quella di un superstato guidato da burattini e riempito con impiegati compiacenti utile per i commerci e la manipolazione di mercati globali strategici e, non meno importante, una zona cuscinetto contro il nuovo nemico, i Rossi dalla Russia alla Cina.
“Storici della diplomazia hanno scovato già nel 1997 prove delle operazioni coperte degli Stati Uniti destinate a minare le influenze comuniste in Europa. Funzionari Usa lavorarono nel 1950 a un piano che portasse agli Stati Uniti dl’Europa. E’ qui che vediamo emergere il Gruppo Bilderberg e l’Action Committee for a United States of Europe. Winston Churchill fu uno dei cinque presidenti del Consiglio d’Europa, un’ organizzazione eterogenea che premeva per una rapida unificazione europea.
“Cosa interessante, questi documenti non sono stati trovati negli archivi americani o britannici, ma a Bruxelles, la capitale di fatto dell’UE.
“Oltre a ciò Washington temeva l’emergere di mercati e di qualsiasi cosa somigliasse anche lontanamente a una alleanza orientale, come Russia e Cina, che da allora ha preso forma nel gruppo economico delle nazioni BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e nella creazione della Shangai Cooperation Organisation (SCO) . Alla fine dell’anno scorso il FMI ha aggiunto lo yuan al suo paniere delle monete di riserva, un riconoscimento internazionale dei progressi della Cina in un sistema economico globale dominato per anni da Usa, Europa e Giappone.
“Il termine BRICS venne originariamente coniato da Goldman Sachs, secondo la quale nel 2050 quelle economie domineranno il mondo. Negli ultimi anni l’America ha visto la prova dell’avanzamento delle nazioni emergenti nel declino della produzione e dell’export dei propri beni e servizi. Il commercio internazionale è diminuito del 30% in tre decenni e si è dimezzato dalla seconda guerra mondiale. L’America sapeva già nei tardi anni ’40 che il suo dominio economico sarebbe stato minacciato e aveva bisogno che degli Stati Uniti d’Europa fungessero da ammortizzatore in tale eventualità.
“Nel 2000 documenti declassificati dal governo americano mostrano che il servizio americano di intelligence cominciò a condurre una campagna su larga scala negli anni ’50 e ’60 per dare impulso a un’Europa unita. Ha anche fondato e pienamente diretto il Movimento Federalista Europeo, qualcosa a cui molti stati membri europei resistevano ma infine capitolavano – “siete con noi o contro di noi”.
“Le pressioni venivano aggressivamente esercitate anche sul Regno Unito.
I documenti mostrano che l’American Committee for a United Europe (ACUE) creato già nel 1948 finanziò le operazioni del Movimento Europeo, la più importante organizzazione federalista negli anni del dopoguerra. Nel 1958 fornirono più della metà dei fondi (il 53,5%).
Il Telegraph citato aggiunge altri dettagli. Un memorandum, datato 26 luglio 1950 fornisce istruzioni per una campagna finalizzata a promuovere un parlamento Europeo a pieno titolo. E’ firmato dal generale William Donovan, capo del servizio segreto americano in epoca bellica, l’Office of Strategic Studies (OSS), precursore della CIA.
Vicepresidente dell’ACUE era Allen Dulles, direttore della CIA negli anni ‘50. Il comitato comprendeva Walter Bedell Simith, il primo direttore della CIA e un elenco di figure ex-OSS che entravano e uscivano dalla CIA.
L’European Youth Campaign, un braccio del Movimento Federalista Europeo, è stata interamente finanziata e controllata da Washington – racconta ilTelegraph. “Il direttore belga, il barone Boel, riceveva pagamenti mensili in un conto speciale. Quando il direttore del Movimento Europeo Joseph Retinger, di origini polacche, si risentì di questo livello di controllo americano e cercò di raccogliere fondi in Europa venne subito rimproverato”.
