Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 15 aprile 2013
domenica 14 aprile 2013
La paura, l’inflazione e la nostra libertà. - Guido Mastrobuono
Una delle attività più criminali del sistema di propaganda mainstream è lo stravolgimento dei nostri valori.
In altre parole, abili manipolatori lavorano da anni per instillare nelle nostre menti la paura di ciò che potrebbe renderci più felici ed, allo stesso tempo, per associare ad eventi dannosi un innaturale (e soprattutto ingiustificato) senso di sollievo.
La paura ed il sollievo sono emozioni strettamente legate.
La paura uccide la mente razionale ed attiva reazioni automatiche e prevedibili che possono essere facilmente sfruttate da chi le conosce.
Si tratta di reazioni velocissime che hanno permesso la sopravvivenza ai nostri antenati ma che, però, erano molto più efficaci nella savana, quando si trattava di sottrarsi ad un predatore, piuttosto che in città, quando si deve decidere se accettare un contratto di lavoro.
Il sollievo, invece, è un’emozione che sopraggiunge a valle di un evento doloroso, inaspettato ed indesiderato al quale, comunque, si è riusciti a sopravvivere.
Si tratta di un contentino narcotico che il nostro sistema emozionale ci somministra per farsi perdonare la paura precedente e farci guardare al futuro con ritrovata fiducia.
Quando questo meccanismo diventa noto a chi è interessato a commettere violenza, inganno o soprusi, questa emozione può essere utilizzata come strumento consolatorio e compensatorio gratuito utilissimo per depotenziare la reazione delle vittime.
Questa dinamica è quindi usata da chi ci vuole manovrare giocando, come sempre, sulle dieci strategie spiegate da Noam Chomsky sono le seguenti:
- La strategia della distrazione.
- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
- La strategia della gradualità.
- La strategia del differire.
- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
- Usare l’aspetto emotivo molto più del ragionamento.
- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
- Rafforzare l’autocolpevolezza.
- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.
In questo caso si gioca con le regole n° 2, 3, 6 e 9 per portare al massimo livello la strategia di cui al punto 1.
La prima norma è la “strategia della distrazione”. Dice Chomsky: «Consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. E’ anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, dell’economia, della psicologia».
Per utilizzare la dinamica paura-sollievo, bisogna far focalizzare la paura delle vittime su eventi estremamente dolorosi ed indesiderabili che non devono essere necessariamente reali.
E’ infatti sufficiente che si tratti di eventi verosimili.
Il manipolatore, nella parte iniziale della sua esposizione, descriverà questi eventi nei particolari assumendo un’espressione tesa e preoccupata.
Nel seguito della frase, il manipolatore affermerà che detti eventi non si sono avverati e, mentre gli ascoltatori provano sollievo, dichiarerà che, al posto dell’evento desiderato è accaduto un evento che, sebbene ugualmente indesiderato, è decisamente meno drammatico.
Badate bene che i primi eventi erano ipotetici: il secondo, invece, è reale e penalizza i (numerosi) ascoltatori a favore dei (pochi) mandanti dei manipolatori.
E’ evidente che una reazione negativa delle vittime potrebbe essere pericolosa per i mandanti e, per questo motivo, diviene provvidenziale l’ancoraggio tra l’evento “meno indesiderato” e l’emozione del sollievo che lo rende accettabile ed, a volte, persino gradito.
Questo è successo Venerdì sera quando ascoltando il telegiornale della 7, dopo che i telespettatori sono stati assoggettati alla consueta sequenza di disperazioni, licenziamenti, suicidi e catastrofi economiche, è stata presentata la notizia della diminuzione dell’inflazione.
La notizia che stava venendo raccontata era la seguente.
“Nel mese di marzo 2013, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,6% nei confronti di marzo 2012 (la stima provvisoria era +1,7%)”. E’ quanto rileva l’Istat. Sempre a marzo, i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, e che formano il “carrello della spesa”, aumentano dello 0,1% su base mensile e del 2% su base annua, in ulteriore rallentamento dal 2,4% di febbraio. Il tasso d’inflazione annuo si è così dimezzato nell’arco di sei mesi, scendendo dal 3,2% di settembre. Inoltre con l’1,6% segnato a marzo si torna indietro a settembre 2010 (quando era stato rilevato lo stesso valore). Ancor più marcato l’andamento semestrale se si guarda ai prodotti più frequenti, il “carrello della spesa” appunto, la cui dinamica è passata dal +4,7% di settembre all’attuale +2%.
