lunedì 6 gennaio 2020

CHOMSKY: GLI STATI UNITI MINACCIANO LA PACE NEL MONDO; DOBBIAMO EVITARE LA GUERRA CON L’IRAN. - Noam Chomsky



Il noto scienziato politico Noam Chomsky rifiuta le misure aggressive degli Stati Uniti contro l’Iran e accusa Washington di aver condannato la pace nel mondo.
“L’Iran è regolarmente descritto come la più grande minaccia della pace nel mondo, cioè descritto come tale negli Stati Uniti. L’opinione globale differisce: questa considera gli Stati Uniti la più grande minaccia ”, ha dichiarato l’intellettuale americano sabato.
Chomsky ha sottolineato che è facile inventare pretesti per l’aggressività; tuttavia, ha ritenuto indispensabile evitare la guerra con l’Iran prima che sia troppo tardi. In questo contesto, ha criticato gli avvertimenti dei leader politici americani che tutte le opzioni sono aperte per attaccare il paese persiano, mentre è lo stesso governo degli Stati Uniti che viola la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale.
ONU: l’assassinio di Soleimani da parte degli Stati Uniti viola il diritto internazionale
Secondo lo scienziato, gli USA Cercano di controllare strategicamente il Medio Oriente, per le sue enormi riserve di petrolio, seguendo la politica che è stata praticata dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il presidente iraniano, in un comunicato ufficiale, ha avvertito che unilateralismo statunitense Minaccia la sicurezza globale e ha invitato il mondo a costringere Washington a correggere i suoi errori.
Chomsky, riferendosi al ritiro degli Stati Uniti. dell’accordo nucleare iraniano, raggiunto nel 2015 con il gruppo 5 + 1 (allora formato da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina, oltre alla Germania), ha sottolineato che questo patto non è morto con la partenza di Washington dallo stesso, dal momento che non è un accordo bilaterale ma coinvolge sei potenze mondiali.
Ha anche affermato che le altre parti dell’accordo restano impegnate a rispettare l’accordo, che, a suo avviso, guiderà gli Stati Uniti. verso un isolamento più profondo nel contesto globale.
Proteste contro la guerra all’Iran.
Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente nel 2018 dal trattato nucleare , il Piano Integrale nome ufficiale per azione comune (JCPOA, per il suo acronimo in inglese). Quasi tutti i paesi del mondo, comprese le Nazioni Unite, l’Unione Europea (UE) e persino i partner statunitensi. nel sestetto hanno criticato la misura del presidente americano Donald Trump.
L’UE, in particolare, afferma che sta sviluppando piani per salvaguardare l’accordo, sebbene ancora senza risultati plausibili, per mantenere l’accordo ed evitare l’embargo degli Stati Uniti contro la nazione iraniana.
Fonte: Chomsky info
Traduzione: Luciano Lago

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

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Omo de panza. “Chi vuole chiudere Il Foglio sappia che noi difenderemo questa voce libera dell’informazione come abbiamo difeso Radio Radicale. Pancia a terra, tutti insieme, Il Foglio deve vivere” (Matteo Renzi, senatore Idv, Facebook, 23.12). La pancia ce la mette lui, i soldi invece noi.

Folio Folio. “Il Foglio è fondamentale” (Checco Zalone, Il Foglio, 28.12). E poi dicono che non fa più ridere.

L’alibi di ferro. “Ecco la memoria che scagiona Salvini” (Libero, 4.1). L’ha scritta Salvini.

Massimo riserbo. “‘Più rispetto per Gaia e Camilla. É una tragedia, non una fiction’. Giulia Bongiorno, avvocata di una delle vittime: la caccia alle novità è morbosa. Non è un videogioco. Ci sono due ragazze morte, due ragazze in carne ed ossa, e quattro genitori che, di fronte a quello che sta succedendo, ogni giorno sentono amplificare il proprio dolore” (Giulia Bongiorno, senatrice Lega e legale della famiglia di Gaia Von Freymann, Corriere della sera, 30.12). E’ per questo che la sen. avv. Bongiorno, più che mai schiva e restia ai riflettori, ha concesso un’intera pagina di intervista al Corriere: per non amplificare.

Nanoparticelle. “Per noi no problem, quello tra Di Maio e Zingaretti è stato un incontro bilaterale, non un appuntamento di maggioranza. Evidentemente ne avevano bisogno per problemi interni o per bisogno di visibilità” (Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva, 4.1). Ha parlato l’invisibile.

