domenica 27 maggio 2012

Vatileaks, Papa Ratzinger circondato da sospettati. - Carlo Tecce

vatileaks ratzinger gabriele


A breve non si escludono nuovi fermi, con gli interrogatori che proseguono costanti. Dopo il maggiordomo, l'attenzione è su un laico (forse una donna) in servizio alla segreteria di Stato del Vaticano.

Vanno fermate un paio di immagini, chiaro e scuro, per capire le convulsioni che debilitano il Vaticano: Papa Benedetto XVI che saluta i fedeli in piazza San Pietro senza l’assistente considerato di fiducia, la presunta talpa Paolo Gabriele; il maggiordomo, che racchiuso in preghiera (e tace, o almeno così sembra) con i gendarmi che lo sorvegliano; le indagini che il poliziotto Domenico Giani prosegue spuntando una lista di venti sospettati. E un’indiscrezione, non smentita, che circola con insistenza: l’attenzione si concentra verso un componente laico in servizio presso la segreteria di Stato. Un uomo o anche forse una donna che avrebbe un’altra occupazione fuori dalla Santa Sede. Non si esclude che ci siano presto nuovi fermi poiché gli interrogatori proseguono numerosi e costanti; nonostante il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, faccia intuire che l’inchiesta possa rallentare prima di arrivare a ulteriori risultati.
IL VATICANO fa sapere che Gabriele è accusato di furto aggravato, non di un attentato contro la sicurezza di uno Stato (né di ricettazione), e che l’istruttoria sommaria è terminata: il maggiordomo, però, non racconta, non ammette, anzi incontra i suoi avvocati – fra cui il romano Carlo Fusco, studio Pietro Sciumè – e aspetta i prossimi interrogatori. I suoi familiari avrebbero lasciato la palazzina interna al Vaticano, che confina con l’appartamento dei genitori di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983: unica consegna, il silenzio. I primi accertamenti, stavolta ufficializzati attraverso padre Lombardi, dicono che l’abitazione di Gabriele fosse piena di documenti riservati. Qualcuno s’azzarda a ipotizzare che il maggiordomo avesse apparecchiature per fotocopiare e conservare le lettere segrete indirizzate a Benedetto XVI, ma lievitano i dubbi, aumentano le voci che sostengono l’esatto contrario: le carte rilevanti le avrebbero ritrovate nell’automobile.
Ci sono convinzioni che si scontrano, e varie interpretazioni fra porporati e osservatori, ma un punto praticamente incontrovertibile: Gabriele è un uomo di carattere mite, quasi ingenuo, non capace di cospirare contro il Papa, neanche se spinto da un buon sentimento: non è la mente, semmai un braccio. Una cellula di una rete che cercava di veicolare i poteri e guidare il conflitto fra il cardinale Tarcisio Bertone e il resto di una Santa Sede in fibrillazione per successioni e ambizioni. La serie di prove che il Vaticano comunica con estrema certezza non aiutano a decifrare il momento: possibile che il maggiordomo fosse così sprovveduto tanto da custodire in una casa vaticana, in cui vive con la moglie e tre figli, quel materiale che non doveva avere? Soprattutto se l’avessero informato di strani rilevamenti già lunedì o mercoledì, comunque giorni prima di finire in una cella che il Vaticano chiama in vari modo. Il romano Gabriele ha ricevuto l’eredità di Angelo Gugel, il leggendario aiutante di camera di Giovanni Paolo II, per avere convinto sia il Papa polacco e sia la famiglia pontificia, impermeabile a intromissioni e traditori perché selezionati con severità. Gabriele non è un giovane maggiordomo, va oltre i sei anni di trascorsi accanto a Benedetto XVI: l’aveva segnalato l’arcivescovo James Michael Harvey, il prefetto americano che dirige la Casa Pontificia, consacrato vescovo dal cardinale Angelo Sodano, ex segretario di Stato, e dunque predecessore di Bertone. Quello che va trovato in Paolo Gabriele è il movente: un passo che supera la fase iniziale condotta dal magistrato Piero Antonio Bonnet, tre anni fa nominato giudice dal Papa. Per correggere chi annunciava trent’anni di pena massima per Gabriele, padre Lombardi fa percepire che la posizione del maggiordomo va ancora attentamente analizzata perché il repulisti vaticano coinvolge un gruppo ampio di persone: “Ora il Giudice dovrà decidere per il proscioglimento o per il rinvio a giudizio”. E Gabriele non parla, finito al centro di un obiettivo enorme. Che sempre il portavoce vaticano definisce con un’espressione durissima: “La lotta contro il male è sempre attuale”.
LA PRIMA uscita pubblica di Papa Benedetto XVI, che accoglie il movimento “Rinnovamento per lo Spirito” in piazza San Pietro, è stata una risposta colta, quelle che il teologo diventato Papa predilige. Cita una promessa di Gesù contenuta nel Vangelo, una dimostrazione di resistenza per la Chiesa che combatte una lotta interna: “Il vento scuote la casa di Dio. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia”. Oggi, del resto, durante la messa per la Pentecose, il Papa è tornato sull’argomento, e in modo piuttosto esplicito. Viviamo – ha detto – una “nuova Babele” e assistiamo a “fatti quotidiani in cui sembra che gli uomini stiano diventano più aggressivi e scontrosi, comprendersi sembra troppo impegnativo, e si preferisce restare in sé. La Pentecoste – ha ricordato – è la festa dell’unione, comprensione e comunione umana” e lo è anche nel nostro mondo in cui le persone sono più vicine ma “la comprensione e la comunione è spesso superficiale e difficoltosa”.
Le memorie vaticane ricordano che il primo furto nelle stanze del Papa avvenne durante l’estate del 1968, mentre Paolo VI era in vacanza a Castelgandolfo. Quel che l’aneddoto storico non può spiegare è che, stavolta, la presunta mano è quella che vestiva il pontefice. Ha un valore simbolico, per chi s’oppone al cardinale Bertone e al pontificato di Ratzinger, vuol dire che il Papa tedesco è vulnerabile. Questo è un segnale che i suoi nemici possono vantare.
da Il Fatto Quotidiano del 27 maggio 2012, aggiornato da redazione web alle 11:04

