L’effetto Bergoglio si fa sentire anche sulle casse, già pienissime, della Chiesa Cattolica: quest’anno hanno incassato 23 milioni di euro in più. Questo non impedisce loro di “evadere” l’Imu (e altre tasse) e di continuare a fare affari (sporchi) con lo Ior.
Ventitré milioni di euro in più alla Chiesa cattolica di introiti derivanti dall’otto per mille. Che quest’anno, in totale, ammonta a oltre 1 miliardo di euro, come riferito dal Presidente dei Vescovi Angelo Bagnasco nella conferenza conclusiva dell’assemblea generale della Cei.
Questa incredibile mole di donazioni, però, non impedisce alla Chiesa di Bergoglio di “evadere” l’Imu (e altre tasse) e di continuare gli affari (sporchi?) tramite la Banca Vaticana.
Quello che stupisce è la ripartizione delle donazioni derivanti dall’otto per mille: la percentuale più importante è quella per il sostentamento del clero, 377 milioni di euro, che confrontati agli 85 in favore dei Paesi in via di sviluppo sono francamente eccessivi.
Davvero il clero ha tutte queste esigenze da sostenere?
Per il resto 433 milioni di euro sono stati assegnati alle esigenze di culto e pastorale, 245 milioni agli interventi caritativi, di cui 130 milioni assegnati alle diocesi, 85 a favore dei Paesi in via di sviluppo e 30 alle esigenze di rilievo nazionale.