venerdì 10 dicembre 2010

Iran, Sakineh libera solo per un programma tv.


La tv di Stato smentisce la scarcerazione. Accusata di omicidio e adulterio, rischia la lapidazione. Secondo gli attivisti "Sakineh era stata davvero liberata. Il regime ha usato il suo rilascio per la questione nucleare"

Sakineh Ashtiani, la donna iraniana incarcerata per adulterio e concorso in omicidio per la morte del marito

E’ giallo sul rilascio di Sakineh Ashtiani, la donna condannata a morte per adulterio e concorso nell’omicidio del marito dal regime di Teheran. La televisione iraniana in lingua inglese PressTv ha smentito la notizia del suo rilascio diffusa ieri sera dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania. La donna è stata portata nella sua abitazione solo per registrare un’intervista televisiva che andrà in onda questa sera.

La televisione ha spiegato che le immagini diffuse (che mostravano la donna nella sua casa) facevano parte di un documentario che andrà in onda questa sera con lo scopo di ribadire la sua colpevolezza nell’omicidio del marito. Nessuna conferma da parte iraniana era venuta ieri sul rilascio e fonti diplomatiche contattate avevano detto di non sapere nulla in proposito.

”Sakineh era stata effettivamente liberata, forse tre giorni fa. Il regime ha usato il suo rilascio perché, intanto, erano in corso i colloqui tra l’Iran e il gruppo del 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania, ndr) sulla questione nucleare”. E’ quanto sostiene Taher Djafarizad, attivista del Comitato antilapidazione che ieri è stato tra i primi ad annunciare la liberazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, poi smentita dalla tv iraniana. La versione della televisione locale Presstv secondo cui l’iraniana si trovava effettivamente nella sua abitazione di Tabriz, ma solo per rilasciare un’intervista non convince Djafarizad. “Sakineh era stata davvero liberata. Lo avevano annunciato anche alcuni quotidiani vicini al regime. Ma poi l’hanno riportata in carcere ingannando ancora una volta lei e la comunità internazionale. E’ stata usata da Teheran come carta da giocarsi ai colloqui sul nucleare” a Ginevra di pochi giorni fa, ha osservato l’attivista.

Sakineh Mohammadi-Ashtiani, 43 anni, di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran, è stata condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio, con sentenza poi sospesa nel luglio scorso, ed è in attesa di sentenza in un processo per l’uccisione del marito.

Il rappresentante in Italia del Comitato internazionale contro la lapidazione aveva detto ieri che Sakineh e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch’egli in carcere, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran. La televisione PressTv aveva effettivamente diffuso brevissime immagini di Sakineh e del figlio nella casa per presentare un documentario che andrà in onda oggi. Ma “contrariamente ad una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l’assassina Sakineh Mohammadi-Ashtiani è stata rilasciata – spiega oggi sul suo sito PressTv – una nostra equipe televisiva ha concordato con l’autorità giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell’omicidio sulla scena del delitto”.

Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva diffuso il 2 novembre scorso anche la notizia, poi risultata infondata, su una imminente impiccagione della donna.

Sakineh, Nemat: "Teheran usa il caso per terrorizzare"



La scrittrice iraniana parla di "strumentalizzazioni" da parte del regime: "Si vuole impedire che le donne alzino la voce per far valere i propri diritti".

Roma, 10 dic. - (Adnkronos/Aki) - "Credo che il regime della Repubblica Islamica stia provando a strumentalizzare il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani per terrorizzare tutte le donne iraniane e impedire loro di alzare la voce per far valere i propri diritti". Così la scrittrice iraniana Marina Nemat commenta in un'intervista ad AKI ADNKRONOS INTERNATIONAL la vicenda di Sakineh, l'iraniana condannata a morte per adulterio.

"L'avvio di una campagna internazionale per salvare la vita della donna ha costretto il regime iraniano a dimostrare che Sakineh non era stata condannata per adulterio, crimine punito con la lapidazione in base alla legge in vigore nella Repubblica Islamica, ma per avere avuto un ruolo nell'omicidio del marito", afferma la Nemat, secondo cui è "ancora possibile" che Sakineh possa essere lapidata.