Non c’è Paragone. “Sono stato espulso dal nulla… C’era una volta il 33%” (Gianluigi Paragone, senatore ex M5S, Facebook, 2.1). Il 4 marzo 2018, mentre il Nulla portava i 5Stelle al 32,7%, Paragone nel suo collegio uninominale di Varese totalizzava il 22.9, doppiato dal leghista Stefano Candiani (49%), e si salvava col ripescaggio nel proporzionale. Lui il 33% non l’ha mai visto neppure in cartolina.

Mangino brioche. “Renzi si gode le vacanze di Natale sulle piste di Cortina” (Dagospia, 27.12). “Renzi: il reddito di cittadinanza va cancellato” (La Stampa, 31.12). Se ne parlava giusto qui a Cortina con la contessa Pia Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare.

Dovere di cronaca. “Non ho potuto partecipare alla presentazione del nuovo libro di Sebi Arena, Piazza Armerina” (Adriano Sofri, Il Foglio, 2.1). E adesso, come facciamo?

Povero martire. “Nel carcere, quello coi muri e le sbarre, sono stato nove (9) anni e altri anni detenuto fuori” (Sofri, Il Foglio, 27.12). A dire il vero, tra custodia cautelare (5 settimane) ed espiazione della pena (8 anni e 5 mesi), Sofri in carcere ha scontato 8 anni e mezzo. Calcolando che era stato condannato a 22 anni come “detenuto dentro” per l’omicidio volontario del commissario Luigi Calabresi, non ci sono dubbi: è un perseguitato.

Il Ponte di Messina. “La singolare insistenza con cui Luigi Di Maio pretende ogni giorno che il governo tolga ora, di corsa e per decreto le autostrade ai Benetton fa sorgere il legittimo dubbio che Casaleggio stia aprendo un casello privato, uscita Milano-Rousseau” (Sebastiano Messina, Repubblica, 30.12). La singolare insistenza con cui Repubblica pretende ogni giorno che il governo lasci le autostrade ai Benetton fa sorgere il legittimo dubbio che Repubblica avesse fino a 11 mesi fa il suo amministratore delegato Monica Mondardini nel Cda di Atlantia e prima presidente di Aeroporti di Roma, che faccia soldi a palate con le pubblicità di Benetton e che la sua festa Rep Idee fosse sponsorizzata da Autostrade per l’Italia.

Colpa di Virginia. “Quei troppi morti sulle strade e il silenzio del Campidoglio” (Corriere della sera-Roma, 27.12). Ora che l’hanno sgamata, alla Raggi non resta che rompere il silenzio e confessare: li ha arrotati tutti lei.

Il titolo della settimana/1. “Con le sardine nuotano amanti della svastica… I ‘pesciolini’ neri che esigono la cittadinanza e quell’islamica che viene dalla Palestina dove sbandierano simboli nazi” (Silvana De Mari, La Verità, 28.12). Uahahahahahah.

Il titolo della settimana/2. “Corso Francia sotto inchiesta” (Corriere della sera-Roma, 28.12). Presto gli interrogatori dei semafori e dei lampioni.

Il titolo della settimana/3. “Il messaggio di Mattarella, la svolta pop” (Mario Ajello, Il Messaggero, 2.1). Uahahahahahah.

Il titolo della settimana/4. “Via la prescrizione, ingiustizia è fatta: ora l’Italia non è più un Paese civile” (Pietro Senaldi, Libero, 2.1). Come tutto il resto d’Europa. Resiste la Grecia.

domenica 5 gennaio 2020

L’autorequisitoria - Marco Travaglio

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Come previsto, la memoria difensiva di Salvini sul caso Gregoretti ha sortito l’effetto opposto a quello sperato: ha rafforzato l’accusa. Doveva essere un’arringa: gli è uscita una requisitoria. Se fosse stato zitto e avesse spedito al Senato una risma di fogli bianchi, forse l’avrebbe scampata. Invece ha scritto 9 pagine più allegati e s’è impiccato da solo. Convincendo persino i renziani – il che è tutto dire – a dare l’autorizzazione a procedere. E meritandosi la difesa d’ufficio di Sansonetti sul Riformatorio, le cui dichiarazioni innocentiste sono letali per ogni inquisito. Se ti difende Sansonetti, è peggio di Taormina: vuol dire che sei colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Se poi hai pure la Bongiorno come avvocato, sei spacciato. Dev’essere stata la volpe del foro a suggerirgli di ignorare totalmente il capo d’imputazione: cioè il presunto sequestro di 131 migranti bloccati per 6 giorni su una nave militare italiana in un porto italiano. Uno normale ci avrebbe dedicato almeno due parole: lui manco una sillaba.

