sabato 30 aprile 2011

Assenze e sms sbagliati E’ l’opposizione-stampella. - di Paola Zanca



Giovedì la maggioranza è stata salvata da Pd e Idv. Mentre sulla mozione per i tornado in Libia il caos è totale. Intanto Veltroni piccona i democratici. "Dopo le elezioni verifica interna"

Allarme sottovalutato. Il Pd, con il voto di giovedì sul Documento di economia e finanza, ha fatto come a Fukushima. Ha mandato ai suoi deputati un sms di “livello 1” e così, per venti voti, si è persa l’occasione di mandare sotto il governo su una materia seria come i conti pubblici.

I messaggini che i parlamentari democratici ricevono alla vigilia di ogni voto sono tarati su una scala che va da 1 a 3. Uno, “presenza obbligatoria”: se manchi non è una tragedia. Due, “presenza obbligatoria senza eccezioni”: solo i leader possono mantenere gli impegni presi. Tre, “presenza senza eccezione alcuna”: nemmeno Bersani, per intenderci, può sgarrare. Quell’sms è l’evoluzione tecnologica di un avviso che un tempo finiva a pagina 2 de l’Unità. Ma anche tra i partiti dell’opposizione che non hanno certificato l’allarme basso, le assenze sono state equamente distribuite. Diciassette democratici su 206, nove Udc su 39, due Idv – compreso Di Pietro – su 22, cinque finiani – Bocchino incluso – su 29. Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli, ammette senza troppe remore: “Fesso che sono, dovevo pensare che sono peggio di quanto uno pensi”. Ce l’ha con quelli della maggioranza, “blindati su processo breve e testamento biologico” e assenti sull’economia. Ma anche con se stesso, che ha “dato per scontato” che si sarebbero presentati “in modo tetragono” come il giorno prima. E sì che al Parlamento – schiacciato sui decreti e sui temi cari al premier – non capita poi così spesso di poter lavorare. “È vero – dice Della Vedova – Ma c’è la campagna elettorale, è un momento particolare”.

Lo sostiene anche il Pd, che tra gli assenti ha tre candidati (Fassino a Torino, Ceccuzzi a Livorno, Bobba a Vercelli) ma che, con l’sms di livello 1, ha sottovalutato il livello di guardia della maggioranza. Colpa delle prossime amministrative anche secondo l’Udc: “Ma è stato un errore – ammette Roberto Rao – e non lo ripeteremo. Comunque anche Di Pietro non c’era e nessuno lo ha accusato di fare la stampella”. Il leader dell’Italia dei Valori era assente al voto sul Def: “Era un voto come tanti altri, l’occasione sulla quale far cadere il governo è un’altra: sarà mercoledì quando si dovrà votare la mozione della pace proposta dall’Idv per la Libia”. Chi non la appoggerà, ecco il riferimento dell’Udc, farà “da stampella” al governo, da “ciambella di salvataggio” alla maggioranza. Se la rottura tra Lega e Pdl dovesse consumarsi definitivamente martedì, infatti, sarebbero le mozioni di Pd e Terzo Polo a tenere in piedi la linea dei bombardamenti sostenuta anche dal governo. “Noi facciamo da stampella al Paese in un momento di difficoltà”, dice ancora il centrista Rao. “Altro che stampella – gli fa eco il capogruppo Fli Della Vedova – il nostro è impegno serio”. E ricorda che la stampella, se vogliono chiamarla così, l’opposizione l’ha già fatta: in commissione, quando la Lega disertò, per poi far pace con il Pdl qualche giorno più tardi.

