mercoledì 25 gennaio 2012

La Fame nel Mondo




Gli uomini chiedono e vogliono vedere Cristo in Croce...
Eccolo Cristo in Croce..e come 2000 anni fa siamo noi a crocifiggerlo...oggi invece dei chiodi usiamo l'indifferenza e l'egoismo...
Nell’ultimo rapporto annuale dell’UNICEF sulla condizione dell’infanzia nel mondo si rileva che ogni giorno ben 26 mila bambini nel mondo con meno di cinque anni muoiono per cause del tutto evitabili come malattie infettive e fame. Per la prima volta nel 2006, le morti dei bambini sono scese sotto i 10 milioni (erano 20 milioni nel 1960), ma rimangono pur sempre cifre da Olocausto: 9,7 milioni di morti, 1 bambino muore ogni 3 secondi, 20 bambini morti nel minuto di vita impiegato a leggere questo post!


di: La Voce della Coscienza.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=211593785589104&set=a.198802543534895.49326.130168563731627&type=1&theater

Mills, Berlusconi attacca i giudici "Mi vogliono condannare a tutti i costi".






L'ex premier è imputato  per corruzione in atti giudiziari: "E' un processo politico. Non riesco a capire come possano scrivere una sentenza di condanna quando quello che ha dato i soldi ha detto di averli dati, chi li ha presi ha detto che li ha presi e poi c'è il tragitto dei soldi. Ma questo è lo stato veramente preoccupante della giustizia italiana. Qui è tutto paradossale".  Mills: "Mai mentito a favore del Cavaliere".


ROMA -"Come si spiega la cancellazione di tutti i nostri testimoni e la fissazione di udienze in più rispetto a quelle previste a 72 ore dalla prescrizione, se non con un'intenzione negativa 1? Questo qui è un processo politico". Lo ha detto Silvio Berlusconi in una pausa dell'udienza del processo a carico dell'avvocato inglese David Mills 2 -  che, secondo la Procura, sarebbe stato corrotto da Berlusconi con 600mila dollari per rendere false testimonianze in due processi a suo carico - riferendosi all'eventualità di una sentenza di condanna nei suoi confronti da parte dei giudici milanesi che dovrebbero entrare in camera di consiglio il prossimo 11 febbraio. Il premier è imputato per corruzione in atti giudiziari, anche se i tempi della prescrizione sono ormai prossimi. 3

"Non riesco a capire come possano scrivere una sentenza di condanna quando quello che ha dato i soldi ha detto di averli dati, chi li ha presi ha detto che li ha presi e poi c'è il tragitto dei soldi. Non riesco a capire come possano. Ma questo è lo stato veramente preoccupante della giustizia italiana. Qui è tutto paradossale" continua il cavaliere.
Che Che comunque si dice disponibile ad essere interrogato nell'udienza della prossima settimana: "Se mi vogliono interrogare io non ho nulla da nascondere".

La testimoninza di Mills. "Ho un'emicrania lancinante e devo andare in farmacia a prendere un farmaco". David Mills, in collegamento da Londra, ha chiesto con queste parole ai giudici italiani di sospendere il processo per un quarto d'ora. In precedenza Mills aveva toccato alcuni temi particolarmente 'caldi', soffermandosi in particolare su una delle presunte testimonianze 'comprate' da Berlusconi, quella al processo All Iberian. "Non ho mai mentito per alleggerire la posizione di Fininvest o Berlusconi. Solo in un'occasione non risposi se ci fosse stato un incontro tra me e Berlusconi ad Arcore perchè invocai il segreto professionale. Non ho mai cercato di manipolare o nascondere i fatti". 

L'ira di Ghedini. 
Poco prima era andato in scena un duro scontro tra il legale dell'ex premier, Niccolò Ghedini, e i giudici milanesi. "Prendiamo atto che volete condannare Berlusconi", si era sfogato in aula l'avvocato minacciando di togliersi la toga e di abbandonare l'aula. Tutto era iniziato quando la difesa dell'ex presidente del Consiglio aveva anticipato l'intenzione di fare al teste domande sulle testimonianze rese dall'avvocato inglese nei processi 'incriminati' per i quali sarebbe stato corrotto (Gdf e All Iberian) del 1996. I giudici, sollecitati dal pm, avevano chiesto ai legali di sintetizzare le loro domande. 