Truepublica parla di operazioni gestite dalla CIA ma aggiunge che i documenti mostrano come gli ordini arrivassero dal Dipartimento di Stato.
Le operazioni comprendevano finanziamenti a gruppi politici alleati seguaci dei valori e/o della politica dell'America, sabotare i sindacati e influenzare le tendenze culturali e intellettuali in Europa. Si andò ancora oltre, con operazioni volte a provocare deliberatamente disaccordi in stati non compiacenti e la creazione di reti ‘stay behind’ o GLADIO disegnate per addestrare forze speciali, reti di spie e squadre di boicottaggio per contenere ogni potenziale incursione Sovietica e finanche ogni business in Europa.
“I leader del Movimento Europeo – Joseph Retinger, Robert Schuman e l’ex primo ministro belga Paul-Henri Spaak – venivano tutti trattati come dipendenti dai loro sponsor americani. Il ruolo degli Stati Uniti veniva gestito come un’operazione segreta. Il finanziamento dell’ACUE arrivava dalle Fondazioni Ford e Rockefeller, nonché da gruppi d’affari con stretti legami con il governo degli Stati Uniti e con la CIA.
Il direttore della Fondazione Ford, l’ex ufficiale dell’OSS Paul Hoffman ottenne un doppio incarico come capo dell’ACUE alla fine degli anni ’50.
E’ stato un processo ‘passo dopo passo’ e tuttavia molto pianificato.
Truepublica ne elenca le varie tappe:
Trattato di Bruxelles del 1948 ;
Trattato di Parigi, 1952;
Trattato di Bruxelles Modificato, 1955;
Trattato di Roma, 1958.
Il tutto portò nel 1967 alla fusione di trattati che fu chiamata Mercato Comune, ma finì per essere la Comunità Economica Europea (EEC).
“Molti cittadini britannici e Primi Ministri erano incerti e profondamente sospettosi sulle intenzioni del nuovo club. I conservatori spinsero per l’adesione nel 1973 senza tener conto dell’elettorato. I Laburisti, contrari, in occasione delle elezioni del 1975 tirarono fuori un manifesto che chiedeva di rinegoziare le condizioni del Regno Unito e un referendum, che tuttavia vide prevalere i favorevoli, 65%.
“Seguono altri trattati: Maastricht 1992, che pone le fondamenta reali dell’Unione Europea, rafforzate dal Trattato di Amsterdam, 1997, quindi dal Trattato di Nizza e infine da quello di Lisbona firmato il 13 dicembre 2007, entrato in vigore il 1° dicembre 2009. E tuttavia, viene osservato, l’UE non ha una sua costituzione. Qualcuno dice che non ne ha bisogno in quanto l’insieme dei trattati ne disegnerebbero una.
In ogni caso l’UE non è ancora uno stato federale.
“Originariamente caratterizzata da solidarietà e fiducia reciproca fra cittadini Europei, l’UE ha visto le sue pietre fondanti erose drammaticamente.
“Ironicamente è l’America che sta causando tanti danni a un’unione che vuole serva meramente ai suoi scopi geopolitici e monetari. Il coinvolgimento in guerre impopolari, lo psicotico sistema bancario americano, hedge funds parassitari che depredano paesi sensibili come Grecia Spagna e Portogallo, il sovvertimento di relazioni internazionali, in particolare con la Russia e alcune delle sue nazioni; e ancora, l’attività spionistica, la sorveglianza di massa, le svalutazioni monetarie e molto altro spingono tanti europei a disprezzare l’UE in sé e il coinvolgimento degli USA.
“L’UE e gli USA sono le maggiori potenze economiche e militari nel mondo, a dispetto della mancanza di una politica europea di difesa comune . Dominando il commercio globale, giocano ruoli guida nelle relazioni politiche internazionali, e quel che uno di loro dice ha un peso rilevante per molta parte del resto del mondo.
