Filippo Taddei, responsabile economico del piddì, nonché professore alla prestigiosissima John Hopkins University, dice: «L'intero mercato è destinato a cambiare e con esso anche la mentalità dei lavoratori italiani. Dobbiamo abituare la gente che l'istruzione sarà molto più lunga e costosa, le assunzioni a tempo indeterminato molte di meno, i tempi di lavoro più lunghi, i pensionamenti verranno posticipati. Le riforme non hanno solo un fine economico, ma anche e soprattutto sociale perché servono a modificare la mentalità lavorativa degli italiani.» Capito?
Hanno fatto il deserto e l'hanno chiamato "Europa". È la schiavitù postmoderna, la globalizzazione della miseria, il neocolonialismo di pochi soggetti privati potenti, i banksters e le multinazionali, che giocano con la sorte dei popoli e la vita delle persone. È un vero e proprio piano di schiavitù dichiarato, che si sta realizzando grazie al consenso dei cittadini italiani, e tramite le riforme piddine volute dall'Ocse, che devono procurare suggestioni comportamentali, istruzioni di condotta formulate in maniera assolutamente esplicita:
1) devi aggiornarti e cambiare mentalità, te lo chiede l'Europa!
2) l'istruzione diventerà privata, quindi sarà molto più costosa, aggiornati!
3) anche la sanità diventerà privata, lo vuole lo zio Sam
4) le assunzioni a tempo indeterminato non esistono più, cosa credevi?
5) dovrai lavorare di più e guadagnare di meno, è la globalizzazione bellezza …
6) alla pensione ci penserai domani, c'è tempo …
Gli infamoni eurocrati procedono indisturbati nel loro piano criminale, sostenendo con ogni mezzo disponibile la solita guerra contro tutto ciò che è pubblico: scuola, sanità, spesa statale, pensioni, welfare state. Il "capitalismo da casinò" sta saccheggiando i paesi che l'hanno adottato, costringendoli fin sull'orlo di un default, oggi è toccato alla Grecia, domani toccherà all'Italia, il cui Sud ha un Pil ancora peggiore, e poi agli altri Piigs, sporchi e luridi maiali che hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità e ora osano piangere lacrime di coccodrillo. Non l'ha detto apertamente il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ma insomma … l'ha fatto intendere, durante un'intervista rilasciata ai giornalisti del gruppo Lena (Repubblica).
Juncker avrebbe detto a proposito della Grecia, con falso buonismo: "Sì perché abbiamo evitato il peggio. Ma su questo punto, come sull'immigrazione, ho constatato una rottura di fatto - che fino a quel momento era virtuale - dei legami di solidarietà in Europa. E dunque esco da questa esperienza contento ma non felice. Ne esco molto preoccupato per il futuro. Non parlo solo della Grecia, c'è un insieme di elementi che ci fanno preoccupare molto. Ad ogni modo l'accordo è buono perché esiste. Nella vita di una coppia ci sono momenti difficili dove ci sono dubbi e ci interroghiamo sul nostro futuro insieme. Poi però torniamo in noi per paura del futuro. A un certo punto avevo detto che il nuovo governo greco si stava per suicidare per paura di morire. Abbiamo evitato la morte e abbiamo fatto di tutto per evitare il suicidio".
Ma Juncker, nel momento in cui pronunciava queste gravi parole, non ha tenuto conto di alcune incongruenze ipocrite che emergevano dalla sua affermazione:
1) il concetto di solidarietà europea in che cosa consiste?
2) se non si parla solo della Grecia, quali altre preoccupazioni ci sono?
3) quale paura esiste per il futuro?
4) l'accordo con la Grecia è "buono" solo perché "esiste"?
5) il governo greco se fosse uscito dall'Eurozona si sarebbe suicidato?
6) con l'accordo greco si è evitata la morte dell'Eurozona?
Insomma Juncker, il "coniglio ebbro", non si è accorto di aver detto alcune enormità illogiche, perché ha parlato della mancanza di solidarietà tra gli stati di una Unione che assomiglia sempre di più ad un vero e proprio lager, che sta smantellando i diritti democratici dei cittadini. Egli parla di fallimento dello Stato come di cosa normale, e non si accorge dell'assurdità giurisdizionale, perché le categorie del diritto pubblico sostengono che lo "stato sovrano" non è un contraente come tutti gli altri, e dunque se per caso incorre in crisi finanziarie che lo mettono in difficoltà, ha diversi modi per onorare i propri debiti, magari non solo con l'austerity, come'è avvenuto appunto nel lager dell'Eurozona, quindi può ad esempio aumentare il prelievo fiscale, ma non in maniera eccessiva per non deprimere la domanda interna, può ridurre il proprio debito attraverso un haircut, può stampare carta moneta, perché la zecca e la sovranità monetaria sono organi vitali dello stato moderno.
