giovedì 28 luglio 2011

MONDADORI PAGA PER EVITARE L'ESPROPRIO di Bruno Tinti - 27 luglio 2011

E' assai improbabile che la Cassazione ribalti la sentenza d'Appello, perché la corruzione del giudice Metta è una circostanza di fatto su cui la Corte non può pronunciarsi. Fininvest ha deciso di pagare subito per evitare un'esecuzione forzata.

MONDADORI PAGA PER EVITARE L'ESPROPRIO

Bruno TintiLa Fininvest ha versato a Cir 564,2 milioni di euro, a titolo di risarcimento per la vicenda Lodo Mondadori. Il pagamento era stato stabilito dalla sentenza della Corte d' Appello di Milano. Finivest ha dichiarato di voler ricorrere in Cassazione. Quali scenari si aprono? La Cassazione potrebbe ribaltare la sentenza d'Appello? In quel caso, Cir dovrebbe restituire il denaro a Fininvest? Abbiamo rivolto alcune domande al magistrato Bruno Tinti.

"La Cassazione ha tre possibilità, può confermare la sentenza della Corte d'Appello, e in questo caso la Cir si tiene i suoi 550 milioni e la faccenda è chiusa; la Cassazione può anche dire "no la sentenza di appello è sbagliata per questo o quest'altro motivo, rimando tutto in appello perché si faccia un nuovo processo". E a questo punto si deve vedere che cosa può decidere l'Appello in questo nuovo processo, in cui però è obbligata a uniformarsi ai principi di diritto che la Cassazione ha esposto. Oppure, la Cassazione può dire "la sentenza della Corte d'Appello è sbagliata, De Benedetti non deve ricevere nulla e quindi il processo si chiude qui".
Queste sono le tre possibilità teoriche, bisogna però tener conto del fatto che la Cassazione decide solo su errori di diritto e non su questioni di fatto. La circostanza che Berlusconi abbia corrotto, attraverso l'avvocato Previti, il giudice Metta che gli fece una sentenza a seguito dei 400 milioni che aveva ricevuto per dare torto a De Benedetti, che in buona sostanza consentì quindi a Berlusconi di rubare la casa editrice Mondadori, non è una questione di diritto ma una circostanza di fatto, quindi è assolutamente improbabile che la Cassazione possa modificare la sentenza della Corte d'Appello perché il fatto che Berlusconi abbia corrotto il giudice Metta è una circostanza di fatto su cui la Cassazione non può pronunciarsi.
Direi che con il 99,9 per cento di probabilità la Cassazione confermerà la sentenza della Corte d'Appello e giustizia sarà fatta."

Marina Berlusconi, dopo la sentenza, aveva dichiarato che Fininvest non era intenzionata a pagare. Perché adesso l'Azienda ha deciso di versare il dovuto, e di farlo subito? Cosa avrebbe rischiato se non l'avesse fatto?

"Beh, si dice che la sentenza è provvisoriamente esecutiva, cioè la sentenza della Corte d'Appello poteva essere eseguita anche prima che la Cassazione decidesse e quindi se loro non avessero pagato la Cir avrebbe mandato gli ufficiali giudiziari a sequestrare i beni di proprietà di Berlusconi o della Casa editrice Mondadori. Dunque, si sarebbero trovati di fronte a quella che si chiama un'esecuzione forzata: se lei non paga vengono a casa sua e le sequestrano il televisore per esempio o la macchina o l'argenteria. La stessa cosa sarebbe successa con Berlusconi."

Quel che è stato pagato costituisce solo un risarcimento simbolico, o è un pagamento che risarcisce effettivamente il danno cagionato a Cir?

"E qui è una questione di diritto abbastanza intricata, la sentenza della Corte d'Appello è diversa nelle conclusioni dalla sentenza di primo grado perché la sentenza del tribunale aveva stabilito che il criterio per liquidare i beni, il risarcimento dei danni dovuto alla Cir era quello della cosiddetta perdita di chance, cioè perdita di possibilità, di potenzialità. Il giudice di primo grado aveva detto: quanto avrebbe guadagnato la Cir in questi anni se avesse avuto il controllo della Mondadori? E il giudice di primo grado aveva stabilito di fare 750 milioni, mentre la sentenza della Corte d'Appello ha seguito un criterio diverso, ha detto: quanto valeva la Mondadori nel momento in cui Berlusconi non l'ha data alla Cir come avrebbe dovuto? 550 milioni e quindi questa è la somma liquidata. Dipende dai criteri di valutazione adottati, è su questo che la Cassazione potrebbe intervenire, potrebbe cioè dire il criterio di valutazione dei beni è stato adottato male, la regola di diritto era diversa e quindi potrebbe anche far ritornare il processo alla Corte d'Appello perché determini un nuovo ammontare del risarcimento."