Hanno popolazioni simili, una composizione religiosa quasi identica, ed entrambe hanno economie da $18 trilioni - eppure l’America vuole dominare.
“ Un memo del Dipartimento di Stato datato giugno 1965 consigliava il vicepresidente della Comunità Economica Europea, Robert Marjolin, di perseguire l’unione monetaria in segreto.
Raccomandava di ‘ sopprimere il dibattito fino al punto in cui ‘l’adozione di tali proposte sarebbero state virtualmente ineludibili’.
“La concezione del dominio economico americano la si vede bene oggi con l’accordo commerciale segreto che verrà presto approvato noto come TTIP.
“Questo accordo rappresenta un attacco massiccio alla sovranità di governi eletti democraticamente e mostra chiaramente quali fossero le intenzioni americane fin dall’inizio, negli anni ’50. (Come detto sopra, dell'accordo del 2007 che ne gettava le premesse non non si è saputo quasi nulla, vedi qui il blogcomedonchisciotte.it)
“Gli USA vogliono armonizzare gli standard fra EU e USA, visti dagli oppositori come un grave colpo alle sudate protezioni su cibo e sicurezza chimica (per es cosmetici , insetticidi e pesticidi), l’ambiente e i diritti dei lavoratori. Il settore agricolo americano sta premendo fortemente l’Europa perché importi prodotti OGM attualmente illegali (ma di cui l’UE ha autorizzato l’ importazione nell’aprile 2015) e carne non conforme agli standard europei, vale a dire bestiame cresciuto con ormoni della crescita (questo divieto continua ma con un accordo per comprare ulteriori 48.000 tonnellate annue di carne americana senza ormoni della crescita).
“Il fracking e la privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale sono nel programma delle corporations Americane, obiettivi aggressivamente promossi da un governo Conservatore neocon di estrema destra la cui ideologia volta al mero profitto renderà la Gran Bretagna un avamposto stato vassallo degli Usa, se gli si dà modo di continuare.
“La ragione per cui i negoziati del TTIP sono così segreti è che gli americani hanno raccomandato, come abbiamo detto più sopra, di ‘ sopprimere il dibattito fino al punto che l’adozione è diventata ineludibile’.
“Motivo per cui gli americani hanno dato vita al non meno segreto Gruppo Bilderberg, definito come un gruppo di lobbisti di élite, vertici di multinazionali Usa, funzionari UE, capitani di industria, capi di agenzie di intelligence e reali Europei : come dire che tutti i principali lobbisti degli affari e della finanza a favore del TTIP sono sotto lo stesso tetto. Non è difficile capire quale sia la vera agenda.
“Quello a cui siete testimoni è un ‘ colpo di stato corporate’ dell’Europa da parte dell’America delle multinazionali.
Così conclude il post – senza alcun dubbio apparente sulle origini ‘americane’ dell’Unione Europea. Un ‘colpo di stato al rallentatore’ come scrissero gli autori di The Great Deception.
UNA STORIA UN POCO DIVERSA.
Eppure, ad ideare l’unione europea e a premere inizialmente sull’America perché appoggiasse il progetto sarebbero stati paradossalmente proprio gli inglesi. Alcuni inglesi, quanto meno, le élites britanniche da sempre conservatrici e legate alle élites Usa.
(Del resto Jean Monnet, uno dei 'sognatori' del superstato europeo era stato convinto da un funzionario british suo amico e nel ’40 venne inviato negli Usa come rappresentante del governo inglese, divenendo poi un ascoltato consigliere del presidente Roosevelt, vedi libro di cui sopra).
Il ruolo inglese si capisce anche dalla storia di Joseph Retinger che di quel progetto fu uno degli ideatori e soprattutto uno dei promotori più attivi, così come fu poi inventore e promotore del Gruppo Bilderberg.
