Parigi - (Adnkronos) - E' quanto scrive 'Le Figaro'. "Costi troppo alti, traffico merci in calo".
Parigi, 12 lug. (Adnkronos) - In periodo di crisi, la Francia non ha piu' i mezzi per permettersi tutte le opere di infrastrutture su cui aveva puntato ed il governo dovra' ora decidere a quali linee di alta velocita' rinunciare. A scriverlo e' 'Le Figaro' secondo il quale tra i progetti a rischio ci sarebbe anche la Torino-Lione. Una missione composta da parlamentari ed esperti, si legge sul sito del quotidiano, sara' nominata a breve per classificare i progetti per ordine di priorita'. Dovrebbe rendere conto delle proprie decisioni entro la fine dell'anno. Unica certezza, le due linee in costruzione Tours-Bordeaux e Metz-Nancy, e i due progetti oggetto di un contratto firmato, Le Mans-Rennes e Ni'mes-Montpellier, non saranno rimessi in causa, si sottolinea al ministero dei Trasporti, secondo quanto apprende il quotidiano. Invece, le linee che costano care senza ridurre significativamente i costi di trasporto rischiano di essere accantonate. Cosi' vale anche per quelle tratte per le quali le previsioni di traffico non sono esponenziali e sulle quali sara' difficile chiedere il pagamento di biglietti cari. Per quanto riguarda la Torino-Lione, i costi (12 miliardi di Euro) non giocano a suo favore, ne' la riduzione del trasporto merci su questa tratta, passato nel 2011 a quattro milioni di tonnellate contro gli undici milioni di circa 20 anni fa.
Finito il tempo delle promesse, scrive il giornale, arriva quella della realta'. Il ministro del Bilancio, Je'ro'me Cahuzac, ha detto mercoledi' scorso ad alta voce cio' che gli esperti continuano a ripetere a mezza voce da qualche mese riguardo alle nuove linee ad alta velocita'.
"Lo stato ha previsto un moltitudine di progetti senza avere l'inizio dell'avvio del minimo finanziamento. Il governo non avra' altra scelta se non quella di rinunciare ad alcune opzioni". Entro il 2020 erano dunque stata programmata la costruzione di 14 linee ad alta velocita'. Ora il governo dovra' scegliere a quali linee rinunciare.
Intervenendo all'assemblea nazionale dell'Abi, il presidente del Consiglio ha ripercorso gli ultimi mesi del precedente governo, spiegato le prospettive del lavoro fatto dal suo esecutivo e lanciato frecciate ai sindacati.
La politica di oggi e quella di domani, la crisi economica e le conseguenze italiane, il ruolo dei sindacati e l’atteggiamento dell’Europa nei confronti del suo predecessore a Palazzo Chigi. E’ stato un discorso a 360 gradi quello che il premier Mario Monti ha tenuto all’assemblea dell’Abi. L’Italia, a detta del Professore, ha intrapreso ”un percorso di guerra durissimo” contro ”i diffusi pregiudizi, contro le eredità del debito pubblico, contro le sottovalutazioni da parte di noi stessi, contro gli effetti delle decisioni prese in passato e i vizi strutturali della nostra economia”. Non solo. Per Monti in passato ci sono stati ”esercizi profondi di concertazione” che “hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli non trovano facilmente lavoro”.
L’ex rettore della Bocconi, poi, ha ripercorso gli ultimi mesi del governo Berlusconi offrendo una chiave di lettura quasi assolutoria nei confronti dell’operato del Cavaliere. “Al G20 di Cannes, il mio predecessore, Berlusconi, fu sottoposto a pressioni sgradevolissime e, immagino, prossime all’umiliazione che sostanzialmente, nell’intenzione dei prementi, avrebbe portato l’Italia a cedere buona parte della sua sovranità e discrezionalità”.
“Una situazione sgradevole” ha aggiunto il premier, che poi, su quanto fatto dal suo esecutivo e sulla relativa collaborazione del Parlamento, non ha avuto alcun dubbio. “L’Italia ha fatto passi in avanti in settori nei quali la tradizione italiana era di debolezza e non di forza – ha detto il capo del governo – In particolare è stato fatto un rilevantissimo progresso nel disavanzo pubblico, nel percorso verso il pareggio di bilancio nel 2013″ ha detto il Professore, secondo cui ”il Parlamento e i partiti stanno dando prova di notevole responsabilità al di là dei nervosismi e delle critiche” e che questo dovrebbe dare “serenità sulle prospettive di governo dopo che le cose avranno preso un corso più normale”.
Sulle coordinate temporali della ripresa, tuttavia, Monti ha preferito non fare previsioni. Ricordando che quanto detto ieri dall’Fmi – che parlava di un miglioramento dell’Italia nella seconda metà del 2013 – ha sostenuto che “ci vorrà del tempo” ma di “non avere dubbi” che le misure del governo avranno effetti sulla crescita e l’occupazione, ovvero “le cose che i cittadini vedono”. Tra queste, lo spread è ”motivo di frustrazione per tutti e soprattutto per il governo, che la gente vede come autore di cose positive e di cose negative” ha continuato Monti, citando il governatore della Bankitalia Ignazio Visco che aveva detto che lo spread è di gran lunga superiore rispetto ai fondamentali dell’economia italiana.
