Gestiva anche tre società maltesi sotto copertura. E proprio Malta ha negato l'estradizione.
REGGIO CALABRIA. È considerato uno dei terminali della ‘ndrangheta nel mondo delle scommesse on line, ma è ancora un uomo libero grazie alla sentenza di un tribunale maltese che ha negato l’estradizione. Da questa mattina però Antonio Ricci (43 anni) è decisamente più povero. Supera i 400milioni di euro il valore dei suoi beni che la Guardia di Finanza ha messo questa mattina sotto sigilli per ordine del Tribunale di Reggio Calabria. Nascosti dietro due trust a lui riconducibili, gli investigatori hanno trovato conti correnti, immobili in Italia e all’estero, un portafoglio finanziario da centinaia di milioni di euro, più tre società maltesi “Oia Services Limited”, “Harvey Gaming Limited” (Già “Gvc New Ltd”) E “Wls Limited”.
Tutto sequestrato perché – sostengono inquirenti e investigatori – l’intero patrimonio di Ricci è frutto di affari illeciti, maturati nel grande mondo del gioco e delle scommesse on line. Un ramo di business che la ‘ndrangheta esplora da tempo e vede impegnati i più noti e antichi casati di ‘ndrangheta come i De Stefano – Tegano e i Pesce-Bellocco, che nel mondo del gioco virtuale (e illegale) hanno trovato non solo una gigantesca lavatrice di capitali illeciti, ma anche una straordinaria fonte di guadagno. Il sistema è semplice e facile da nascondere nella giungla del web, dove le piattaforme di scommesse certificate dall’Agenzia nazionale dei giochi e dei monopoli si mischiano a quelle clandestine.
La “chiave” sta nella sede legale della società che gestisce le scommesse. Quelle dei clan scoperchiate con l’operazione Galassia stavano tutte o quasi a Malta e la “GVC New Ltd” e la “Oia Services Ltd” di Ricci, per inquirenti e investigatori di Reggio Calabria ne erano parte integrante. Alle due società, entrambe con sede a Malta, facevano capo una serie di Centri Trasmissioni Dati (CTD) e Punti Vendita Ricariche (PVR) che permettevano di giocare in Italia ma fuori dal circuito autorizzato e controllato dallo Stato. In quel mondo erano i clan a dettare le regole e Antonio Ricci – affermano i magistrati Reggio Calabria – era uno dei principali terminali. Inseguito per questo da un mandato di cattura, Ricci era stato rintracciato e arrestato da latitante a Malta nell'aprile scorso, ma la sua estradizione è stata bloccata dal giudice d’appello Consuelo Scerri Herrera, che contrariamente al tribunale di primo grado ha deciso di respingere l’istanza delle autorità italiane e scarcerare l’imprenditore. Motivo? Ricci era ricercato nell’ambito di “indagini” e non a seguito di reati dimostrati da una sentenza, con buona pace del mandato di arresto europeo spiccato da Reggio Calabria.
https://www.repubblica.it/cronaca/2019/12/17/news/reggio_calabri_ndrangheta-243698706/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S1.8-T1&fbclid=IwAR20pjaHDvb8co6OHsneLvtkKtndNNXX-cB7k6P8M1N4vcOGOmJ0IHrrSU0
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