Per rigor di informazione va detto che notizia virgolettata è tratta dalla versione on line di La Repubblica ma la notizia riportata da La 7 era sostanzialmente la stessa.
Guardandola così, confortati dai lineamenti distesi del commentatore, potrebbe sembrare, tutto sommato, una notizia meno peggiore delle altre.
I prezzi, in fondo in fondo, non stanno aumentando.
E poi, questa notizia andava a connettersi con tutto un condizionamento precedente che ha incrostato nel nostro cervello un macro concetto infantile sintetizzabile con l’espressione “INFLAZIONEBBRUTTA!”.
Quei pochi che sono stati capaci di continuare a pensare ed elaborare la notizia hanno invece capito un’altra cosa.
L’inflazione è l’aumento dei prezzi di un paniere di beni che interessano la maggior parte dei cittadini.
Per intenderci, non ci sono le Ferrari ed i gioielli nell’inflazione: ci stanno il pane ed il gas per il riscaldamento.
In pratica, se l’inflazione è bassa vuol dire che le persone normali, e soprattutto i lavoratori dipendenti, non hanno avuto i soldi per comprare il necessario ad una vita dignitosa.
Tralasciando il fatto che, quando l’inflazione è bassa, i ricchi si arricchiscono ed i poveri stanno diventando più poveri, oggi vorrei farvi capire che vi hanno comunicato una pessima notizia spacciandovela per una buona.
Come fare a difendersi da questa cosa?
La risposta è semplice: basta telegiornali e basta talk show politici.
Se volete informarvi velocemente, scorrete la home page dell’ANSA.
Se volete sapere di più, leggete articoli lunghi, prendetevi il vostro tempo, e pretendete di capire tutto quello che vi sta venendo comunicato.
Non avrete il tempo di essere informati su tutto ma, in fondo, se ci pensate, a cosa serve essere informati su tutto?
E’ invece molto importante non essere manovrati ed essere coscienti del fatto che, nella realtà, sugli argomenti che non abbiamo approfondito, noi non abbiamo nessuna opinione.
E, rigirando la frase, ciò vuol dire che su ciò di cui non ci siamo informati, l’opinione che abbiamo non è nostra.
Come rimuovere 7 milioni di tonnellate di rifiuti dall’oceano? Chiedetelo a questo 19enne olandese… - Martina Pugno
“La storia dell’uomo è fondamentalmente un elenco di cose che non potevano essere fatte, e che poi sono state fatte”: questo il motto del giovane Boyan Slat, diciannovenne olandese che ha perfezionato un progetto potenzialmente in grado di ripulire gli oceani delle 7 tonnellate di plastica che attualmente si trova nelle acque e che mette a rischio interi ecosistemi.
Quello dei vortici di plastica presenti negli oceani è un problema di primaria importanza, in continua crescita e considerato, fino ad oggi, di impossibile soluzione. A far cambiare idea al mondo, però, potrebbe essere la struttura progettata dal giovane studente di tecnologie e appassionato di ambiente e sostenibilità, in grado di ripulire un vortice di medie dimensioni in soli cinque anni.
Il progetto dell’Ocean CleanUp Array, questo il nome della struttura galleggiante, si basa sulla capacità dei lunghi tentacoli di catturare i rifiuti presenti nell’oceano, sfruttando le correnti oceaniche, per indirizzarli verso piattaforme in grado di raccogliere i rifiuti separando la plastica e riciclandola.
DAL FORUM: Oceano e plastica, uno spot bellissimo
Le piattaforme sono anche in grado di garantire un basso impatto ambientale, separando il plancton dai rifiuti e reimmettendolo in mare tramite una centrifuga. In questo modo si preserva quella che costituisce una preziosissima risorsa per pesci e uccelli marittimi. In soli cinque anni, la struttura potrebbe in questo modo ripulire un vortice di plastica senza creare danni all’ecosistema: abbastanza per lasciar sperare di poter ripulire gli oceani delle 7 tonnellate che infestano le acque.
