giovedì 15 settembre 2016

Renzi e Sala firmano il “Pacco per Milano” (con nuovo buco Expo). - Gianni Barbacetto

Renzi e Sala firmano il “Pacco per Milano” (con nuovo buco Expo)


La Roma di Virginia Raggi, si sa, è il male. La Milano di Giuseppe Sala, invece, è il bene. 
E Matteo Renzi plana sotto la Madonnina a celebrare il bene, a dar manforte all’eroe di Expo e ad annunciare un fantastico “Patto per Milano” che promette investimenti per 1,5 miliardi – che nel corso dell’incontro, ieri, sono diventati addirittura 2,5. Poi, a leggere la tabella nel documento firmato da Renzi e Sala, si scopre che i soldi previsti per il periodo 2016-2018 sono solo 644 milioni.

“Milano”, scandisce il presidente del Consiglio, “deve prendere per mano il resto del Paese e portarlo fuori dalla crisi”. Peccato però che quando si passa dagli annunci ai fatti, il “Patto per Milano” rischi di diventare un “Pacco per Milano”. Firmato da Sala e Renzi sotto il gonfalone della città, in un clima che ricorda vagamente il “Patto con gli italiani” di Silvio Berlusconi. Il portentoso annuncio promette di tutto e di più: interventi per innovazione, internazionalizzazione, welfare, mobilità, piano per le case e le periferie, per le metropolitane, per sanare il dissesto idrogeologico e, infine, per realizzare nell’ex area Expo la “prima zona economica speciale” d’Italia. Manca solo la riapertura dei Navigli, promessa in campagna elettorale da Sala, e il libro dei sogni è completo.
Il prolungamento delle metropolitane: M1 fino a Baggio; ammodernamento di M2; galleria per collegare M3 e M4 al Policlinico; e, soprattutto, M5 fino a Sesto, Cinisello e Monza. È la normale programmazione dei trasporti di una Città metropolitana che non finisce ai confini del Comune di Milano. Ma chissà quando si farà. I lavori non inizieranno prima del 2019. Anche perché intanto, per onorare vecchi patti dell’era Penati, hanno messo i soldi nella M4, una linea tutta dentro la città, che in parte raddoppia linee già esistenti ed è costosissima (2,2 miliardi), tanto da mettere a rischio i conti del Comune per i prossimi 20 anni. 
A proposito: la Città metropolitana (cioè la vecchia Provincia a cui hanno cambiato nome e tolto i finanziamenti) ha bisogno di almeno 25 milioni per chiudere il bilancio. Sala ha detto, su questo, di “aver avuto rassicurazioni dal governo”.
La messa in sicurezza di Seveso e Lambro, che regolarmente esondano a ogni temporale. Se ne parla da anni. Già il sindaco precedente, Giuliano Pisapia, aveva chiesto che le vasche di contenimento fossero finanziate con i soldi Expo risparmiati per le famose, contestate, indagate e mai completate “vie d’acqua”. Ora arriva Renzi e le inserisce nel “Patto per Milano”, anche se i 151 milioni necessari sono già stati annunciati e in parte perfino finanziati, anche dalla Regione di Roberto Maroni.
Il piano per le case popolari: necessari 174 milioni, tra fondi del Comune, dell’Unione Europea e del governo. L’assessore al bilancio, Roberto Tasca, e quello alla casa, Gabriele Rabaiotti, hanno detto di aver già trovato 33 milioni. Aspettiamo gli altri. Renzi ha gia messo le mani avanti: “Per rifare le periferie servono i soldi dei privati”.
La “zona economica speciale”: il sito Expo diventerà una piccola Irlanda, nella speranza di attirare le aziende – con la promessa di non far loro pagare le tasse – in un luogo che ha succhiato 2,2 miliardi di investimenti pubblici e su cui ancora non c’è un progetto chiaro. Dovrebbe ospitare Human Technopole, il polo di ricerca affidato all’Istituto italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, che è stato però contestato dai rettori lombardi, dai ricercatori come Elena Cattaneo, perfino dall’ex presidente Giorgio Napolitano. Ora si è – in parte – cambiata rotta, togliendo il comando a Iit e formando una (nebulosa) “commissione di garanzia” che sarà presieduta da Stefano Paleari, ex presidente della Cruii, la Conferenza dei rettori. L’internazionalizzazione dovrebbe passare anche per trasferimento, da Londra a Milano, dell’Agenzia europea del farmaco. Chissà.
Un capitolo è dedicato all’accoglienza dei migranti e alla candidatura di Milano come sede del Consiglio nazionale del Terzo settore. Poi c’è il capitolo sicurezza dei cittadini, con l’auspicio di aumentare la polizia municipale, sforando il tetto alle assunzioni.
Ps. Alla pagina 6 del “Patto per Milano” è nascosta una notizia. Un ulteriore buco di Expo: servono altri 23,69 milioni per liquidare la società.

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