martedì 2 novembre 2021

In tutto il mondo è un flop. Da noi è il trionfo di Mario. - Tommaso Rodano

 

Una delusione collettiva ma un trionfo individuale. I media mondiali guardano al G20 sul clima e vedono risultati modesti, impegni deboli e poco ambiziosi, la stampa italiana invece vede un successo senza frontiere di Mario Draghi.

Repubblica ha forgiato un nuovo epiteto per il premier italiano: “Il tessitore Draghi”. Così lo definisce nel titolo di pagina 3, nel quale l’ex presidente della Bce esprime tutta la soddisfazione per il bilancio del meeting: “È stato un successo, teniamo vivi i sogni”. Nessuna delusione, si legge nel testo: “Il presidente del Consiglio pensa altro. Ritiene che si tratti di ‘una vittoria del multilateralismo’”. L’articolo del Corriere della Sera è ancora più enfatico. Titolo: “La tattica dell’empatia. Così Draghi ha ‘smosso’ anche Pechino e Mosca e evitato un fiasco finale”. Certo “è stato un compromesso”, spiega il Corsera, come ha dovuto riconoscere lo stesso Draghi “con professione di modestia e sincerità”. È “per i dietro le quinte che pochi conoscono” che “Mario Draghi si dichiara orgoglioso”. È a lui, musa del giornale di via Solferino, che si deve il conio di una nuova categoria giornalistica, a metà tra la psicanalisi e gli affari esteri: Draghi è promotore di “una sorta di empatia geopolitica”. Il premier è anche modesto: “Tutti gli riconoscono di aver gestito il vertice con ottimi risultati e grande competenza. Lui si schermisce: ‘L’autorevolezza dell’Italia dipende da me? No’. E accenna un sorriso”. Il Corriere infine mette le pagelle ai leder del vertice. Mario Draghi? Voto 9. Il Messaggero è quasi visionario: “Draghi: sostanza non bla bla”. Il bilancio è trionfale: “G20 Roma, nuovo corso mondiale e l’Italia guida la svolta”. La Stampa è scissa. Il vertice è andato malino, ma Draghi no. Così il titolo in prima è diviso a metà: “Successo di Draghi, ma spiccioli per il clima”. Ma il bicchiere è mezzo pieno: “Il premier è il faro del dopo Merkel”, sancisce l’editoriale di Alan Friedman.

Una sbronza collettiva, che rende imbarazzante il ritorno alla sobrietà. La stampa internazionale ha raccontato il meeting con entusiasmo appena diverso. Bbc: “Il G20 promette di agire per il clima ma assume pochi impegni”. Guardian: “I paesi poveri della Cop26 preoccupati per i limitati progressi sul clima del G20”. Sommario: “Ora le possibilità di rimanere al di sotto di 1,5 gradi stanno svanendo”. La Cnn definisce “weak” – debole – l’accordo trovato dai leader del G20, aggiunge che c’è “un gap enorme tra le promesse e le azioni”. El Paìs intervista il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Il titolo è esplicito: “Basta trattare la natura come un gabinetto. Stiamo scavando le nostre tombe”. Per Le Monde “gli impegni su cui si sono accordati domenica a Roma (i leader del G20) potrebbero non essere sufficienti per portare un vero vento di speranza alla Cop26”. Secondo Frankfurter Allgemeine Zeitung “I paesi del G20 non riescono a concordare obiettivi climatici ambiziosi”. Per Japan Times “Il G-20 fallisce nel realizzare un progresso climatico, lasciando in salita la strada della Cop26”. Tutto questo, nonostante Mario Draghi.

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