giovedì 31 gennaio 2019

Il franco Cfa e quella lunga scia di sangue in Africa. - Giancarlo Mazzucca

Luigi di Maio e sullo sfondo Emmanuel Macron (Imagoeconomica)
Luigi di Maio e sullo sfondo Emmanuel Macron (Imagoeconomica)


Dalla Tav ai gilet gialli, dall'Europa all'Onu: in questo momento pare proprio che, anziché il Monte Bianco, ci sia un oceano che divida l'Italia dalla Francia. Tra gialloverdi e dintorni, sembra che tutto faccia brodo per poter criticare Macron e i “cugini”. Dopo i ripetuti “J' accuse” di Salvini, ecco, dunque, i “grillini” Di Maio e Di Battista che hanno tirato in ballo il franco Cfa, la moneta che circola in 14 Stati del continente nero. Secondo loro, Parigi starebbe sfruttando la sua posizione di ex potenza coloniale per continuare a controllare l'Africa sul piano geopolitico. Tutto grazie, appunto, al “franc de la Communauté financière africaine”, il franco Cfa. L'affermazione del vicepresidente del Consiglio e del suo compagno di partito non sembra, però, avvalorata dalle statistiche che parlano di un “trend” in costante calo per la Francia: basti pensare che, tra il 2000 e il 2017, l'export transalpino a sud del Mediterraneo si è dimezzato tanto da essere scavalcato da quello tedesco.
Ma, dati economici a parte, le vicende degli ultimi decenni dimostrano, comunque, che la coesistenza valutaria francese con le ex-colonie non è stata indolore: è sufficiente ripercorrere, al riguardo, alcuni episodi significativi. Cominciamo dal 1963: Sylvanus Olympio, primo presidente eletto del Togo, si rifiuta di sottoscrivere il patto monetario con Parigi e stabilisce che il Paese avrebbe battuto una divisa nazionale. Appena tre giorni dopo, Olympio viene rovesciato e assassinato in un “golpe” condotto da ex militari dell'esercito coloniale francese. 1968: Modioba Keita, primo presidente della Repubblica del Mali, annuncia l'uscita dal franco Cfa che considera una trappola economica ma è subito vittima di un colpo di Stato guidato da un ex legionario francese.
Arriviamo al 1987: Thomas Sankara, primo presidente del Burkina Faso indipendente, viene detronizzato ed ucciso subito dopo aver dichiarato la necessità di liberarsi dal giogo del franco Cfa. Ancora: nel 2011 il presidente della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo, decide anche lui di abolire il Cfa sostituendolo con la Mir, Moneta ivoriana di resistenza. Mal gliene incolse perché le forze speciali francesi l' arrestano dopo aver bombardato il palazzo presidenziale. Per non parlare della deposizione, sempre nel 2011, di Gheddafi: secondo una fonte confidenziale, a provocare la reazione dell'allora capo dell'Eliseo Sarkozy sarebbe stata la volontà del dittatore di creare una nuova valuta panafricana, il dinaro libico, sostenuta dalle ingenti riserve auree di Tripoli, proprio in alternativa al franco Cfa. Insomma, la storia parla chiaro: il pugno di ferro ha spesso prevalso sul dialogo . Ma, al di là delle opinioni, “grillini” o non “grillini”, un fatto è certo: fino a ieri il franco Cfa era in Italia un oggetto misterioso o quasi, adesso lo conosciamo tutti.
https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-01-27/il-franco-cfa-e-quella-lunga-scia-sangue-africa--092859.shtml?uuid=AFq1DG&refresh_ce=1

***************
L'ironia del giornalista sembrerebbe alquanto sterile visto che anche su wiky si legge:              
"fondo comune di riserva di moneta estera a cui partecipano tutti i paesi del CFA (almeno il 65% delle posizioni in riserva depositate presso il Tesoro francese, a garanzia del cambio monetario); qui il link: https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_CFA#Storia

Nessun commento:

Posta un commento