La scrittrice sottolinea quindi che è stato solo grazie all'impegno dei media e della comunità internazionale che si è schierata compatta contro la condanna alla lapidazione di Sakineh che Teheran ha deciso di riaprire il caso. "Da quel momento - precisa - le autorità hanno iniziato a inventarsi notizie false e imposto a Sakineh di fare false confessioni in tv".


Forse abbiamo esultato troppo presto, ma non ci poteva aspettare un tradimento simile.
Disgustoso, non commentabile il comportamento di Teheran.

Questione Meridionale (Valerio Minicillo - Regno delle Due Sicilie - Borbone - Briganti)


giovedì 9 dicembre 2010

Li chiamarono...briganti - Epilogo con Lina Sastri


Sakineh è libera!


La donna iraniana condannata alla lapidazione per il reato di adulterio non è più detenuta.

sakineh020910 adn  400x300 Sakineh è libera!Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna condannata alla lapidazione per adulterio, suo figlio SajjadQaderzadeh e l’avvocato JavidHutan Kian “sono stati liberati”. Lo ha riferito l’attivista per i diritti umani Mina Ahadi, presidente delComitato internazionale contro la lapidazione, che ha sede in Germania. “Siamo felici”, ha detto, tra l’altro, Ahadi, commentando la notizia e sottolineando l’intervento, nel percorso che ha portato alla rilascio della donna, del presidente brasiliano, Ignacio Lula da Silva, e del suo successore, Dilma Rousseff, eletta di recente. “Sakineh Mohammadi-Ashtiani e’ stata liberata ieri, ma non sono ancora riuscita a parlare con lei“, ha precisato Mina Ahadi.

UN CALVARIO DI 4 ANNI – Sakineh Mohammadi Ashtiani fu condannata per la prima volta il 15 maggio 2006, a 99 frustate, da un tribunale di Tabriz, per il reato di “relazione illecita” con due uomini in seguito alla morte del marito. Qualche mese più in là fu condannata dopo che un tribunale penale accusò uno dei due uomini per il coinvolgimento nella morte di suo marito. Fu allora condannata alla lapidazione per adulterio. Viene accusata di avere una relazione con l’assassino di suo marito e per questo di nuovo messa sotto processo per adulterio e per complicita’ nell’omicidio. Una sentenza della Corte Suprema nel 2007 condanna Sakineh alla lapidazione, ma la sua esecuzione viene rinviata in seguito alla presentazione di un ricorso.

MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE – In difesa di Sakineh nei mesi scorsi si era schierata tutta la comunità internazionale. La campagna organizzata dai suoi due figli ha fermato la più volte annunciata esecuzione. L’ultima volta nell’estate scorsa. Hanno chiesto di fermare l’esecuzione diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani, come Avaaz, Amnesty International e Human Rights Watch. Per la sospensione della sentenza dagli Stati Uniti era partito un appello di premi Nobel e star di Hollywood, dalla Francia quello della premiere dame Carla Bruni (per questo definita ‘prostituta’ dalla stampa iraniana ultraconservatrice), dall’Italia quello di media comeAki-Adnkronos Internazional, a cui si associano politici, intellettuali e star dello sport, tra cuiFrancesco Totti.