A quel punto Ghedini era esploso: "State facendo un processo anomalo, questa è una corsa contro il tempo perché il tribunale teme la prescrizione e un tribunale non dovrebbe temere la prescrizione, ricordo che ci avete tolto tutti i testi". Immediata era arrivata la replica del giudice Francesca Vitale, presidente del collegio: "Credo che lei stia esagerando, potrà impugnare i provvedimenti a lei non graditi in Corte di Cassazione".




Precisazioni.



Ci tengo a ricordare a tutti quelli che si ostinano a condannare Monti, che sull'orlo del baratro ci hanno portato le politiche che si sono succedute al governo prima dell'avvento di Monti e che non è facile salvare una nazione in due mesi dopo che è stata depredata per decenni. 


Prendetevela con Berlusconi, con Bersanetor, con tutti quelli che hanno preceduto Monti e che, invece di governare il paese, hanno solo curato i loro interessi e lavorato per restare al potere vita natural durante.


Questa gentaglia si è preoccupata e si preoccupa solo di apparentarsi con chiunque pur di restare attaccata alle seggiole che hanno occupato "abusivamente" con una legge fatta ad hoc che ci ha, di fatto, esautorato definitivamente di ogni diritto.

Scosse di terremoto nel nord Italia Magnitudo 4.9, epicentro in Emilia

 Terremoti , paura al Nord /   Vd 1   -   2    Scossa 4.9  in Emilia     Fotoracconto


Sciame sismico dall'1 di notte (nel Veronese, 4.2) con la massima scossa registrata alle 9,06 nell'area Parma, Mantova e Reggio Emilia. Centinaia di chiamate al 118. L'ondata avvertita distintamente anche a Milano, Torino, Verona e Genova. Protezione civile: non risultano danni a persone o a cose.


ROMA - Il nord Italia ha tremato. Una serie di scosse sismiche sono partite nella notte e continuate fino a questa mattina. La prima di magnitudo 4.2 era stata registrata a 00,54 in provincia di Verona, una più forte è arrivata alle 9,06 con epicentro nell'area di Parma 1, Mantova e Reggio Emilia e magnitudo 4.9. Poi una replica più lieve alle 9,24 con magnitudo 2.3 (stesso epicentro). Secondo quanto accertato dall'Istituto di geofisica, i comuni più vicini all'epicentro sono Poviglio, Brescello e Castelnovo di Sotto. Una scossa di magnitudo 2.4 è stata registrata poi alle 10,04 in provincia di Foggia con epicentro nel capoluogo dauno. Lievi tremori anche a Rignano Garganico e San Marco in Lamis. Non ci sono feriti e non si registrano danni. Ma secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia le scosse avvertite a Verona e Reggio Emilia sono fenomeni distinti. Appartengono cioè a due zone sismogenetiche, due faglie, diverse.
Il terremoto è stato avvertito distintamente anche a Milano 2Torino 3Genova 4Verona 5 e Pavia, dove sono state evacuate alcune scuole e gli uffici della Regione. La gente è uscita dai palazzi e dai condomini ed è rimasta fuori, sui maciapiedi. Molti si sono rivolti a internet per avere notizie. Sempre in rete sono stati pubblicati video e foto dell'evento. "I feriti che ci sono stati segnalati, per fortuna limitati, sono dovuti a panico, quindi sono situazioni indirette" rispetto al terremoto. Lo ha detto il responsabile della Protezione civile dell'Emilia-Romagna, Denetrio Egidi. "Difficilmente - ha aggiunto - ci saranno scosse superiori, perchè la zona è a bassa sismicità". L'ingegner Egidi ha ribadito la decisione precauzionale di chiudere le scuole nella zona dell'epicentro. Per quanto riguarda i primi danni, "non sono significativi".