Per tutte e 9 le pagine, il Cazzaro tenta di dimostrare (peraltro invano) che non decise lui, ma Conte e tutto il governo: come se un tizio accusato di omicidio, anziché negare di averlo commesso e fornire un alibi, si difendesse dicendo che aveva dei complici. Purtroppo non ha trovato una sola frase scritta o detta da Conte o da un ministro che condividesse o anche solo commentasse il blocco della Gregoretti. A parte le sue, pronunciate dalla spiaggia del Papeete, che però si guarda bene dal citare. Per un motivo semplice: Salvini non parlava più con Conte né con Di Maio e rivendicava l’altolà alla nave militare come una sua decisione esclusiva. Non diceva mai “noi” o “il governo”, ma sempre “io”, per farsi bello con i fan. “Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave. Io non mollo”, “Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in Europa di tutti i 140 migranti” (Ansa, 26.7). “Nelle prossime ore darò l’autorizzazione allo sbarco perché abbiamo la certezza che i migranti non saranno a carico degli italiani” (Ansa, 31.7). Ora che rischia il processo, ripassa al “noi”. Come Gigi Proietti nello sketch dell’avvocato azzeccagarbugli che esamina la posizione del cliente villico: “Qua se li inculamo noi… qui se li stra-inculamo… qua invece che m’hai combinato? Qui te se inculano. E pure qua te se inculano a te!”. E l’altro: “Avvoca’, ma quando se li inculamo semo sempre in due e quando lo devo pijà in culo son sempre solo? No, per sapere, che me regolo”.


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Soleimani: in Iran per i funerali del generale una marea umana invade le strade di Ahvaz.


Aftermath of Top Iranian General Qasem Soleimani killed in US airstrike in Baghdad EPA/HOSSEIN MERSADI. Copyright ANSA/EPA

Sventolano bandiere rosse (il 'sangue dei martiri') e si grida: 'Morte all'America'.


Una marea umana ha invaso le strade di Ahvaz per il primo corteo funebre in memoria del generale Qassem Soleimani, ucciso venerdì in un raid americano in Iraq, nel primo di tre giorni di lutto proclamati in Iran. Al corteo la gente sventolava bandiere rosse, (il colore del "sangue dei martiri"), verdi (il colore dell'Islam) e bandiere bianche decorate con slogan religiosi, oltre a ritratti del generale, piangendo e gridando "Morte all'America". La televisione di Stato ha trasmesso una diretta del corteo con lo schermo listato a lutto.
Un camion ornato di fiori e coperto da un telo con disegnata la cupola della Roccia di Gerusalemme trasportava le bare di Soleimani e Abu Mehdi al-Mouhandis, capo militare iracheno filo-iraniano ucciso nella stessa azione, facendosi strada molto lentamente attraverso la folla venuta a piangere nel centro di Ahvaz, anche dalle città vicine, il comandante militare più amato dal popolo. Molti i ritratti, alzati dalla folla, del generale che comandava la forza Quds, l'unità delle Guardie rivoluzionarie per le operazioni all'estero. L'agenzia semi-ufficiale Isna parla di una quantità di partecipanti "innumerevole", l'agenzia Mehr, vicino agli ultra-conservatori, di un "numero incredibile" e la tv di Stato di una "folla gloriosa".
Città nel sud-ovest dell'Iran con una folta minoranza araba, Ahvaz è la capitale del Khuzestan, una provincia martire della guerra Iran-Iraq (1980-1988), durante la quale la stella del generale iniziò a brillare. L'omaggio a Soleimani si ripeterà a Machhad, nel nord-est, a Teheran, domenica e lunedì, poi a Qom (nel centro del Paese), prima della sepoltura in programma per martedì nella città natale del generale, Kerman, nel sudest.
Il ministro iraniano della Difesa Amir Hatami, citato dall'Irna, ha chiesto a tutti i paesi del mondo "di prendere posizione appropriata contro le mosse terroristiche degli Usa, se vogliono evitare che si ripetano atti odiosi e senza precedenti come l'uccisione del generale"
Intanto, secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg, l'Iran ha annunciato che entro questa notte deciderà se avviare una nuova fase della sua uscita dall'accordo sul nucleare: lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri. 

Amenità.





