Ah, come ci piace sentirci buoni senza impegno. Tipo: “la giornata mondiale per il clima”. Bella. Ci sono pure gli scioperi. Bello: scioperare per migliorare il clima. Figo. Mi piace. Ma quindi? Come funziona, esattamente? Non vado a scuola e l’inquinamento viene bocciato? Trump vede i ragazzi che manifestano per strada e di colpo diventa intelligente? Faccio un tweet ambientalista e il buco nell’ozono si suicida? Spiegatemelo, son curioso. Anche perché, come noto, (a noi adulti) i temi ambientali stanno da sempre molto a cuore. Moltissimo. È cosa nota. Noi che, di fronte al traffico a targhe alterne, scleriamo come se ci avessero asportato un rene. Noi che, anche solo quando facciamo la differenziata, ci girano i coglioni a mulinello. Noi che, tutto sommato, la plastica ci piace così tanto che la mangiamo anche quando la troviamo dentro il pesce. Noi che, anche se sappiamo benissimo come funzionano quei campi di concentramento efferati chiamati “allevamenti intensivi”, in buona sostanza ce ne sbattiamo allegramente il glande.
Bella, questa giornata contro il clima brutto sporco e cattivo. Bellissima. Le manifestazioni (pacifiche) son sempre positive. ”Sensibilizzare e porre l’attenzione è sempre positivo”: si dice così, no? C’erano ragazzi che ci credevano davvero e chi semplicemente non aveva voglia di andare a scuola e neanche sapeva perché si scioperava: è sempre stato così, su. E alla fine, le strade in cui si era manifestato per salvare il clima, erano più sporche di prima. In ogni caso: bravi, se ci credevate e credete sul serio. Bravi: provateci, almeno alla vostra età, a non rincoglionirvi così in anticipo. Ve lo insegnavano già i Pink Floyd nel 1980, che non dovete accettare il “dark sarcasm” degli adulti. Provateci. E in bocca al lupo (“viva il lupo”, dovete rispondere. Che siate ambientalisti o meno). Non ce l’ho certo con voi. Anzi: tifo per voi. E men che meno ce l’ho con quelli, più o meno giovani, più o meno adulti, che a queste battaglie meritorie sono sempre stati sensibili. Alcuni di loro, a una battaglia così, hanno pure dedicato la vita. Persone straordinarie. Tifo per voi.
E allora? E allora ce l’ho con questa aria posticcia e finta, interessata e furbastra, che vedo e respiro in giro. Ce l’ho con questa tendenza lavarsi la coscienza con un #jesuischarlie alla moda, quasi che fosse un’aspirina per sentirsi in pace con se stessi. Quanta voglia di sentirsi buoni senza sforzo, in tutta questa amena presa di coscienza a favore di social. Quanto desiderio di retorica un tanto al chilo. E quanta immensa faccia da culo in quei politici di “destra” e “sinistra” che cementerebbero pure stocazzo, ma che adesso tra un “Sì tav” e un crucifige sgomitano per farsi un selfie accanto alla ragazza candidata al Nobel. Così, giusto per sentirsi buoni e giusti, loro che fino ad oggi hanno avuto per il clima la stessa attenzione che ho io per la Ves di Nardella.
Se l’ipocrisia portasse benessere, il Pianeta Terra spezzerebbe le reni alle galassie. E l’Italia sarebbe un paese sano come nessuno.
P.S. Tranquilli. Da domani, a parte i soliti panda eroici, di “clima da salvare” non parlerà più nessuno.
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