sabato 21 marzo 2015

PUTIN E LA BANCA CENTRALE RUSSA

vladimir-putin

Putin sta per nazionalizzare la Banca Centrale Russa controllata dai Rothschild, nel tentativo di stabilizzare il declino del Rublo.

dal dossier Euro-med.dk:

Secondo la Costituzione, il CBR appartiene ad uno Stato estero – la City di Londra – e sta prendendo ordini da Londra e Washington. 
Questa banca può stampare solo il denaro corrispondente alla sua liquidità in valuta estera, che non è sufficiente ai fini di Putin. 
La CBR ha deve comprare obbligazioni (inutili) degli Stati Uniti con i dollari pagati per il petrolio russo – in cui i dollari tornano alla FED!
Inoltre, Putin è sotto pressione da parte dell’Occidente, che vuole rovesciarlo e sostituirlo con oligarchi di mentalità occidentale. Così, l’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Tefft, dichiara senza mezzi termini: “Noi solleveremo Putin dall’incarico e installeremo nostri uomini, a capo del governo (ha anche nominato la persona per nome) e nomineremo i ministri”.
Pertanto Putin oggi ha bisogno di un forte esercito per impedire la capitolazione della Russia agli Stati Uniti.
Fyodorov ha detto in un’intervista: Una spaccatura nella élite russa è avvenuta due mesi fa, dal momento che parte dell’élite ha deciso di rimanere con Putin.
Putin poi preso la sua decisione, che definisce gli eventi a seguire.
Inoltre, la logica di
  • 1) lo stato di emergenza o
  • 2) la guerra geopolitica è entrato in vigore, mentre siamo sotto pressione.
Ciò significa,
  • a. Americani ora non possono ridurre la loro pressione, mentre
  • b. abbiamo semplicemente da goderci la pressione, perché ci costringe tecnologicamente alla liberazione nazionale: Per molti anni, non siamo riusciti a ottenere de-offshoring, ma la pressione americana ha eseguito questo in un solo giorno.
Putin deve ora pulire senza pietà la 5 ° colonna interna “La nostra Banca centrale, il Ministero delle Finanze, il Ministero dell’Economia”.
Ma soprattutto, Putin vede l’Occidente come il grande speculatore contro il rublo.
Per mettere il piano semplice:
  • 1. Una divisione nel governo,
  • 2. Identificazione quinta colonna nel governo, negli affari, nei media,
  • 3. epurazione
  • 4. una posizione attiva parallela sull’Ucraina, perché l’Ucraina e la Russia sono la stessa cosa – come ha detto Putin. Con queste parole ha definito la sua posizione e la strategia per la Russia.
  • La nazionalizzazione della Banca Centrale della Russia sarebbe il primo segnale per dichiarare la rottura finale con Rothschild’s City of London / dell’Impero Britannico / la “British (bankster) Crown” e il suo strumento, gli Stati Uniti.
Il loro rapporto è stato teso fin dal sequestro da parte di Putin delle azioni Yukos Rothschild / del Chodorkowsky. Pertanto, Putin esita ancora con la nazionalizzazione.
Ha bisogno ancora dell’autorizzazione ad applicare il suo piano, nella posizione di uomo forte.
Per questo ha bisogno di un “grande necessità”, che si suppone sia imminente a causa di una aggressione degli Stati Uniti.
Leggi anche: 

Falsi certificati di residenza a stranieri in cambio di voti: arrestato ex funzionario comunale, sospetti anche su primarie Pd




SALERNO. Nove persone sono state arrestate nell'ambito di una inchiesta della procura distrettuale antimafia di Salerno e dei carabinieri del Ros contro la tratta di esseri umani. 


Al centro delle indagini un'organizzazione transnazionale multietnica specializzata nella tratta di cittadine romene da sfruttare in aziende agricole, sottopagate e vessate con minacce e violenze.