Alle verifiche effettuate dalla sala situazione Italia del dipartimento della Protezione civile non risultano al momento danni a persone e cose. I vigili del fuoco di Milano hanno riferito a TMNews di non aver ricevuto alcuna segnalazione, anche se il sisma ha provocato l'evacuazione a scopo precauzionale di diversi uffici e aziende nel capoluogo lombardo. Gli impiegati sono stati fatti uscire dagli addetti alla sicurezza e hanno stazionato in strada per diversi minuti. Nella notte la circolazione ferroviaria nel nodo di Verona è stata sospesa per verifiche ma è ripresa regolarmente a partire dalle 5. Gli istituti superiori della città e della provincia sono state chiuse e si deciderà in mattinata l'eventuale chiusura delle altre scuole. In alcuni istituti è comunque scattato il piano di evacuazione. Alcune scuole hanno segnalato la comparsa di crepe sui muri. Chiusi gli istituti anche nel bergamasco, a Varese, Como e Lecco, a Cremona e Genova.

Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma nel Veronese ha avuto ipocentro a 10,3 km di profondità e epicentro in prossimità dei comuni di Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant'Anna d'Alfaedo. Sono state quattro in totale le scosse registrate nella zona delle prealpi venete da ieri sera: le prime due, di magnitudo 2.7 e 2.1, alle 20,41 e alle 20,49. 

Scosse Verona e Reggio Emilia, fenomeni distinti. 
Le scosse avvertite a Verona e Reggio Emilia sono fenomeni distinti. Appartengono cioè, spiega l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, a due zone sismogenetiche, due faglie, diverse. In provincia di Verona l'evento è stato registrato alle 00,54 mentre quello di Reggio Emilia alle 9,10 circa. La scossa di Reggio Emilia è avvenuta a una profondità di 30 chilometri e per questo motivo, è stata avvertita anche nel resto del nord d'Italia perché eventi di questo tipo hanno un'area di risentimento ampia. Le due scosse quindi non sono all'interno di una sequenza sismica individuata e determinata comune. La magnidudo 4,9 in un'area che è costruita rispettando le leggi, non provoca alcun tipo di danno. Di norma, dopo scosse di questo tipo, cioè quella di Reggio Emilia, aggiunge l'Ingv, se ne registrano altre ma non si possono fare previsioni. La stessa mancanza di correlazione tra le scosse è stata ribadita dal centro sismologico di Udine. 

Manager e banchieri, gli stipendi d'oro



L'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo (Ansa)
L'amministratore delegato di Unicredit 
Alessandro Profumo (Ansa)

Dai 40 milioni di Profumo a 1,5 di Malacarne. Stretta sulla trasparenza: da quest'anno in vigore le nuove misure Consob.