L’Ocean CleanUp Array potrebbe costituire una vera e propria rivoluzione ecologica, della quale l’aspetto più sorprendente è forse l’autore: Boyan Slat ha iniziato a lavorare sul progetto già all’inizio della sua carriera universitaria presso la Delft University of Technology, dove ha vinto il premio Best Technical Design 2012.
Slat ha poi continuato a svilluppare il progetto, fino a presentarlo mesi dopo al TedxDelft 2012, La sfida più grande, ora, è quella di trovare i finanziamenti per trasformare la sua visione in realtà.
Costarica, Laura Chinchilla Miranda
"Da quando abbiamo deciso di abolire l'Esercito, siamo diventati il paese più sicuro in Centro America. È difficile da comprendere, ma ci siamo liberati dai colpi di Stato e dalle guerre civili perché non avendo esercito risolviamo tutte le questioni per via pacifica. Abolire l'esercito ci permette di investire i soldi previsti per la difesa per la salute e per l'educazione".
(La presidentessa della Costarica, Laura Chinchilla Miranda)
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Il Lusso in TV per Manipolare le Masse - Marco Canestrari
In questi anni la televisione ci bombarda con programmi che ostentano stili di vita Extra Lusso: Party Mamas, Teen Creebs, Sweet 16 Birthday Party, Abito da sposa Beverly Hills e molti altri. Perché? Uno dei motivi è quello di renderci più manipolabili. Più precisamente, avere una fascia crescente di popolazione che orienta sempre più attenzioni e desideri verso il Lusso rendono il Sistema di sfruttamento più stabile. Vi spiego il perché.
É ormai assodato che a livello mondiale va sempre più aumentando la differenza fra ricchi e poveri e sta scomparendo la fascia intermedia. In questo periodo ci sono delle persone ricche, ma cosi ricche da poter virtualmente acquistare interi stati e una marea di poveri così poveri da morire di fame e sete. Anno dopo anno questa tendenza va aumentando esponenzialmente e quelli che prima erano benestanti diventeranno di ceto medio e cosi via sempre di più verso la povertà. Abbiamo le risorse sufficienti per soddisfare tutti i nostri bisogni eppure più passa il tempo e più persone vivranno di stenti. Il Bambino che sta per morire di sete rannicchiato nel villaggio che non riesce nemmeno più a muoversi non può fare molto, qualcun altro deve agire per lui. Molti si rendono conto che stiamo arrivando a un collasso la cui responsabilità è stata generale. Ora però il mondo e i suoi abitanti sono in estremo pericolo ed è necessaria una risposta urgente e forte. Non fare niente significa essere responsabili di lasciare degenerare quest’andamento esponenziale. Chi farà quest’azione indispensabile? L’azione sociale la può fare solo chi ha più del necessario, solo quelle persone hanno margine di azione.
Prendiamo un esempio semplice: Mentre scrivo quest’articolo dei bambini stanno morendo perché non hanno acqua, mentre una persona sullo stesso pianeta si compra un’isola da milioni di euro. Quest'ultima persona avrebbe la possibilità di spostare molte risorse, creare acquedotti e salvare molti di quei bambini. É solo un esempio, ma potrebbe anche acquistare delle televisioni, informare e educare la popolazione favorendone la presa di coscienza, favorire imprese etiche e sostenibili ecc. Chi si compra una borsetta firmata da 100 mila euro ha possibilità di azione, perché potrebbe comprarsene una da 50 mila, rimanendo con tutti i suoi bisogni fondamentali soddisfatti e continuando a vivere nell’agio, e usare i restanti 50 mila per fare vivere molti bambini che in questo momento invece muoiono di sete. L’operaio che vive precariamente con 700 euro al mese, guadagnate lavorando tantissime ore al giorno e magari dovendo mantenere anche una famiglia, ce la fa a malapena a campare. Non ha tempo libero e nemmeno tempo sufficiente per il riposo. Questa persona ha poco margine di azione sociale. Il bambino denutrito sotto il sole dell’Africa, disidratato con le labbra gonfie, secche e tagliate, che sta morendo perché non ha acqua, ha margine di azione sociale quasi nullo.