Coinvolto nell'inchiesta l'ex funzionario dell'ufficio anagrafe del Comue di Eboli, Pino Mazzini, che secodno l'accusa facilitava il rilascio della documentazione ottenendo in cambio la possibilità di utilizzare quei lavoratori come serbatoio elettorale anche in relazione ad una sua eventuale futura candidatura. 


Sospetti degli inquirenti anche sulle primarie Pd.

Agli arresti anche Emanuele Valletta, titolare di un camping dove in condizioni di estremo degrado venivano alloggiate le donne.


http://www.ilmattino.it/SALERNO/eboli-primarie-arresti/notizie/1249701.shtml

Miliardi alle Grandi Opere e gli alluvionati abbandonati. - Andrea Cioffi




"Incalza fece pressioni per evitare che i fondi del "Terzo Valico" andassero agli alluvionati di Genova, Toscana e Parma. 

E Lupi rassicurò Incalza. 

Guarda un po' le proposte avanzate dal Movimento 5 Stelle al Senato e bocciate da Pd e Ndc in Senato in data 4 novembre 2014. 
Dalle intercettazioni e le carte dell'inchiesta sulle Grandi Opere, emerge come Incalza temesse che i fondi per il Terzo Valico venissero dirottati per aiutare le zone colpite dell'alluvione di novembre. 
Fu proprio il Movimento 5 Stelle a proporre questa soluzione di buonsenso durante la discussione di quello scellerato provvedimento che è lo "Sblocca Italia" tanto voluto da Renzi, Lupi e Incalza. 

Prima con un emendamento trasformato in un ordine del giorno a prima firma del senatore Marco Scibona, si proponeva di destinare 2 miliardi di euro dei fondi per il "Terzo Valico" alle zone alluvionate liguri, toscane ed emiliane.

Si trattava di 2 miliardi di risorse già disponibili, che anziché ingrossare le casse dell'ennesima grande opera inutile, avversata dagli ambientalisti , potevano essere impiegate per interventi necessari e urgenti in favore delle popolazione colpite. 

La seconda proposta era invece un emendamento a mia prima firma che proponeva di stanziare 110 milioni di euro per Genova, Toscana e Parma attingendo le risorse dal Fondo Revoche per infrastrutture e Trasporti e dal Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio. 

Il 4 novembre 2014 in Commissione Lavori Pubblici al Senato entrambe le proposte del Movimento 5 Stelle furono bocciate da Pd e Ncd.

Il tutto per la grande gioia immaginiamo di Ercolino Incalza. 
I suoi amici al governo avevano di nuovo fermato i "rompicoglioni" del Movimento 5 Stelle. Tutto sulla pelle dei cittadini di Genova, Toscana e Parma. 
Vergogna!" Andrea Cioffi, capogruppo M5S Senato

http://www.beppegrillo.it/2015/03/miliardi_alle_grandi_opere_e_gli_alluvionati_abbandonati.html

giovedì 19 marzo 2015

PA e furbetti: 4,2 milioni di raccomandati e 800mila 'regalini' per sveltire le pratiche.




