di Giorgio Santelli* - 8 giugno 2010
Si discute di una grande manifestazione a difesa della libertà di stampa e per dire un forte no all’ultima delle leggi bavaglio: il Ddl Alfano sulle intercettazioni.
Molti di noi lavorano come collaboratori in testate non nazionali; molti di noi lavorano su inchieste importanti, in territori difficili dove le mafie e la criminalità si fanno sentire molto di più dello Stato.
Prima sono arrivati i tagli all’editoria, che minacciano noi e quella parte di editori più “deboli” che sono presenti sui territori, che quotidianamente o periodicamente informano le loro comunità. Con il Ddl Alfano, ci vogliono togliere l’unica cosa che ancora ci rimaneva. Il coraggio. Perché avevamo il coraggio di informarvi, come cronisti autonomi, freelance, precari, giornalisti a partita iva, collaboratori, giornalisti “a cottimo”, quelli di un tot al pezzo. Abbiamo fatto il nostro dovere di giornalisti dalle pagine dei quotidiani e periodici locali, quelle testate delle mille realtà italiane, dai blog, dai giornali on line. Non avevamo le garanzie, non avevamo grandi editori con capacità economica tale da proteggerci di fronte a poteri economici, finanziari e politici che amano contestare i nostri pezzi e le nostre inchieste minacciando querele civili fuori dalla nostra e dalla portata dei nostri editori. Eppure avevamo il coraggio di raccontare il Paese, i processi, le inchieste, i disservizi, gli sperperi.
Con i tagli all’editoria ai “piccoli” editori, hanno tolto la possibilità a molti di noi di scrivere sulla stampa locale quotidiana e periodica, di settore, generalista di movimento, sulle tv e sulle radio regionali. Con la stretta che si vuole dare al web ci stanno anche negando la possibilità di proseguire il nostro lavoro anche on line. Con il Ddl Alfano sulle intercettazioni ora ci stanno togliendo, per legge, proprio quel coraggioche avevamo avuto fino ad oggi. Poiché per legge ci diranno che non potremo più raccontare quello che, con tanti ostacoli e senza garanzie, fino ad oggi vi abbiamo raccontato.
A noi vogliono togliere il nostro coraggio e a voi un vostro diritto, quello di essere informati. Per questo serve una grande manifestazione che metta insieme il nostro diritto di informare e il diritto di lettori e spettatori ad essere informati. Una grande manifestazione che vuole evitare che non vi sia più, in questo paese, una pubblica opinione che, di fronte alle scelte elettorali, possa esprimere un voto consapevole perché informato.
Serve una grande manifestazione che noi pensiamo possa essere realizzata come una giornata di “palinsesto” tipo. Una piazza aperta, che dpossa dare visibilità e diritto d’asilo a tutto ciò che si vorrebbe cancellare. Dalle 7 della mattina a notte fonda vorremmo una piazza dove la libertà di informare, la libertà d’espressione possano esprimersi a pieno e possano superare quella piazza attraverso una messa in onda corale, sulle tante tv locali collegate e sul web. Vogliamo fare degli esempi. Ci piacerebbe vedere Corradino Mineo e il suo “Caffè” in quella piazza e sulle tv e la rete. Ci piacerebbe vedere, nell’arco di questa giornata di libertà, una puntata condotta da Serena Dandini, una puntata di un talk show che parlasse del Ddl Alfano con tutti i direttori dei principali quotidiani; vorremmo vedere anche un talk con i Magistrati che dicono no al Ddl Alfano; ci piacerebbe vedere una puntata di Fazio e Saviano; ci piacerebbe vedere un film di quelli che con i tagli alla cultura non si vedranno più; ci piacerebbe vedere Daniele Luttazzi, che in tv non c’è più ormai da tanto tempo; un concerto di un’orchestra che rischia di non avere più i fondi per proseguire la sua storia; un documentario di quelli che non verranno più finanziati; un’inchiesta di quelle che con il Ddl Alfano non ci potrà essere più; uno spettacolo teatrale che verrà tagliato. La immaginiamo così, quella giornata. Un luogo a cielo aperto e trasparente dove giornalisti, registi, documentaristi, produttori, editori, attori, comici possano dare il meglio di sé per spiegare a chi ascolta e vede oggi quel che da domani forse non ci sarà più.
*portavoce di Reporter Senza Rete
Tratto da: liberainformazione.org