“Io indagata? Sono impazziti. È una cosa talmente folle che la prendo come tutte le follie di questo mondo”. Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell’Utri, risponde con gentilezza al telefono. Col tono di chi, dopotutto, se l’aspettava. E sull’accusa di riciclaggio aggravato per quei 15 milioni di euro transitati sul suo conto e poi partiti (quasi tutti) alla volta di Santo Domingo, proprio alla vigilia della sentenza di Cassazione che avrebbe potuto mandare in carcere il marito per 7 anni, risponde: “Non mi risulta che ci sia nulla di male a comperare una casa all’estero. Che reato è?”. Solo che lo shopping della signora Ratti – sospettano i pm – è stato fatto con soldi estorti a Silvio Berlusconi e mirava pure a garantire una latitanza dorata al marito.
Secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, la nuova villa dei Dell’Utri si trova nel complesso turistico Casa De Campo: un lussuoso resort a quattro chilometri dal centro La Romana, nella Repubblica Dominicana. Una località che si estende lungo le bianchissime spiagge che costeggiano il sud-est dell’isola, con alberghi, ville in affitto, abitazioni private, campi da golf e tennis, piscine e pure una pista d’atterraggio privata. Dove Marcello Dell’Utri, appena sceso da un volo charter di Air Italy, è stato avvistato lo scorso 29 luglio, cioè poco dopo la fine dei lavori di ristrutturazione della nuova dimora, costata svariati milioni di dollari.
Ora i pm di Palermo stanno preparando una rogatoria internazionale per scovare il tesoretto caraibico, incuranti della signora Ratti che ribadisce : “Con i miei soldi faccio quello che voglio”. Soldi che però – stando alla Procura – sono stati estorti a Silvio Berlusconi gonfiando di almeno 10 milioni il prezzo della casa di Torno in cambio del silenzio di Dell’Utri sui rapporti tra l’ex premier e Cosa Nostra. L’altra lettura è che il senatore avrebbe fatto da tramite per pagare i mafiosi: 40 milioni di euro in 10 anni. Anche perché regalare 40 milioni solo per “stima e riconoscenza a Marcello”, questa la versione di Berlusconi, sembra un po’ eccessivo. Non a Dell’Utri, che mentre difende la consorte(“stiamo subendo una vessazione giudiziaria”), dice: “Che ragionamenti del cavolo fa? Chi lo dice che 40 milioni sono troppi?”.
Ma la signora Ratti, nata a Monza nel 1950, architetto dall’età di 31 anni, più che dall’indagine sembra infastidita da Berlusconi, che ha giustificato quei bonifici apostrofandola come una “spendacciona”: lei, telegrafica, avverte che “anche di questo si occuperanno i miei avvocati”. Di più non dice, e non è una novità. Da sempre riservata (per altri è solo snob), viene descritta da chi la conosce bene come una donna colta, intelligente, e soprattutto molto innamorata. Tanto che nel 2006 è stata condannata per aver diffamato i magistrati (sempre) di Palermo che avevano allora chiesto l’arresto del marito. Definirli “omuncoli bisognosi di perizia psichiatrica” le costò 20mila euro per ognuno dei sei pm (tra cui Gian Carlo Caselli) che le avevano fatto causa.
“Marcello è un ostaggio politico. É l’uomo più straordinario che abbia mai incontrato. E ho avuto la fortuna di sposarlo”, diceva la Ratti al Corriere all’indomani dell’arresto di Dell’Utri, poi condannato per false fatture ed evasione fiscale. L’ha difeso davanti ai pm di Torino che indagavano sui conti gonfiati di Publitalia ed è andata a prenderlo nel penitenziario di Ivrea quando l’hanno scarcerato. Sempre all’ombra del marito, per quanto possibile. Caratteristica , questa, che sta alla base della sua storica amicizia con Veronica Lario, con la quale passò pure qualche guaio. “Se la signora Palli si è venduta le sue amicizie con me e Veronica, millantando un possibile nostro interessamento per i suoi affari, io non ne so nulla”, disse deponendo a un processo per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.
Processo in cui era imputata l’imprenditrice milanese Daniela Palli (poi prescritta), che aveva aiutato il latitante Vito Roberto Palazzolo a stabilire un contatto con Dell’Utri proprio tramite la consorte. In odore di mafia anche un altro personaggio vicino ai Dell’Utri, Filippo Rapisarda, finanziere discusso (ora morto) e amico dei boss. Nel 1989 la Ratti fa la madrina al battesimo della figlia di Rapisarda, Cristina. Berlusconi liquiderebbe l’incidente dicendo che “a Palermo è difficile distinguere i mafiosi dalle persone perbene”. Ora però la storia di Miranda Ratti, sempre più intrecciata a quella (anche processuale) del marito, la vede, suo malgrado, protagonista. Col rischio, in caso di condanna, di passare in carcere dai 4 ai 12 anni.
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