E’ stato proprio il sito ufficiale del Bilderberg a ricordarlo, in occasione della sessione 2013 dell’annuale conferenza svoltasi nel Regno Unito, ospite David Cameron, riproponendo la figura di quel personaggio misterioso e sfuggente pressoché ignorato dai media, forse perché - polacco di nascita e cosmopolita nella vita, vicino ai Gesuiti e al Vaticano come alla socialista Fabian Society, amico di papi e primi ministri, reali e grandi banchieri mitteleuropei - fu anche un agente segreto britannico (degno di un romanzo di Le Carré ha scritto Underblog, citando il post originale del Bilderberg ).
Almeno, ne era convinto l’esperto in guerra psicologica nonché consigliere del presidente americano Eisenhower, C.D Jackson. “Sapeva come lavorare tra le ombre e stare tra le ombre e una di queste ombre era l’ala oscura dell’intelligence britannica”, scrisse Pietro Quaroni, ambasciatore italiano a Parigi, Londra e Bonn, in un lungo ricordo di Retinger - col quale aveva collaborato per anni. Quaroni fu con Alcide De Gasperi, al quale era molto vicino, il primo membro italiano del Bilderberg alla sua nascita, nel 1954.
Sorta di “monaco soldato”, “incarnando il motto dei Templari ‘non nobis’ partecipò ai maggiori intrighi politici internazionali del XX secolo per idealismo e per ammirazione verso gli uomini a cui decise di volta in volta di legarsi” .
Per dire, il Congresso dell’Aja, la megaconferenza che nel maggio del 1948“ fu il punto di partenza del processo politico che portò al Trattato di Roma del 1957”, venne organizzato da Retinger e da lui promosso insieme a Duncan Sandys, genero di Churchill. Vi parteciparono 800 figure chiave dell’Europa e del Nord America. Retinger “conosceva tutti e aveva accesso ovunque, in quegli anni era uno degli uomini meglio informati”, ricorda Spaak.
Due anni prima Mr. R - o Dr. R o semplicemente R, come lo chiamavo i suoi nemici - aveva tenuto al Royal Institute of International Affairs di Londra un discorso sul futuro dell’Europa che fu uno dei primi appelli all’unificazione del “vecchio Continente”. E dopo la conferenza dell’Aja fu tra i motori dietro la creazione del Movimento Europeo, del Congresso d’Europa, del College of Europe di Liegi e dell’European Center of Culture di Ginevra, tutti volti a promuovere l’idea di un’Europa unita.
“Ponte fra i popoli europei, R fu anche un ponte fra l’Europa e gli Stati Uniti ”. “ Fu uno dei soli tre europei (con W. Churchill e R. Coudenhove-Calergi) a far parte dell’American Committee on United Europe (ACUE), definita come struttura di facciata creata nel 1948 dalla CIA, dal Dipartimento di Stato e dal Council of Foreign Relations per coordinare gli aiuti all’unificazione Europea, progetto che all’inizio della guerra fredda era una priorità politica assoluta per gli Usa. R era responsabile della distribuzione dei milioni di dollari senza i quali l’unificazione europea non sarebbe stata possibile.”
Peccato che il link originale del post Bilderberg non funzioni più, come accadde sempre più spesso.
Maria Grazia Bruzone
Fonte: www.lastampa.it
Link: http://www.lastampa.it/2016/02/26/blogs/underblog/lue-dalle-origini-al-ttip-le-operazioni-segrete-usa-per-dar-vita-a-uno-stato-federale-UuLA9xu3uMVXvToxHf4joM/pagina.html
26.02.2016
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16280
venerdì 26 febbraio 2016
Enna, il ministro Alfano indagato per abuso d’ufficio con il suo vice Bubbico. - Giuseppe Pipitone
L'inchiesta riguarda il trasferimento da Enna del prefetto Fernando Guida, che aveva avviato le procedure sfociate nel commissariamento della fondazione Kore, a cui fa capo l'omonima università. Grande sponsor dell'ateneo è stato l’ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli, anche lui indagato. Alfano: "Caso superato e smentito dai fatti. Decisione condivisa con l'interessato".