I dati di una ricerca svolta dal Censis sul rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.
Roma, 19 marzo 2015 - 
Più di quattro milioni di italiani sono ricorsi ad una raccomandazione per ottenere un'autorizzazione o accelerare una pratica. E 800mila hanno fatto un "regalino" a dirigenti pubblici per avere in cambio un favore
Sono alcuni dati emersi da una ricerca realizzata dal Censis. L'Istituto ha fatto luce sulla percezione che della pubblica amministrazione hanno i cittadini. Il risultato è sconfortante. Per il 50,5% degli italiani la pubblica amministrazione funziona male (il dato sale al 59% al Sud) e solo per meno dell'1% funziona molto bene. Per il 63,5% non è cambiata e per il 21,5% è addirittura peggiorata. Per farla funzionare meglio gli italiani chiedono il pugno di ferro per corrotti e fannulloni: il 45,3% vorrebbe regole più severe e licenziamenti nel pubblico impiego. Il 34,7% vorrebbe l'assunzione di dirigenti giovani, dinamici e capaci di organizzare meglio le cose. Il 22,1% chiede che i dipendenti pubblici siano licenziabili come quelli che lavorano nel privato e il 19,3% vuole che i più meritevoli vengano pagati meglio.
A parole tutti bravi, verrebbe da dire. "Intanto però - continua il Censis - per ottenere autorizzazioni e accelerare pratiche restano le solite maniere: dalla raccomandazione al regalino. Per ottenere un'autorizzazione o accelerare una pratica nella pubblica amministrazione 4,2 milioni di italiani hanno fatto ricorso a una raccomandazione o all'aiuto di un parente, amico, conoscente. All'inefficienza della pubblica amministrazione gli italiani si adattano secondo una doppia morale. Sono quasi 800.000 le persone che hanno fatto un qualche tipo di regalo a dirigenti e dipendenti pubblici per avere in cambio un favore. Un altro sintomo delle difficoltà di rapporto dei cittadini con la pubblica amministrazione è il ricorso a soggetti di intermediazione (Caf, patronati, ecc.) per relazionarsi con gli uffici pubblici: nell'ultimo anno lo hanno fatto 3,3 milioni di italiani". 

La #corruzione paga.

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Di cosa parliamo, di cosa parlano tutti in questi giorni? 
Di un Rolex regalato al figlio di Lupi e di un biglietto aereo di circa 400 euro per sua moglie? Roba forte, che cattura l'immaginazione. 
Ma del 40% di maggiorazione su un giro di appalti di 25 miliardi gestiti dal ministero delle infrastrutture nessuno parla. 
Fanno circa 10 miliardi di tasse dei cittadini a cui vengono chiesti sacrifici, girate ai ladri di Stato e ai loro complici. 
A chi sono finiti questi 10 miliardi? 
Questa è la vera domanda da farsi. 
Il Rolex è un'informazione di distrazione di massa. 
Quanto fatturano i partiti attraverso le Grandi Opere? 
Qual è la tariffa base per la Tav o per il Mose per un partito di governo? 
E' evidente che Incalza, dopo vent'anni di permanenza nel ministero delle Infrastrutture (salvo un breve periodo quando fu cacciato da Di Pietro, allora ministro) può ricattare chiunque, mettere nella merda qualunque partito. Il silenzio è la sua migliore assicurazione. 
Sono più interessanti i 10 miliardi di euro fottuti agli italiani o un Rolex? 

Dalla vicenda che fa capo a Incalza emerge una struttura delinquenziale collaudata, che funziona dal livello comunale a quello regionale a quello nazionale. 
Il malloppo sono i soldi dei cittadini. 
I ladri a norma di legge sono i partiti, anzi il partito della Nazione, la fusione del Pd con FI. 
Gli aiutanti, quelli che aiutano a portare fuori i soldi, sono imprenditori corrotti, in particolare cooperative bianche e rosse e criminalità assortita. 
I pali sono i giornalisti.
Che si tratti di Mafiacapitale, dell'Expo o di una qualunque Grande Opera, il modello è quello del ladrocinio spartitorio in cui ci si copre il culo uno con l'altro con leggi ad hoc. 
Si è passati da Tangentopoli a Partitopoli. 
Apriamo le galere per questa gente. 
Non è tempo di Rolex, ma di restituzione del maltolto. 

A proposito, Galan dove si trova ora? Nella sua sontuosa villa.L'ex ministro ed ex governatore del Veneto è accusato di corruzione nell'ambito dell'inchiesta Mose, ma l'80% dei suoi reati è prescritto
A ottobre scorso i 5 Stelle hanno chiesto la sua rimozione dalla guida dell'organo parlamentare. 
La Boldrini disse: "Non è mia competenza". Brunetta aggiunse: "Sarebbero pressioni indebite". Galan resta quindi presidente della Commissione cultura anche se agli arresti domiciliari.
Oggi, 19 marzo, festa del papà, da Andrea Cioffi, capogruppo al Senato del M5S:
"La farsa è servita. 

