venerdì 1 aprile 2011

Lunedì prossimo, testa di rapa va a disdire l'invito.



Curiosare tra la natura a caccia delle erbe selvatiche ricche di gusto e salute.



Roma - (Ign) - Un'insalata insolita ma piena di sapore da portare in tavola dopo una passeggiata al primo sole primaverile. La riscoperta delle erbe spontanee porta, insieme ai profumi, la tradizione contadina nuovamente in cucina.

Roma, 31 mar. - (Ign) - Erbe selvatiche da ri-scoprire (anche come farmacia naturale), da raccogliere, da gustare. Il primo sole primaverile lo consente. E una bella passeggiata in campagna, oltre a spezzare con la vita fin troppo sedentaria, è l'occasione giusta per curiosare tra le piante spontanee e commestibili. 'Recuperarle' come tradizione contadina comanda. Antiche ricette della cucina povera come per esempio 'l'acqua cotta' o 'la scafata', apprezzabili al palato e per la salute (con un carico di vitamine e sali minerali), che rendono più 'toniche' le tiepide giornate di mezza stagione quando l'organismo necessita più che mai di purificarsi.

Che le verdure (come anche la frutta) siano un antiossidante naturale non è infatti una novità. Con le vitamine in essa contenute, le verdure, così come le erbe spontanee spesso ignorate, nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali, mantengono in efficienza l'apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all'azione dei radicali liberi prodotti nell'organismo nel modo più naturale ed appetitoso possibile. Messo, ancora una volta, nero su bianco il loro effetto benefico, si può passare al piacere degli odori.

Stavolta, però, quelli delle sole erbe selvatiche. Che magari bollono in pentola o stanno in bella vista dentro l'insalatiera al centro della tavola. O quelli delle spezie che accompagnano pietanze. Un'atmosfera quasi magica in cucina per sapori che rincorrono la tradizione e che oggi si impongono per raffinatezza gastronomica. Profumi da 'mangiare' che non si riscontrano 'naturalmente' nelle verdure più comuni.

E poi vuoi mettere il piacere di raccogliere le erbe in mezzo alla natura durante una passeggiata rigenerante? Portarle in tavola e ai commensali dare lezione di quanti benefici ci sono nella colorata misticanza che si sta gustando con 'buona' sorpresa del palato.

Ma come cominciare a 'ri-scoprire' le erbe selvatiche? La guida è in un libro dal titolo 'Buoni per natura - Alla ricerca dei frutti spontanei del nostro territorio' (edito dall'Agenzia Regionale Parchi della Regione Lazio e dai Fratelli Palombi). Contiene consigli, leggende, curiosità e ricette per dare la caccia ai frutti spontanei, alcuni dimenticati, che si possono incontrare passeggiando. Come la rosa canina, ad esempio, diffusa soprattutto nell'Appennino, ha diverse proprietà. Ogni parte della pianta viene impiegata per diversi usi: foglie e fiori per esempio sono usati per la preparazione di infusi e tisane ma la parte del leone la fanno i frutti: piccoli e rossi sono ricchi di vitamine C.


Portulaca


Inchiesta G8: Piscicelli tenta suicidio, era libero.


E' l'imprenditore che avrebbe riso pensando a affari post-sisma.


ROMA - Ha tentato il suicidio Francesco Maria De Vito Piscicelli, imputato per corruzione nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta sugli appalti per il G8: e' l'imprenditore campano balzato alle cronache anche per una intercettazione in cui avrebbe riso (ma lui ha smentito) la notte del terremoto in Abruzzo pensando ai ghiotti appalti per la ricostruzione post sisma.

La notte scorsa Piscicelli ha ingerito diversi barbiturici mentre si trovava nel suo appartamento romano. Ora, secondo quanto si e' appreso, e' fuori pericolo. Secondo il suo avvocato, l'avvocato Marcello Melandri, l'inchiesta sui Grandi eventi ha segnato molto le condizioni psicologiche dell'imprenditore: ''Lo psicologo del carcere di Pisa gia' aveva segnalato questo rischio, per la detenzione e per lo stress a cui era sottoposto con l'inchiesta. Non e' un caso se non ha mai voluto partecipare alle udienze''.