MILANO - La polemica sulla bolla degli stipendi d'oro dei manager è uno di quegli argomenti ciclici che anche in Italia tende ad accendere gli animi per poi scomparire dalle agende fino al nuovo giro di boa. La prossima, peraltro, si avvicina: le società quotate hanno l'obbligo di comunicare le politiche di remunerazione dei vertici nei bilanci e così tra marzo e inizio aprile, con la pubblicazione dei bilanci 2011, si alzerà il sipario su emolumenti e premi dell'anno appena chiuso. Rispetto alla classifica 2010, quella degli ultimi dati disponibili, le novità non mancheranno. Un anno fa Alessandro Profumo con 40,59 milioni doppiava ampiamente tutti i colleghi alla guida di grandi aziende in virtù della liquidazione monstre da 38 milioni ricevuta in uscita da Unicredit il 20 settembre 2010. In seconda posizione, per dire così, figurava Luca Cordero di Montezemolo con 8,713 milioni, ma anche qui nel 2010 si è chiuso il pluriennale legame con la Fiat che ha presieduto fino al 21 aprile. A seguire figuravano Marco Tronchetti Provera con 5,95 milioni, Cesare Geronzi con 5,088,Paolo Scaroni con 4,42 e Pier Francesco Guarguaglinicon 4,314 milioni. Con la pubblicazione dei nuovi bilanci si scoprirà inoltre la liquidazione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che nel corso del 2011 ha lasciato la guida di Intesa Sanpaolo. Il manager, nel 2010, aveva percepito 3,5 milioni tra emolumenti, bonus e altri incentivi, oltre a 311 mila euro di benefit non monetari. 
IL GAP - Insomma, alcune pedine si sposteranno visto il valzer di poltrone realizzatosi nel frattempo, anche se a non cambiare sarà la sostanza. E in tempi di austerity per tutti e di messa in discussione dello stesso sistema capitalistico-finanziario occidentale questo dovrebbe spingere ad affrontare in un'ottica più strutturale il dibattito sui tetti agli stipendi d'oro. Quando basta? E quando è «immorale», termine démodé ma efficace, una busta paga faraonica con un multiplo astrale tra il capoazienda e il suo dipendente tipo? Proprio nel 2011 dentro il frullatore del dibattito era finito Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, non perché fosse il caso «peggiore» ma perché il gruppo era in piena ristrutturazione. Nel 2010 il manager ha guadagnato 3,473 milioni ma mettendo in fila le sue buste paga dall'arrivo alla guida del Lingotto fino all'ultimo dato disponibile era stato calcolato che il suo stipendio medio giornaliero lordo (15.500 euro) poteva essere confrontato con quello annuale di un metalmeccanico di fascia media. Il che corrisponde a un multiplo tra il capoazienda e l'operaio, considerando anche bonus e premi (ma non stock option), pari a circa 365. Eccessivo anche per chi è famoso per il superlavoro. Peraltro Marchionne scivolò su un'infelice battuta il cui senso era: un operaio non farebbe a cambio, visto la vita che faccio.
TRASPARENZA - Qualche cambiamento è in arrivo: da quest'anno con le nuove regole Consob le società dovranno pubblicare più ampi dettagli sui guadagni dei top manager. Un esempio è l'oggettività degli obiettivi con il clawback (con la restituzione dei super-gettoni se un anno dopo gli obiettivi che sembravano raggiunti in realtà non lo sono). Almeno, un pizzico di trasparenza in più.
Certo la bolla delle buste paga dei vertici non è una specificità italiana. Non a caso se ne discute in Inghilterra come a livello europeo. Anzi, il fenomeno è occidentale: l'industria delle banche d'affari Usa ha scritto pagine vergognose nel «pre» ma anche nel «post» crac-Lehman. Basterebbe leggere il best seller «Too Big To Fail», del giornalista del New York Times , Andrew Ross Sorkin. Per ora a prevalere resta il diffuso malinteso tra liberismo e assenza totale di regole.

Twitter: @massimosideri
Massimo Sideri

il viceministro figlio di papà senza delege ma che sparla di sfigati laureati: Michel Martone



Definisce 'Sfigato' chi non si laurea entro i 28 anni. Ma lui è figlio di un potente amico di Previti. Raccomandato da Sacconi, Brunetta e Montezemolo. Storia vera del rampante viceministro Michel Martone.

Giovane, preparato, ben introdotto, maniacale promotore di se stesso. Un Klaus Davi tendente Jaki Elkann, con posa all'Antonio Gramsci. Incarichi, docenze, consulenze, e libri, e convegni, e articoli, e tv. Persino un blog dove pubblica ogni suo intervento, consiglia di leggere Kavafis e di ascoltare Jimi Hendrix, mancino come lui.

Michel Martone - figlio di Antonio, di cui si dirà - Martone il giovane, giuslavorista, l'under 40 dell'esecutivo con un curriculum da paura, è entrato da viceministro al Lavoro con titoloni sui giornali. Dell'atteso exploit, però, non si ha traccia. E' scomparso. Non c'è armonia col ministro Elsa Fornero, si vocifera. A oggi non è nemmeno chiaro quali ambiti di competenza abbia. A Natale il governo ha approvato le sue deleghe, ma con la fumosa dizione "funzioni particolari". Mistero. Una sparizione sorprendente. Anche perché - raccontano - "è una vita che studia da ministro".