Considerato che all'origine della vicenda Lodo Mondadori c'è un fatto grave come la corruzione di un giudice, come mai si è deciso per un risarcimento e non per la restituzione dell'Azienda?

"Questo è un problema in effetti abbastanza complicato che però non dipende dal fatto che a monte c'è stato un reato. Io posso risarcire una persona del danno cagionato in due modi: o, come ha detto lei, ridandole quello che le è stato preso, si chiama risarcimento in forma specifica, oppure condannando quello che le ha cagionato il danno alla dazione della somma di denaro. Non so dirle perché i giudici si sono orientati verso questa seconda possibilità, probabilmente hanno tenuto conto del fatto che in tutti questi anni la Mondadori è stata gestita da Berlusconi, si sono creati dei vincoli societari molto difficili da risolvere ed ecco perché forse hanno scelto la strada della dazione di una somma di denaro equivalente al danno cagionato."


L'ESTRATTO CONTO DELLA POLITICA.



FONTE: www.upinet.it/docs/contenuti/2011/07/I%20costi%20della%20Politica.pps



mercoledì 27 luglio 2011

Le vignette di Vauro.





















Spidertruman


Più o meno 10 giorni fa, nasce il fenomeno Spider Truman. Prima la pagina facebook “I SEGRETI DELLA CASTA DI MONTECITORIO”, poi l’omonimo blog sulla piattaforma Blogger. Circa 400.000 utenti di facebook iniziano a seguire la pagina, sul blog si riversano centinaia di commenti. Esce addirittura un video dove un sedicente Spider Truman mostra dei dossier su vari esponenti politici italiani e ne minaccia la diffusione. I media main stream e tutta la Internet italiana entrano in fermento in attesa della rivelazione dei “segreti”.
Spider Truman inizia a vuotare il sacco raccontando una banalità dietro l’altra, l’attesa cresce mentre i seguaci continuano a richiedere informazioni più succulente. Dopo meno di una settimana, si scopre che dietro Spider Truman c’è Francesco Saverio Caruso, uomo già noto per aver rappresentato in maniera indubbiamente controproducente l’opposizione italiana. Nonostante, in qualche modo, risulti violata l’identità di chi manovra il simbolo di quella che sembrava la rivoluzione telematica italiana, i giornali occultano la notizia. Il Corriere on line pubblica solo una breve intervista a Caruso che smentisce, ammette e poi smentisce di nuovo, la Repubblica non dà nemmeno la notizia e cancella Spider Truman dalla storia.
Il presidio dell’opposizione extra parlamentare è uno degli obiettivi principali dei servizi segreti. Presidio che può avvenire per mezzo di infiltrati, provocatori o informatori. Impossessarsi della protesta per ridicolizzarla, banalizzarla o estremizzarla è un efficace strumento di controllo. Forse non è questo il caso, ma i fatti sono questi. Ognuno è libero di farsi un’opinione.

http://www.mentecritica.net/utoya-e-spider-truman-disinformazione-e-subornazione/informazione/kurt/20638/

Insula Utopia

Anders Behring Breivik ha scelto l’isola di Utoya. Mentre Thomas More, a suo tempo, scelse Insula Utopia, ambiguamente sospesa fra ou-topos ed eu-topos. Letteralmente “luogo felice inesistente”.

Un’inquietante casualità che pare messa lì da un caso maligno per suggerire che la prima potrebbe essere l’altra faccia della seconda. Il luogo inesistente in cui trova rifugio il bisogno di trascendenza che ci affligge, talvolta fino a travolgerci. Frutto dell’inesausta incapacità di accettarci per quel che siamo: carne, sangue, connessioni neuronali, spazi sinaptici, e basta. Fino a prova contraria. In grado di fiorire in splendidi fuochi di artificio, ma anche di avvitarsi su se stessi per precipitarci anzitempo nel più profondo del nulla.

Turbe adolescenziali che tralignano, troppo più spesso di quel che dovrebbero, in patologie capaci di durare l’intera vita; talvolta per scaricare i propri frutti avvelenati su chi ha la sventura di trovarsi a passare da quelle parti. Fortunatamente non spessissimo.

Pare che Anders Behring Breivik, all’insaputa dell’interessato, trovasse perfettamente di suo gusto l’assunto di Stuart Mill, l’opposto di un invasato, secondo cui “Una persona dotata di credenza (belief) costituisce una forza sociale pari e novantanove persone dotate solo di interessi”.

Anche Giuliano Amato, uno per bene, che non ha mai ammazzato nessuno, qualche tempo fa sosteneva la stessa cosa. Che i credenti godrebbero di un grosso vantaggio rispetto ai non credenti, cui la mancanza di fede impedirebbe di muovere le montagne.