Piscicelli venne arrestato la notte fra il 4 e il 5 marzo del 2010; il 3 maggio gli vennero concessi i domiciliari. Il 20 dicembre 2011 e' tornato libero. L'imprenditore adesso e' a processo a Roma per corruzione, per il filone dell'inchiesta sull'appalto per la costruzione della scuola marescialli dei carabinieri, a Firenze. Con lui sono imputati l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci; l'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis; e il manager Riccardo Fusi. Nell'ordinanza dell'inchiesta sulla Scuola dei marescialli a Firenze, Piscicelli viene indicato come ''l'intermediario che non solo mette in contatto le parti dell'accordo corruttivo, ma rimane sulla scena fino alla fine cercando, senza risultato, di lucrare''.

Sempre lui avrebbe ''cercato di influenzare i pubblici funzionari in vista degli appalti del 150/o anniversario dell'Unita' d'Italia''. Inoltre, prosegue il giudice, ''lungi dall'essere un millantatore, ha effettivamente agganci in alto e quando ne ha bisogno non si trattiene dal chiedere favori in cambi di benefit''. Secondo il gip, infine, la personalita' di Piscicelli ''quale traspare dalle indagini e' alquanto negativa, avendo piu' volte dimostrato di essere cinico e senza scrupoli''. Emblematica a questo proposito sarebbe la telefonata con il cognato ''in cui i due come sciacalli programmano di buttarsi sugli appalti della ricostruzione post terremoto dell'Abruzzo''.

E' proprio il 6 aprile (la notte c'era stato il sisma) quando Piscicelli riceve la telefonata di Pierfrancesco Gagliardi.

PISCICELLI: si'

GAGLIARDI:...oh ma alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perche' qui bisogna partire in quarta subito...non e' che c'e' un terremoto al giorno

P:..no...lo so (ride)

G:...cosi' per dire per carita'...poveracci

P:..va buo' ciao

G:...o no?

P:...eh certo...io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto (il riferimento e' all'ora del sisma, ndr).

G:...io pure...va buo'...ciao.

Successivamente, l'imprenditore ha smentito di essere lui quello che rideva, sottolineando che si trattava invece del cognato, definito la ''metastasi della mia vita'' ed ha inviato comunque una lettera di scuse per ''quella frase scioccante''.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/03/31/visualizza_new.html_1528499055.html


Giappone: a Fukushima terreno contaminato da plutonio .


Terremoto Giappone
. 29 marzo. Potrebbe essersi verificato ciò che più si temeva. Sarebbero infatti state rinvenute tracce diPlutonio nel terreno diFukushima. Mentre negli ultimi giorni a destare l'allarme maggiore è stato il reattore numero due, dove i livelli di radioattività hanno raggiunto i 1000 millisievert ora, 100.000 volte il normale, nell'acqua deputata a raffreddare il reattore, ora l'attenzione si sposta sul numero tre. Se ieri, per quanto riguarda il numero due era stata ammessa la "fusione parziale del nocciolo", vale a dire ciò che ha determinato un così alto livello di radfioattività, al numero tre potrebbe essere accaduto qualcosa di molto più grave.

Plutonio nel terreno. il reattore tre è alimentato da una miscela chiamata "mox", un misto tra uranio e plutonio ricavata dal combustibile esaurito, che viene per così dire riciclato. Del plutonio restano tracce nel terreno in modo pressochè permanente, la zona afflitta dalla contaminazione, resta inagibile per migliaia di anni. E' inoltre una delle sostanze più pericolose del mondo, altamenta radioattiva e cancerogena. I tecnici dellaTepco, società sempre più nella bufera, hanno dichiarato di aver trovato quantità di plutonio "non pericolose per la salute umana"in cinque punti della centrale di Fukushima Daichi. Una tale situazione indicherebbe, secondo gli esperti nucleari giapponesi, un possibile danno alla vasca di contenimento del reattore numero tre.