Il governo annuncia un passo avanti e ne fa due indietro. 
Sul Ddl anticorruzione in Senato, i tempi si allungheranno a causa di un emendamento. Perché Nitto Palma prima ha ammesso l'emendamento del governo, e due giorni dopo dice che è inammissibile, e riferisce che purtroppo ci saranno lunghe discussioni in Aula su questo punto? 
E perché il governo scrive un emendamento inammissibile? 
Incompetenza o dolo politico? 
Si sono sbagliati sia Palma che il governo, o si sono messi d'accordo per far slittare ancora la legge anticorruzione, magari a dopo le prossime elezioni?"

http://www.beppegrillo.it/2015/03/la_corruzione_paga.html

Incalza fa emendamenti, Ncd li presenta. E se non passano “cazziatone ai deputati”. - Giorgio Meletti e Carlo Tecce

Incalza fa emendamenti, Ncd li presenta. E se non passano “cazziatone ai deputati”

LE CARTE - Il superburocrate al telefono con Vito Bonsignore discute del testo per la Orte-Mestre (10 miliardi) bocciato in Commissione. "Quei tre sono tutti di Ncd, si può intervenire, no? Sto chiamando Lupi". La risposta: "Bernardo e Pagano si sono presi il cazziatone. Vignali mi ha raccontato una palla, lo vado a beccare e gli faccio il culo". Pochi giorni dopo Vignali non sarà più tesoriere del Nuovo Centrodestra.