Infatti fondamentale per la nascita dello Stato Moderno fu l'istituzionalizzazione del diritto di coniare moneta e la conseguente affermazione di un'economia monetaria. Le retribuzioni professionali cominciarono ad avvenire tramite salari pagati in valuta corrente e non più in natura, come invece accadeva nel sistema feudale. In particolare lo Stato si afferma in Europa intorno al XV secolo, in seguito ad un progressivo accentramento del potere e della territorialità. Scompare infatti la frammentazione verticistica del sistema feudale , a vantaggio di potere centrale che governa su di un determinato territorio, che subordina anche la Chiesa al potere dello Stato. Questo processo è rafforzato dall'emergere della borghesia e dalla sua esigenza di solidità economica e protezione del patrimonio.
Le prime avvisaglie della nascita della nuova classe sociale borghese si ritrovano in molti testi anche anteriori, per esempio in molte novelle del "Decameron" di Giovanni Boccaccio (1348-53). La splendida novella di Federigo degli Alberighi, termina con una frase molto significativa. " Li fratelli, udendo l'animo di lei e conoscendo Federigo da molto, quantunque povero fosse, sì come ella volle, lei con tutte le sue ricchezze gli donarono. Il quale così fatta donna e cui egli cotanto amata avea per moglie vedendosi, e oltre a ciò ricchissima, in letizia con lei, miglior massaio fatto, terminò gli anni suoi." Tutti ricorderanno la novella in cui Federigo, della nobile famiglia degli Alberighi, sperpera tutte le proprie ricchezze per catturare l'amore di monna Giovanna, ed arriva addirittura a sacrificare il suo "buon falcone" per amore di lei, offrendoglielo arrostito come piatto prelibato, non avendo più alcuna possibilità di dedicarle un pranzo convenientemente sontuoso. Insomma alla fine della novella, quando monna Giovanna decide di sposarlo e di renderlo quindi di nuovo ricco, grazie alle enormi ricchezze da lei ereditate, il Boccaccio dice una cosa molto curiosa, appunto che Federigo da quel momento in poi divenne "miglior massaio". La novella dunque attesta la morte dell'aristocrazia, divenuta ormai una classe sociale improduttiva e parassitaria in quel dato momento storico e certifica la nascita della borghesia, che mirava appunto ad essere una "buona massaia" della modernità, cioè attenta alla solidità economica e preoccupata della tutela del proprio patrimonio.
Un'altra delle dinamiche fondanti degli stati moderni sono state anche le guerre di religione del '500, prodotte dalla perdita di centralità della cristianità medievale, e nate dalla Riforma Protestante. Il risultato di questo processo fu l'affermazione tecnica e secolare della sovranità dello stato, che inizia ad utilizzare un apparato amministrativo professionale per l'esercizio concreto del potere, secondo procedure sempre più organizzate.
Questa nuova forma di potere, sostenuta espressamente dalla borghesia, rappresenterà la garanzia di una maggiore stabilità del potere politico, sempre più svincolato dalla religione, attraverso quel tipico processo di secolarizzazione che permetterà la nascita dei valori democratici, sorti durante l'Illuminismo, e affermatesi nell'unica dimensione storicamente possibile: lo Stato Nazione.
«Questa è l'origine del grande "Leviatano" - dirà Thomas Hobbes - o meglio, per parlare con più riverenza, di quel "Dio mortale" (Mortal God) al quale noi dobbiamo, al di sotto del "Dio immortale", la nostra pace e la nostra difesa. Infatti con l'autorità concessagli da ogni singolo individuo dello Stato, egli possiede tanto potere e tanta forza, che è in condizione di ridurre tutte le volontà alla pace comune in patria e al reciproco aiuto contro nemici esterni. Proprio in ciò consiste l'essenza dello Stato; esso è, per volerlo definire, una persona dei cui atti una grande moltitudine, in base a dei patti reciproci, si è considerata essa stessa l'autrice, affinché tale persona possa usare la forza e i mezzi di tutti, nel modo che riterrà più utile, per la loro pace e la comune difesa.» (Th. Hobbes, Leviathan)
Un “dio in terra” dunque, un “dio mortale”, però le ragioni della sua eventuale morte erano tutte di diritto pubblico, conflitti intestini o sconfitte in guerra, e non erano certo ragioni di diritto commerciale, cioè di diritto privato. Se invece oggi Juncker può affermare, senza ombra di imbarazzo, che lo Stato può fallire, è perché il suo attributo fondamentale, cioè la sovranità gli è stata defraudata. Contro di lui si erge un potere che non solo lo può condizionare, ma lo può addirittura distruggere. Lo Stato dunque perde, fallisce, muore di fronte a una nuova sovranità, la sovranità dei creditori privati. E dove muore lo stato, muore la democrazia.
Però … non ditelo troppo in giro … non vi crederanno !!
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