lunedì 6 aprile 2020

Apri-chiudi: abbattere Conte. - Stefano Rossi



BURIONI, da Fazio: “Preoccupatevi più del meteorite che del virus”, 
ZAIA: “Province del Veneto devono uscire dalla zona rossa. Noi continuiamo a dire che vogliamo che le nostre tre province escano questa idea di zona rossa, rispettiamo le regole però non vogliamo avere tre province dentro sulla base di quella classificazione”, 8 marzo. Ma appena il 10, ipotizza la chiusura totale. “Il tema di avere un isolamento fiduciario fatto bene potrebbe essere la soluzione”. Usa il condizionale, però ha capito. 
- FONTANA: “L’allargamento della zona rossa per il momento non viene preso in considerazione, non penso ci siano le condizioni. Cerchiamo di sdrammatizzare”, 24 febbraio. 
- GALLERA a La7: “Stiamo pensando di chiudere i trasporti pubblici e ridurre le attività produttive”, niente di meno  il 20 marzo! 
- SALA: “Milano a luci spente non piace a nessuno, che sia una città riaperta al più presto”, su la Repubblica, 27 febbraio. Il giorno prima chiedeva al ministro Franceschini di riaprire i musei. 
- ZINGARETTI: “Niente panico, isolare i focolai”. Questo slogan seguiva l’annuncio di un aperitivo a Porta Ticinese, Milano, per proseguire a Bollate per una cena. Era il 27 febbraio. Il 10 marzo, il Sole 24Ore scriveva: “Una girandola di dichiarazioni”. Ma c’è un politico che ha battuto tutti i record. 
- SALVINI. Il 21 febbraio invitava ad ascoltare medici e scienziati che, a suo dire, avvertivano del pericolo imminente dell’arrivo del virus sui barconi. Ma il 24 febbraio su Twitter “Non è il momento delle mezze misure: servono provvedimenti radicali”. “Un mese fa chiedevo di riaprire tutto? Ho sbagliato”, 27 marzo. Il 27 febbraio annunciava in diretta fb “L’Italia riparte. Alla faccia di chi se la prende con medici, infermieri, governatori e sindaci. Saranno ancora una volta i cittadini, famiglie e imprese a salvare questo splendido Paese. Niente blocchi, chiusure o zone rosse. Vorremmo  che riaprissero musei, negozi, discoteche e bar”. 29 febbraio, a Porta a Porta: “Il mondo deve sapere che venire in Italia è sicuro, perché siamo un Paese bello, sano e accogliente altro che lazzaretto d’Europa come qualcuno sta cercando di farci passare”. Per la partita Juve-Inter twitta: “Che senso ha? Porte aperte o porte chiuse, per me si doveva giocare e offrire agli italiani qualche ora di serenità e al mondo un’immagine di tranquillità”. Pazzesco constatare che a El Pais, dava lui un immagine completamente diversa dell’Italia! Il 10 marzo, già in piena emergenza mondiale ecco le sue mirabolanti parole: “Amici, esco preoccupato dall’incontro col governo. Abbiamo chiesto misure forti, drastiche, subito: chiudere tutto adesso per ripartire sani. Fermi tutti per giorni…mettiamo in sicurezza la salute di 60 milioni di italiani….prima che sia tardi”.
- Anche Confindustria ogni giorno critica e contesta le scelte del governo che non ha mai ricevuto applausi da questo ente.
- Su Rai Tre, GALLERA ferocissimo: “Ormai sta emergendo la totale incapacità del governo di gestire qualcosa che loro dovevano prevedere”.
Queste dichiarazioni, al di là del folklore, come quelle di Salvini e Zingaretti, celano un problema per gran parte della politica, dell’imprenditoria e della finanza di questo Paese. La persona che siede sulla poltrona di Palazzo Chigi. Trattasi di un outsider e, in certi ambienti, è il peggior difetto che si possa avere. Come  un peccato capitale. Quei politici, imprenditori, giornalisti che, spesso, siamo abituati a vedersi insultare sui social e in tv, in realtà, all’interno del palazzo del Senato e Camera, o in alcune case di Roma, Cortina, Capalbio, Conte non ci ha mai messo piede. Anzi. In questi giorni, sommerso dai problemi nazionali da risolvere, il presidente Conte ha spesso deciso senza dare troppo conto a certi ambienti abituati ad essere corteggiati, sia pure in modo puramente formale, ma interessati più all’immagine pubblica da salvare, come i sindacati, le varie associazioni degli industriali e le opposizioni. Sarebbe bastato un comunicato stampa, una foto, un piccolo gesto formale.
Ma Giuseppe Conte, se viene attaccato, risponde a modo suo. E questo è il secondo peccato capitale: sfidare il vero potere italiano. Lui. Che è stato tirato per i capelli dentro la politica grazie al M5S. E questo è il terzo peccato capitale. Troppo.
Ne vedremo e ne sentiremo di tutti i colori pur di defenestrare Conte. In confronto, le dichiarazioni di Salvini, ci sembreranno salmi responsoriali.

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