“Abbiamo fatto un emendamento, ricordi? L’hanno reso inammissibile”, dice Ercole Incalza, il controllore, all’amico Vito Bonsignore, il controllato. Sono allarmati. “Adesso vedo di parlarne con Capezzone e Epifani, mi sto muovendo”, replica il controllato. Bisogna manovrare i lavori parlamentari. Una storia esemplare di come si sfascia l’Italia. La nuova autostrada Orte-Mestre è un affare da 10 miliardi di euro, almeno due dei quali pubblici. Il promotore dell’ambizioso project-financing è Bonsignore, ex europarlamentare Udc, oggi vicino a Ncd, ma soprattutto potente uomo d’affari, indagato dalla Procura di Firenze per induzione indebita: avrebbe promesso a Incalza (arrestato lunedì scorso) la direzione lavori della nuova arteria per Stefano Perotti (arrestato anche lui) in cambio della promessa da parte del superburocrate del ministero delle Infrastrutture di “un favorevole iter delle procedure amministrative relative al finanziamento dell’opera”. La fotografia del verminaio di Porta Pia dove non si capisce più chi è guardia e chi ladro, ma è chiaro solo che nessuno difende l’interesse pubblico, è affidata dai pm fiorentini alla ricostruzione di un giro di telefonate con cui si tenta di modificare nientemeno che il Codice degli appalti.
Nel pomeriggio di martedì 28 gennaio 2014 Daniele Capezzone e Guglielmo Epifani, presidenti delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, dichiarano inammissibili alcune centinaia di emendamenti al decreto legge “Destinazione Italia”del governo Letta. Tra questi c’è quello scritto da Incalza e presentato da tre parlamentari Ncd, Alessandro PaganoNino Minardo e Maurizio Bernardo: serve ad agevolare il percorso della Orte-Mestre modificando l’articolo 175 del Codice degli appalti, che riguarda la cosiddetta “bancabilità” del project- financing. E qui ricordiamoci che stiamo parlando di miliardi di euro. Un affare enorme, tanto che il piano di sostenibilità economico-finanziaria, approvato dal Cipe a novembre 2013 ma da allora fermo alla Corte dei conti, è per legge segretato.
La bocciatura dell’emendamento stranamente agita Incalza più di Bonsignore. È il superburocrate a dare la notizia all’imprenditore. “Abbiamo fatto fare ricorso all’inammissibilità da… come tu sai… tre parlamentari… che sono Pagano, Minardo e Bernardo… ne conosci qualcuno di questi tre?”. Bonsignore: “Come no?! Pagano è uno dei nostri, anche Bernardo”. Incalza, allora, incalza l’amico: “Sono tutti e tre di Ncd, puoi intervenire?.. no? … Si vota tra un’ora … un’ora e mezza… sto chiamando Lupi … tutti sto chiamando (…) basterebbe sentire… o Vignali che è il relatore.”Raffaello Vignali, uomo di Cl, è in quel momento tesoriere del neonato partito di Angelino Alfano, di cui Bonsignore è finanziatore. E suggeritore: “Ah Vignali , e come no ?!… è un altro dei nostri … vabbè… vado io alla Camera adesso… vabbè”.
A questo punto Incalza chiama Antonio Bargone, ex proconsole dalemiano a Brindisi, sottosegretario ai Lavori pubblici nel governo Prodi che nel 1999 privatizzò la società Autostrade. Adesso è manager autostradale (noblesse oblige) e presiede la Sat, che deve costruire la nuova Livorno-Civitavecchia. Incalza è disperato, come se la Orte-Mestre fosse sua: “Non si è mosso nessuno per ora… solo noi… vabbè… (…) Non so che cazzo può fare”. Bargone lo rassicura: “Io mo’ vado alla Camera vediamo che succede.” Arrivano i nostri. Bargone è indagato con Bonsignore.
Nel frattempo Bonsignore ha parlato con Vignali, e riferisce a Incalza che il relatore si sente impotente, pare addirittura che alla Camera ci sia qualcuno che difende la legalità: “Proprio mi ha detto guarda… ‘gli uffici sono irremovibili sono spaventati dalla Presidenza della Repubblica per queste cose qui… hanno un orientamento molto rigido’”. Ma niente paura. Se il Quirinale non vuole nuove norme fantasiose infilate come emendamenti in leggi che non c’entrano niente, Bonsignore vuole fortissimamente farlo lo stesso: “Vediamo quale può essere il veicolo dove lo mettiamo (…) Voi ne avete qualcuno in preparazione?”. Incalza è pronto come un autonoleggio: “E adesso vediamo… ce ne stanno otto, dieci, ce ne stanno no uno, dieci! Però se l’atteggiamento è questo mi preoccupa”. Intanto Bonsignore lo rassicura: “Bernardo e Pagano si son presi il cazziatone… hanno lasciato Vignali da solo”. Poi tocca anche a Vignali il cazziatone. Incalza spiega a Bonsignore che il relatore del “Destinazione Italia” gli ha raccontato un sacco di balle. Bonsignore si incazza: “Allora mi ha raccontato una palla… è scemo allora (…) ecco fammi una cortesia … perché io domani (…) lo vado a beccare e gli faccio il culo… e infatti… è inutile allora… una persona inutile“. Pochi giorni dopo Vignali non sarà più tesoriere di Ncd.
Ma entra in scena un nuovo controllore, Alessandra Dal Verme, dirigente del ministero dell’Economia che si occupa del Cipe, il rubinetto da cui escono i miliardi per le grandi opere. È un controllore gallonato, sindaco revisore di Poste Italiane e di Anas, mica poco. Eccola al telefono con Incalza: “La questione è molto complicata … e non faranno fare altri emendamenti (…) o noi siamo in grado di riformulare quelli esistenti… allora… in quelli per Expo si può mettere Rho-Monza (…) perché bene o male lo riformulo (…) però mandateli gli emendamenti (…) e quell’altro di Orte-Mestre… mandatemi questi due (…) che io provo a riformulare quelli esistenti … (inc.)”.
Con questo livello di rigore e trasparenza il sistema Incalza si preparava a spendere 10 miliardi di euro per la Orte-Mestre.
Da Il Fatto Quotidiano del 19 marzo 2015