Tutto e il contrario di tutto. - Massimo Erbetti


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La "bestia" colpisce ancora e stavolta per avere visibilità, per far parlare di sé, la "bestia" comunicativa di Salvini, non si limita ad attaccare la Nutella, o i tortellini, o ancora, scimmiottare il Papa, no stavolta si va oltre, molto oltre...troppo oltre, stavolta si osanna Trump, per un atto sconsiderato, assurdo e vergognoso: con un drone ha ucciso all’aeroporto di Baghdad, in Iraq, Qassem Soleimani, il potentissimo capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane.
“Donne e uomini liberi devono ringraziare il presidente Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”. Queste le parole di Salvini, i più attenti però ricorderanno che anni fa, lo stesso leader della Lega per un atto simile, attaccò pesantemente, l'allora presidente USA Obama:
“Altro che “primavera araba”, quel genio di Obama ha alimentato una nuova, pazzesca “guerra santa” contro di noi! Pensiamo a casa nostra, invece di incasinare il mondo“
Siamo abituati ormai ad un Salvini che dice tutto e poi il contrario di tutto, ma stavolta, la questione è veramente grave. Quel gran genio di Salvini, dovrebbe sapere che se scoppiasse una guerra, ci sarebbero milioni di persone che scapperebbero da quella guerra...e il grandissimo genio, lo sa dove andrebbero quelle persone? Beh glielo dico io dove andrebbero: da noi...e caro genio, lo sai che chi scappa dalla guerra, ha diritto di asilo?... Ma certo che lo sai...lo hai detto tu stesso: "chi scappa dalla guerra è mio fratello".. Beh caro genio, tralasciando il fatto che non è mai esistita, non esiste e mai esisterà una guerra giusta e che la guerra, non è mai la soluzione, ma un problema, una eventuale guerra porterebbe in Italia, centinaia di migliaia di esuli...questo è il tuo modo di pensare ai tuoi concittadini? Questo è il tuo modo di dire "prima gli italiani"?
"Tutto e il contrario di tutto", solo per far parlare di se... e poco importa se di mezzo ci sono delle vite umane...la "Bestia"...non ha emozioni...la "bestia" è spietata, la "bestia" si nutre anche di sangue.


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Milazzo, discarica in riva al mare: 20 ettari di immondizia interrata. - Manuela Modica

Milazzo, discarica in riva al mare: 20 ettari di immondizia interrata


Plastica, vetro, pneumatici, scarti edili e rifiuti solidi urbani. C'è di tutto nella discarica di rifiuti sotterrata da strati di spiaggia e riportata alla luce dalle mareggiate sul litorale di Milazzo: "Ci troviamo di fronte ad un’enorme discarica interrata in area demaniale risalente agli anni ‘70", ha spiegato il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, che oggi ha fatto un sopralluogo assieme all'ammiraglio inviato dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Costa, infatti, "ha inviato immediatamente sul posto per una verifica ispettiva il capo del reparto Ambientale marino, l'ammiraglio Aurelio Caligiore - si legge in una nota del ministero - affiancato dal suo staff, che sta effettuando gli accertamenti del caso". La discarica si trova esattamente nel litorale di ponente, in prossimità della foce del torrente Mela, ed era stata scovata già nel gennaio del 2019 dalla Guardia di Costiera di Milazzo, poi messa sotto sequestro dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Quest'anno le mareggiate hanno restituito, però, un'altra ampia porzione. Dopo il sopralluogo di sindaco e ammiraglio la stima è adesso di 20 ettari di immondizia interrata nella spiaggia mentre l'area sequestrata l'anno scorso era di appena 8mila mq. "È evidente che si tratta di un problema col quale si devono misurare governo nazionale e regionale - ha continuato Formica -. Noi abbiamo dato piena disponibilità a fare la nostra parte. Ci aspettiamo un provvedimento d’urgenza che stanzi le risorse necessarie alla bonifica. Non è immaginabile che simile quantità di rifiuti si possa riversare in mare. Milazzo ne uscirebbe con le ossa rotte proprio adesso che l’area marina protetta è una realtà. Nel litorale di ponente di Milazzo, in prossimità della foce del torrente Mela".  "Stiamo monitorando con attenzione - ha assicurato, Costa -. Un fatto davvero sconcertante. Stiamo attivando tutti gli attori istituzionali competenti sul territorio, dal Comune alla Regione, affinché si scongiuri il pericolo che i rifiuti finiscano in mare e affinché vengano prontamente rimossi. Il nostro obiettivo prioritario è salvare il mare da un eventuale inquinamento, agevolare un rapido ripristino ambientale dell'area e proteggere la popolazione da eventuali rischi sanitari".

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/01/03/foto/milazzo_discarica_in_riva_al_mare_200_mila_metri_cubi_di_immondizia_interrata-244911071/1/#2