Eppure, addentrandosi tra biografia e rapporti ramificati, una chiave la si trova. Si capisce, per esempio, che 
Martone il giovane è in realtà un giovane-vecchio: il contrario di un outsider. Piuttosto, il pezzetto di un establishment non del tutto meritocratico.

Uno che ha saputo coniugare con secolare abilità l'autopromozione, la carriera accademica, e l'avere un ben introdotto papà (il giudice Martone, ex presidente dell'Authority scioperi, già assiduo dello studio Previti, da ultimo sulle cronache per aver partecipato a un pranzo della P3 a casa di Verdini).

L'abilità sta nell'amalgama: è impossibile distinguere un elemento dall'altro. Come dimostra, fra l'altro, ciò che accadde quando il Pd Pietro Ichino attaccò l'allora ministro Renato Brunetta, colpevole di aver dato a Martone junior una consulenza da 40 mila euro, avendo nominato Martone senior presidente della Civit (la Commissione "antifannulloni"). Sciocchezze, replicò Brunetta: "La consulenza è precedente alla nomina, semmai allora il figlio ha raccomandato il padre".

Eccolo l'amalgama: e tutto tiene, l'uovo e la gallina. E' invidiabile e oliata, del resto, la disinvoltura con la quale Martone racconta di fare oggi il viceministro dopo aver "solo mandato un curriculum" a Catricalà, o ricorda che ai tempi dell'università il professor Dell'Olio "mi propose di lavorare per il suo dipartimento" (all'ora fatale, Martone senior fece pubblicare per Dell'Olio un necrologio la cui metratura gli appassionati del ramo ancora ricordano). O la scioltezza con la quale ripercorre la fulminea sua carriera: a 23 anni dottorando, a 26 ricercatore (diventa anche avvocato), a 27 professore associato (a Teramo). A 29 anni - record - Martone è ordinario avendo ottenuto l'idoneità a Siena con il classico schema all'italiana (otto candidati, sei si ritirano, due vincono).

A presiedere la commissione, il professor Persiani: quello che, anni prima, "mi aveva chiesto se volevo lavorare all'Università e la mattina alle 7 mi aveva convocato". Che fortuna. Ottimi, del resto, sono da sempre i rapporti tra Persiani e Martone Senior. "Secchioncello", si definisce. E che sia preparato anche i detrattori lo dicono. Ancora più bravo nel tenere insieme tutto.

Negli ultimi due anni, consulente di Brunetta ma anche collaboratore di Maurizio Sacconi (suo sponsor nella nomina a viceministro), Martone è riuscito a essere anche in Italiafutura, stimato senza riserve dall'antiberlusconiano Luca di Montezemolo. Se non fosse entrato al governo, aveva già pronta la nomina a presidente di FondInps: firmata da Sacconi, poche ore prima delle dimissioni di Berlusconi.

Il suo discorso per i dieci anni dalla morte di Bettino (perché è anche membro della Fondazione Craxi), cominciò così: "Molti si chiederanno che cosa ci faccio qui". Ecco, chiederselo non serve. E' cosa riuscirà a fare arrivato sin qui, e con una capacità di stare al mondo che sembra diventata un peso, la vera domanda.

Susanna Turco



http://isegretidellacasta.blogspot.com/2012/01/il-viceministro-figlio-di-papa-senza.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FBOqVu+%28I+segreti+della+casta+di+Montecitorio%29

martedì 24 gennaio 2012

Concordia, trovato un altro corpo. Partito il recupero carburante.

Ripescata un'anziana, sale a 16 il bilancio dei morti Identificata vittima siciliana. Si lavora per svuotare i serbatoi.