Il trasferimento a sorpresa del prefetto di Enna alla vigilia di Natale fa finire sotto inchiesta il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Nel giorno in cui il leader del Nuovo Centrodestra festeggia la vittoria del suo partito nel braccio di ferro interno al governo sul ddl Cirinnà, deve infatti fare i conti con un avviso di garanzia per abuso d’ufficio. Insieme ad Alfano sono indagati dalla procura di Roma anche il viceministro dell’Interno, il dem Filippo Bubbico, il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l’ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli e l’ex presidente dell’università Kore di Enna, Cataldo Salerno.
“In data odierna questo ufficio ha trasmesso il procedimento sopra indicato al competente Collegio per i reati ministeriali, al quale i suddetti possono presentare memorie o chiedere di essere ascoltati”, si legge nell’avviso notificato ai quattro indagati dall’ufficio inquirente capitolino. Il fascicolo dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale e dal sostituto Roberto Felici, è stato trasmesso l’uno febbraio scorso al tribunale dei Ministri. Il reato ipotizzato sarebbe stato commesso il 23 dicembre del 2015, quando il consiglio dei ministri aveva richiamato da Enna il prefetto Fernando Guida, spostandolo ad Isernia.
Un vero e proprio caso dato che quel trasferimento era assolutamente inatteso: Guida, infatti, era arrivato in Sicilia nel gennaio del 2014, meno di due anni prima, e cioè il termine minimo utilizzato normalmente prima di destinare ad altro incarico i prefetti. Tra l’altro il cdm non solo aveva spostato Guida a sorpresa, ma evitato di nominare un nuovo prefetto che ne prendesse il posto. È per questo motivo che, come aveva anticipato ilfattoquotidiano.it, quel trasferimento rischiava di azzerare uno dei provvedimenti più delicati compiuti da Guida a Enna: e cioè il commissariamento della fondazione Kore, che designa il presidente dell’omonima università cittadina.
Le sorti dell’ateneo di Enna sono da sempre state molto a cuore a Crisafulli, il ras politico locale, l’ex parlamentare cancellato dalle liste per le politiche del 2013 perché considerato impresentabile dal collegio dei garanti del Pd. “Chi vuole commissariare la Kore è un bandito, chiaro?”, era stato lo sfogo dell’ex senatore dem, che aveva perso il suo notissimo self control. Il 18 dicembre 2015, infatti, il prefetto Guida aveva avviato il procedimento di commissariamento della fondazione universitaria, ma appena cinque giorni dopo era stato sollevato dal suo incarico. L’indagine della procura capitolina punta proprio a fare luce su questo passaggio: perché Alfano e Bubbico si sono attivati per spostare l’ex prefetto ennese a tappe forzate, evitando anche di nominare il suo successore? C’è stato per caso un qualche interesse di Crisafulli, e del suo fedelissimo Salerno, affinché Guida non portasse a termine il commissariamento della fondazione? Nonostante tutto, alla fine l’iter prefettizio era comunque andato fino in fondo: a fine gennaio, infatti, il vice prefetto vicario di Enna Tania Giallongo aveva decretato l’azzeramento di tutte le cariche della fondazione, nominando tre commissari per la durata minima di sei mesi.