Più le persone sono povere e meno possono ribellarsi in maniera consapevole e organizzata, e la povertà oggigiorno è usata dal sistema come una vera e propria forma di schiavitù. La risposta maggiore al problema della società attuale è richiesta a chi ha più margine d'azione. Il margine di azione c'è quando possiamo avere più delle nostre necessità, mentre altri muoiono perché non hanno le necessità di base. Il margine di azione c'è quando scegliamo una merce che paghiamo molto più del necessario. Il margine di azione è la distanza fra la necessità e il vezzo. C’è differenza fra necessità e vezzo, chi non può soddisfare le proprie necessità non è libero, a volte è anche morto. Ma oggi i Mass Media, per tenere gran parte della popolazione in una condizione manipolabile, cercano di farci credere che abbiamo bisogno di mille quando invece abbiamo un reale bisogno di cento. In questa maniera s’inibisce e si rimanda la risposta risolutiva da parte degli unici che potrebbero darla, e tutto ciò a favore di pochi ricchissimi.
Allora che ne dite? Vogliamo continuare a sognare quello che vediamo in televisione?L’enorme piacere di avere un matrimonio da star? Una festa di compleanno da migliaia di euro, borsette da decine di migliaia di euro, ecc.. Vogliamo insegnare ai nostri figli che il lusso è la normalità solo perché lo vediamo in TV senza sapere esattamente quante persone ogni giorno sono in condizioni malsane? Vogliamo abituarli a interessarsi di argomenti che riguardano standard di vita che spostano enormi quantità di denaro e risorse senza attenzione sociale? Vogliamo insegnargli a vivere sempre più ipnotizzati e distanti dai bisogni naturali fondamentali dell’uomo senza empatia né consapevolezza verso ciò che sta accadendo in parti diverse del mondo?
Se puoi soddisfare più delle tue necessità di base
allora sei chiamato ad agire ora, ora che puoi
Marco Canestrari
allora sei chiamato ad agire ora, ora che puoi
Marco Canestrari
Cinema, Ranvaud produttore da Oscar: “In Italia è impossibile lavorare”. - Irene Buscemi
Le storie prima di tutto. Sono loro il motore della vita di Donald Ranvaud, produttore indipendente di fama internazionale, oggi a capo della Buena Onda Film di Londra, con sedi distaccate in tutto il mondo. Farewell my concubine, City of God e The Constant Gardener sono le sue opere più importanti che hanno fatto incetta di premi a Cannes, Berlino, Bafta in Inghilterra. Diversi Golden Globe vinti, numerose le nomination agli Oscar. Nome e cognome straniero, ma origini italiane. È nato a Firenze nel 1953, da padre inglese e madre italiana. Quando non è in giro per lavoro, Ranvaud vive a Roma nella multietnica Piazza Vittorio, nella casa di famiglia. Qui ha i suoi affetti più cari, anche se è uno sconosciuto da noi. “Io mi sento italiano, ma qui – racconta – non sono mai riuscito a lavorare. Servono amicizie, raccomandazioni, c’è un sistema clientelare snervante, devi fare favori, capire a chi dare le mazzette e ti puoi anche sbagliare”. “Sento che il vento sta cambiando, le storture da abbattere sono tante, ma nonostante lo stallo politico io credo molto nelle potenzialità del Movimento 5 stelle, spero che non deluda le aspettative” .
