Di origini antichissime.
CASTELLANETA - C’è un interesse crescente attorno a un aspetto ai più sconosciuti, non solo per la sua posizione logistica, ma soprattutto perché finora nessuno, prima dell’arrivo dell’associazione Amici delle Gravine, aveva mai provato a riscoprirlo. È la Castellaneta sotterranea, l’insieme di grotte, ipogei, camminamenti, fogge e cisterne per il quale appassionati, studiosi, studenti di archeologia e semplici curiosi stanno contattando e partecipando alle iniziative degli Amici delle Gravine che si sono già fatto un nome, in Puglia e non solo, per l’organizzazione di escursioni negli affascinanti canyon pugliesi. E che ora puntano alla valorizzazione prima e alla promozione poi della città che si nasconde nelle viscere del colle Archinto.
È infatti sotto l’abitato del centro storico che sorge una città dalle origini antichissime, sepolta nel mistero di una realtà che da millenni giace nel più assoluto silenzio. «Da circa due anni – raccontano da Amici delle Gravine - quelle leggende che sin da piccoli ci parlavano di un centro storico basato su una fitta rete di camminamenti sotterranei, hanno iniziato a prendere vita, quella città definita morta oggi sta tornando alla luce. Un sottosuolo prevalentemente tufaceo, cosparso quasi interamente di sotterranei naturali, in alcuni tratti fino al margine della gravina. Tante le domande che ci poniamo e che ci pongono ogni qualvolta entriamo all’interno di questi angoli di vita sotterranea. Camminamenti, cisterne per l’acqua, fogge per la conservazione del grano e derrate, antichi trappeti con le grandi macine e poi magazzini e neviere».
Tra i più particolari oggi resi fruibili, l’esempio degli ambienti ipogei del Palazzo Viscardi, il primo caratterizzato da una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane e varie fogge dove su una in particolare, a calce, restano ancora visibili tre croci. Scendendo nel secondo livello attraverso un scalinata scavata nel tufo, si raggiungono due ambienti, utilizzati come deposito, ed in fine il terzo livello, sicuramente il più particolare, dal quale si accede a una cava per l’estrazione del tufo. Insomma, il centro storico di Castellaneta presenta una struttura urbanistica ben organizzata con strade, scalinate, case popolari e padronali, chiese e monasteri. «Ma è dietro una vecchia porta chiusa da chissà quanto tempo – concludono dall’associazione - che si nasconde la città sotterranea: luce alla mano, si inizia a scende nel ventre del centro storico. Una meraviglia, subito risalta un’architettura “rupestre”, che ricorda quella dei villaggi ancora abitati della Cappadocia in Turchia, una stratificazione millenaria».
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