È per questo che adesso il ministro dell’Interno si difende dalle accuse sostenendo che “la vicenda di cui si parla è un caso nato morto, superato e smentito dai fatti”. “Il trasferimento del prefetto di Enna è avvenuto in via del tutto ordinaria insieme a tanti altri”, afferma Alfano, “senza avere ricevuto sollecitazione o pressione alcuna, e con la piena condivisione dell’interessato, come da nostra prassi ove possibile; l’avvio della procedura di commissariamento della fondazione da parte del prefetto era già avvenuta con la piena consapevolezza e input da parte mia e da parte degli uffici da me guidati; il vice prefetto vicario, durante la sua reggenza, ha ovviamente provveduto a completare l’opera e, infatti, il commissariamento è stato effettuato il 30 gennaio”, dice Alfano, che nei mesi scorsi era stato chiamato in causa anche dall’ex procuratore di Enna Calogero Ferrotti. “L’allontanamento di Guida è un vero sfregio al tessuto vivo di questo territorio. Fin dal suo insediamento aveva dato l’immagine autorevole della presenza dello Stato, in una terra difficile. Al radicamento di questi principi basilari, alcune forze, da tempo, si dimostrano invece indifferenti, se non addirittura avverse”, era stato il violento j’accuse del magistrato, che adesso è andato in pensione.
“Sono stati posti aperti tentativi di bloccare un’indagine della magistratura e di delegittimare con una denuncia fatti inesistenti contro chi stava conducendo quelle indagini nel pieno rispetto delle regole e senza alcun clamore mediatico”, era invece la denuncia Sergio Lari, procuratore generale di Caltanissetta. “Il procuratore di Enna, che è andato in pensione – spiega sempre il ministro dell’Interno – aveva polemizzato con me per il trasferimento del prefetto proprio alla vigilia del suo meritato riposo. Se avesse avuto la pazienza di aspettare i tempi dell’iter amministrativo di esclusiva competenza della prefettura, avrebbe visto la conclusione da lui desiderata”. La palla passa ora al tribunale dei ministri.
giovedì 25 febbraio 2016
mercoledì 24 febbraio 2016
Fiore di Jambo. Malay Rose Apple, Jambu Bol (Syzygium malaccense). - Francesco De Agazio
Esposto alla luce naturale, riflette l'effetto della fibra ottica.
Fonte di calcio, ferro, fosforo, carboidrati (14,2 gr x 100gr) vitamina A, B1-B2, C, di medio valore calorico.
In India, il frutto è considerato un tonico per il cervello e reni, essendo una pianta originaria del sud est dell'Asia.
L'infuso della frutto è usato come diuretico, mentre il succo delle foglie e dei fiori, macerati, è usato come febrifugo e antireumatico.
In Nicaragua la farina estratta dai semi è usata contro il diabete, come regolatore di tasso glicemico, permettendo l'espulsione dell'eccesso di zuccheri nel sangue, attraverso l'urina.
In Colombia, i semi di Jambo sono considerati moderatori di dolore.
A Cuba, le radici sono usate per il trattamento dell'epilessia.
A Porto Rico, il liquido ottenuto dalla cottura della corteccia dell'albero è utilizzato contro i dolori di stomaco, dissenteria.
Foto: Francesco de Agazio
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Expo, gli amministratori: “Rosso 2015 è di almeno 32,6 milioni. A marzo riduzione del capitale per perdite”. - Gaia Scacciavillani
La relazione del consiglio di amministrazione di Expo 2015 presentata ai soci il 9 febbraio. Sala: "Risorse sono sufficienti per le prossime 3-4 settimane". Corte dei Conti: "Mancano risposte sulla copertura dei costi post esposizione".