MILANO - Un altro corpo. Anche questa volta di una donna. I sommozzatori hanno ritrovato l'ultimo cadavere passando attraverso il varco aperto nel ponte 3 della nave Costa Concordia. Si tratterebbe di una persona anziana rinvenuta con il giubbotto salvagente legato intorno al tronco. Il bilancio dei morti sale così a 16. E, nel frattempo, poco dopo le 6 di mattina, è partita l'operazione di recupero del carburante dalla Costa Concordia. La chiatta allestita per fare da base alle operazioni di recupero delle quasi 2.400 tonnellate di combustibile stivate nei serbatoi della nave da crociera arenatasi sugli scogli dell'isola del Giglio ha lasciato il porto e si è ormeggiata accanto al Concordia. Fino a mercoledì sono previsti i rilievi subacquei preliminari, poi la ditta olandese Smit - coadiuvata dalla livornese Neri - dovrebbe iniziare l'estrazione vera e propria del combustibile. Per il capo della Protezione Civile e commissario dell'emergenza Franco Gabrielli, il pompaggio dovrebbe cominciare sabato. Tuttavia le ricerche dei dispersi non si fermeranno.
LA PROCEDURA - Il carburante nei 17 serbatoi sarà scaldato attraverso dell'aria calda che passa in una serpentina. Una volta reso più fluido, verrà tirato fuori, mentre nel serbatoio verrà pompata acqua. La durata prevista dell'intera operazione è di 28 giorni.
RICERCHE AL PONTE 3 - Mentre a poppa cominciavano le operazioni di recupero, i palombari del Comsubin - le forze speciali della Marina - hanno aperto un varco al ponte 3, a meno 20 metri di profondità, facendo esplodere delle microcariche, per consentire ai sommozzatori di Vigili del fuoco e Guardia di finanza di procedere con la ricerca dei 24 dispersi.
LA SPOSINA - E mentre continuano le ricerche, mercoledì arriverà a Corato, sua città natale, il feretro di Maria D'Introno, la sposina di Biella di 30 anni morta nel disastro della nave Costa Concordia. Il corpo di Maria era stato recuperato e identificato ufficialmente nei giorni scorsi.
IDENTIFICATA - Dopo Maria D'Introno, è stata identificata ufficialmente un'altra vittima del naufragio: è Luisa Virzì, 49 anni, originaria di Enna, il cui cadavere era è stato recuperato nella zona sommersa della nave nei giorni scorsi. La donna, a bordo della Costa Concordia assieme all'amica Maria Grazia Trecarico, ancora dispersa, e con la figlia di quest'ultima e il suo fidanzato, in un primo tempo era stata segnalata tra i naufraghi salvati per un equivoco. Solo quando la famiglia di Trecarico aveva ribadito di non avere più notizie delle due donne, era stata aggiunta alla lista dei dispersi.
LA CHIAZZA IN MARE - Martedì è scattato l'allarme per una chiazza da sversamento di circa 300 metri per 200, che si sta spostando con la corrente verso nord. Non si tratta di idrocarburi, bensì di olii alimentari, oli lubrificanti tensioattivi e detergenti. «Da un grande varco aperto ieri per facilitare le operazioni nella zona ristorante del ponte 4 è uscito di tutto», ha spiegato il sindaco Sergio Ortelli. Sono già entrati in azione i mezzi della Castalia, le unità antinquinamento del Ministero dell'ambiente, che stanno procedendo alla bonifica circoscrivendo la macchia con pannelli assorbenti.
GLI ESAMI TOSSICOLOGICI PER SCHETTINO - Intanto è stata fissata per il 26 gennaio, all'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica di Roma, l'analisi dei campioni biologici prelevati al comandante della Concordia, Francesco Schettino, il 17 gennaio scorso. Il consulente tecnico d'ufficio della Procura di Grosseto, professor Marcello Chiarotti, al quale la Procura ha chiesto di accertare se il comandante abbia preso stupefacenti prima del naufragio.
IL MAITRE - «Non c'erano assolutamente né chiacchiericci né donne» sulla plancia di comando al momento del naufragio. Lo ha spiegato il maître di bordo Antonello Tievoli: «Io c'ero, sono stato invitato in plancia, e stavo da una parte in rigoroso silenzio. Mio malgrado ero lì, il comandante era al comando della nave, e dava ordini al timoniere. Spero che quando verranno ascoltati la scatola nera e il Vdr, si capirà che in plancia c'erano questi ufficiali che facevano, purtroppo non l'hanno fatto bene fino in fondo, il loro dovere e che non c'erano assolutamente né chiacchiericci né donne. Non c'era nessuno».