Non più a tenuta stagna. L'ipotesi più grave verte sostanzialmente sulla possibilità di una falla nell'ultima camera di contenimento del reattore alimentato a plutonio. Le strutture di protezione in acciaio speciale, secondo le fonti Tepco, sono due, ma l'emergenza al reattore tre di qualche giorno fa aveva fatto pensare alla fusione delle barre di combustibile causata dai guasti all'impianto di raffreddamento, a loro volta dovuti alla devastazione portata da terremoto e tsunami. La fusione delle barre avrebbe causato lo scioglimento dell'acciaio di una delle due camere e il materiale radioattivo sarebbe "precipitato" nella seconda vasca di contenimento, l'ultima barriera tra il reattore e l'ambiente. Le tracce di plutonio rinvenute nel suolo a Fukushima fanno però pensare all'esistenza di una falla anche nella seconda camera di contenimento. In sostanza, il reattore tre, quello più pericoloso, potrebbe non essere più isolato rispetto all'ambiente esterno. Un'ipotesi gravissima; una fuoriuscita del mox contenente plutonio in dosi importanti potrebbe rendere la zona inabitabile e inavvicinabile per migliaia di anni.




Mucche fantasma per latte reale.



Per giustificare la produzione annua comunicata alla Ue si truccano i dati: così le vacche "vivono" 83 anni invece degli otto medi normali. I Carabinieri del Nac individuano una gigantesca truffa e indicano i principali protagonisti: un ente governativo e un'agenzia ministeriale

Il problema per il neoministro all’Agricoltura Saverio Romano sono le vacche. Ottuagenarie e fantasma. Sì, perché in Italia ci sono 300 mila mucche che producono latte ma non esistono o hanno fino a 83 anni d’età, quando la vita media è di otto. Lo hanno scoperto i Carabinieri del Nac (Comando politiche agricole e alimentari): capi inventati per giustificare la produzione di latte dichiarata dal Governo all’Unione Europea. Intorno a questa inesistente mandria gli uomini dell’Arma hanno ricostruito una girandola di favori, appalti e truffe per miliardi di euro legati alla gestione delle quote latte e ora al vaglio della procura di Roma.

I Carabinieri, in un rapporto consegnato a settembre, che Il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, descrivono “un quadro di sorprendente e diffusa mancanza di rispetto e non ottemperanza alle normative di settore che attraverso condotte omissive e dolose” ha portato “all’alterazione di un intero settore dell’economia nazionale, con ripercussioni anche a livello Comunitario”. In pratica ogni anno nel nostro Paese finiscono sul mercato 12 milioni di quintali di latte di provenienza sconosciuta ma spacciato come prodotto da mucche tricolore.
Chi sarebbe riuscito nell’intento, truffando per anni in un colpo solo Stato, Ue, produttori e consumatori? Secondo le indagini i responsabili sono, principalmente, un ente governativo (Agea) e un’agenzia ministeriale (Izs di Teramo). Uomini dello Stato. Un ruolo chiave, riferiscono i Nac, lo svolge il capo gabinetto del ministero dell’Agricoltura. Una casella occupata da Giuseppe Ambrosio. Fino a mercoledì scorso. Quando Romano ha nominato un suo uomo di fiducia:Antonello Colosimo. Un 62enne napoletano, da trenta anni nei Palazzi, consigliere della Corte dei Conti ma più noto per essere stato uno dei beneficiari delle ristrutturazioni dono dell’imprenditore Diego Anemone. Colosimo non risulta indagato nell’inchiesta sulla cricca ma nelle carte ci sono paginate di intercettazioni che rivelano il suo interessamento per gli amici.

Anche il suo predecessore è più volte finito sotto la lente degli investigatori. A partire dal 1998 è stato segnalato per reati contro la pubblica amministrazione, tra cui truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Molto vicino a Gianni Alemanno, che l’ha portato al ministero dell’Agricoltura, è finito nell’inchiesta sulla parentopoli romana del sindaco e ha una richiesta di rinvio a giudizio per reati che vanno dall’abuso d’ufficio alla concussione, per irregolarità in un concorso del 2005 per sei posti da dirigente al ministero delle Politiche agricole vinto, tra gli altri, da moglie e segretaria di Ambrosio. I Carabinieri, ricostruendo il suo curriculum, si stupiscono: “Non può essere sottaciuto quanto emerso dalla banca dati delle forze di Polizia” considerati “gli incarichi di assoluto rilievo e responsabilità” ricoperti. Del resto Agea gestisce il fiume di miliardi che dalla Ue arriva in Italia per sostenere l’agricoltura. E il capo gabinetto ha il compito di dettare la linea strategica del Sian, il sistema agricolo nazionale, braccio di Agea.