Quasi che lo scopo della vita fosse di muovere le montagne.

Deve esserci nella nostra natura un demone che ci fa smarrire il senso delle proporzioni, spingendoci a misurarci con cose più grandi di noi.

La cosa si potrebbe liquidare sostenendo che di pazzia si tratta. Se non fosse un genere di pazzia un po’ troppo diffuso. Soprattutto se non godesse della benevola condiscendenza, quando non addirittura dell’incondizionata ammirazione, dei più.

Sto parlando della reputazione di cui gode la fede nell’immaginario popolare: la fede in Dio, nell’Idea, in Se Stessi.

Che si tratti di una valutazione sbagliata è dimostrato dallo stupore con cui l’opinione pubblica reagisce ogni volta, sgomenta, davanti alle malefatte dell’Inquisitore, dell’Imbianchino, del Breivik di turno. Quando la frittata ormai è fatta e le uova sono irrimediabilmente rotte.

Il fatto è che ci sono troppe persone che si sentono chiamate a salvare il mondo dalle proprie colpe e troppe platee disposte a vederci dei santi, dei condottieri, degli eroi. Quando non addirittura dei messia.

Dovremmo imparare a guardare con più diffidenza quelli che sentono le voci che li chiamano all’impresa. La figura di Caifa andrebbe rivalutata.

Correremmo il rischio di soffocare Giovanna d’Arco nella culla, ma ci risparmieremmo qualche Imbianchino e moltissime fregature.

Oggi, per la prima volta, ho pregato molto. Ho spiegato a Dio che, a meno che non voglia vedere l’alleanza marxista islamica e alcuni islamici d’Europa distruggere la cristianità europea nei prossimi cento anni, deve far sì che i guerrieri in lotta per la cristianità europea prevalgano. Deve assicurare il successo della mia missione; ispirare centinaia di rivoluzionari conservatori/nazionalisti anticomunisti e anti-islamici in tutta l’Europa… Noi conservatori rivoluzionari, in realtà, stiamo vivendo un sogno o compiendo un sacrificio? Se sentissi che qualcun altro potesse svolgere questo compito non lo farei certo io. In quel caso mi piacerebbe crearmi una famiglia e concentrarmi sulla carriera.

Anders Breivik

http://www.mentecritica.net/insula-utopia/cuore-di-tenebra/border-zone/fma/20646/


Roma caput cazzi.


Qualche giorno fa, nelle stesse ore nelle quali Francia e Germania definivano il futuro economico a medio termine dell’intera Europa, il parlamento italiano ascoltava rapito l’accorata difesa di di Papa che modulava i contenuti sull’onda dei temi più classici della sceneggiata: l’onore, i figli, o’carcere. Alla fine urla di giubilo, applausi, lacrime e abbracci. All’appello mancavano la pizza o’mandulino e gli spaghetti, assenti per motivi di servizio.

L’Italia schiera oltre 10.000 uomini e relativi mezzi su numerosi fronti di guerra. Libia, Afghanistan, Libano, solo per citare i principali. Sì, guerra, perché la storia delle missioni di pace non regge più da diversi anni nonostante lo stupore beota di presidenti della repubblica, del consiglio, di camera e senato, quando uno dei nostri, che va in giro con elmetto, giubbotto anti proiettile, granate e fucile d’assalto, non riesce a farsi passare per colombella e si becca una palla in testa da un cecchino.
Un’ambizione di controllo militare internazionale che male si sposa con la limitata autorevolezza in ambito economico ed industriale che il nostro paese esporta nonostante la sua portaerei e mezza, i tornado che partono nel tramonto e le soldatesse (bone) che fanno i sorrisoni arrapanti per far pensare che sotto le armi si guadagnano i dobloni e si tromba come i ricci, salvo fare la fine di Parolisi.

Non bisogna essere degli scienziati per capire che, a meno che tu non sia gli Stati Uniti con decine di portaerei, caccia invisibili, flotte di satelliti e arsenale nucleare, non bastano un po’ di bersaglieri sparsi a cazzo per il mondo per far paura ai debitori.
Il rispetto internazionale va prima guadagnato tramite l’affidabilità, l’innovazione e il lavoro. Poi, se serve, difeso con le armi. Al contrario non funziona e quello che si sta facendo ora è solo uno spreco di risorse funzionale ad interessi non comprensibili e, proprio per questo, inquietanti.

http://www.mentecritica.net/roma-caput-cazzii/informazione/cronache-italiane/dellefragilicose/20655/


Frequenze, ecco il bando pro B.- di Alessandro Longo



Il ministro Romani ha reso note le regole per l'asta pubblica: strafavorite (indovinate un po'?) le reti Mediaset, mentre Sky dovrà vedersela con le emittenti locali. Penalizzata, infine, la banda larga di Internet.