GLI ULTIMI MESI - E’ l’inizio di settembre - ricostruisce l’Adnkronos - in un’intervista ad Aki, quando il figlio di Sakineh, Sajjad Ghaderzadeh, annuncia che la madre e’ stata sottoposta aulteriori 99 frustate sulla base della falsa accusa di corruzione e indecenza per aver fornito al Times di Londra una sua foto senza velo. Una foto che in realta’ ritrae un’altra donna ed era stata erroneamente attribuita a Sakineh. Sajjad chiede inoltre l’intervento del governo italiano e del Vaticano per fermare la mano del boia. Intanto, soprattutto in Italia e Francia, le piazze si riempiono dimanifestanti pro-Sakineh e di gigantografie della donna, esposte anche sui municipi di Roma. Il Parlamento europeo, grazie all’attivismo di molti deputati, tra cui la vice presidente RobertaAngelilli, vota una risoluzione di condanna nei confronti di Teheran e chiede di salvare la vita della donna. Teheran comincia a sentirsi alle strette e il ministero degli Esteri, tramite il suo portavoceRamin Mehmanparast, accusa Italia e Francia di essersi attivate sulla base di informazioni false. Ma poi, l’8 settembre, e’ lo stesso Mehmanparast ad annunciare che la lapidazione di Sakineh e’ stata sospesa. Ma l’attenzione sul caso non cala, con l’avvocato della donna, Javid Houtan Kian, che afferma che non esiste un provvedimento formale di sospensione, che il suo ricorso alla Corte Suprema e’ bloccato e che molti atti relativi al caso sono scomparsi. Il 19 settembre, in modo inatteso, e’ il presidente Mahmoud Ahmadinejad a gettare acqua sul fuoco, assicurando in un’intervista alla Abc che la notizia della condanna alla lapidazione e’ falsa e che Sakineh ha “comunque diritto a quattro gradi di giudizio“. Il figlio e l’avvocato della donna erano stati arrestati il 10 ottobre dagli agenti dell’intelligence iraniana, mentre stavano rilasciando un’intervista a due giornalisti tedeschi. Della sorte dei due reporter europei non si hanno notizie.

http://www.giornalettismo.com/archives/102649/sakineh-e-libera/


Razzi amari. - Piovono rane - Alessandro Gilioli.




"Io sono eletto nel partito dell’Italia dei Valori e tale voglio rimanere fino alla morte. E’ un rispetto verso coloro che mi hanno votato, io ho avuto circa 3.500 preferenze, chi glielo va a dire queste 3.500 persone che sono stato comprato da un partito Tizio e Caio? Una cosa scorretta. Come la vedo io, la dovrebbero vedere tutti gli altri deputati che non si dovrebbero fare comprare perché il cittadino non vuole queste cose, perché se il cittadino ti ha scelto a rappresentarlo, io credo che questo è un dovere di ogni parlamentare rappresentare i cittadini che l’hanno mandato lì".

Antonio Razzi, deputato dell’Italia dei Valori, il 16 settembre scorso.

Oggi Razzi ha lasciato l’Idv ed è passato nella maggioranza.

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/12/09/razzi-amari/comment-page-1/#comment-462302


I parlamentari sono i mercenari della politica, combattono per chi li paga di più.
Ed è per questo che i cittadini non hanno più fiducia nella politica che è diventata un comitato d’affari.


Putin: “L’arresto di Assange è un gesto antidemocratico”




Un arresto “ipocrita e antidemocratico”. Julian Assange incassa l’inaspettato sostegno Vladimir Putin, seppur indirizzato ad una più ampia polemica verso gli Stati Uniti. Per il presidente russo, l’arresto del fondatore di Wikileaks “dimostra l’ipocrisia dell’Occidente”. “Perché Assange viene tenuto nascosto in carcere? – si è chiesto Putin, parlando con i giornalisti – è forse democrazia, questa? Come si dice al paese, è il bue che dice cornuto all’asino”.

Nei dispacci rivelati da Wikileaks, il presidente russo veniva definito come “cane alpha”, maschio dominante in uno stato-mafia. Ora il presidente si prende il russo di ritorcere la critica al mittente, criticando i metodi con cui Assange è stato – almeno al momento – incarcerato. Intanto varie agenzie russe citano fonti del Cremlino, secondo cui “ad Assange dovrebbe esser consegnato il premio Nobel per la pace”.

Quale che sia la reale posizione di Putin e quali che siano le reali motivazioni con cui il presidente si è espresso, resta da capire come la diplomazia italiana commenterà l’uscita. Due giorni fa, alla notizia dell’arresto del fondatore di Wikileaks, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, era intervenuto con un liberatorio “era ora”. Che cosa diranno adesso il ministro e il premier Berlusconi, dopo che l’”amico Putin” si è pronunciato con un giudizio diametralmente opposto?