In tal senso – e riferendosi ai summit di Bruxelles -, a sentire Monti i risultati del vertice sono un “progresso significativo” ma “poiché i mercati vivono di coerenza e di incoerenza dei messaggi è facile che queste decisioni somiglino alla tela di Penelope, e questo senza riferimenti al Paese al quale Penelope apparteneva”. Tornando alla situazione interna, inoltre, Monti ne ha avute anche per le parti sociali, che “devono restare parti ed essere viste dalla società come parti vitali e parti importanti - ha detto il premier - ma non soggetti nei confronti dei quali il potere pubblico dia in outsourcing responsabilità politiche”. A tal proposito, Monti spera che i sindacati “si ispirino all’atteggiamento di collaborazione” dimostrato dal presidente dell’Abi Giuseppe Mussari.
Semmai, è stato Berlusconi ad umiliare la sovranità Italiana per circa vent'anni!
Ma, evidentemente, Monti pensa che noi italiani siamo rincoglioniti del tutto e che, quindi, potremmo ancora berci la favola di un Parlamento formato da partiti che danno una prova di notevole responsabilità...mentre sappiamo benissimo che sono stati proprio questi partiti a portarci sull'orlo del precipizio per la loro incapacità ed inefficienza.
VENEZIA – L’Ordine regionale dei giornalisti del Veneto ha aperto un’istruttoria disciplinare in relazione alla trasmissione di Radio Padania, dello scorso 20 giugno, nel corso della quale il conduttore ha ironizzato pesantemente su una bambina disabile ucraina in cura a Treviso, invitata ad andarsene “a casa con le sue gambe”. Il caso, denunciato da testate giornalistiche e da molti siti internet, nei quali è stata linkata la registrazione audio della trasmissione, ha suscitato la reazione sdegnata del deputato veneto Antonio De Poli, il quale ha chiesto l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del conduttore di Radio Padania, Pierluigi Pellegrin, giornalista professionista iscritto all’Ordine regionale della Lombardia. Completata l’acquisizione degli atti, l’Ordine del Veneto trasmetterà il fascicolo a quello di Milano competente a valutare il comportamento del proprio iscritto sotto il profilo deontologico.
La Procura chiede un anno di carcere per il governatore lombardo, imputato per diffamazione nella vicenda delle firme false a sostegno della sua candidatura alle regionali 2010. Alle accuse del partito di Pannella aveva replicato parlando di macchinazione.
Un anno di reclusione e 500 euro di multa. E' la richiesta di condanna del pm di Milano Mauro Clerici a carico del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, accusato di diffamazione a mezzo stampa, perché, secondo l'imputazione, avrebbe accusato i Radicali di aver manipolato le firme che erano state raccolte a sostegno della sua lista per le regionali del 2010. Secondo il pm, Formigoni ha offeso la reputazione del movimento guidato da Marco Pannella attribuendogli "un complotto" non vero.
Clerici, nel corso della sua requisitoria nel processo a carico di Formigoni, ha sottolineato che, nemmeno dopo l'apertura dell'inchiesta della Procura di Milano sulla presunta falsità delle firme poste a sostegno della sua lista, il presidente della Lombardia ha cercato di "riqualificare" quelle affermazioni che aveva reso nei confronti dei Radicali 'incolpandoli' di un "complotto". Per questo, secondo il pm, il governatore lombardo "non merita le attenuanti generiche".
Nella vicenda delle presunte firme false raccolte a sostegno della sua candidatura, Formigoni, il 5 marzo 2010, in un’intervista al Giornaleaveva accusato i radicali di aver orchestrato una "macchinazione" ai suoi danni. "Ai radicali sono state consegnate le nostre liste e hanno potuto manipolarle, correggerle, spostare i documenti come volevano, perché non c'era nessuno di noi a controllarli", aveva detto a proposito dell’esposto dei Radicali all’Ufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello di Milano.
Intanto il 3 luglio scorso, a proposito dell'inchiesta sulle firme false, il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, ha chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico per il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, e altre 9 persone in relazione alle presunte firme false, 926 in totale, che sarebbero state poste a sostegno del listino di Roberto Formigoni e della lista del Pdl per le elezioni regionali del 2010. L'udienza preliminare si aprirà il prossimo 12 ottobre davanti al gup Stefania Donadeo.
Tar Lazio accoglie ricorso Sky contro delibera Agcom. Oscuramenti violano obblighi di servizio pubblico.
ROMA - E' illegittimo l'oscuramento di una parte della programmazione della Rai su Sky: lo ha stabilito il Tar del Lazio, con una sentenza depositata ieri, accogliendo il ricorso di Sky contro la delibera dell'Agcom in materia.
Per il Tar, tali oscuramenti sono avvenuti in violazione degli obblighi di servizio pubblico previsti nel contratto di servizio.