“Falsi contratti di noleggio per 144 mila euro”. Le accuse di Daccò a Formigoni.

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Nelle 17 pagine di verbale riempite sabato 19 maggio dal faccendiere non ci sono solo le vacanze gratis del governatore sullo yacht Ad maiora, ma anche quelle molto più costose sull'Ojala, un'altra imbarcazione lasciata ad uso esclusivo del politico e di un suo amico attraverso carte costruite ad hoc.

Carte false per 144 mila euro nell’estate 2007 per l’uso esclusivo della yacht Ojala. L’affitto della villa ai Caraibi per il Capodanno 2010-2011 da 152 mila euro. Un viaggio in aereo privato da Milano a Nizza per un valore di 51mila euro a Pasqua del 2011. Questi i casi più eclatanti emersi dal verbale di Pierangelo Daccò, uomo “cerniera” tra le aziende sanitarie private e la Regione Lombardia, finito in carcere il 15 novembre con l’accusa di concorso in bancarotta nell’ambito dell’inchiesta sul crack dell’Ospedale San Raffaele di Milano (leggi). Verbale che mette nei guai il governatore lombardo Roberto Formigoni, beneficiario di una generosità quanto meno sospetta da parte di Daccò. Tanto sospetta da dover essere “travestita” da falsi contratti di noleggio. Ma andiamo con ordine
Estate 2007, la barca ‘Ojala’ - Oltre allo yacht ‘Ad maiora’ del quale Formigoni dispone durante la stagione estiva senza corrispondere un euro – secondo quanto riportato sabato 19 maggio da Daccò – il problema più grosso lo pone un’altra barca, la ‘Ojala’, sempre di proprietà di Daccò, ma utilizzata dal governatore lombardo in modo esclusivo da luglio a ottobre del 2007. Un uso, di nuovo, del tutto gratuito tanto – come riporta questa mattina Il Corriere della Sera – che la società austriaca di Daccò che possedeva la nave si preoccupò di fabbricare apparenti contratti di noleggio da parte di Alberto Perego (convivente di Formigoni nell’abitazione milanese dei ‘Memores Domini‘, la comunità laicale cara a Comunione e Liberazione, condannato in primo grado nel 2011 a 4 mesi (pena sospesa) per l’affaire Oil for Food): cioè documentazione che, in caso di controlli in mare, potesse giustificare Formigoni e Perego sulla barca e non li facesse passare per dei ladri. Insomma, contratti “fittizi” come li definisce lo stesso Daccò: “Mai eseguiti, nel senso che non è mai stato pagato il corrispettivo previsto di 36 mila euro al mese a carico di Perego”.
Daccò difende Formigoni - “Formigoni sapeva che svolgevo l’attività di intermediario nel settore della sanità in Regione – spiega il mediatore sottolineando però di non aver mai “parlato con lui di queste questioni. Ovviamente, negli anni ho sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi di fronte ai miei clienti”. Una versione che sembra andare a suffragare quanto detto ieri dal governatore per rispondere alla richiesta di dimissioni arrivata dal Partito democratico: “Ho pagato la mia parte e mi dimetterò se qualcuno sarà in grado di dimostrare che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me”. Un vantaggio che Daccò fa coincidere con la sola poissibilità di vantare nomi eccellenti nel suo portafoglio di conoscenze da mostrare ai potenziali clienti. Anzi, secondo il faccendiere “Formigoni insistette a rimborsarmi (…) forse anche in contanti, ma ricordo che disse che voleva assolutamente rimborsarmi perché era un personaggio pubblico”.
Pasqua 2011 e Capodanno 2010-2011 - Il 21 aprile 2011 Formigoni è uno dei partecipanti al viaggio aereo privato per il quale Daccò spende 51 mila euro da Milano a Nizza, “poi a Cannes dove – dice Daccò secondo quanto riportato da Corriere e Repubblica- si trovava la barca e dove abbiamo dormito e trascorso tutte le vacanze di Pasqua per poi tornare a Milano con lo stesso aereo preso in noleggio”. Analogo gruppo “per il volo aereo a St. Marteen del Capodanno 2010-2011 per il quale ho speso 100 mila euro”, così come “per le spese di alloggio presso le ville prese in affitto ai Caraibi “dove anche nei Capodanno 2008-2009 e 2009-2010 ”Formigoni e altri amici hanno alloggiato senza corrispondere alcuna quota, Formigoni non mi ha rimborsato alcunché” perché era ospite. Nel caso del 2010-2011, «l’affitto della villa dove abbiamo alloggiato» con «tutte le persone con cui abbiamo volato» è attestato da due documenti contabili di “114 mila e 38 mila euro”.
Natale al Bulgari hotel - Daccò racconta di conoscere personalmente Formigoni da oltre 20 anni: “Abbiamo un rapporto di grande amicizia, tanto che viene sempre a pranzare con la mia famiglia ogni Natale, spesso presso il Bulgari Hotel di Milano”. 
Dieci stanze per il Meeting di Rimini - Daccò è una “cassa continua” anche durante il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini come racconta La Repubblica: “Prenotavo sempre presso il Meridien circa dieci stanze che poi mettevo a disposizione dei miei ospiti. Inoltre, organizzavo sempre, durante ogni Meeting, una cena presso il ristorante Lo Squero alla quale invitavo circa 50 persone. Tuttavia, spesso tali cene si allargavano anche agli amici dei miei ospiti, per cui vi partecipavano anche 180 persone. Per tali cene, sostenevo spese in ciascuna occasione di circa 18mila euro”.