Il candidato sindaco di Milano del Pd, Giuseppe Sala, ha un bel dire che non c’è nessun buco Expo. La società che ha gestito l’esposizione universale meneghina ha chiuso il 2015 con un rosso di 32,6 milioni di euro. A smentire Sala è lo stesso Sala. O meglio, il consiglio di amministrazione di Expo 2015 da lui guidato, che lo scorso 18 gennaio ha messo nero su bianco la cifra in una relazione che è stata discussa dai soci il 9 febbraio scorso. Dieci giorni dopo la data inizialmente prevista, il 29 gennaio a ridosso delle primarie del Pd che hanno incoronato Sala candidato sindaco di Milano, poi spostata su indicazione del ministero dell’Economia. Nel documento si legge anche che “in considerazione delle spese strutturali previste nei primi mesi del 2016 (quantificabili in 4 milioni mensili), è probabile una ricaduta nelle previsioni dell’articolo 2447 del codice civile durante il mese di marzo”. Il che significa, in altre parole, che secondo i calcoli del consiglio guidato dallo stesso Sala, da febbraio 2016 le disponibilità liquide di Expo 2015 si sono esaurite, ma non le spese. E andando avanti così, è sempre la stima del cda, è prevedibile che entro il mese prossimo la società arrivi ad accumulare perdite superiori a un terzo del suo capitale. Una situazione in cui la legge impone l’abbattimento del capitale stesso e il suo contemporaneo aumento per riportarlo al minimo legale.
La scivolosità del caso non è sfuggita al collegio sindacale di Expo 2015 che, nel corso dell’assemblea che due settimane fa ha deliberato la messa in liquidazione della società, ha chiesto “chiarezza in relazione alla necessità di risorse per la liquidazione” stessa. Richiesta condivisa dal magistrato della Corte dei Conti, Maria Teresa Docimo, che ha sottolineato come la messa in liquidazione risponde “ad uno solo dei temi inseriti nella relazione degli amministratori, mentre non sono fornite risposte, nel merito, in relazione alla copertura dei costi sopportati dalla società successivamente alla data di chiusura dell’evento”. Tanto più che lo stesso Sala ha confermato che “le risorse sono sufficienti per le prossime 3-4 settimane” e che “è importante rendere chiara la situazione al nominato organo di liquidazione”. Anche perché i liquidatori freschi di nomina – il prorettore della Bocconi Alberto Grando, Elena Vasco (Camera di Commercio), Maria Martoccia (ministero Finanze) e i confermati Domenico Ajello (Regione Lombardia) e Michele Saponara (Città Metropolitana) per i quali è stato fissato un compenso complessivo di 150mila euro – hanno 90 giorni per elaborare un progetto di liquidazione. Per la scadenza, però, stando alle stime del cda, Expo 2015 avrà una carenza di liquidità di oltre 80 milioni di euro.
Nel frattempo, però, è imminente una finalizzazione degli accordi con Arexpo sulla gestione delle aree fino al 30 giugno 2016, quando i terreni torneranno sotto l’ala della società in cui sta facendo il suo ingresso il Tesoro. Le indicazioni dei soci di Expo 2015 ai liquidatori sono inequivocabili, in quanto auspicano “il compimento di una attività di rivitalizzazione di parti del sito Expo 2015 nella fase transitoria dello smantellamento del sito stesso, attuato preservando i valori del sito medesimo, secondo principi di sinergia fra le società Expo 2015 S.p.A. e Arexpo S.p.A., nel rispetto delle funzioni proprie di ciascuna delle due società”. I liquidatori, quindi, sono invitati ad individuare, tra i principali criteri in base ai quali deve svolgersi la liquidazione, quelli preordinati alla realizzazione “di eventuali sinergie e collaborazioni tra Expo e Arexpo S.p.A; anche con riferimento alla fase convenzionalmente denominata Fast Post Expo“. Cioè l’evento previsto in concomitanza con la ventunesima Triennale Internazionale di Milano, tra aprile e settembre, che dovrebbe utilizzare l’area del Cardo.