M5S, poche chiacchiere e Rodotà (il treno non ripasserà). - Andrea Scanzi
Sondaggi e cali. Sento da settimane la litania che il M5S è in forte calo “perché non si è accordato con il Pd”. E’ una riflessione – non certo un’analisi – fatta puntualmente da chi ha votato Pd o, al massimo, ha scelto M5S in mancanza di meglio (e magari solo al Senato). Capita spesso, in Italia, che si confonda il desiderio personale con la realtà delle cose. Pensate a Repubblica: ogni volta son convinti che il centrosinistra vincerà le elezioni. Perché? Perché lo spera Scalfari, perché lo spera Mauro, perché lo spera Maltese. Poi, ogni volta, il mondo sta da tutt’altra parte (e loro, ogni volta, si stupiscono: “Toh, non l’avrei mai detto”). Qua sta più o meno accadendo la stessa cosa. Il M5S non è in (forte) calo. Lo è se si prende come riferimento il 27-29 che mai ha preso e di cui era accreditato subito dopo il voto. Per alcuni sondaggisti è al 25 (quanto ha preso alla Camera), per altri al 23 (quanto ha preso al Senato). E i sondaggi, sin qui, hanno sempre sottovalutato il M5S. Al raduno agrituristico, Grillo ha esordito dicendo: “Pazienza se perderemo 2-3 punti”.
Probabilmente, se scendesse attorno al 18-20 percento (comunque una cifra altissima), Grillo e Casaleggio sarebbero anche più contenti. Potrebbero restare all’opposizione permanentementee fungere da pungolo democratico: ciò che sanno fare meglio. La percezione del “calo” è in realtà un sogno di quella sinistra che detesta il Movimento, o di quei grillini-loro-malgrado che credevano di appoggiare una Democrazia Proletaria 2.0. Il M5S non sta subendo nessuna erosione paurosa, al massimo un calo effettivo ma non così gigantesco. (Se poi mi chiedete un parere sulla tattica post-elezioni, ribadisco quanto più volte detto e scritto. Era giustissimo dire “no” a Bersani, che deve abbandonare la politica perché ha sbagliato tutto. Mentre è stato sbagliato restare all’angolo alla seconda consultazione con Napolitano, quando era giusto fare un nome e stanare il centrosinistra).
Lombardi-Troll. Se si impegnasse, non ci riuscirebbe. Non così bene. Se Simpatia Lombardi operasse deliberatamente per non beccarne mezza, non arriverebbe a una tale autoparodia sistematica (e ovviamente involontaria). Il fascismo buono, i portafogli rubati. “Noi non parliamo con le parti sociali, noi siamo le parti sociali” (se Bersani le avesse mollato seduta stante uno schiaffone, o anche solo si fosse alzato lasciandola ai propri deliri, avrei aperto subito il Fan Club “Daje Smacchiatore”). Il “nonno” Napolitano, la sala da dedicare ad “Angelo Siani” (si chiamava Giancarlo, e comunque è già tanto che la Sora Roberta non lo abbia chiamato “Alessandro”). Le pose civettuole mentre la fotografavano con il “capo” Beppe, appena uscita dal Quirinale. Perfino l’accusa di aggressione da parte di un avvocato e militante 5 Stelle, Luigi Picarozzi, che mercoledì scorso aL’aria che tira l’ha tratteggiata come una che nel Lazio conta persino più di Grillo (se il vero guru del M5S è lei, non c’è speranza). Sora Roberta è un mix strepitoso di arroganza, supponenza, dilettantismo e talento da gaffeur. Scegliere una Capogruppo più inadatta era arduo. Forse la Lombardi non è una militante: è un troll. Un fake creato dal Pd per minare la credibilità del Movimento.
Quirinarie (Parte Uno: la Figuraccia). Prima di tutto: la parola “Quirinarie” è orrenda. E le parole sono importanti. Poi: l’annullamento del primo giorno di voto non cela nessun complotto (per cosa? Per scegliere 10 nomi che erano in larga parte già noti? E via, su) ma è stata una figuraccia mediamente titanica. Se insisti col mito della Rete, e poi non riesci a gestire una votazione neanche troppo complicata, non ne esci benissimo.
Quirinarie (Parte Due: l’Occasionissima). Al tempo stesso, le “Quirinarie” (soffro molto a usare questa parola, sappiatelo) hanno portato alla selezione di 10 nomi stimabili. E largamente migliori di quelli che girano dalle parti del Pd-Pdl (cioè, spesso, dalle stesse parti). La modalità è stata un po’ fantozziana, ma il risultato encomiabile. E qua arriviamo al punto fondamentale, che non ammette chiacchiere, distinguo e voli pindarici da duropuristi. E’ un’occasione storica e il treno non ripasserà. Il prossimo governo, se nascerà, durerà pochi mesi: è importante ma non fondamentale.