sabato 26 maggio 2012

Embè?



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Siria, massacro di bambini a Hula «Almeno 110 civili uccisi»


Un fermo immagine del video che mostra i corpi dei bambini uccisi

Attacco delle forze del regime nella città della provincia di Homs. Chiesta una riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu.


NICOSIA - Almeno 110 civili, per la metà bambini, sono stati uccisi ieri a Hula, nella provincia siriana di Homs dalle forze fedeli al presidente Assad: lo afferma il Consiglio nazionale siriano, che invocauna riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per «determinare le responsabilità del massacro». Un team di osservatori Onu della missione in Siria (Unsmis) si sta dirigendo verso Hula.

Video online. «Alcune vittime sono morte a causa dei bombardamenti di artiglieria mentre altre, tra le quali intere famiglie, sono state massacrate», afferma Bassma Kosmani, responsabile delle relazioni esterne del Cns. In precedenza, i comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime e l'Osservatorio siriano per i diritti umani, avevano parlato di almeno 50 morti e circa 300 feriti nell'attacco delle forze governative. Sui numeri ci sono versioni discordanti: l'Osservatorio siriano per i diritti umani parla di 90 morti, 25 dei quali bambini. Video diffusi online da attivisti dell'opposizione mostrano diversi corpi allineati in una stanza, fra cui quelli di circa dieci bambini massacrati.

1.486 uccisi in tre mesi. I Comitati locali di coordinamento dell'opposizione hanno affermato oggi che gli uccisi nella repressione in Siria sono stati 1.486 nei tre mesi da quando Kofi Annan ha assunto l'incarico di inviato speciale per l'Onu e la Lega Araba, e ha aggiunto di avere raccolto le identità di tutte le vittime. Tra i morti, sottolineano i Comitati, vi sono 90 donne e 123 minorenni e bambini, di cui 95 maschi e 28 femmine. Inoltre, 48 delle vittime sono morte sotto tortura e 138 sono state giustiziate sommariamente. Secondo la stessa fonte, in questi tre mesi si sono contate in tutto il Paese 10.500 operazioni dell'esercito e delle forze di sicurezza del regime contro i civili.