I Nac ricostruiscono il ruolo di ciascuna pedina. Partendo da una scoperta: le mucche fantasma. Agea e Izs di Teramo, istituto che gestisce l’anagrafe bovina e deve verificare la correttezza dei dati sui capi forniti dagli allevatori per il conferimento dei premi Pac (fondi europei), “si organizzano” nel “tentativo, riuscito, di addivenire a un numero di capi tale da poter giustificare il livello produttivo nazionale” dichiarato. Come? Alzando l’età massima dei bovini, portandola da 120 a 999 mesi. Fino cioè a 83 anni. Lo spostamento “consente di aumentare il numero di capi di circa 300 mila unità, pari a oltre il 20% dell’intera popolazione bovina a indirizzo lattifero”. I Carabinieri intercettano uno scambio di mail tra i due enti piuttosto eloquente. L’Agea scrive a Izs: “Vorremo togliere il limite superiore di età che attualmente è impostato a 120. Come preferisci procedere? Per farla molto semplice impostiamo il dato a 999?”. La risposta arriva pochi giorni dopo: “Non ci sono problemi”.

Ecco le mucche fantasma. Che però, producono latte. Perché il latte c’è. 110 milioni di quintali. Di cui “oltre il 10%” di provenienza sconosciuta. Ma spacciato per italiano. È latte in polvere? Da dove arriva? E come entra nel circuito nazionale? Secondo i Nac le vacche fantasma servirebbero proprio a questo: a coprire un mercato parallelo. Gli uomini dell’Arma oltre a prendere in considerazione la vita media effettiva di un bovino in lattazione decidono di verificare tutti i dati dell’anagrafe e scoprono che il numero reale è “circa la metà del numero dei capi indicati da Agea”. Per il 2008/2009, scrivono i Carabinieri, “ad Agea risultano 2.905.228 capi presenti, mentre il complessivo è pari a 1.668.156”. E concludono: “Una differenza talmente significativa che si tradurrebbe in una minore produttività di latte pari a 12 milioni di quintali”.

Un surplus fra l’altro dannoso da dichiarare perché comporta lo sforamento alla produzione concessa dalla Ue all’Italia e costringe il Governo a vedersi trattenere gli incentivi agricoli e a dover anticipare le sanzioni che poi vengono recuperate con le multe per le quote latte agli allevatori. Multe che ammontano complessivamente a 4 miliardi di euro. I Carabinieri nell’informativa ipotizzano “che alcuni soggetti – persone fisiche o giuridiche (produttore, associazione sindacale ovvero funzionari Agea) – abbiano potuto percepire indebitamentefinanziamenti comunitari”. E citano una relazione del 2003: “Sono state verificate ed appurate condotte irregolari da parte di determinati soggetti della filiera – ben individuati e individuabili – tese a conseguire illegittimi vantaggi economici sia diretti, in termini di elusione delle sanzioni connesse all’esubero rispetto alle quote assegnate, sia indiretti, in termini di evasione fiscale connessa alla mancata fatturazione”.

Relazione caduta nel vuoto. Ripescata grazie all’intervento di Luca Zaia quando, nel giugno 2009 da ministro dell’agricoltura, insedia una commissione per capire come mai l’Italia ogni anno si ritrova a dover pagare le multe per aver sforato la produzione di latte. E’ l’Agea che comunica i dati alla Ue. E per il 2009 le sanzioni non arrivano: perché non c’è nessuno sforamento. Ma gli uomini del Nac ormai sono al lavoro. E nel 2010 scoprono “una differenza produttiva media, rispetto a quella dichiarata, da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato”. Inviano l’informativa a 70 procure e 32 chiedono un supplemento di indagini. Consegnato lo scorso settembre ai magistrato. Con le 300 mila vacche che, seppur vecchie o fantasma, valgono miliardi. Della questione ora dovrà occuparsi Romano insieme al suo capo gabinetto, l’amico di Anemone, Colosimo.




Fukushima, la verità.


