domenica 22 novembre 2020

Bertolaso nel cda del colosso che ricostruirà Milano Nord. - Vincenzo Bisbiglia e Marco Pasciuti

 

Il caso - Dal 29 maggio è consigliere di Milanosesto Spa: con Prelios farà la riqualificazione di Sesto San Giovanni, “la più grande d’Europa”.

La nomina porta la data del 29 maggio 2020. Quel giorno, nel silenzio più totale, Guido Bertolaso viene nominato consigliere di amministrazione di Milanosesto Spa, società controllata dalla Prelios, la ex Pirelli Re, colosso della gestione immobiliare in Italia e in Europa. L’ex capo della Protezione civile ai tempi del G8 del 2009 e del terremoto all’Aquila, è richiestissimo, a lui si affidano le Regioni per far fronte alla scarsità di posti Covid negli ospedali. Il 14 marzo Attilio Fontana l’ha fatto consulente della Lombardia per l’emergenza, otto giorni dopo Luca Ceriscioli lo ha voluto nello stesso ruolo per le Marche e il 4 novembre si è assicurato i suoi servigi anche la governatrice leghista dell’Umbria Donatella Tesei. Nel frattempo è arrivato l’incarico nella società che ha il compito di firmare la rinascita urbanistica di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano.

Capitale sociale da 84 milioni di euro, Milanosesto Spa gestisce la più grande operazione immobiliare in atto nel Paese: la riqualificazione dell’ex area industriale Falck di cui è proprietaria, sulla quale sorgerà la nuova Sesto. Un progetto da 1,5 milioni di metri quadrati di cui un milione di edilizia privata, gestito con Prelios e imperniato sulla Nuova Città della Salute – 135mila mq e 600 posti letto affidati all’Istituto nazionale dei tumori e all’Istituto neurologico “Carlo Besta” – attorno a cui nasceranno una stazione ferroviaria, cinque piazze, viali, parchi, torri, uffici, quartieri residenziali, attività commerciali e 45 ettari di verde. Uno “shopping center con un parco divertimenti”, secondo Renzo Piano che dopo aver realizzato il masterplan nel 2016 si era fatto da parte “amareggiato” per la perdita di “una grande occasione”. L’avvio dei lavori è previsto a giugno 2021 per il primo lotto, sul quale il colosso Usa Hines e la Kuwait Investment Authority metteranno 500 milioni.

Cosa ci fa Bertolaso nel cda della società che metterà in opera “la più grande rigenerazione urbana d’Europa”, popolato negli anni da manager di altissimo livello e storici boiardi di Stato? Il presidente è Enrico Laghi, ex commissario di Alitalia e di Ilva insieme a Piero Gnudi, ex numero uno di tutto tra cui Enel e Iri, che di Milanosesto Spa fu consigliere tra il 2011 e il 2012. L’ad è il leghista Giuseppe Bonomi, già presidente di Sea, società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, ed ex ad di Arexpo, proprietaria dell’area di Expo 2015. C’era anche Raffaele Tiscar, democristiano, ex dirigente della Regione Lombardia con Formigoni e segretario generale della presidenza del Consiglio con Renzi, uscito di scena un mese prima dell’ingresso di Bertolaso, che scadrà nel 2022 con il resto del cda. “La nomina l’ha decisa l’azionista, in questo caso Prelios”, spiegano da Milanosesto. “L’ad Bonomi non lo ha neanche mai incontrato”, sottolinea un’altraa fonte. Comunque sia “è un consigliere senza alcuna delega operativa”. Tradotto: prende “un gettone” di cui non viene comunicata l’entità. E si torna al primo quesito: perché “sprecare” un “uomo del fare”, come lo definì Silvio Berlusconi, per un’alzata di mano?

Fra l’altro, il coinvolgimento di Bertolaso nella galassia Prelios potrebbe creare qualche imbarazzo nella sua Roma, dove pare in procinto di tornare da candidato sindaco del centrodestra. Fedelissimo dell’ex Cavaliere, Antonio Tajani l’ha proposto per il Campidoglio incassando l’ok di Matteo Salvini. Con il veto iniziale di Fratelli d’Italia che ora vacilla, visto che Giorgia Meloni gli contrappone solo la sua “figlioccia” Chiara Colosimo, la quale però sconta un evidente deficit di popolarità. Il prossimo sarà anche il sindaco del Giubileo 2025 (Bertolaso è stato vicecommissario all’evento nel 2000), con relativa pioggia di milioni pronta a scendere sulla città. Proprio Prelios da anni mira a espandersi nella Capitale. Già nel 2015, dopo lo scandalo Affittopoli, l’ex Pirelli ottenne da Ignazio Marino la gestione degli immobili comunali al posto della Romeo Gestioni, mentre la manager dell’epoca, Claudia Bugno, volava ai vertici del Comitato di Roma 2024: l’intero quadro venne cancellato da Virginia Raggi, che revocò Prelios in favore della pubblica Aequa Roma e fermò la candidatura ai Giochi.

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