Libertà e Giustizia prende atto che il clima generato dalla grave irruzione dei parlamentari del Pdl dentro il Tribunale di Milano è diventato sempre più arroventato per le continue esternazioni di Berlusconi e rischia di mettere a repentaglio la serenità della Giustizia. Anche per ribadire il nostro fermo convincimento che i tribunali devono poter lavorare lontano dalle emozioni e dalla eventualità di pericolose strumentalizzazioni, Leg ha deciso di spostare il sit-in previsto per domani venerdì 15 marzo dalle ore 16.30 lontano dal Palazzo di Giustizia. Ci ritroveremo dunque in Piazza Fontana sempre alle 16.30 fino alle ore 19. Una mobilitazione silenziosa per esprimere con la nostra presenza lo sdegno dei cittadini per gli ingiustificati attacchi all’operato della Magistratura e in difesa delle Istituzioni repubblicane. Si invitano i cittadini a portare esclusivamente cartelli o striscioni che recitano articoli della Costituzione.
Forse nemmeno lui, il grande malato, si aspettava di ottenere tanto. Ma tanto ha ottenuto: è stato chiamato “leader” mentre una procura lo accusa di aver “comprato” voti in Parlamento; è stato sancito il suo diritto a fare come se nulla fosse e a continuare a infestare la vita politica e istituzionale di questo Paese… è stata messa in dubbio l’azione della magistratura. Insomma esultano tutti i detrattori dell’autonomia della magistratura e della giustizia uguale per tutti.
La giustizia non è uguale per tutti, in Italia.
Il grande malato ora alza il tiro: voglio il Quirinale, dice, per me o per chi decido io.
Scalfaro, che con lui aveva avuto a che fare, ricordava che appena lo vedeva entrare dalla porta cominciava a dirgli subito dei “no, no, no…”. “Perché sapevo che mi avrebbe chiesto qualcosa che non potevo concedergli”, diceva Scalfaro.
Se gli dai un dito ti prende la mano.
E il Pd, in attesa di ricevere il mandato di formare il governo, tace o balbetta.
Questa ferita, che il capo dello Stato ha pensato di dover infliggere a un Paese dalle istituzioni così fragili, non è davvero comprensibile né giustificabile. Colora tutto il settennato di un grigiore allarmante.
La giustizia non è uguale per tutti, in Italia.
Il grande malato ora alza il tiro: voglio il Quirinale, dice, per me o per chi decido io.
Scalfaro, che con lui aveva avuto a che fare, ricordava che appena lo vedeva entrare dalla porta cominciava a dirgli subito dei “no, no, no…”. “Perché sapevo che mi avrebbe chiesto qualcosa che non potevo concedergli”, diceva Scalfaro.
Se gli dai un dito ti prende la mano.
E il Pd, in attesa di ricevere il mandato di formare il governo, tace o balbetta.
Questa ferita, che il capo dello Stato ha pensato di dover infliggere a un Paese dalle istituzioni così fragili, non è davvero comprensibile né giustificabile. Colora tutto il settennato di un grigiore allarmante.