Anche stavolta, è convinto Della Vedova, “passato il fine settimana di campagna elettorale troveranno modo un po’ patetico di rimettersi insieme”. Eppure, due sere fa, è stato proprio il leghista Matteo Salvini a disegnare lo scenario descritto da Di Pietro: “Sarebbe paradossale che il partito democratico con un voto favorevole accorra in soccorso del governo”. “Ma la stampella sono loro! – dice il veltroniano Walter Verini – . Noi dovremmo avere la forza di spiegare la nostra posizione al Paese, che è quella dell’Onu, di Obama, di Napolitano. Qui si gioca l’immagine del partito: su questioni straordinariamente rilevanti come queste, il fatto che sia anche la posizione del governo, è solo un effetto collaterale”. La scelta di chiedere un voto parlamentare sulla Libia, nel Pd, è arrivata dopo lunghi tentennamenti. E ha creato malumori all’interno del partito. Proprio oggi, in un’intervista al Foglio, l’ex segretario Walter Veltroni ha detto che dopo le amministrative sarebbe “opportuno aprire una discussione” sulla linea Bersani. Molto meno polemici, ma comunque amareggiati, anche il gruppo di parlamentari pacifisti. Vincenzo Vita ha chiesto “un chiarimento: non può certo essere il Pd a rischiare di sorreggere il governo”. Anche Enrico Gasbarra dice che “dentro il Pd il tema della pace tema dovrebbe avere un po’ più di spazio”. “Pagheremo un prezzo – osserva Andrea Sarubbi – anche perchè il nostro elettorato è contrario alla guerra”. Veltroni un po’ meno, direbbe Bersani.

da Il Fatto Quotidiano del 30 aprile 2011



Marco Travaglio: "Voto sì per abolire il nucleare"



Marco Travaglio spiega le ragioni del suo voto al referendum contro il nucleare. Il giornalista di "Il Fatto Quotidiano" e "Annozero" vota SI', per impedire che in Italia vengano costruite centrali nucleari; anche alla luce della recente, tragica vicenda in Giappone. Il 19 marzo, dalle ore 14 si apre a Roma, in piazza Navona, la campagna referendaria promossa dall'Italia dei Valori, che raccoglie l'importante ed autorevole contributo d'una delle voci più forti del giornalismo d'inchiesta.


Wojtyla fu davvero un santo? - di Paolo Flores d'Arcais.


Abbandonò al suo destino il vescovo Romero, abbracciò il carnefice Pinochet e difese il potere opulento dei Legionari di Cristo. Ma soprattutto il suo papato fu una crociata ininterrotta contro la modernità e l'Illuminismo.

Karol Wojtyla è davvero un santo? Ha davvero praticato le quattro virtù cardinali e le tre teologali fino all'eroismo? Lo sa solo Iddio, per chi in Dio crede. Storicamente e politicamente, il Papa polacco è stato certamente un grande oscurantista.
Valga il vero. Il suo pontificato si svolge all'insegna di una ininterrotta crociata contro la modernità nata dall'illuminismo, di una coerentissima "guerra santa" contro la pretesa dell'uomo all'autonomia, alla quale fa risalire la colpa dei due totalitarismi dello scorso secolo. Hume e Voltaire responsabili dei lager e del gulag, insomma! Non è una battuta polemica, lo confermano tutte le sue encicliche e omelie, dove il disincanto dell'uomo moderno che vuole darsi da sé la legge (autos nomos, appunto), senza il quale non avremmo mai avuto le democrazie liberali, viene anatemizzato come "strutture di peccato". La democrazia dell'autos nomos, nella quale la sovranità dei cittadini deve ovviamente prescindere dalla "sovranità di Dio" (non sarebbe autonomia ma eteronomia, infatti; e non più democrazia ma teocrazia) è per Wojtyla colpevole di aver legalizzato l'aborto, che per il Papa polacco costituisce il vero e proprio "genocidio dei nostri giorni". Questa l'espressione, ripetuta ossessivamente e solennemente.
L'aborto come contemporaneo olocausto consumista rispetto all'olocausto razzista del progetto di Reich millenario. La donna e il medico che interrompono una gravidanza, equiparati moralmente alle SS che gettano un bambino ebreo nel forno crematorio, se le parole hanno un senso. E lo hanno, inequivocabile, visto che vengono pronunciate - una volta di più - a delegittimazione del primo parlamento polacco liberamente eletto (che sta per votare una legge sull'aborto, oltretutto più restrittiva di quella comunista), proprio dopo che Wojtyla ha visitato il campo di Auschwitz.