Il Presidente della Repubblica, al contrario, è fondamentale. Deciderà buona parte della politica dei prossimi 7 anni. E di un altro Napolitano – con tutto il rispetto – ne faremmo a meno (non siamo tutti Ignazio La Russa o Giulia Innocenzi: ho citato a caso due delle persone “trasversali” che ne vorrebbero il bis). Quindi, cari 5 Stelle e cari centrosinistri: fateci vedere cosa volete. Non è più tempo di nascondersi. Nella decina del M5S ci sono nomi belli, ma (alcuni) senza chance di elezione:Strada, Gabanelli, Fo, Grillo (quest’ultimo nemmeno candidabile perché con precedenti penali). Se vincesse uno di loro, si rischierebbe di morire per troppa purezza, votando “il proprio candidato” non solo nelle prime tre votazioni (probabilmente inutili) ma anche dalla quarta (probabilmente decisiva). Ci sono poi nomi che stanno nel limbo, come Caselli o Imposimato, belli ma che il centrosinistra difficilmente voterebbe (soprattutto il primo, “troppo” giustizialista e percepito come “anti-Grasso”, il nuovo santo intoccabile della quasi-sinistra italiana). Emma Bonino, di colpo, sembra piacere a tutti, perché “è donna e pure laica” (sì, ma è anche stata berlusconiana, contro l’arresto di Cosentino, non troppo critica col diktat bulgaro: eccetera). Sarebbe ovviamente meglio di un D’Alema, ma tutti o quasi sarebbero meglio di un D’Alema. La vedo solo come una meno-peggio.
La presenza di Prodi ha fatto arrabbiare molti grillini, compreso il bizzarramente mazziniano Becchi, che però vivevano sinora su Marte: Prodi è amico di Casaleggio, si stimano, e lo stesso Grillo – prima di chiamarlo “Valium” e “Alzheimer” – nel 2006 votò la sua coalizione. E continua tuttora a stimarlo (nonostante tutto). Non sarebbe un nome nuovo, ma sarebbe pur sempre una persona capace, nonché l’unico che ha sconfitto due volte Berlusconi: eleggerlo significherebbe colpire al cuore Berlusconi (che, da Bari, lancia i soliti segnali di forza malsana e populismo caciottaro: non sottovalutatelo, non ancora). Zagrebelsky è forse il mio nome preferito, ma – temo – troppo “giustizialista” pure lui per un centrosinistra che non vede l’ora di inciuciare (altra parola orribile, ma me la perdonerete).
Quindi? Quindi provate con Rodotà. Persona autorevole, libera, inflessibile. Ai giovanilisti che gli rinfacciano l’anagrafe, ricordo che essere giovani non è in sè un vanto, altrimenti dovremmo asserire che la Lombardi è meglio di Ingrao: di un Renzi sgarzolino faccio a meno, di un Monicelli eterno sento una mancanza fottuta. Domani ci sarà la seconda votazione delle “Quirinarie” (eddai). Verrà scelto il nome vero. Puntate su Rodotà (o, personalmente in quest’ordine: Zagrebelsky, Caselli, Prodi, Imposimato, Bonino). Costringete il Pd a dimostrare chi è e cosa vuole. Stanateli e imponetegli – come in Sicilia – una cosa veramente buona. Cerchiamo di capire finalmente se il Pd è quello dell’ultimo Bersani (tanto condivisibile quanto fuori tempo massimo) e di Civati, o (come credo e temo) dei Letta e dei Franceschini. Scegliete un nome (concreto, non pindarico) che non possa non essere appoggiato. Se voterete Rodotà o Zagrebelsy, e il Pd non vi seguirà, avrete perso (e con voi il paese), ma se non altro avranno tutti ben chiaro la realtà delle cose. Chi paralizza il paese e chi no. Chi vuole il cambiamento e chi no. Chi tiene politicamente in vita Berlusconi e chi no.
E’ un treno che non ripassa, ragazzi. E per i giochetti non c’è più tempo.
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