Il governo ha pubblicato (leggi) venerdì, di soppiatto, il bando (beauty contest) delle frequenze tv che ha scelto di dare gratis alle emittenti. Appare subito, ben oltre le aspettative dei giorni scorsi, un regalo da 350 milioni di euro a Rai e Mediaset. A danno delle casse dello Stato e dell'innovazione del Paese.

Sono le frequenze che si sono liberate, nell'etere, grazie al passaggio alla tv digitale terrestre. Con questo bando l'Italia vorrebbe scongiurare la procedura d'infrazione prospettata dalla Commissione europea contro alcuni aspetti della legge Gasparri (allora ministro di An).

Ma il rimedio è sorprendente, a firma di Paolo Romani (ministro dello Sviluppo Economico, che ha pubblicato il bando). Si sapeva già che il governo aveva rinunciato a chiedere soldi per quelle frequenze (la gara non è basata sulle offerte economiche migliori ma sulle caratteristiche delle aziende partecipanti). La sorpresa, rispetto a quanto previsto nei giorni scorsi, è che il governo ha scelto di "blindare" le migliori frequenze perché vadano quasi certamente a Rai e Mediaset.

Non si è accontentato di pubblicare un bando che indirettamente favorisse le due emittenti. No: ha voluto andare sul sicuro. E quindi ha suddiviso le nuove frequenze in tre pacchetti: A, B e C. A per i nuovi entranti, come Sky Italia, autorizzata dalla Commissione europea a partecipare, nonostante la pubblica opposizione dello stesso Romani. B per i preesistenti (il duopolio Rai-Mediaset) e C per i telefonici.

Il trucchetto: solo nel blocco B hanno messo le frequenze pregiate, quelle a singola frequenza e coordinate a Ginevra, utili a coprire a lenzuolo l'intero territorio nazionale senza rischio di interferenze.

Nel blocco A, da dare a Sky, hanno messo frequenze a forte rischio di interferenza, perché vicine a quelle utilizzate anche da emittenti locali.

E' solo l'ultima conferma di un vecchio piano: Romani aveva già dato a Mediaset, in via sperimentale, il canale 58, che ora va nel gruppo B. L'emittente così, a differenza di qualsiasi altro concorrente, ha potuto provare per mesi quello che ora avrà servito su un vassoio.

"E' l'ennesima conferma del conflitto di interessi", ha detto Paolo Gentiloni, ex ministro alle Comunicazioni e responsabile Ict del Pd. "Le difficoltà della finanza pubblica passano ancora una volta in secondo piano quando entrano in gioco gli interessi economici dell'azienda del premier", aggiunge. Già, perché le emittenti tv avranno gratis frequenze (dello stesso tipo, a 800 MHz) che invece gli operatori telefonici dovranno pagare con un altro bando recente, da cui lo Stato conta di ricavare tra i 2,4 e i 3,1 miliardi di euro. Così, prendendo questo come metro di paragone e dividendolo per la quantità di frequenze al bando, si può stimare in 350 milioni di euro il regalo a Rai e Mediaset. Sembra quasi che stia già cominciando l'opera di recupero di quanto forse sarà perso per il lodo Mondadori.

L'altro bando servirà a dare nuove risorse alla banda larga mobile, condizione necessaria per sviluppare in Italia connessioni veloci ovunque.

Ed è qui che si valuta il danno all'innovazione. Gentiloni e Antonio Sassano (docente della Sapienza) avevano infatti fatto una proposta: di non mettere a gara alcune frequenze nel beauty contest, ma di lasciarle libere per facilitare il bando per internet mobile. Questo è infatti minacciato da una controversia con le tv locali, a cui il governo ha deciso di togliere tutte le frequenze da dare alla banda larga, pur di assegnarne gratis, quante più possibili, alle emittenti nazionali. Nonostante le proteste da più parti e il rischio che le frequenze internet mobile siano paralizzate dalla guerra con le tv locali, il governo ha scelto di andare avanti imperterrito per quella strada. E, visto che si trovava, ha pure blindato le frequenze a Rai e Mediaset. Peggio persino di quanto previsto dai critici più pessimisti.


Romani è Viceministro dello sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, anche se:

A seguito del fallimento di Lombardia7 nel 1999, Romani viene indagato dalla procura di Monza per bancarotta preferenziale[6]. Interrogato, nega ogni coinvolgimento, avendo ceduto l'azienda prima del fallimento. Il reato è derubricato in falso fallimentare, le cui pene sono ridotte dalla nuova legge sulfalso in bilancio[7]La sua posizione è infine archiviata, ma deve risarcire 400.000 euro al curatore fallimentare[6].

(wikipedia)