martedì 14 febbraio 2023

DAL 2014 LA CARICA PIÙ ALTA IN MAGISTRATURA LA SCEGLIE MATTEO RENZI. - Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

 

L'avvocato di Alberto Bianchi "caso Open", Fabio Pinelli, è stato eletto vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo Legnini ed Ermini un altro uomo legato al "Giglio Magico" va a garantire i "Poteri" di fronte alla legge.


Nemmeno il diavolo in persona sarebbe capace di tale sfrontatezza!

Dopo che Matteo Renzi in persona, ha dichiarato sul suo libro e più volte in TV che è stato l’artefice delle nomine degli ultimi due vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) [1][2], utilizzando il metodo Palamara, il nostro Presidente della Repubblica, capo del CSM stesso e custode della nostra Costituzione, accetta impassibile e probabilmente di buon grado, che anche questa nomina del suo vice a Palazzo dei Marescialli, sia dettata dagli stessi poteri che hanno mostrato agli italiani di essere capaci di ridurre la magistratura ad un degrado tale, da far perdere al nostro paese la qualifica di stato di diritto.

“Al vicepresidente appena eletto i miei auguri. Sono certo che saprà affrontare con senso istituzionale e con spirito collaborativo le funzioni rilevanti a cui è chiamato. Sono certo che il consiglio con la sua conduzione, affronterà con obiettività e concretezza anche le questioni più complesse che di volta in volta gli saranno sottoposte”. Così si è espresso il presidente della Repubblica. “Desidero ricordare anche qui il ruolo di questo Consiglio, organo di garanzia che la Costituzione colloca a presidio dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. A lei, signor vicepresidente, spetta il compito di favorire la coesione dell’attività del Consiglio. L’adozione di delibere condivise, ne rende più efficace ed autorevole il percorso”, ha detto. [3]

All’ennesimo colpo di mano ha partecipato tutto il centro destra con a capo la Lega ed in prima persona Matteo Salvini, ormai adepto del “Giglio” a tutti gli effetti che ha fatto asse con Matteo Renzi, a conferma che la trasversalità è decisamente caratteristica cromosomica della genetica del nostro “deep state”.

Non saremmo qua a scandalizzarci e vomitare tutto il nostro disprezzo, se non che il nuovo vice di Mattarella al CSM, per pura casualità, non avesse difeso il guro della Lega Morisi e per giunta fosse colui che ha assistito Alberto Bianchi nel caso Open. E sempre casualmente, sempre rispetto al caso Open, essere stato scelto come legale in sostegno del Senato nel conflitto di attribuzioni con la procura di Firenze.

“Cerchiamo di essere credibili e trasparenti, mai obliqui, nell’interesse del Paese”, ha esordito Fabio Pinelli, prendendo la parola al Plenum. “Orienterò ogni mio comportamento nell’interesse del Paese”, ha continuato. “Avrò come riferimento la guida ed il faro del presidente della Repubblica”. Poi ha spiegato: “Il comportamento del Csm sia orientato sempre a scelte condivise”. Scusandosi per non aver preparato un discorso “sarebbe stato irrispettoso nei confronti di chi non mi ha votato” ha ammesso che dovrà svolgere un “incarico gravosissimo”, dicendosi “emozionato ed onorato”. La conclusione ha richiamato una citazione di Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia e proclamato beato. “Diceva che quando si muore nessuno chiederà se si è stati credenti, ma credibili”[3-ibidem]

Concetti forti quanto di circostanza, vedremo come il vice presidente Pinelli riuscirà a non prostrarsi all’obliquità che gli verrà richiesta di fronte ai molti fascicoli giudiziari che sono a carico dei “fratelli” che si sono fatti in quattro per metterlo su quella poltrona.

Infatti, a turbare i sonni di Pinelli, ci sono le urgenti le nomine dei procuratori capo di alcuni distretti chiave. A Napoli il derby è tra il procuratore di Bologna Giuseppe Amato e quello di Catanzaro Nicola Gratteri, rimasto a bocca asciutta già tre volte (correva per Dap, Milano e Antimafia). Impossibile non accontentarlo. A Firenze dove era dato per certo l’approdo del ferreo magistrato calabrese, oggi procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco, qualcosa ci dice che dopo il “blitz” dei due “Matteo” (Renzi e Salvini), ci saranno delle sorprese.

Non dimentichiamoci che sul capoluogo toscano, orfano del procuratore generale dopo la partenza di Marcello Viola per Milano e dell’Avvocato generale, pesano tre procedimenti tosti: quello su Matteo Renzi e la Fondazione Open, gli strascichi delle indagini sulla Trattativa Stato-mafia e le stragi del ’92-93, la bomba inesplosa sui trojan di Luca Palamara.

Soprattutto per quanto riguarda il secondo fascicolo, oggi con il polverone sollevato dal fiancheggiatore dei fratelli Graviano, il gelataio palermitano Salvatore Baiardo [4][5], in merito alla sua puntale e precisa premonizione sull’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro, collegata ad una nuova presunta trattativa fra pezzi deviati dello Stato e la Mafia, urge per i poteri profondi, una gestione più che perfetta per non far sì che questa seconda Repubblica si disintegri insieme a tutti i suoi più che spregevoli attori.

Da Firenze a Siena il passo è breve e gli affiliati alle logge da salvaguardare tanti. Il fatto che sia ancora reggente del posto di procuratore capo quel Nicola Marini, da 40 anni nella Rocca, invischiato nei pasticci del caso David Rossi (su cui indaga la Procura di Genova) e recentemente sfiorato da altre due indagini con molti buchi neri, lascia noi gente seria senza parole ed una bella palla di piombo al piede di Pinelli da gestire con precisione per non deludere chi con spirito di appartenenza lo ha appena nominato contando sui suoi servigi.

Questo nomina è l’ennesima dimostrazione che nel nostro paese il livello di corruzione politico istituzionale sta veramente andando oltre agli “standard” di alcuni paesi sudamericani. Ditemi voi se i 30 anni di latitanza dorata di Matteo Messina Denaro spesi a casa sua, non superano la presa in giro della detenzione di Pablo Escobar nella famosa Catedral, una prigione a cinque stelle auto-costruita, dove il narco trafficante di Medellin si godeva tutto il suo lusso più sfrenato.

Quello che è strano, il livello di assuefazione della massa è tale, che pare non scandalizzarsi più nessuno.

[1] Renzi ed Ermini “fratelli” coltelli: è l’inizio del terremoto politico italiano? – Megas Alexandros

[2] PALAMARA E RENZI ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, BUSCETTA ALL’ANTIMAFIA E JACK LO SQUARTATORE ALLA SANITÀ … – Megas Alexandros

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