Dopo aver tolto gli indecenti vitalizi, arriva un’altra falciata alla casta politica. Il taglio del numero di parlamentari. Una vittoria storica. L’Italia è stata ostaggio per decenni di una casta politica abnorme. Una marea di poltrone d’oro. Un vero e proprio salasso per i contribuenti. Un ingombrante verminaio nei palazzi. E tutto questo nonostante la casta politica italiana abbia storicamente dimostrato un livello d’inettitudine e di corruzione inauditi. Una casta numerosissima e strapagata nonostante risultati disastrosi al punto di diventare il problema del paese invece che la soluzione. Una casta politica che tra le altre malefatte ha sempre imposto severi sacrifici ai cittadini salvo poi abbuffarsi all’inverosimile alle spalle del contribuente. Poltrone, vitalizi, privilegi. Voragini di bilancio. Voragini d’illegalità. Attici, vestiti di sartoria, vacanze esotiche. A brindare alla bella vita, la loro. E quando i cittadini hanno iniziato ad alzare la voce. Lorsignori hanno chiuso le finestre e si son tappati le orecchie. Convinti che l’avrebbero scampata anche questa volta. Perché il banco vince sempre. Perché il più forte vince sempre. Soprattutto in Italia. Bella, sì, ma vecchia e marcia e ingiusta e granitica nel suo cinico immobilismo. Ma i miracoli a volte succedono. Perfino da noi. Stanchi di gridare al vento, quei cittadini esasperati hanno deciso di fare da soli. Senza quella casta satolla che si ostinava a brindare rinchiusa nei salottini rococò. Senza quella casta ottusa e senza cuore. Per colpa di quei soldi immeritati. Per colpa di quel potere fine a se stesso. Che li ha accecati d’arroganza, che li ha logorati moralmente, che li ha estraniati dalla realtà. Nemmeno la crisi li ha fermati. Nemmeno la povertà e il dolore e la paura. Poi il miracolo. Grazie a quei cittadini che hanno giocato bene le loro carte. Grazie alle loro idee ed istanze sacrosante. Che li hanno fatti diventare milioni. Di volti e poi di voti. E poi scranni e poi decisioni politiche. Fatti. Come quello di scardinare la piaga dei vitalizi. Come quella di tagliare privilegi e poltrone. Alla faccia dei vecchi partiti inconcludenti che oggi votano controvoglia a favore del taglio dei parlamentari dopo anni d’ipocrita melina. Destra, sinistra. Sotto, sopra. Il passato. Alla faccia di quel megalomane egoarca di Salvini che tra una sbronza e una chiappa all’aria stava facendo saltare tutto per l’ennesima volta. Alla faccia dei parrucconi che imbrattano i giornali ed infestano le televisioni, reazionari da quattro soldi che rimpiangono un marciume anche culturale di cui sono stati complici e di cui ne sono ancora intrisi. Alla faccia di chi ha tentano di fermare con ogni vile mezzo quei cittadini testardi ed idealisti e con essi un cambiamento mai così democratico e trasparente. Mai così genuino. Idee, valori, persone, impegno. Senza soldi, senza padroni, senza ammuffite ideologie, senza secondi fini. Roba da applausi in qualunque democrazia moderna. Roba da sputi in faccia in questa Italia. Alla faccia dei menagramo che davano il Movimento per morto e per scisso. Come la loro onestà intellettuale. Come il loro senso storico. Alla faccia di chi è restato a casa sul divano a farsi gli affari propri perché i miracoli non succedono mai. Dopo vitalizi e privilegi, i cittadini la smetteranno di finanziare inutili e costosi scranni e il parlamento potrà operare in maniera più snella. Già, cambiare è possibile. Anche in Italia. Rinnovare la nostra democrazia pure. Tutto dannatamente possibile. Bastava crederci. Bastava volerlo. Alla faccia loro.
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