Giovanni Paolo II "Papa dei diritti umani" è perciò una favola. Karol Wojtyla lasciò solo, ostentatamente, il vescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero (avrebbero mai osato ucciderlo, se lo avesse elevato alla porpora, come chiedevano in tanti nella Chiesa?), si affacciò benedicente da uno stesso balcone con il generale Augusto José Ramón Pinochet Ugarte, legittimando quel regime di sangue e d'infamia, perseguitò instancabilmente sacerdoti e vescovi della "teologia della liberazione", schierati con gli ultimi come ordina la "buona novella" di Gesù (aprire a caso uno dei vangeli, per credere), e altrettanto instancabilmente difese il "padre padrone" dei "Legionari di Cristo", Marcial Maciel Degollado, malgrado un'opulenza di accuse sempre più circostanziate avessero convinto perfino un fedelissimo di Wojtyla, come il cardinale Ratzinger, degli "autentici crimini" commessi da Maciel. Quanto alla pedofilia, volle che il cardinale Castrillón Hoyos trasmettesse una solidarietà calorosissima al vescovo di Bayeux-Lisieux mons. Pierre Pican, condannato dalla giustizia francese per essersi rifiutato di testimoniare sulle attività di un prete della sua diocesi. E' verissimo però che ha contribuito al crollo dei comunismi: non per volontà di libertà, però, ma come affetto collaterale della sua oscurantista guerra alle "strutture del peccato".
Santo, Wojtyla? Non è cosa su cui possa esprimersi un ateo. Ma due grandi personalità cattoliche, Hans Küng e dom. Franzoni (che fu padre conciliare), hanno messo in fila (sul numero speciale di MicroMega appena uscito) un rosario di accuse degne dell'abrogato "avvocato del diavolo" (compresa l'impunità garantita a mons. Marcinkus per l'Ambrosiano, impedendo l'accertamento della verità, e con ciò venendo meno alle virtù della fortezza e della prudenza). Mentre per due preti dalle virtù certamente eroiche, come monsignor Romero e padre David Maria Turoldo, gli altari possono aspettare.



Germania, studio shock, 20'000 aborti a causa delle centrali nucleari.


Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb, studiosi del Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco e tra i massimi esponenti della comunità scientifica tedesca hanno esaminato il rapporto tra nascite e prossimità alle centrali nucleari, in Germania e Svizzera.

Lo studio (PDF della presentazione) è partito dai dati sugli effetti della catastrofe di Cernobyl sulle nascite in Ucraina e nelle regioni toccate dalla nuvola radioattiva (in particolare cesio-137) che già avevano evidenziato una significativa incidenza sia sul numero delle nascite che sul rapporto di nascite da bambine e bambini.

L'obiettivo degli studiosi era cercare di stabilire se la vicinanza delle centrali nucleari, anche in mancanza di grandi incidenti, implicasse effetti sulle nascite.

Di regola nascono 105 femmine per ogni 100 maschi, ma nelle regioni che circondano le centrali nucleari le nascite femminili sono molto inferiori.

Era già appurato che guerre e irradiamento radioattivo hanno effetti diversi sulle nascite di femmine e maschi, incidendo in modo particolarmente pesante sugli embrioni femminili.

Lo studio ha dimostrato l'esistenza di gravi conseguenze anche in rapporto alla semplice vicinanza a centrali nucleari. Negli ultimi 40 anni, nelle aree a 35 chilometri di distanza da 31 centrali nucleari tedesche e svizzere, il numero delle nascite di bambine risulta inferiore di 20'000 rispetto ai dati attesi.

Si stimano in un milione le bambine e i bambini mai nati in tutta Europa a causa del disastro di Cernobyl.

