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sabato 19 settembre 2015
Pd Roma, militanti portano Orfini in tribunale: “Deriva autoritaria”. Il commissario: “Ricorso non serio”
“Matteo Orfini s’è appropriato del Partito democratico, confondendo l’affidamento di una delicatissima responsabilità di direzione politica con l’attribuzione di un potere autoritario e slegato dalle norme statutarie”.
Questa è una guerra iniziata all’interno del Pd romano che si concluderà in Tribunale. Giancarlo Ricci è un militante del Pd e, insieme con altri sui compagni, hanno citato in giudizio la Federazione romana del partito cui sono iscritti. In particolare puntano il dito contro Orfini, presidente del Pd e commissario a Roma, accusato di non utilizzare metodi di gestione democratici e trasparenti, silenziando di fatto la partecipazione degli organi assembleari. Si tratta di un’azione giudiziaria scaturita dalle modifiche allo Statuto, apportate senza passare per l’assemblea. Gli iscritti attraverso il ricorso in sede civile lanciano un allarme democratico: vogliono che siano annullate le modifiche al Regolamento. “Il grado di democrazia raggiunto da questo Pd – spiega Ricci – è sceso a livelli bassissimi. Le modifiche non sono legittime, perché non sottoposte alla votazione dell’assemblea cittadina che Orfini non ha voluto convocare”. La delibera finita in Tribunale riguarda la composizione dei circoli che sono stati sciolti dal commissario Orfini. In totale il provvedimento ne ha rifondati 15, ciascuno corrispondente al Municipio. Troppo pochi, secondo Ricci, perché “quando le decisioni sono prese da una cerchia ristretta di persone, c’è il rischio che le correnti prosperino e si verifichino episodi di clientelismo”. Da parte sua Orfini, intervistato da ilfattoquotidiano.it, minimizza sulla vicenda, sottolineando che la delibera in questione è stata approvata a maggioranza dalla direzione. “Le modifiche al regolamento – dice l’esponente del Pd – tese a eliminare tutte le storture del passato e a ripristinare trasparenza nei tesseramenti, sono state impugnate da alcuni iscritti e deciderà il Tribunale. Onestamente, non mi soffermerei su cose non serie”
Irene Buscemi, Loredana Di Cesare, Manolo Lanaro
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