“Conosco i reattori di Fukushima
Ecco perché sarà peggio di Chernobyl”


Paolo Ruffatti, ingegnere dell'Ansaldo nucleare negli anni '70:

“L'impianto è uguale a quello di Caorso, ma è meno evoluto nel sistema di raffreddamento.
Che i noccioli di tre reattori siano fusi è garantito.

L'uranio finirà nel terreno e nelle falde.
Si rischia di dover sfollare milioni di giapponesi"


http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/31/%E2%80%9Cconosco-quei-reattori-si-rischia-la-catastrofe%E2%80%9D/101198/

silvanetta* . Commentatore certificato 31.03.11 19:38

Non si potrà più coltivare e vivere per migliaia di anni in quella zona. Ciò che più mi fa paura è la contaminazione del mare. Le particelle non si scompongono in acqua, e vengono trasportate dal movimento del mare ovunque esso vada.
E' una tragedia peggiore di quella di Chernobyl a mio avviso.

cettina* d., sicilia Commentatore certificato 31.03.11 19:59

cettina.

ho studiato fisica nucleare, da giovane era una mia passione.
ed è uno dei motivi per cui da molto tempo un ACCANITO ANTI-NUCLEARISTA.
in particolare sono contro la FISSIONE, ma se avessimo la tecnologia e le conoscenze per la FUSIONE, sarebbe stata tutta un'altra storia.
premesso quanto sopra, ti posso garantire che CHERNOBYL a confronto di FUKUSHIMA è stato un PICCOLO incidente.
sia per la molto minore entità delle masse nucleari coinvolte, sia per la tipologia di reattore, sia il tipo di combustibile nucleare utilizzato.
ma soprattutto per le ricadute che avverrano: in UNIONE SOVIETICA poterono permettersi di inviare 50.000 SOLDATI DELL'ARMATA ROSSA, comandati sul luogo dell'incidente, a sgombrare i detriti dell'esplosione. facevano turni di 3 minuti in tute di piombo, e in quei 3 minuti assorbirono tante di quelle radiazioni che nel giro di 20 anni il 70% di loro si è ammalato di leucemie e tumori tiroidei, ossei e pancreatici.
il loro sacrificio servì a permettere la costruzione del sarcofago che ha salvato il mondo.

ora i coglioni, o i poveracci, secondo i punti di vista, dell'ARMATA ROSSA non ci sono, a mettere in gioco le loro vite per...la PATRIA.
e i KAMIKAZE si sono estiti da un pezzo.

senti cosa ti dico: FUKUSHIMA è destinata a cambiare il mondo di un ordine di grandezza molto vicino a quello dell'asteroide che spazzò via i dinosauri.
siamo solo all'inizio.
chi conosce un minimo di fisica elementare sa di cosa parlo.
basterebbe aver capito BENE cosa comporti in termini di POTENZA l'equazione di Einstein E=mc² per avere almeno una pallida idea del MOSTRO che sta crescendo a FUKUSHIMA.
se non interviene un miracolo, e quindi per definizione qualcosa di SCIENTIFICAMENTE INATTESO, il PIANETA E' FOTTUTO.

segnati data e ora di questa mia profezia.
che poi profezia non è.
poi mi dirai...

ma tanto...ne riparleremo presto ;)

ciao.

davide lak (davlak) Commentatore certificato 31.03.11 20:36

La moglie di Bossi, Manuela Marrone, in pensione a 39 anni: ma la Lega non era contro le baby pensioni ?

Lega ladrona: la baby pensione della moglie di Bossi
Manuela Marrone riceve un vitalizio dall’età di 39 anni. Alla faccia degli sprechi

Dario Ferri

Ne parla Mario Giordano nel suo libro Sanguisughe, lo riporta Luca Telese sul Fatto Quotidiano: Manuela Marrone, la moglie di Umberto Bossi, è una baby pensionata. Una di quelle contro cui la Lega, sempre critica con gli sprechi di Roma, si è scagliata di più. Scrive Telese:

La moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, riceve un trattamento previdenziale dal lontano 1992, da quando, cioè, alla tenera età di 39 anni, decideva di ritirarsi dall’insegnamen – to. Liberissima di farlo, ovviamente, dal punto di vista legale: un po’ me – no da quello dell’opportunità politica, se è vero che suo marito tuona un giorno sì e l’altro pure contro i parassiti di Roma.

