La sorprendente iniziativa di un'agenzia viaggi di Boston che ha messo nel paniere delle sue proposte l'incontro col figlio del capo mafia di Corleone. Perché lo faccio? "Per me si tratta di un' attività lavorativa importante in un settore in cui ho sempre creduto".
Arrivano in Sicilia, visitano Palermo, la Cattedrale, il teatro Massimo, le scalinate che fecero da cornice all’ultima scena del Padrino, quando Michael Corleone lancia un infinito urlo muto davanti al cadavere della figlia. Poi il gruppo di turisti statunitensi si sposta dalla scenografia alla realtà, andando a conoscere Angelo Provenzano, figlio di Bernardo, un padrino vero, il ragioniere di Cosa Nostra, il regista della Trattativa Stato mafia.
È una trovata inedita quella di un tour operator di Boston, Stati Uniti, che ha contattato il figlio maggiore di Provenzano mettendolo sotto contratto per inserirlo come attrazione principale in un “pacchetto” turistico più unico che raro: i viaggiatori statunitensi che arrivano in Sicilia possono incontrare Angelo Provenzano, porgli domande su suo padre, ascoltare la storia del capomafia di Corleone. “Perché lo faccio? Per me si tratta di un’ attività lavorativa importante in un settore, quello turistico in cui ho sempre creduto”, dice all’Ansa Provenzano junior, novello cicerone.
Un’ idea nata quasi per caso, dopo che nella primavera scorsa un gruppo di filmaker statunitensi appassionati della storia di Cosa Nostra ha lanciato l’idea al tour operator: a settembre quindi è iniziata la nuova attività di Provenzano junior, dopo un periodo di prova di grande successo. “Confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra di pregiudizi è un’avventura stimolante” dice lui entusiasta. Dopo che gli accompagnatori forniscono ai turisti una sommaria ricostruzione della storia di Cosa Nostra, Provenzano racconta ai visitatori la sua storia e la difficoltà di portare un cognome così pesante. Quindi tocca ai turisti che gli pongono domande: quesiti che si riferiscono soprattutto alla storia del capomafia corleonese, ricevendo in cambio risposte garbate dal figlio, che insiste spesso sulla difficile condizione vissuta dai figli dei boss di Cosa Nostra. ” Vorrei una vita normale -dice - ma mi rendo conto che non c’è speranza”.
E mentre negli Stati Uniti i viaggi a Palermo con Provenzano Junior stanno raggiungendo vette di successo sempre maggiori, in Italia l’idea degli americani ha già scatenato polemiche. “Speriamo che i turisti abbiano anche la possibilità di essere indirizzati in via dei Georgofili, a Firenze, vicinissima alla Galleria degli Uffizi: siamo disponibilissimi a raccontare loro la vera storia delle famiglie di Cosa Nostra” dice Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, l’eccidio che il 27 maggio del 1993 fece 5 vittime, compresa una neonata di pochi giorni. Nel frattempo il tour operator di Boston si prepara alla stagione estiva, fissando per i suoi clienti ben due incontri a settimana con Angelo Provenzano, il figlio di Binnu ‘U Tratturi, oggi diventato meta turistica umana, tra il teatro Massimo e i mercati storici di Palermo.
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