Il punto non è secondario. Secondo i calcoli del vecchio cda di expo, infatti, per il 2016 la società ha bisogno di 58,3 milioni di euro: 39,6 per lo smantellamento e 18,7 per la chiusura dell’azienda. La somma andrebbe chiesta pro quota ai soci (pubblici) di Expo. Ma grazie al Fast Post Expo può essere ridotta di 19,5 milioni con il “ribaltamento dei costi sostenuti ad Arexpo”. E così agli azionisti di Expo toccherebbe sborsare “solo” 38,8 milioni: al ministero dell’Economia toccherebbero 15,5 milioni, alla Regione e al Comune 7,8 a testa, mentre la Provincia e alla Camera di Commercio ne dovrebbero versare 3,9 ciascuna. Resta da capire quanto costerà l’operazione sul lato Arexpo i cui soci, dopo l’ingresso del Tesoro, saranno ancora una volta lo Stato, la Regione e il Comune, oltre alla Fondazione Fiera Milano pur destinata a diluirsi fortemente.
martedì 23 febbraio 2016
Bonifaci indagato, scoperto libro mastro delle tangenti: “Dai 2mila ai 30mila euro per dipendenti del Comune di Roma”
La Guardia di Finanza ha rinvenuto il quaderno durante le perquisizioni del 18 febbraio nella sede del gruppo imprenditoriale: i pubblici ministeri di Roma hanno ascoltato il titolare dell'ufficio in cui è stato trovato il documento, Una sfilza di sigle e nomi appuntati accanto a colonne di cifre.
Soldi destinati a funzionari e dipendenti pubblici del Comune di Roma. Una sfilza di sigle e nomi appuntati accanto a colonne di cifre. Per gli inquirenti è il libro mastro in cui sono appuntati due anni di tangenti, un tariffario che va dai duemila ai trentamila euro. Lo hanno trovato, scrive Il Messaggero, gli uomini del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza nella sede di una delle due società del gruppo Bonifaci perquisite giovedì 18 febbraio.
Il fronte giudiziario è quello che nel gennaio 2015 portò a scoprire un giro di tangenti tra funzionari del Campidoglio ricevute in cambio del silenzio su presunti abusi edilizi e per il rilascio di licenze. Nella prima tranche dell’indagine, ribattezzata Vitruvio, finirono in manette una quarantina di persone, tra imprenditori, funzionari pubblici e professionisti. Da quel procedimento la Procura di Roma ha avviato nuovi accertamenti che hanno portato alle perquisizioni di giovedì scorso.
A finire nel mirino dei pm di piazzale Clodio anche l’imprenditore e costruttore capitolino Domenico Bonifaci. Complessivamente sono 11 le persone indagate: un funzionario e un dipendente del dipartimento di programmazione ed attuazione urbanistica di Roma Capitale guidato da Antonello Fatello, indagato, tre professionisti e sei soggetti del gruppo Bonifaci, tra cui appunto lo stesso imprenditore. L’indagine Vitruvio porto’ tra gennaio e marzo del 2015 all’applicazione di 43 ordinanze di misure cautelari e al sequestro di circa 800mila euro.
Ora il libro mastro. Lunedì in procura a Roma i pubblici ministeri hanno sentito a lungo il titolare dell’ufficio all’interno del quale le Fiamme Gialle hanno rinvenuto il quaderno. Le tangenti riguardano un periodo compreso tra il 2013 e il 2015 e sarebbero state utilizzate per ottenere favori vari tra i quali varianti sui progetti. Quali? Il lavoro dei pm prosegue in due direzioni: da un lato il cambio di destinazione d’uso del settecentesco Palazzo Raggi, in via del Corso, convertito “dell’attuale caveau della banca (assimilabile a deposito interrato) in negozi interrati” ma anche in un centinaio di mini appartamenti, dall’altro l’accordo di programma con cui il gruppo Bonifaci avrebbe messo le basi per un megastore sulla via Flaminia.
Dall’altro, ed è il secondo fascicolo aperto dai pm, si indaga sul business delle tre Torri dell’Eur. La Finanza, scrive ancora il quotidiano capitolino, indaga sull’accordo stretto tra il Campidoglio e la società Alfiere Spa, un’intesa che avrebbe consentito alla società di risparmiare tra i 40 e i 60 milioni di euro pagando oneri di concessione relativi a una qualificazione urbana e non a una ristrutturazione privata.
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