E si sarebbe tentati quasi di non crederci, a questa storia, a questo ennesimo simbolo di incoerenza tra vizi privati e pubbliche virtù, se a raccontarcela non fosse un giornalista a cui tutto si può rimproverare ma non certo l’ostilità preconcetta alla Lega Nord e al suo leader.

EPPURE, nello scrivere il suo ultimo libro inchiesta (“Sanguisughe”, Mondadori, 18 euro, in uscita martedì prossimo), Mario Giordano deve essersi fatto una discreta collezione di nemici, se è vero che l’indice dei nomi di questo libro contiene personaggi noti e ignoti, di destra e di sinistra, gran commis e piccoli furbi, una vera e propria pletora di persone che a un certo punto della loro vita, anche se molto giovani, hanno deciso di vivere alle spalle della collettività e di chi lavora, approfittando dei tanti spifferi legislativi che il Palazzo ha generosamente concesso in questi anni.

Il libro di Giordano (sottotitolo: le pensioni d’oro che ci prosciugano le tasse) però ha un attacco folgorante: La riproduzione dell’estratto conto di una pensione di 78 centesimi. Una incredibile “busta paga” autentica che nasce così: “Pensione lorda 402,12 euro, trattenute Irpef 106,64 euro, saldo Irpef 272.47, addizionale regionale 23.00, arrotondamento 0.78. Totale: 0.78”. Scrive Giordano: “Quando uno Stato si accanisce su una pensione minima di 402 euro (che è già una miseria) e la riduce a 0.78 centesimi (che è appunto un insulto) mentre lascia inalterati i supervitalizi dei parlamentari, il loro insindacabile diritto al cumulo, o gli assegni regalati a qualche burocrate d’oro, ebbene, noi non possiamo far finta di niente”.

Allora, forse, si può leggere questo libro saltando da un assurdo all’altro . Dalla “pensione centesimale” a quella della signora Marrone in Bossi, che è – in Italia – non un caso isolato, ma una delle 495.000 persone, come racconta il direttore dell’agenzia NewsMediaset, “che ricevono da anni la pensione senza avere i capelli grigi e senza avere compiuto i sessant’anni di età”. Nel 1992, quando la Marrone aveva 39 anni, Bossi attaccava “la palude romana” e chiedeva di cambiare. “Come no? – chiosa Giordano – Il cambiamento, certo. E intanto la baby pensione, però”.

Poi Telese approfondisce il caso Marrone: seconda moglie di Bossi, siciliana d’appartenenza attraverso il nonno Calogero “che arrivò a Varese come impiegato dell’anagrafe e finì deportato nei lager nazisti, dopo aver aiutato molti ebrei a scappare” custodì Bossi nella convalescenza dopo l’ictus e favorì l’ascesa del figlio Renzo. “Fra le attività che ha seguito con più passione – annota Giordano – la scuola elementare Bosina, da lei medesima fondata nel 1998, ‘la scuola della tua terra ’, che educa i bambini attraverso la scoperta delle radici culturali, anche con racconti popolari, leggende, fiabe, filastrocche legate alle tradizioni locali. E sarà un caso che nelle pieghe della Finanziaria 2010, fra tanti tagli e sacrifici, sono stati trovati i soldi per dare un bel finanziamento, (800 mila euro) proprio alla Bosina?”.

Tutto sembrerebbe fuorché un caso. La signora Bossi, d’altronde, ha molto tempo libero perché riceve un vitalizio regolarmente. “Aveva diritto a prendere i suoi 766,37 euro al 12 di ogni mese, ha diritto a percepire l’assegno, che in effetti incassa regolarmente da 18 anni, da quando suo figlio Renzo, il Trota, andava in triciclo, anziché andare in carrozza al consiglio regionale” (Già, perché se tra pensione, parlamento e Regione, se non ci fosse lo Stato assistenzialista, il reddito di casa Bossi passerebbe da quasi trecentomila euro a zero).

da GIORNALETTISMO.COM

http://www.vip.it/moglie-bossi-manuela-marrone-in-pensione-a-39-anni/