Gli studiosi hanno anche evidenzato un netto aumento dei casi di tumore infantile nelle vicinanze di centrali nucleari.

Come spiegare questi 20'000 aborti spontanei "in eccesso", in mancanza di "grandi" incidenti alle centrali di queste regioni? Forse con gli incidenti nucleari cosiddetti di "basso livello", quelli che sono degradati a "guasti" con una esposizione alla radioattività della popolazione sistematicamente definita "entro i limiti di sicurezza" e che invece, anche in ragione della loro frequenza e del loro cumulo, potrebbero avere effetti sulla salute ben piu' gravi di quelli stimati dalle autorità nazionali. O forse la ragione va individuata in una qualche altra conseguenza delle attività delle centrali nucleari, come le perdite nel trasporto e nello smaltimento delle scorie e di alcuni dei pericolosissimi materiali necessari al funzionamento degli impianti.

Una cosa è certa, a causa dell'enorme peso dell'energia nucleare in molti Paesi, la politica dei governi e degli stessi enti di controllo mira spiccatamente a rassicurare le popolazioni sulla sicurezza degli impianti. Senza l'energia nucleare, molti sistemi-Paese si fermerebbero con effetti devastanti sulla loro economia.

Nel 2005, l'ONU e l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) avevano speso molto tempo e denaro per cercare di dimostrare che l'incidente di Cernobyl non aveva avuto effetti sulle nascite né in Ucraina né in Europa. Per un breve periodo non erano emersi studi di senso contrario anche se i reportage da Cernobyl offrivano un'immagine in netta contraddizione rispetto ai rassicuranti studi dell'ONU e dell'AIEA. Poi molti enti di ricerca e università avevano demolito la validità scientifica di quei rapporti, evidenziando come ancora oggi gli effetti di quell'incidente producono una devastante quantità di aborti e malformazioni alla nascita.

Fino a che punto i governi e l'AIEA stanno omettendo di informare le popolazioni sui reali effetti della produzione atomica? Quanto sta incidendo davvero tale produzione sull'evidente calo della fertilità umana in molte regioni del mondo?

http://sostenibile.blogosfere.it/2010/11/germania-studio-shock-20000-aborti-a-causa-delle-centrali-nucleari.html



Referendum sulla democrazia - Beppe Grillo (intervento integrale)



Intervento integrale di Beppe Grillo a Anno Zero di giovedì 28 aprile 2011.Intervistatrice - Berlusconi ha confessato, la moratoria è stata solo un modo per bloccare il referendum. Beppe Grillo - Abbi pazienza, basta di queste cose, Berlusconi, basta... il referendum... qui non è un problema... sbagliate sempre l'approccio, non è più un problema del nucleare, il referendum, cosa è diventato un referendum? Oggi lo puoi spostare, lo puoi bloccare. Dobbiamo fare solo un referendum, come nel 1946 con Repubblica o Monarchia, oggi dobbiamo decidere Democrazia o Partitocrazia.


fukushima disastro annunciato santoro annozero.



Fukushima le centrali nascono sempre con difetti occulti progettuali/costruttivi, e' solo una questione di tempo moltiplicato per il numero di centrali/reattori attivi nel mondo, l'incidente e' assolutamente inevitabile ed il danno ingestibile con ripercussioni mondiali comprese le mutazioni genetiche irreversibili sul dna, ne vale la pena? nucleare santoro tsunami terremoto.


venerdì 29 aprile 2011

QWIKI : ANCHE L'IPAD "SPUTTANA" BERLUSCONI




per chi volesse provare allego il link del sito :
http://www.qwiki.com/q/#!/Silvio_Berlusconi

Qwiki è un app enciclopedica per iPad che usa immagini, foto e video e articoli di Wikipedia per illustrare la voce cercata. Ecco cosa scopre in due minuti un utente qualsiasi da tutto il mondo cercando informazioni sul premier italiano Silvio Berlusconi

fonte : L'Unità