Si, il presidente della Repubblica del bunga-bunga...



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Celle solari rivoluzionarie.




Celle solari di nuova generazione che possono produrre elettricità caricandosi in presenza di illuminazioni interne. Presto entreranno nel nostro quotidiano.
“Il vantaggio è che funziona sia in ambienti interni che esterni. Per questo non è una cella solare tradizionale”, spiega Paul Rebhan, manager della britannica G24i. L’azienda è la prima a mettere in commercio queste innovative celle fotovoltaiche sensitivizzate da coloranti.
“In casa o in ufficio i livelli di luminosità raggiungono circa i 300 lux”, spiega Mark Spratt guidandoci all’interno dei laboratori della G24i, “In queste condizioni possiamo alimentare tastiere wireless, sistemi di controllo remoto e tendaggi automatizzati”.
“Piuttosto che lavorare come il tradizionale fotovoltaico, queste celle si comportano in maniera molto simile alla fotosintesi, mimando ciò che fanno le piante”, racconta ancora Spratt, “Prendiamo una lamina di metallo, la rivestiamo con biossido di titanio a cui applichiamo un colorante. Infine aggiungiamo un elettrolita e concludiamo con un contro-elettrodo che faccia da conduttore trasparente “.
Il primo a studiare il meccanismo è stato il professor Michael Grätzel del Politecnico di Losanna nel 1990. È con lui che l’azienda britannica ha lavorato nel quadro di un progetto europeo.
“Lavorare con il professor Grätzel e il Collegio Imperiale, fra gli altri, ci ha permesso di identificare i coloranti con maggiore stabilità, al fine di migliorare la solidità chimica del sistema e determinare i contro-elettrodi che possono essere più robusti”, dice Spratt, “Allo stesso tempo ci ha permesso di identificare materiali meno costosi”.
Ogni sorta di prototipo è stato creata per mostrare il potenziale di questa tecnologia.
Una cella produce circa mezzo volt: non abbastanza per alimentare ad esempio televisori, ma sufficiente per caricare altri oggetti di uso quotidiano.
Paul Rebhan ci mostra una e-book cover realizzata con le nuove celle solari ed una borsa rivestita delle stesse: “Può catturare la luce anche in ambienti interni”, spiega, “E se si collega la presa di un cellulare, si potrà avere il telefono perennemente caricato”.

Riciclaggio mobile


Bernd Kopacek, Direttore della SAT:
“Abbiamo sviluppato una macchina mobile che puo’ essere destinata a diversi tipi di riciclaggio ed è in grado di estrarre sostanze rare o pregiate da apprecchi elettronici vetusti, principalmente metallici; puo’ estrarre oro, argento, ittrio, litio e simili”.
Il macchinario è interno a questo container attualmente posizionato alla periferia di Belgrado.
L’idea è dotare piccole aziende di nuove tecnologie per estrarre metalli preziosi da resti elettronici.
Francesco Veglio, Professore di Chimica all’Università dell’Aquila:
“Questa a titolo di esempio e’ una polvere che si trova nei tubi catodici, ma questa parte di rifiuto, che contiene una grande quantita’ di ittrio, circa il 10%, e’ stata generalmente inviata in discarica”.
Anche i tubi catodici non si sprecano, vengono polverizzati e purificati.
Francesco Veglio:
“I nostri processi possiamo immaginarli come quando alla mattina facciamo il caffe’. E’ un’operazione cosiddetta di lisciviazione: l’acqua che passa in questo solido e quindi solubilizza il caffe’. Ovviamente per aiutare il recupero di questo elemento quale per esempio l’ittrio, che si trova in questa polvere, aggiungiamo dei reagenti chimici che permettono questo recupero”.
I resti assomigliano a questa morchia in cui di fatto l’ittrio è un elemento capitale per fabbricare i led.
Ma quali altri rottami sono ricchi di metalli preziosi?
Bernd Kopacek, Managing Director, SAT:
“I PC, i notebooks, i lettori DVD, di adattatori, le luci fluorescenti, le lampadine, gli schermi i monitor tv, le batterie, gli schermi LCD e on solo.”
La SET Reciklaza a Belgrado è partner europeo per sviluppare questo sistema.
Obiettivo dell’azienda nell’Europa dell’Est è raggiungere gli stessi standard di riciclaggio dei concorrenti occidentali.
Bernd Kopacek, Direttore della SAT
“Si puo’ immaginare che la nostra attività qui duri un mese, poi ci trasferiamo da un altro riciclatore piu’ grande, poi passiamo due mesi in Romania e cosi’ via”.